👁 Il museo della Guerra 👁

Le recensioni di questo servizio sono finalizzate al solo scopo di aiutare l'autore, lo stile con cui sono scritte è semplice roleplay legato al personaggio, mai attacchi personali agli utenti.

Buongiorno , docili fiammelle giunte al cospetto di questo anziano angelo.

Non speravamo neppure di esser in grado di partorir tanto rapidamente un giudizio su una delle storie che ci avete esposto, ma il futuro è imprevedibile anche per noi.

E' dunque con lieta serenità che vi invitiamo ad accomodarvi su una delle numerose rocce di questo grigio limbo per abbandonar per qualche minuto la realtà e gettarvi con noi nell'analisi di un'opera che la nostra antica mente ha trovato piuttosto stimolante, nella sua brevità.

Parliamo naturalmente di un racconto breve elaborato dalla mente di tylago.

Museo della Guerra è il titolo.

Vogliamo premettere che siamo stati a lungo dubbiosi sulla nostra capacità di recensire con efficacia una storia tanto breve, ma le tue parole, giovane autrice, hanno suscitato in noi tale interesse da spingerci ad accettare la sfida.

Ed il nostro sacrale giudizio non può che aver principio dalla copertina.



D'impatto, indubbiamente, pur in una semplicità che in molti casi potrebbe apparire eccessiva.

In questo caso, tuttavia, la scelta di una semplice immagine in bianco e nero sovrastata da una scritta in bianco riesce a mantenere il suo effetto.

La fantasia di nubi che occupa la parte inferiore, oscurando appena il titolo, conferisce solo maggiore "atmosfera" che male non fa.

Quei due bollini, però, dobbiamo ammetterlo, cozzano come un orribile pugno in un occhio sull'ambiente tanto gradevolmente oscuro e affine ai nostri gusti.

Ma hai avuto la saggia idea di collocarli in un punto che non mascheri l'immagine centrale della composizione, o il titolo, per questo ti risparmiamo il triste affanno d'aver perduto credito per tali ragioni.

ㅤ໑ 𝘀𝗶𝗻𝗼𝘀𝘀𝗶 ༊*·˚

Abbiamo scelto, data la natura della storia, di non valutare la sinossi della tua opera, in quanto parzialmente assente.

O meglio, trattandosi di una raccolta di brevi storie, la nostra mente ha trovato più corretto superare questo breve punto nella nostra recensione in favore, al contrario, della trama.

ㅤ໑ 𝘁𝗿𝗮𝗺𝗮 ༊*·˚

Non sono in molti a potersi vantare d'aver con tanta semplicità calamitato lo sguardo della Morte in persona sullo schermo di un computer.

Ci hai spinti ad interrogarci su quali orribili pasti debbano aver appesantito il tuo stomaco per portar il tuo inconscio a produrre una simile idea, ma siamo arrivati alla conclusione che debba essersi trattato di un brutto scherzo giocato dai nostri oscuri compari infernali.

Ti autorizziamo a muovere reclamo verso i loro superiori per esser ripagata per tale incubo.

E' quasi ammirevole come tu sia riuscita ad estrapolar un racconto tanto suggestivo da tale esperienza.

Abbiamo impiegato davvero poco tempo a portare a termine la lettura e, infine, non possiamo che ritener soddisfatta la nostra eterna curiosità.

Nonostante le tue avvisaglie adeguatamente poste al termine della storia, non abbiamo ritenuto eccessivi gli accenni di irrazionalità: nella sua macabra crudezza, il racconto mantiene un filo di linearità e di realismo tali da far superare con facilità gli impercettibili momenti di carenza logica.

La nostra valutazione della trama non può dunque che esser di natura positiva.

E il nostro riassunto della stessa è volto unicamente a render più chiari i momenti di cui vogliamo esaltare i punti forti.

Punto focale attorno a cui il racconto gira è la visita della protagonista ( impersonificazione dell'autrice, supponiamo ), Bianca, ad un Museo del suo piccolo paese.

Un luogo che dal solo aspetto ispira brutture e marciume e che si rivela contenere immagini e reperti della guerra da poco terminata, assieme a resti di soldati ben conservati ed altri similari oggetti.

La svolta avviene senza dubbio tuttavia quando la curiosità della protagonista si rivolge ad un camion lasciato in disparte dal misterioso quanto sospetto direttore del museo: all'interno del veicolo si trovano sedici raccapriccianti corpi, ancorati alla vita solo grazie a dei macchinari.

Una visione che oltremodo turba la giovane protagonista, tanto da indurla a sfuggire alla pietosa e spaventosa visione e rifugiarsi in una piazza, all'aperto, ove i suoi pensieri la incalzano tanto da convincerla a porre fine a quella disgustosa pratica.

E, con la stessa rapidità, la giovane Bianca torna indietro, in quel camion, ove rendendosi artefice d'una giustizia che ritiene di dovere a quei poveri uomini, recide le vene che li tengono in vita.

E concedendo loro di spirare, riesce finalmente a ritrovare un equilibrio interiore, un senso di pace con sé stessa.

Forse ci spingiamo troppo oltre nel dare un'interpretazione di questa trama, e del sogno che vi sta dietro.

Che sia stato volontario o meno, è sembrato quasi che il racconto volesse essere una metafora per la guerra che rende gli uomini, i soldati, unicamente pedine da usare senza ritegno per le loro vite e per la loro volontà.

La nostra mente ha voluto soffermarsi sull'idea che il direttore del Museo, quella figura misteriosa, ma di certo non in pena per i gesti che ha commesso e continua a commettere, potesse esser paragonabile ad un generale, un uomo che dai vertici controlla l'esercito.

E quegli uomini, quelle creature la cui umanità è ormai sfumata, resi vivi solamente per volontà di altri, potrebbero essere i soldati che vengono mandati a morire, che non hanno libertà di ribellarsi.

Forse, la parte che più suscita interesse nel lettore è proprio la possibilità di creare un'interpretazione personale del racconto, di poter riflettere su quali metafore la situazione potrebbe rappresentare, senza mai perdere di vista la brutalità e il realismo del racconto.

Ed è proprio il modo in cui la storia si ancora alla realtà, mantenendo un ritmo incalzante e continuamente teso, che invoglia il lettore ad arrivare alla fine, a scoprire in che modo potrà evolversi il delicato stato d'animo della protagonista, quale sarà la sua finale scelta, di cui all'inizio hai saggiamente voluto dare un minimo assaggio.

ㅤ໑ 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 ༊*·˚

In racconti brevi di questo genere, specialmente se incentrati sulla sfera psicologica e sui pensieri dei personaggi in scena, spesso l'ambientazione lascia il tempo che trova.

Innumerevoli volte è un processo persino volontario, poiché l'ambiente che circonda i personaggi è di rilevanza inferiore rispetto a quella che è la loro sfera emotiva.

In questo caso, tuttavia, la descrizione degli ambienti e dell'atmosfera del racconto è stata un punto fondamentale della buona riuscita dello stesso.

Ti sei saggiamente tenuta ambigua in merito all'ambito della guerra, sarebbe stato eccessivo fare inutile info dumping inserendo informazioni non richieste ed eccessive: si comprende che debba essersi trattato di qualcosa di grosso, sia in negativo, per il numero di morti e reperti, sia in positivo per coloro che hanno scelto di approfittar dell'evento per trarne guardagno.

La contrapposizione tra l'idilliaco luogo in cui la protagonista crede di starsi recando con il padre e la piazza che contiene il museo crea un dualismo iniziale che rende ancor più d'impatto la scena.

La descrizione poi dell'ambiente del museo, dei reperti e specialmente del personaggio del direttore contribuiscono a far comprendere sin da subito che genere di aria inizierà a tirare di lì a poco.

Il genere horror, così come il thriller, è fortemente influenzato dall'atmosfera che gli autori scelgono di creare.

Se possiamo fare un esempio, c'è molta differenza in una scena di un film horror se la colonna sonora è un brano di musica pop oppure una melodia incalzante fatta col violino.

L'ambientazione che hai costruito attorno alla storia, con descrizioni accurate, ma mai ridondanti o pesanti, è stata dunque certamente d'effetto, per esser brevi e non dilungarci in inutili altre moine che potrebbero allungare terribilmente il brodo e produrre noia.

ㅤ໑ 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 ༊*·˚

Il racconto conta tre diversi personaggi, che ci permetteremo di analizzare singolarmente.

A partire proprio dalla protagonista, colei che detiene il punto di vista della storia e in cui i lettori maggiormente si identificano.

Di Bianca, il nostro secolare spirito ha apprezzato l'umanità.

Ebbene, per quanto sia difficile da credere, è raro che nei racconti di voi esseri umani i personaggi riescano ad essere umani, tanto nei pensieri quanto nelle reazioni.

La protagonista del racconto è una fanciulla che sin da principio rivela come la sua vita sia sempre stata un'oasi di serenità, in contrasto con la guerra da poco terminata, e proprio per questo la sua discesa dapprima nel disagio e poi nel disgusto coinvolge i lettori in un livello quasi personale.

La veridicità delle reazioni, degli stati d'animo e dei pensieri di bianca è stata tale che persino noi ne siamo rimasti colpiti, il nostro spirito di angelo mortifero si è sentito quasi tirato in causa nelle ultime righe, quando Bianca ha deciso di operar per conto dell'Altissimo e donar pace a quelle anime inquiete.

Le sue azioni, inoltre, associate alla situazione in cui si ritrova, hanno la fortuna d'aver il cosiddetto "consenso del coro": chiunque legga la storia non ha altra idea se non quella di condividere le scelte di Bianca, contrastare i desideri egoistici del direttore del museo e sdegnarsi per l'apparente disinteresse del padre, che è proprio il personaggio di cui andremo a parlare ora.

Si tratta ai nostri occhi di una figura amorale, esaltatore della guerra poiché l'ha combattuta e vinta, incapace nonostante i tentativi di entrare in sintonia con la mentalità della figlia.

Abbiamo molto apprezzato la dinamica che intercorre tra Bianca e lui, quasi fosse il contrasto tra una personalità deviata da un conflitto, che si stupisce di fronte agli orrori del museo, ma non vi si oppone, e quella di un bambino che per la prima volta si trovi esposto alle brutture della vita.

Ed infine abbiamo il direttore del museo, che veste come un guanto il suo ruolo di personaggio ambiguo, nascostamente malvagio.

E' l'unico personaggio che riceva una descrizione fisica, ennesimo elemento che permette di determinare implicitamente la sua cattiveria, o comunque la sua natura deviata e malsana.

Ci è stato presentato come una figura losca, e l'Onnipotente ci è testimone quando diciamo che ha mantenuto la sua caratterizzazione fino alla fine, senza tuttavia mai cadere nell'esagerazione.

Un uomo affamato di fama e / o di denaro, fatto e finito.

Noi non capiremo mai come una tale fame di soldi mortali possa condurre un uomo a cadere così in basso, ma abbiamo incontrato molti uomini come lui durante la nostra lunga vita.

ㅤ໑ 𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼, 𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 ༊*·˚

Dobbiamo doverosamente partire con una premessa.

Non siamo enormi fan della narrativa in prima persona, forse perché prima d'ora abbiamo raramente trovato opere che sapessero renderle giustizia senza mai inciampare in errori che rendono pessima l'esperienza di lettura.

In questo caso, tuttavia, il tutto si è rivelato decisamente piacevole.

Certamente parte del merito è dovuto al fatto che gran parte del racconto è un dialogo interiore, o meglio, la sfera emotiva e psicologica della protagonista riveste un ruolo di fondamentale importanza.

Ciò rende le interazioni più personali ed impedisce che si cada in errori quali l'analisi psicologica di personaggi distanti dalla voce narrante o la descrizione di eventi a cui il personaggio narrante non può assistere.

E siamo stati altrettanto lieti di trovare una proprietà lessicale ed una grammatica praticamente perfetti all'interno del racconto.

Sarebbe stato un dispiacere per noi gettar tutto il lavoro apprezzato alle ortiche solo perché dei banali errori di facile rimedio avevano stressato tanto le nostre ali da spiumarci sul posto.

La scelta di creare un racconto che mantiene un registro linguistico molto colloquiale anche nei momenti narrativi è stata una scelta azzardata, che ha fatto illuminar la nostra aureola di curiosità, ma efficace.

Permette ancor di più di immedesimarsi nella situazione, come se ci fossimo appena inseriti nel mondo e Bianca ci stesse narrando le sue condizioni.

O quasi fosse una telecronaca esterna fatta proprio dalla protagonista su sé stessa.

Abbiamo forse notato solamente delle carenze molto molto sporadiche di virgole, ma rispetto ad altri racconti che abbiamo accidentalmente spiluzzicato mentre cercavamo questo, abbiamo notato un miglioramento.

In questo caso, abbiamo notato specialmente in un paio di casi alcuni incisi che potevano essere chiusi o delle virgole posizionate di fronte a congiunzioni coordinanti che non le necessitavano, ma niente di più.

Per il resto siamo molto felici di considerarlo un lavoro estremamente ben eseguito tanto dal punto di vista tecnico quanto narrativo.

ㅤ໑ 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 ༊*·˚

Siamo estremamente lieti di annunciare che la nostra prima recensione si è conclusa con un giudizio molto positivo, tanto da indurci a complimentarci nuovamente con te per questo risultato.

Il nostro grigio limbo sarà sempre aperto per accogliere la tua presenza, giovane animella, e terremo un occhio di riguardo quando il giorno del tuo trapasso giungerà.

Il premio che abbiamo selezionato per la tua bravura è un coupon che offre una settimana come ospite vip de "l'Hotel Jesus".

Potrai ritirarlo presso

Centro Miracoli del Paradiso
Viale delle Nuvole, Città degli Angeli,
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CAP 00000

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