👁 Clarent, il signore della Feccia 👁
Le recensioni di questo servizio sono finalizzate al solo scopo di aiutare l'autore, lo stile con cui sono scritte è semplice roleplay legato al personaggio, mai attacchi personali agli utenti.
Buongiorno, docili animelle.
Speriamo che siate liete di veder che ancora questo vecchio angelo si aggrappa alla vita, nonostante il caldo ci spinga a volte a domandarci se una creatura divina come noi possa sperimentare il tocco gelido della morte.
O se altri possano poi portare la morte all'angelo che la presiede.
Ma non è delle nostre curiosità millenarie che quest'oggi parleremo.
Il nostro limbo non è sfortunatamente progettato per permettere i nostri sfoghi, dunque meglio occuparsi dei nostri doveri.
E' una storia curiosa, quella che ci arriva oggi.
Un racconto con un protagonista un po' insolito, invero, anche per noi.
Ogni tanto voi mortali trovate allor modo di allietare delle povere menti annoiate dallo stesso brodo trito e ritrito.
Stiamo naturalmente parlando del racconto di Mirage81 , dal nome " Clarent, il signore della feccia".
ㅤ໑ 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 ༊*·˚
E da dove meglio partire, se non dalla copertina?
Lo ammettiamo, non ne siamo eccessivamente entusiasmati, questo stile moderno di spezzare le parole nei titoli dei libri non ci aggrada poi così molto. Ai nostri occhi dà un'idea di disordine, quasi.
E se anche passiamo sopra il font, che potrebbe esser anche gradevole sotto certi punti ( seppur per come è posto ci potrebbe rassomigliare ad una qualche insegna di un locale a luci rosse ), il colore è stata una scelta un po' troppo infelice.
Quel rosso acceso si fonde bene al nero di gran parte dello sfondo, ma le due misere lettere poste in contrasto con la fronte pallida dell'uomo accecano persino noi. E noi siamo abituati alla luce dell'Altissimo.
Interessante l'idea di mettere il nome autoriale e il sottotitolo in semitrasparenza, ma parlando sinceramente si vedono molto, molto poco, se non si osserva la copertina nel dettaglio neppure si notano.
E questo influisce anche su quanto la copertina arriva ad attrarre il lettore!
ㅤ໑ 𝘀𝗶𝗻𝗼𝘀𝘀𝗶 ༊*·˚
Si passi quindi alla sinossi.
Semplice, efficace, invoglia a leggere la storia, ma contiene un errorino a livello di sintassi.
Giovane anima, per quale motivo hai scelto di inserire un solo, infelice e misero trapassato in una frase piena di passati prossimi?
Il trapassato è un tempo, bell'appunto, anteriore al passato, che si usa in narrazioni abitualmente al passato remoto. In questo caso, quel povero "non era mai riuscito ad integrarsi" cozza con il discorso come l'arcangelo Gabriele in una convention organizzata per promuovere una nuova linea di possessioni demoniache.
ㅤ໑ 𝘁𝗿𝗮𝗺𝗮 ༊*·˚
Ma scivoliamo rapidi, come la serpe del giardino dell'Eden, verso la trama.
Prima di arrivare a parlare di essa, però, vogliam tristemente avvertire che la nostra lettura si è fermata al capitolo tre, considerando nella lettura anche il prologo, per cui il nostro trattato sarà limitato a questa sezione.
E sin da subito vogliamo partire con un quesito che ci ha lasciati piuttosto incuriositi :
piccola fiammella partorita dalla vita, per quale ragione hai voluto spezzare il capitolo di introspezione ed introduzione iniziale del protagonista, il dialogo che instaura con il lettore?
Il prologo non è tanto lungo da costringere il lettore a prendersi una pausa e, secondo la nostra opinione, terminare il prologo con la frase
" proprio quando avevo superato il limite del sopportabile [...] decisi di concedermi un ultimo viaggio, poi, chissà".
In tal modo avresti iniziato il primo capitolo già con una fase di narrativa, che avrebbe creato uno stacco piacevole tra i capitoli e l'introduzione. In questo modo l'introduzione perde quasi di significato, perché fondamentalmente prosegue anche nel primo capitolo.
L'introduzione, ad ogni modo, che noi andremo a considerare a livello comprensivo includendo anche la parte compresa nel primo capitolo, è stata una trovata interessante.
Uno squarcio nella mentalità del protagonista che non si fa scrupoli a mostrare sin da subito la sua mentalità disillusa e pessimista, realista sin nel midollo e sufficientemente privata di ogni tipo di speranza in una forma di bontà o pietà del genere umano.
Evidentemente quella misera e sperduta anima non ha conosciuto ancora cosa attende voi piccoli mortali quando attraversate le porte dell'inferno. I demoni che servono la signora Lilith e sir Asmodeo sapranno certamente farlo ricredere, quando arriverà il suo momento.
Sempre che l'infausta divinità che ha preso in antipatia (o si tratta forse di un suo strano modo di esprimere affetto?) scelga di concedere che la sua anima raggiunga il suo finale porto.
La nostra storia inizia ad ogni modo con un viaggio.
Il nostro protagonista, già afflitto da tenebrosi pensieri che attirano la nostra immortale anima come la luce notturna fa con le falene, ha scelto di compiere un ultimo viaggio in direzione di Ivrea, prima di garantirsi in dono un incontro a tu per tu con la nostra sacra persona.
Prima ancora che possa scendere dal treno, tuttavia, una sensazione opprimente lo coglie e, quasi consequenzialmente, una paradisiaca fanciulla fa il suo ingresso nello scompartimento.
Dopo aver assistito ad interessanti considerazioni da parte del protagonista in merito all'aspetto sublime della donna, ci viene detto che proprio quest'ultima, senza lasciar trapelare emozione alcuna, consegna al nostro innominato amico una busta tanto anonima quanto inquietante, prima di scomparire.
Quasi una visione paradisiaca ( anche se col senno di poi ci riduciamo a commentare che si tratti del caso completamente opposto), dato che nessuno a parte il protagonista sembra averla veduta o percepita.
Il protagonista sceglie poi, con un'incredibile assennato gesto, di gettar via la lettera, sperando di sbarazzarsene, prima di tornare in albergo ove si concede ad un sonno appesantito da strani sogni d'una voce che gli rivolge una strana proposta, che egli accetta più per sfinimento che per diletto.
Il mattino successivo, la lettera si trova nuovamente nella sua stanza, intatta e perfettamente conservata, tanto da indurre l'uomo a scegliere di darle fuoco, prima di gettare i resti nel fiume ed allontanarsi.
In quel momento sopraggiunge un inaspettato messaggio: un ex-collega, verso cui il protagonista sembra riservare il medesimo disgusto e il medesimo sdegno che dedica a gran parte del genere umano, rispunta fuori dopo anni, svelandogli di aver in serbo una sorpresa per lui.
Idea che l'uomo accetta molto poco volentieri, prima di concedersi nuovamente al sonno.
La mattina successiva, inutile dirlo, la lettera si trova nuovamente nella sua stanza, e il protagonista, sconfitto, sceglie infine di aprirla.
Il foglio contiene un criptico messaggio e si distrugge poco dopo, appena prima che un dolore lancinante colga il pover'uomo.
Una scena tanto pietosa da averci spinti ad appuntarci la nota per proporla come nuova tortura infernale per i nostri colleghi dell'oltretomba peccaminoso. In questo modo forse eviteremo che il loro bizzarro golden retriever decida di far uno spuntino con le nostre sventurate gambe.
In seguito a tale evento, l'uomo sceglie infine di incontrare il collega tanto insistente, che rivela d'aver avuto come obiettivo per quell'incontro solamente il mostrare al protagonista la sua recente conquista di caccia.
Nello specifico si tratta dell'ex-fidanzata del pover'uomo.
Voi mortali avete davvero strani gusti. Arrivar al punto tale di disturbare un conoscente e farlo tornare a casa solamente per sbattergli in faccia una cosa simile è un atto viscido e futile anche per le più basse cariche infernali. E quelle si divertono a fare scherzi ai dannati lanciandoli nello sterco bollente.
Fatto sta, come dicono i migliori sussidiari di storia contemporanea, che quella è stata apparentemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la miccia che ha fatto esplodere la polveriera, insomma, lasciamo a voi il compito di sceglier quale distruttiva metafora preferiate inserir in tale contesto.
Gli eventi immediatamente successivi, tuttavia, ci hanno lasciati un po' interdetti.
C'è forse una metafora nascosta dietro il gesto nelle dita che ha effettivamente portato alla morte del protagonista? Abbiamo compreso che ha imitato una pistola con le dita, ma ci è sfuggita la parte in cui ciò sia risultato in un buco nelle cervella.
Insomma, plausibilissimo che i suoi dannati poteri si siano risvegliati in tale occasione, ma in caso sarebbe stato preferibile esplicarlo. O forse c'è una pistola reale che ci siamo persi durante la narrazione?
Insomma, anche considerata la reazione del collega, l'idea è poco plausibile ma comunque attuabile.
Ad ogni modo, il protagonista si risveglia poi in una sorta di limbo, per quanto non ricordiamo d'aver mai veduto la sua anima nella nostra grigia spiaggia.
In tale oscuro ambiente, la medesima e ancestrale voce gli comunica il suo volere, l'obiettivo che intende conferirgli: il protagonista dovrà reincarnarsi in un altro universo, guidando una rivolta e ribaltando le sorti di quella terra. Non viene concessa alcuna possibilità di scelta, ad ogni morte seguirà una nuova reincarnazione, più brutta e debole della precedente.
Vien facile comprendere che l'entità che ha concesso una seconda possibilità, per modo di dire, all'uomo non sia ben disposta al rifiuto.
Ed è così che il nostro povero protagonista si risveglia imprigionato in una gogna ed incappucciato, pronto ad affrontare la sua morte dopo esser stato soprannominato Clarent, signore dei tradimenti e feccia del regno.
Prima che la ghigliottina discenda a porre prematuramente fine alla sua vita appena iniziata, qualcosa, o meglio, qualcuno, attacca i presenti e pone fine alla vita del re, che aveva ordinato l'esecuzione e presenziava alla stessa. Delle figure femminili salvano dunque Clarent, conducendolo al sicuro in groppa ad una gigantesca lucertola e rivelandosi incredibilmente comprensive nei confronti della sua confusione.
E' così che Clarent scopre d'esser il soggetto d'una profezia che lo vede esser destinato a guidare quella gente verso la rivolta ( confermando gli ordini imposti dalla misteriosa entità) proprio grazie ad una di quelle donne, Talmiras, membro della Sorellanza delle Ombre, che lo conduce presso un tempio in cui si sveleranno i suoi veri poteri.
Ivi incontra dunque un sacerdote, l'abate priore, che rinnova nuovamente la memoria in merito al ruolo che Clarent avrà nel futuro di quel mondo, prima di rischiar la morte per mano dello stesso uomo che sembra giustamente non prender proprio in maniera positiva la notizia.
Sfortunatamente viene interrotto prima che possa agire e delle gesta di quello stesso vecchio lo fanno accartocciare a terra, mentre i suoi poteri si risvegliano in risposta al potere che accetta.
Al suo risveglio, di certo non tra i migliori, un monaco lo accompagna a radersi e a rendersi presentabile, prima di condurlo ad una cerimonia in cui vede quella che è destinata ad esser sua moglie, portata lì da un mercante: si tratta d'una guerriera, un'ex paladina.
Dopo aver ordinato di farla liberare e di lavarla, Clarent interagisce con lei e scopre la sua storia: il suo nome è Vellerys, una nota paladina del regno, caduta in disgrazia.
La donna racconta d'esser stata costretta a divenire paladina per allontanarsi dalla possibilità d'ottenere il potere, d'esser stata una guerriera estremamente temuta, conosciuta come "Spaccateschi", e di esser stata seguita nel suo percorso da dei chierici incaricati di metter a tacere la sua natura più bellicosa.
Narra della sua passione per lo scontro e dell'ultima battaglia che l'ha vista protagonista, quella in cui ha perduto tutto. Lo scontro in cui la sua armata è stata colta di sorpresa dal nemico e per cercare di sopravvivere Vellerys ha cercato di divorare un suo compagno.
E proprio il truce atto del cannibalismo ha portato la sua divina armatura a rivoltarsi contro di lei, indebolendola e ferendola al punto tale da esser completamente soggiogata dal nemico.
Al termine del racconto ( e dell'ultimo capitolo da noi letto ) dunque, Clarent ordina un attacco nei confronti degli aguzzini di Vellerys.
Dopo questo sunto tutt'altro che breve ( la nostra arte della sintesi deve essersi perduta nel tempo ), possiamo passare alle nostre considerazioni.
Partiamo con il dire che l'originalità della trama ci ha lasciati piacevolmente stupiti, ma il finale del primo capitolo ci ha lasciati molto interdetti. Non sappiamo se fosse questo l'intento dell'autore, ovvero lasciare una situazione che causa perplessità, prima di partire con il sogno in cui Clarent si reincarna, ma tutta l'ultima scena ci ha lasciato qualche punto interrogativo.
Sappiamo che Clarent fosse già intenzionato a suicidarsi, che il suo obiettivo prima di partire per il viaggio fosse quello di togliersi la vita, ma il fatto che fondamentalmente abbia visto l'ex collega con la sua ex ragazza e subito dopo si sia sparato è stato un gesto piuttosto improvviso.
Per il resto, non abbiamo veduto molto della trama in sé, siamo arrivati appena agli inizi ed onestamente non sapremmo pronunciarci su cosa potrebbe accadere in futuro.
Abbiamo tuttavia notato con piacere che almeno di primo acchito pare esserci dietro la scrittura un accurato worldbuilding ( dannate le vostre parole moderne, ci si è intricata la lingua almeno sei volte anche solo per scriverlo ) e i capitoli hanno già messo diversa carne al fuoco.
Ci hanno lasciato un po' confusi le parole dell'Entità, quando afferma che Clarent dovrà dar vita ad una rivolta, ma lascia a lui la scelta di come farlo. In generale, per il momento lo scopo stesso di Clarent è un po' confuso, anche se la possibilità più plausibile è che la rivolta andrà a riguardare l'intero mondo conosciuto.
O qualcosa di parecchio grosso, considerando che il re del regno in cui si trovano è stato ucciso.
Non sappiamo definire se questa ambiguità nei confronti del ruolo del protagonista e del suo compito ci sia piaciuta o meno, ma supponiamo sia una questione di gusti.
In definitiva, abbiamo un'ottima opinione della trama, per cui non vogliamo dilungarci oltre.
ㅤ໑ 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 ༊*·˚
Attualmente ci sono nella storia pochi personaggi che riusciamo ad inquadrare abbastanza da poterne fare un'analisi che non sia molto sommaria, quindi speriamo che ci scusi se principalmente in questa sezione parleremo del tuo protagonista, il soggetto di cui condividiamo il punto di vista, vista la narrazione in prima persona dell'opera.
Clarent, di cui non conosciamo in verità il nome di battesimo nella sua prima vita, ha, come ci avevi anticipato, una personalità fortemente differente da quella di un normale protagonista che si potrebbe trovare all'interno di un romanzo fantasy.
Disilluso, pessimista, fortemente incline a non avere il minimo segno di fiducia nei confronti del mondo.
Un uomo che sembra intenzionato a suicidarsi quasi più per noia e per passiva rassegnazione che per una vera e propria depressione o causa indotta.
Ha il carattere pungente di qualcuno che non ha nulla da perdere, ma allo stesso tempo vuole poco disturbo.
L'idea che si tratti di un personaggio che non ha mai in verità trovato i giusti stimoli per andare avanti, che si sia trascinato nella vita come un'anima che non accetta il trapasso, si fa più vivida via via che la storia prosegue: quando scopre quale sarà il destino della terra, quando interagisce poi con Vellerys, mostrando quasi curiosità quando si trova a cercare di decifrare la sua figura ed il suo passato. O almeno è quello che a noi è trasparso. Come il resto della storia, non riusciamo a pronunciarci in maniera definitiva su di lui, perché dovremmo proseguire nella lettura ma non ne abbiamo sventuratamente il tempo.
Speriamo solo che non perda il suo cinismo e la sua sagacia, oltre al suo apparente scarso controllo della rabbia, perché, evoluzione caratteriale o meno, sarebbe un gran peccato far scemare caratteristiche tanto peculiari ed interessanti per un protagonista.
Degli altri personaggi sappiamo dire ben poco, sembrano ben costruiti ma i nostri occhi li hanno letti troppo brevemente per poter formulare una vera e propria idea. Siamo però rimasti interessati da Vellerys.
L'idea d'una paladina "sconsacrata", almeno se consideriamo il nostro personale ideale di paladino, che arriva a esser colpita dalla sua stessa armatura e a commettere atti tanto violenti ci ha attirato non poco.
Ancora una volta, non possiamo che congratularci.
ㅤ໑ 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 ༊*·˚
Non si può pretender che tutto proceda senza inciampi, per cui, nell'effettivo, qualche difetto che ci ha ostacolati nella lettura lo abbiamo trovato.
Giovane ed innocente anima mortale, sapresti spiegarci quale profondo ed imperdonabile torto ti hanno rivolto i punti fermi?
Nella tua scrittura son ben più che sovrabbondanti periodi estremamente lunghi, tanto da durar quasi un paragrafo, che si potrebbero perfettamente interrompere in più punti. I tuoi discorsi sono cadenzati, le virgole per riprender fiato sono presenti, ma ai nostri occhi anche eccessive.
Siamo consapevoli del fatto che punti e virgole e due punti possano essere utilizzati per dividere un periodo, ma non è corretto abusarne ogni due per tre.
Più che altro perché rischi di far scemare l'attenzione dal significato primario della frase, dando il via ad una serie di coordinate e subordinate che diluiscono il punto focale del discorso.
Un'altra nota curiosa che abbiamo notato è l'uso del passato remoto nel discorso diretto.
Notiamo bene che in verità non è un vero e proprio errore, tuttavia non è sempre adatto allo stile parlato.
E' più comune, nel parlato, fare uso di un semplice passato prossimo, che non mina in alcun modo la comprensione di trovarsi in un momento più o meno anteriore a quello in cui si parla.
L'uso del passato remoto nel discorso diretto ( inteso naturalmente per discorsi come il racconto degli avvenimenti che hanno portato alla cattura di Vellerys ) è molto poco diffuso e, in genere, deriva da un'influenza dialettale delle regioni meridionali.
Risulta più "incespicante" ed arcaico, appesantisce il discorso più di quanto non dovrebbe e lo fa sembrare quasi il racconto d'un mito, piuttosto che di reali fatti avvenuti ad un personaggio, visto e considerato che risalgono in verità neppure ad un periodo così tanto lontano nel tempo dagli eventi attuali.
Vogliamo anche leggermente rimarcare sulla lunghezza dei capitoli.
Noi per primi siamo scrittori prolissi, ma in capitoli più tranquilli, più o meno, come può essere il primo della tua storia, un ritmo sufficientemente lento ed una lunghezza considerevole possono arrivare a bruciare ogni stilla d'interesse del lettore.
E lo diciamo nella consapevolezza d'aver divorato il terzo ed il quarto capitolo, non meno brevi.
Eppure, il primo ci ha sottratto ben sette giorni prima che riuscissimo a terminarlo e a proseguire nella lettura, per cui prendi con le pinze quanto consigliamo.
Sventuratamente, la piattaforma di wattpad non favorisce la lettura di capitoli più lunghi e prolissi, per cui gioca a sfavore a prescindere.
Detto ciò, il tuo lessico è risultato ai nostri occhi sufficientemente ampio, ricco ed adeguato al contesto, senza risultar troppo pomposo ed aulico, poiché avrebbe conferito al testo un'aura nobiliare che avrebbe stonato non poco. Anche la narrazione in prima persona, seppur non sia esattamente tra le nostre favorite, non ci è dispiaciuta poi così tanto, gli interventi dei pensieri di Clarent e il suo dialogo iniziale hanno creato un'atmosfera sufficientemente piacevole da indurci a soprassedere su una pura preferenza stilistica che ci contraddistingue.
Anche nel campo delle descrizioni, spesso ben più che carente nelle narrazioni di questo genere, è in verità notevolmente sviluppato: pochi dettagli inseriti al posto giusto, così da compensare la curiosità del lettore.
Dicci, però, docile agnello, perché di fronte a cotanta abilità nel descrivere le scene quanto i personaggi, tu hai inserito delle immagini degli stessi in mezzo ai capitoli, neanche fosse l'angelo Michele quella volta che per dispetto Asmodeo lo invitò al suo anniversario di matrimonio e lui si ritrovò come unica macchia bianca in mezzo ad orde di demoni?
Già spesso ci lasciano interdetti capitoli che presentano i personaggi in anteprima, perché siamo convinti che l'autore debba essere in grado di descriverli e di farli comprendere anche solo leggendo le sue righe.
Lasciarli proprio a metà del capitolo toglie non pochi punti alla professionalità dello scritto, e credici se diciamo che la tua opera non ha bisogno di foto esplicative, perché sei perfettamente in grado di far volare l'immaginazione del lettore anche solo con le tue descrizioni.
ㅤ໑ 𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 ༊*·˚
Come abbiamo per missiva diretta già concordato, non andremo a narrare qui gli errori che abbiamo riscontrato nell'opera, ma proseguiremo a farlo direttamente sul libro non appena ne avremo il tempo ( consideriamo di farlo non appena avremo finito la lista, se avrai la pazienza di aspettare qualche giorno, in caso contrario provvederemo a finire quanto prima).
Ma ci teniamo ad invitarti a non paventare.
Perché di errori ne abbiamo trovati pochi, e neppure così ricorrenti, ragione per cui sarebbe complesso per noi racchiudere in questa sezione le problematiche generali.
Spesso e volentieri si tratta ad ogni modo di piccoli inceppi nella consecutio temporum ( cambiano i secoli e le civiltà, ma voi umani continuate ad incespicare sui passati, i trapassati ed i condizionali) e qualche svista con prime e terze persone singolari dei passati remoti, specie nelle forme che in terza persona presentano il raddoppiamento della i.
Ma non si tratta mai di erroracci illeggibili, o di perseverazioni diaboliche degne delle affilate zanne dei nostri colleghi infernali, per cui non possiamo che augurarci che, nonostante le missive, il tuo animo possa ritrovar la tranquillità, perché l'impegno da te narratoci per scrivere questa storia è passato tutt'altro che inosservato.
ㅤ໑ 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 ༊*·˚
Un'opera che, durante la lettura del primo capitolo, ci ha lasciati non poco interdetti e ci ha spinto più volte a chiederci se fossimo davvero interessati a proseguire fino al quarto, ma che si è poi rivelata un bocciolo esploso alle prime luci della primavera.
Una scrittura interessante ed accattivante che si discosta dalla normale bolgia del classico fantasy dal protagonista impacciato o dalla fanciulla dai nobili intenti.
Non possiamo che sperare che farai tesoro delle opinioni di questo angelo e che la tua storia spicchi il volo come le più meritevoli anime del paradiso.
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Centro Miracoli del Paradiso.
Viale delle Nuvole, Città degli Angeli, n. 0.
CAP 00000.
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