Le regole del guilty pleasure perfetto [PARTE 1]
TRIGGER WARNING: il libro che andrò a recensire è molto volgare e a qualcuno potrebbe dare fastidio. Io cercherò di stemperare e magari di non riportare i passaggi, ma comunque preferisco avvertire.
Accendiamo un cero e preghiamo che lo spirito di Ilenia Zodiaco mi guidi in questa recensione.
Però, lo ammetto: ero partita a randa nell'operazione di demolizione, ma non sarei intellettualmente onesta se non vi dicessi che, alla fine, poteva andare peggio. Circa.
Sarò meno acida? Ovviamente no, perché questa storia ha una sequela inenarrabile di cose che mi fanno venire voglia di scendere in piazza e bruciare reggiseni.
Quindi ho cercato di analizzarne i motivi e sono giunta alla conclusione che Lothaire di Kresley Cole sia il modo corretto in cui debba essere scritto un guilty pleasure, in gergo tecnico un libro totalmente cretino, ma dove tutte le parti coinvolte – lettore, autore, casa editrice e pure il fruttivendolo di fiducia – sono consapevoli della sua cretinaggine.
Partiamo dalla copertina, che vale più di mille parole:
Serve aggiungere altro? Tipo che mio cugggino con Canva l'avrebbe fatta meglio? Credo che sarebbe assolutamente inutile.
Prima di raccontarvi per filo e per segno questa storia, servono delle considerazioni generali.
Qualche info: dovrebbe essere una sorta di dark romance\fantasy e siamo di fronte a uno di quei casi di saghe di 15 volumi. Non scherzo. Sono davvero 15. Lothaire è – credo – l'undicesimo (... o il dodicesimo? Vabbè chissene) ed è stato pubblicato nel 2012, ma indovinate di che anno è il primo?
2006.
Esatto, solo un anno dopo Vampirates, in quel magico periodo in cui – lo ripeto – tutti scrivevano di vampiri. [Nota a margine: non c'è assolutamente nulla di male a scrivere di vampiri, io stessa ho scritto una storia su di loro con risvolti mitologici, ma come al solito il problema non è l'argomento, ma il COME viene trattato. Male, nella maggior parte dei casi. Purtroppo.]
Ora, mi dovrete scusare, ma io non ho davvero sprecato mille anni della mia vita a leggere QUINDICI LIBRI di cui me ne fregava relativamente, ma ne ho letto solo un altro anni fa di cui non ricordo una cippa. Tanto, credetemi, non è che sia un mondo così complesso.
Trama: siamo in questa sorta di universo parallelo al nostro che è zeppo di tutti i tipi di creature mitologiche, quindi oltre ai vampiri abbiamo le sirene, le fate, le streghe, le valchirie, i folletti e Adinolfi tollerante verso i matrimoni gay. Nell'arco di TUTTI i libri il motivo trainante è che siamo nel bel mezzo di una sorta di guerra che si svolge ogni 500 anni, denominata Ascesa, dove, per dirla in modo spiccio, ci sarà un'azzuffata generale fra tutti i clan delle creature. Perché? Perché si annoiano.
Il senso di ciò? La Cole giustifica la cosa dicendoci che l'Ascesa serve a livellare il numero della popolazione soprannaturale.
Vorrei fare una battuta sulla pandemia, a questo punto, ma poiché tengo alla mia vita starò zitta.
Comunque, secondo voi, cosa potrà mai accadere nell'arco di questa marea di libri?
Ovviamente si scopa e basta, attraverso snodi di trama totalmente casuali degni del Diario del vampiro.
Poetico, vero?
Quasi immagino i discorsi con l'editor: "Kresley! La trama non va avanti, qui si fa solo fiki fiki!"
Kresley:
Un mito.
La struttura è piuttosto semplice, ogni libro è incentrato su una coppia di Immortali (termine ombrello per tutte queste creature) che si conoscono, si azzuffano, si mandano al diavolo e poi si accoppiano come se su questo pianeta non fossimo già abbastanza e ci fosse bisogno di riempirlo con la loro prole.
Considerazioni sullo stile: me lo ricordavo – sì perché l'ho letto al liceo con una mia amica e già all'epoca ci aveva fatte schiantare – scritto mooolto peggio. Ok, di certo non è la Divina Commedia, ma non è neanche Vampirates [sì, Justin Somper, sto guardando proprio te, e il fatto che tu possa imparare da questa autrice la dice lunga]. L'unico "problema" tra molte virgolette è la traduzione relativa ai dialoghi della protagonista femminile, che è una montanara degli Appalachi e dovrebbe parlare in slang e dice cose come
"Signore, può essere sarcastico quanto le pare, ma prima mi stava leccando la vena come un figlio di puttana."
Anche meno, sorella. Anche meno.
Problema: le scene di sesso. Ora, non capisco se sono io una suorina, ma non credo, perché mi imbarazzavo da morire a leggerle, tuttavia per il bene della scienza mi sono obbligata. Alla luce di tutto, sono disposta a lanciare una petizione per abolire dai libri erotici il termine verga per indicare il fringuello maschile. Poi vabbè, le scene in sé sono incredibilmente dettagliate, lunghe, volgari e porno. Se vi piace il genere andate alla grande, ma io personalmente mi sono sentita così:
Comunque, fine delle premesse iniziali: si parte!
Lothaire, l'Antico Nemico, legittimo erede del trono dei Daci, nato dalla Tempesta, primo del suo nome, Regina degli Andali etc. etc. ha un problema non troppo velato di razzismo nei confronti degli esseri umani, dal momento che pensa siano sporchi, portino le malattie e ci rubino il lavoro. Questo perché suo padre preferiva portarsi a letto le umane piuttosto che sua madre, che venne bandita dalla corte assieme a mini-Lothaire – poi muore in modo tragico, ma sorvoliamo.
Facciamo la conoscenza della protagonista femminile, Ellie, ragazza senza un soldo bucato e cresciuta sugli Appalachi che ha un problema di gestione della rabbia da quando è stata posseduta da uno spirito della Morte-del Sangue-della Guerra e che fa cose orribili come accostare il blu al nero: Saroya [che da ora ribattezzerò Salsa di soia]
Ellie si sveglia nel bel mezzo di una carneficina e scopre di aver affettato con un machete tutti i preti che avevano tentato di esorcizzarla. E giustamente il suo primo pensiero è:
"Che palle questa situazione, che palle, che palle, che palle!"
Quindi, non appena arriva la polizia per arrestarla, cerca di farsi ammazzare. Una scelta molto sensata [no, non sono sarcastica], dal momento che questo sembra essere l'unico modo per sbarazzarsi della divinità, che per altro è simpatica come una spina nel culo.
Peccato che Lothaire esca dal cappello per frapporsi fra lei e i proiettili della polizia per salvarla e, di conseguenza, farla arrestare e spedire nel braccio della morte. Ovviamente, non manca di rimproverarla:
[Ellie] "Di... di che cosa parli?"
"Della tua fine eroica, Elizabeth. E tutto per qualche omicidio." La guardò disgustato, come a dirle 'cresci'.
Perché lo fa?
Facciamo un passo indietro.
Questo universo funziona come una sorta di omegaverse – sì, lo so, non è alta letteratura ma fino a qui ci eravamo arrivati. I vampiri si "congelano" all'età di circa trent'anni, nel senso che il loro cuore smette di battere e non provano più impulsi sessuali. Vengono poi risvegliati dalla loro Sposa, che sia vampira, umana, valchiria o supplì. E quando questo accade diventano praticamente dei dodicenni che scoprono le fanfiction erotiche.
Ellie, che capiamo essere la sua Sposa a pagina 2, viene salvata perché Lothaire crede che la Sposa sia invece Salsa di soia. Anche Lothaire, come Grace dei pirati vampiri scemi, viene descritto come un tipo sveglio, anche se nella pratica è uno scimmione arrapato che si diverte a uccidere e risolvere cubi di Rubik. Ma quantomeno il suo rincoglionimento è giustificato da tre fattori: il razzismo hitleriano verso gli umani, il fatto che abbia gli ormoni a palla e il fatto che sia clinicamente pazzo.
Ci sono vari motivi per cui 'sto tipo è più sbroccato della gattara dei Simpson. Innanzitutto perché ha subito secoli e secoli di torture per cose che accadono nei libri precedenti e di cui non ce ne frega nulla, ma soprattutto perché ha ucciso e bevuto il sangue di troppe vittime. Bere il sangue gli serve per acquisire i ricordi, e uccidere altri Immortali come lui significa avere la testa affollata di robe che non lo riguardano. Lothaire sarebbe un perfetto concorrente di Uomini e Donne.
I ricordi gli servono per trovare l'anello di Sums, che a sua volta serve per estrarre l'anima di Elizabeth dal suo corpo e lasciarci solo Salsa di soia.
Bene. Fine dello spiegone pallosissimo, si torna alle cose interessanti.
Cinque anni dopo l'arresto Ellie non vede l'ora di essere condannata, e la vediamo intenta a chiedere ai suoi aguzzini di darsi una mossa con l'iniezione letale perché ha una certa fretta di crepare.
Ora io non vorrei dire, eh, ma non sei a Gardaland, ma nel braccio della morte di una prigione americana, direi che avevi ben più di un'occasione per farti ammazzare. Bastava, boh, insultare la mamma della tua compagna di cella ed era fatta.
Comunque, per farla breve, Lothaire la salva, si materializza con lei nel suo appartamento strafigo a New York – OVVIAMENTE non poteva non essere ricco in culo senza fare assolutamente nulla – e diamo il via alle danze con l'ingrediente portante di questo tipo di libri, ovvero la romanticizzazione della Sindrome di Stoccolma e della psicopatia del maschio alpha.
Ci vengono anche donati pensieri di rara profondità di Ellie, che ammirando un mucchio di gioielli "Lo fissò chiedendosi come sarebbe stato avere un uomo che le comprava cose come quelle".
Scusate, mi era andato il patriarcato di traverso.
Dicevo.
Peccato, perché Ellie gran parte del tempo va anche bene e risponde per le rime a questa specie di orso [pure se "Quando le accarezza i capelli diventa docile come un gattino". Bleah.]. Orso che in più di un'occasione ci delizia con episodi di bullismo sia psicologico che fisico. Non scherzo, le mette le mani addosso:
Ma vabbeh, in realtà posso lamentarmi fino a un certo punto visto che la cosa è coerente con il personaggio.
Comunque, Salsa di soia prende il controllo del corpo di Ellie soltanto per prosciugare la carta di credito di Lothaire e farsi vestire come una pornostar [Arriverà il giorno in cui le autrici si toglieranno dalla testa l'idea dell'uomo che ti deve mantenere? Lo scopriremo nella prossima puntata di Voyager]. Lothaire vorrebbe ribaltarla come un calzino, ma la dea della Morte-del Sangue-della Guerra ha zero libido e si mette ad accampare scuse per evitare l'atto.
Sta succedendo?
Stiamo davvero assistendo a una rappresentazione dell'asessualità...?
Macché, Salsa di soia è frigida e quindi è 'na stronza.
Ma d'altronde cosa mi posso aspettare da una prosa dove i protagonisti si dicono vicendevolmente "il tipico maschio" e "la tipica femmina".
Insomma, Lothaire-lo-sveglio avrebbe dovuto capirlo al loro primo incontro, visto che invece di saltarsi addosso dopo millenni di magra Salsa di soia lo obbliga a farsi una sega su un cespuglio. [Lo so, lo so: poesia in movimento.]
Poi c'è un capitolo di spiegone sui libri passati che salterò alla grande perché onestamente chissene, non voglio la trama, voglio il trash. Ciò che ci importa sapere è che Lothaire sia odiato da mezzo mondo degli Immortali perché è il genere di persona che al ristorante chiede di pagare alla romana ma ordina l'aragosta, pertanto tutti gli Immortali vogliono prendere di mira Ellie.
Lothaire inizia a interessarsi a Ellie con metodi assolutamente poco inquietanti come lo stalking, vale a dire seguendola mentre è invisibile per scoprire che cosa fa.
Bonus: lui la spiava da quando era piccola [BLEAH], quando da minorenne si strusciava sui ragazzi [BLEAH], sottolineando quanto la cosa lo facesse ingelosire [BLEAH].
Doppio bonus: più di una volta ci viene ricordato che Ellie è vergine [e te parevaaa], adducendo come scusa che l'unico motivo per cui non abbia mai fatto niente con nessuno fosse perché non voleva diventare una ragazza madre.
Ora. Io capisco tutto. Ma un minimo di educazione sessuale?
Nel ventunesimo secolo esistono gli anticoncezionali. Ok che gli incidenti capitano, ma basta fare attenzione. Però spezziamo una lancia, mettiamo il caso che comunque, essendo tu povera in canna e senza un'assicurazione sanitaria negli USA, non avessi soldi da spendere in preservativi, pillole del giorno dopo e ginecologi. Ma si rimane incinte solo in un certo modo [essù non fatemelo dire], cioè, il resto si può fare. Sarai mica come le tredicenni che scrivevano su Yahoo Answers se erano rimaste ingravidate dopo aver sognato di limonare con Justin Bieber.
Vabbè, la trama va avanti così per tre milioni di pagine dove loro si punzecchiano e Lothaire tira fuori tutto il pattern di frasi tossiche quali "Sei mia", "Devi fare quello che ti dico" e blablabla che noia, muori.
Il vampiro ed Ellie si teletrasportano a casa di una fata-elfa-alchimista-cose di nome Megera, una che sa fare le pozioni, perché ha bisogno che gli prepari qualcosa per concentrarsi e trovare questo minchia di anello, visto che dall'inizio del libro ha – non scherzo – un'erezione costante e si deve concentrare.
Boh.
Mentre Megera allontana Lothaire chiedendogli di andare a prendere un fiore blu con le spine rosse [o una roba simile, non mi ricordo, ma che ce ne frega], Ellie cerca di intortarla per farsi dare il telefono e chiamare la sua famiglia. E mentre Lothaire sta da qualche parte per il mondo così:
Ellie si rintana in bagno e ha un incontro del terzo tipo con una strega che compare nello specchio e le dice di spicciarsi a seguirla che "la aspetta una serata di birra e bowling". Megera la becca e affetta la mano della strega. Tutto questo per darci l'idea, come vi avevo detto prima, che i vari clan Immortali stanno cercando la Sposa di Lothaire per vendicarsi.
Da tutto ciò Ellie elabora il suo piano per salvarsi le chiappe, vale a dire cercare di sedurre Lothaire in modo che la preferisca a Salsa di soia. Ovviamente non le riesce difficile visto che il vampiro si farebbe anche un comodino.
Dopo una scena dove Ellie si struscia e che non descriverò oltre perché sento di dovermi andare a fare un bagno nell'acqua santa, Lothaire la molla lì perché farle le coccole non sarebbe da vero maschio – e poi lei è un'umana, che schifo. Non dopo averci deliziato con picchi di prosa quali "Ah, piccola maliarda!" ed essersi arrovellato sotto la doccia con pensieri profondissimi del calibro "L'imene di Elizabeth è mio e soltanto mio".
Giustamente, Ellie si fa girare la ciribiricoccola e:
"Quando racconterai a Saroya dei miei 'goffi tentativi' di sedurti, ricordati di dirle che per me è stato come montare un cavallo pigro, e che hai scremato nei pantaloni più in fretta di un quindicenne che spreme una tetta per la prima volta."
Shakespeare, se non erro.
Ma tanto face pace pacetta e – incredibile – hanno un dialogo. Giusto perché Lothaire vuole sapere se le guardie della prigione "hanno provato a deflorarla", ma Ellie replica che "la maggior parte erano brave persone".
Seh, gli aguzzini del braccio della morte in un carcere americano. E io sono Topolino.
Mentre Ellie cerca di far capire al vampiro che forse a Salsa di soia non frega niente di lui perché, a questo punto, lo capirebbe anche un tavolo, sostanzialmente Lothaire si mette le manine sulle orecchie e dice "lalalala".
[Ellie] "Oh, piantala, lo so già che sono inferiore a lei [Saroya] in tutto e bla, bla, bla."
Ellie voce del popolo.
Comunque, quando Lothaire va a dormire ha una delle sue ennesime crisi da pazzo perché sogna roba e si teletrasporta in Russia. Una volta tornato nell'appartamento, fuori con un balcone, entra una sorta di trance [... ok Kresley?] ed Ellie ne approfitta per riuscire a strappargli delle informazioni. Peccato che il tipo si risvegli incazzato come una pigna e la scaraventi sul letto con la forza di mille Soli.
A questo punto sappiamo tutti cosa sta per succedere.
Nonostante Ellie dica no - NO. N O. ENNE O – lui c'ha le caldane e quindi... concludo questa recensione così, con la romanticizzazione dello stupro. Perché tanto se la donna dice "no", in realtà, sotto sotto lo vuole.
Non je la posso fa.
Ve l'ho detto che questo libro le aveva tutte.
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