"Da quella preghiera"

14.01.2020

"Da quella preghiera" di _Si_mo_na_ è una storia che ho iniziato a leggere perché mi è stato richiesto dall'autrice.

-> la recensione si occupa delle prime 2 parti di narrazione effettiva, pertanto si avvisa i lettori di possibili spoiler.

Riassunto:

Simona è una ragazza di ventitré anni che con devota convinzione segue la religione evangelica. Il suo unico motivo di sconforto è il non aver ancora trovato un ragazzo che la ami, e da amare.

Recensione:

Ho interrotto la lettura al capitolo due perché le suddivisioni sono molto lunghe e sono presenti diversi errori. Partendo dallo stile, è necessario che questo venga scelto in maniera cosciente e poi trasportato lungo l'intera narrazione. È evidente invece che non ci sia stato questo tipo di studio: dialettalismi tipo l'utilizzo errato di verbi come "uscire" e "conservare" sono messi in enorme contrasto con termini arcaici, tecnici o comunque complessi assolutamente non richiesti dal contesto ("lestamente", "eziandio", "lobo", ...). Sono presenti poi altri errori, che possono essere attribuiti sia a un utilizzo sbagliato della lingua, sempre a causa del dialetto d'origine ("nel suo viso", "attraversò l'altro lato della strada", "gliel'ho buttati di sopra" ), che a sviste ("rigori" anziché "ghirigori", "me l'ero completamente dimenticata" dove il complemento oggetto è maschile). La comprensione è poi danneggiata da due ulteriori problemi: una ricerca forse troppo esagerata di sinonimi (evitare le ripetizioni va bene, ma dev'essere una cosa misurata; creare troppi giri di parole non aiuta) e la presenza di descrizioni totalmente inutili: l'autore vuole far vedere ai lettori quello che si immagina, ma descrizioni troppo insistenti possono essere fastidiose oltre che assolutamente non richieste. È davvero necessario sapere con minuzia come si veste per andare a far la spesa? E che ripone gli oggetti per pulire "nell'apposito posto?". Lo stesso discorso vale per i dialoghi (troppo lunghi e assolutamente privi di contenuti; le stesse informazioni, quelle rilevanti, possono essere date in poche righe) e i soprannomi ("l'evangelica", "la credente", sembra abbia una malattia rara). L'incongruenza dei tempi verbali e l'eccessivo uso di virgole non aiuta. La coerenza poi è messa a dura prova, a causa di situazioni descritte assurde: la sera prima posa la borsa nell'armadio, la mattina dopo la trova sul divano; la sveglia suona alle 7:00, lei richiude la finestra dopo averla lanciata fuori alle 7:30; se non c'è benzina la macchina semplicemente non parte, il motore non va in panne e sicuramente non fuma. È chiaro che l'autrice sia trasportata, al momento della scrittura, dalla sua mente e immaginazione, il che va bene, ma è necessario che poi si rilegga tutto con occhio distante e critico. La trama ha appena preso piede al punto in cui ho interrotto la lettura, quindi non ci sono le basi per discuterne.

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