Pick your life
AUTORE: LaMyskin
Pick your life descrive un mondo dispotico in cui si trova il proprio posto compilando degli impersonali moduli a risposta multipla.Il Sistema sembra universalmente accettato da tutti come unica soluzione, ma se in realtà ci fosse un'altra possibilità? È quello che Miriam spera di non dover scoprire sulla propria pelle mentre effettua il "salto" da un ruolo a un altro della società.Da leggere se almeno una volta nella vita vi è sembrato di non essere voi a decidere il vostro futuro. E se odiate la burocrazia.
https://www.wattpad.com/story/214378912-pick-your-life
Tra un caffè arabico e un cioccolatino extrafondente LaMyskin e MartinaIacopino ci parleranno di una burocrazia che tenta di soffocare la libertà personale.
Pensi che il Sistema descritto nel racconto sia così lontano da come la società in cui viviamo cerca di definire i singoli individui?
No, affatto. Penso anzi sia una trasposizione fedele della cruda realtà, certo molto enfatizzata ovviamente trattandosi di una distopia, ma nulla che sia lontano dai fatti. La maggior parte delle persone decantano quel sistema come perfetto, ma si capisce subito che non lo è. È facile dire che un sistema non sbaglia mai quando i dati da inserire devono essere più generici possibili, se non ci sono particolari, di conseguenza, non ci sono sbagli! Interessante è poi che se questo non riesce a trovare un ruolo sociale giusto a un individuo, quantomeno non è "completamente sbagliato" come si dice a un certo punto. Che tutti possano con un "salto" scegliere di essere ciò che desiderano è meraviglioso, ma allo stesso tempo no. Perché? Perché così non si riesce più a riconoscere chi è meritevole e chi invece non lo è. Il "salto", poi, è una scelta che il sistema deve approvare e che ti induce ad accettare perché appare personale. Chiunque potrebbe essere potenzialmente qualsiasi cosa, però non gli servono buoni propositi ma buoni appoggi, insomma, altrimenti non può andare avanti nella vita. Direi che non si discosta di un millimetro dalla società in cui viviamo.
Cosa ne pensi della scelta di Miriam? Te la aspettavi? La condividi?
Sono una che tende a non aspettarsi niente quando affronta una storia perché mi piace rimanere sorpresa. Indipendentemente da questo, però, devo dire che non me l'aspettavo, sebbene ci sperassi. Ritengo aberrante, infatti, che gli altri ci debbano dire cosa dobbiamo essere e cosa no. Miriam aveva parecchie scelte a disposizione, scelte imposte dal sistema. Lei ha scelto sì, ma su imposizione solo di sé stessa, e non poteva optare una soluzione migliore. Scegliere di essere sé stessi è il lieto fine che tutti dovremmo avere.
Il racconto ti ha divertit*, fatto riflettere, procurato qualche emozione negativa o positiva?
Non proprio divertita, ma intrattenuta sì. Non c'è effettivamente alcuno spunto che sia divertente, tutto fa riflettere e fa ridere per non fare piangere. C'è un'ironia sottile, in un certo senso. Le uniche emozioni negative suscitate si sono scatenate perché ho paragonato ciò che è accaduto a Miriam a ciò che accade nella vita quotidiana. Le emozioni positive strabordano per via delle riflessioni e per il comportamento dei personaggi che, sebbene siano tutti anonimi a eccezione di Miriam, rimangono impressi immediatamente. Mi ha dato molto da pensare, Miriam mi ha catturata subito e mi ha lasciata soddisfatta.
Consiglieresti questo racconto ad altri lettori? Se sì, perché?
Sì, lo consiglierei a tutti, anche a chi non legge molto spesso. Anzitutto perché è piacevole da leggere e poi perché è un racconto breve e, nonostante questo, è intenso e lascia qualcosa di positivo. Farebbe bene a tutti ricordare di scegliere la vita che realmente desideriamo e non quella imposta dagli altri. Di scegliere una vita che sia nostra, come suggerisce anche il titolo.
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