CAPITOLO 9


People cry, not because they're weak
It's because they've been strong for
Too long

Il giorno del matrimonio Cassandra non lo ricordava neppure, sapeva solo fosse in quella settimana, e quale vestito dovesse indossare.
Suo fratello aveva insistito perchè andassero insieme, anche se lei non aveva voglia di rispettare i suoi orari, i suoi deliri di onnipotenza.
Quando Lidia aveva insistito perchè li accompagnasse non le era sembrata carina, aveva pensato che le facesse pena e che la compatisse perchè fosse da sola. Io non ho bisogno di nessuno.

La cerimonia fu identica ad ogni altra. Noiosa, finta, esagerata. C'era della gente che piangeva, fondamentalmente Cassandra fece caso al freddo, dentro quella chiesa era tutto spento, anche le persone. Si strinse nella pelliccia, lo sguardo puntato in avanti, verso due neo sposini che si giuravano amore per l'eternità. Pensò che lei sicuramente avesse già le corna, che conoscendo gli amici di Klaus gli avessero organizzato una serata con i fiocchi, come addio al celibato.

Chi diavolo faceva ancora i matrimoni in chiesa?
Quando furono finalmente liberi, si sollevò dalla panchina in legno e si sgranchí le gambe. Indossava dei guanti di pelle, il naso le era diventato rosso per colpa della temperatura bassa. Eppure sarebbe dovuta essere nel suo DNA, la capacità di resistere all'inverno rigido dell'Olanda. « Dai, andiamo. » Era Klaus, nell'enorme sala si era sollevato un vocio fastidioso, non era ancora il momento di salutare tutti. E menomale. Perchè Cassandra non vedeva l'ora di scappare in macchina.

Camminarono sulle mattonelle antiche della struttura, fino al marciapiede dove i tacchi a spillo si trascinavano fastidiosamente sull'asfalto. Klaus aveva deciso di usare la sua Jeep, quindi dovettero raggiungerla dove l'aveva parcheggiata. Tutto questo solo perchè Lidia gli aveva detto che le piacesse quando guidava, che lo trovasse sexy o qualcosa del genere. Che diavolo voleva fare, giocare alla coppia normale? Cassandra stette zitta tutto il tempo, le sarebbe piaciuto scomparire. Non le piacevano i cambiamenti, non quelli che la investivano all'improvviso.
Cercò nella pochette una sigaretta, poi l'accendino. Quando se la portò alle labbra suo fratello la fulminò dallo specchietto retrovisore con lo sguardo. « Non ti azzardare. »
Lei sbuffò, la rimise al suo posto e continuò la punizione del silenzio. Non che con lui avesse mai parlato più di troppo, era raro si dicessero qualsiasi cosa. Prese il telefono, voleva trovare qualcosa di decente con cui distrarsi, non era riuscita neanche a trovare un po' di cocaina per la festa, per renderla meno odiosa.

Lidia non osava chiederle cosa avesse, era impossibile. Si limitò a mettersi comoda accanto al fratello, nel posto del passeggero. A Cass ancora sembrava assurdo che fossero tre.
Magari sono di troppo. Cercò di concentrarsi su quello che vedeva oltre il finestrino. Sperò di non dover fare l'accompagnatrice di Lidia per tutto il tempo, non voleva averla addosso.
Sono sicuramente di troppo.
E allora percbè non mi molli, Klaus?

Parcheggiò abbastanza vicino, ma per Cassandra era comunque troppo lontano. Arrivarono all'ingresso del ristorante dove avevano deciso di fare il ricevimento, era elegantissimo, lo sposo ne era il proprietario. Uno dei più famosi di Manhattan, una cena lí costava quanto uno stipendio normale. Klaus piegò il braccio e Lidia vi intrecciò il suo, la sorella si sentí morire. Improvvisamente tornò ad avere quindici anni, il padre era morto e lei era totalmente sola. Aveva provato in ogni modo ad ottenere le attenzioni di Klaus, s'era convinta che fosse il suo carattere, poi era arrivata la psicologa. Serrò i denti e decise di farli andare avanti da soli, lei aveva in mente un altro tipo di show.

Accese la sigaretta solo per prendere qualche tiro, poi la lasciò cadere a terra. La punta dei tacchi raggiunse la soglia della porta principale e lei s'era già girata verso i fotografi, sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, il rossetto rosso la rendeva letale, elegante. Fece finta di essere contenta, lo faceva sempre. Più si circondava di gente e più si sentiva abbandonata.

Lasciò la pelliccia all'ingresso e finalmente potè mostrare il suo abito costossissimo, troppo accollato per i suoi standard, ma bello, appariscente. I capelli erano rirati in alto, sempre un po' disordinati. Salutò qualcuno degli amici di Klaus, fece finta di ricordare tutti i loro nomi, poi cercò il bar.

« Speravo ci fossi anche tu. »
Lei non aveva proprio voglia. « Si? »
Quando si voltó, accanto a lei c'era il volto del fratello minore di Elijah, un altro povero sfigato accomunato dal suo stesso destino. Aveva un anno in più di lei. « Si, come stai? »
Alzò le spalle, come stava? « Normale, anche se da tuo fratello mi aspettavo una festa migliore. »
Quello si sistemò i capelli all'indietro, erano lisci e morbidissimi, Cassandra ricordava che quando li aveva toccati aveva pensato che fossero meravigliosi. Gli occhi cosí scuri da sembrare neri. « Figurati, quando si sposano diventano dei vecchi. Anche Harry ha fatto cosí. » Harry era l'altro fratello, quello ancora più grande che faceva il testimone. « Mi sa che il prossimo è mio fratello. » Cassandra scivolò con lo sguardo su lui e Lidia. « Stanno insieme da un anno, l'ho scoperto ieri. »
Gli venne da ridere. « È normale, è normale. » Lui forse era l'unico che potesse capirla, non le voleva bene come Vanessa, non la compativa, condivideva il suo disappunto e basta.

« Dai, ubriachiamoci. » Ordinò al cameriere una bottiglia di champagne, Cassandra improvvisamente ringraziò il cielo che fosse lí. Non aveva mai capito se Ricky fosse il classico bravo ragazzo della porta accanto o il più furbo di tutti, comunque per quella sera le pareva un ottimo modo per distrarsi. Arrivare già brilla al tavolo per cenare. Iniziarono a versarsi da bere, dopo un po' anche a ridere. Quando dovettero allontanarsi perchè era arrivato il momento di mangiare, furono quasi dispiaciuti. Eppure non esisteva un modo per restare lí.

Cassandra attraversò la sala, il pavimento brillante rifletteva la luce dei lampadari sfarzosi, ora le sembravano quasi carini, mentre cercava di non inciampare sull'orlo del vestito lungo.
Trovò il tavolo che le era stato assegnato perchè Klaus e consorte erano già seduti. Erano circolari, ricoperti da una lunga tovaglia bianca. Pacchiano.
Tiró indietro la sedia. Decise di tornare nel silenzio, non aveva nulla da dire.
« Con chi parlavi prima? »
« Con Ricky, il fratello piccolo di Elijah. »
« E vi conoscete cosí bene? » Oh, non sai quanto.
Si limitò ad alzare le spalle. « Si, frequentiamo lo stesso gruppo di amici, andiamo alle stesse serate. » E ogni tanto facevano sesso, cosí, per sentirsi meno soli. « Cose cosí. »
Klaus inclinò il capo da un lato. « E che serate frequenti? » Perchè si comportava cosí?
« Lo sai dove vado e cosa faccio, perchè mi fai queste domande? »
« Perchè mi sto accorgendo che hai un sacco di segreti. »
« Tu no? » Lo incalzò subito, aggressiva più che potè. Voleva che stesse zitto, se non poteva volerle bene almeno smettesse di torturarla.
Infatti, tacque.

Davanti a loro c'erano due posti vuoti, si chiese chi fosse in ritardo. Non avevano nessun altro parente, forse avevano pensato che Cass dovesse portare qualcuno. Poi li vide.
Elegantissimo, dall'altra parte della sala, Aron Nowak insieme a sua madre, Polina. Rimase incantata qualche secondo, la bocca schiusa e il cervello spento. Aveva i gomiti puntati sul tavolo, il respiro fermo. Non l'aveva mai visto cosí.
Si mise vicino a lei, la bionda si sentí bruciare il viso. « Buonasera a tutti. Scusate il ritardo. »
« Buonasera. » Aggiunse Polly, trovando posto vicino a Lidia.
Cassandra era brilla, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano gli addominali di Aron che aveva visto i giorni precedenti. E poi che cazzo di profumo aveva? Faceva sembrare tutti gli altri degli sfigati. Se solo non fosse stato Nowak...

Anche quando arrivarono loro, lei decise di mantenere il gioco del silenzio. Parlava solo per chiedere altro vino, altra acqua, di passarle il pane. Al centro, il tavolo era illuminato da una candela. Si chiese se ci fosse qualche serata a cui andare, dopo. « Non sei più venuta al
maneggio. » Eh? Era la mamma di Aron, aveva quel suo accento strano che la rendeva decisamente affascinante. « No, non ho avuto molto tempo, però conto di passarci tra qualche giorno. » Bugia. Perchè raccontava sempre tante bugie? Cercò con lo sguardo dell'altro vino. Poi pensò di prendere il telefono per inviare un messaggio a Ricky. Ne trovò uno già suo.

Quando qui finisce tutto ho una sorpresa.

Le venne da sorridere, per la prima volta in quella settimana qualcosa di spontaneo. Lei non potè vederlo, ma Aron aveva aggrottato le sopracciglia, moriva dalla voglia di sapere cosa avesse per la testa. Polly invece riservava le stesse attenzioni al figlio, voleva capire.
« Cassandra? » Klaus la richiamò.
« Mh. »
« Sei con noi? » Quanto rompi le palle.
« ...Purtroppo. » Aggiunse, non facendosi sentire. Si limitò ad annuire e nascondere il telefono sotto il tovagliolo che aveva sulle gambe. Non era normale che la trattasse in quel modo, da sedicenne quando di anni ne aveva ventidue.

La cena andó avanti in modo noioso, patetico, l'unica che si divertiva era Lidia, aveva parecchie cavie per i suoi studi, nessuno era sano di mente lí dentro. Ogni tanto chiedeva qualcosa a Klaus, pensò che per fortuna non se la sarebbe dovuta subire tutta la sera. Non riusciva a capirla, a comprendere tutto quell'amore, la gentilezza, l'innocenza cosí esagerata.
Si portò una mano su una guancia per reggerla mentre cercava un appoggio sul tavolo. Non vedeva l'ora che finisse. Ad un certo punto Elijah fece anche un discorso, per fortuna Cassandra riuscí ad ignorarlo quasi tutto, dovette ascoltare per forza solo il finale.

« ...Le cose migliori arrivano quando meno te lo aspetti. »

Non fu disgustata da quella frase, le sembrò solo cosí stupida che dovette portarsi una mano davanti alla bocca per non farsi beccare a ridere. Alzò lo sguardo dal piatto, anche Aron aveva quell'espressione. Dovette distogliere l'attenzione da lui per evitare di fare davvero una brutta figura. Si coprí con il tovagliolo di stoffa, lo portó davanti al viso e sgranò gli occhi, voleva che anche Aron provasse a smettere di sghignazzare.
Tutti applaudirono, e loro si ricomposero.

Finalmente poterono alzarsi per il taglio della torta, misero anche un po' di musica ma erano tutti dei balli che Cassandra conosceva, e si rifiutava di ricordare. Non volle perdere tempo, si alzò e cercò subito Ricky, gli inviò anche un messaggio.

Che fine hai fatto?

Si guardava in torno e non notò assolutamente lo sguardo di Nowak, la controllava più di Klaus, impegnato a chiacchierare con Lidia. La seguiva con lo sguardo e quando sparí fu tentato di alzarsi per chiederle... cosa voleva chiederle?
Non lo sapeva neppure lui, forse non era stata una buona idea quella di bere due martini prima di presentarsi. Cercò di placare quella strana voglia di correre appresso a Cassandra con il vino, ma fu come gettare benzina sul fuoco.

Lei intanto si era già trovata con Ricky, avevano preso altro da bere e ridevano insieme come se fossero davvero felici. Erano l'uno accanto all'altra, lei si sporse in avanti con il busto solo per provocarlo. « Che sorpresa nascondi? »
« Aspetta che portino il dolce, poi scappiamo. »
« Dove? »
« Sul retro, c'è un'altra sala identica a questa, ma vuota. »
« Si, ti prego. »

Le sembrò un'idea fantastica. Si pentí di non essersi portata dietro le sigarette. Elijah prese nuovamente il microfono, ringraziò la famiglia, gli ospiti e rispose male a sua moglie davanti a tutti, perchè era bene cominciare da subito ad essere stronzi. Aveva bevuto troppo.
Aveva abbastanza soldi da non doverle chiedere scusa. « Adesso, andiamo, andiamo. » Le afferrò un braccio per avvisarla, poi scomparí senza dare troppo nell'occhio e lo fece anche lei. Tutto quello scappare era divertentissimo, la paura di essere scoperti, di stare infrangendo delle regole, loro, che facevano parte delle famiglie che le creavano.

Giunsero in un'altra saletta, era più piccola, meno illuminata, il bancone non era lucido ma di legno, il pavimento era parquet. Sembrava molto puù intima dell'altra. Cassandra camminó verso il bar e si mise a sedere sulla superficie dura del tavolo. Poi si tolse le scarpe, e ci salí sopra. Scoppiarono a ridere, Ricky si mise sotto di lei, le fece un breve applauso e poi cercò di mettersi comodo su uno degli sgabelli. Lei invece scese giù dall'altra parte. « Vediamo cosa possiamo bere... »
Tirò fuori dello Scotch, a lei faceva schifo ma per ubriacarsi andava benissimo. Si mise nuovamente seduta con le gambe che penzolavano verso l'altro. Gli fece aprire la bocca per versargli dentro il liquido ambrato, lui poi glie la rubò dalle mani. L'anello che portava al dito con lo stemma di famiglia le premette contro il dorso della mano mentre glie la portava via. « Apri la bocca Van Der Meer. » Si alzò e si mise tra le sue gambe, una mano era già sopra la sua coscia, l'altra impegnata a farla ubriacare. Era cosí sexy mentre beveva in quel modo, lasciò la bottiglia e le accarezzò le labbra umide con il pollice.
Un po' di Scotch le era colato sul mento, sul collo e le aveva macchiato il vestito. Lui si avvicinò di più e glie lo leccò via, fino al labbro inferiore. Esitò un momento, poi lo morse. Cassandra si fiondò su di lui e incastrò la sua lingua alla propria, fu un bacio disperato, stanco. Era come se entrambi stessero cercando di colmare qualcosa di vuoto. Lui le portò le mani sui glutei e la strinse a sè, facendole allargare di più le gambe attorno al suo bacino. Lei ansimò piano, il corpo le faceva ancora male ma tutto quell'alcol leniva il dolore. « Cazzo Cass, quanto cazzo sei... »
« ...Lo so. » Risero insieme, poi Ricky si allontanò e cercò qualcosa in tasca. Finalmente.
Tirò fuori una striscia di stagnola ripiegata su se stessa. « Questa mi serve per sopportare di essere rimasto l'unico fratello non sposato. » Rise ma in realtà avrebbe voluto piangere, si sentiva tremendamente solo, sbagliato, condannato.
« E a me per sopportare che Klaus mi abbia evitata per tutta la vita senza motivo. » Alzò le spalle. Semplicemente non glie ne fregava di lei.

Lui posizionò il contenuto della stagnola sul bancone pulito, poi arrotolò una banconota e tirò su con il naso. La passò a Cassandra, lo imitò e fu incredibilmente fantastico pensare che mentre lei si distruggeva suo fratello fosse dall'altra parte della porta a festeggiare. « Cazzo. » Sorrise, Ricky le baciò il collo da dietro e le infilò una mano sotto la gonna, dove c'era lo spacco che non si sarebbe dovuto notare. Lei si abbandonò contro il suo corpo, l'ennesimo tentativo di non sentirsi sola. Si voltò e tornò sul bancone, lui le andò incontro posizionandosi davanti al suo corpicino esile. « Ho controllato la lista degli invitati almeno sei volte per accertarmi che fossi presente. »
« Addirittura? »
Le accarezzò la coscia destra, prese a tirarle su il vestito per scoprirle le gambe, gli piacevano da matti. « Certo, se ci sei tu diventa tutto più sopportabile. » Cassandra si mise a ridere, si avvicinò a lui per baciarlo, fu in quell'istante che sentirono qualcuno provare ad aprire la porta.

« Merda! » Saltarono subito impiedi, lei si rimise le scarpe e Ricky s'infilò la stagnola nella tasca interna della giacca. La giovane lo prese per un braccio. « Digli che stavo male, chiunque sia apri e di che stavo per svenire. »
Lui annuí, andò verso la porta, quella si aprí di scatto, era Aron. Rimase cosí scioccato che non ebbe il coraggio di dire niente. Era il migliore amico di Klaus, pensò volesse ammazzarlo. Lo sguardo era infuriato. Cassandra sgranò gli occhi, gli si avvicinò con l'intento di tirargli un pugno ma poi pensò che in quel modo avrebbe capito che avesse assunto della cocaina.
« Che cazzo fai? »
« Sei proprio una stupida, tuo fratello ti sta cercando, e poi che cazzo fai, ti apparti mentre siamo tutti oltre la porta? » La prese per un braccio, fece per tirarla via ma lei resistette. « Non rompere e torna di la. »
Cassandra non voleva, odiava stare con Klaus, il silenzio a cui era costretta, l'ansia di non poter fare niente. « No, non ho voglia di fare la statuetta accanto a mio fratello mentre lui si diverte! »
« Forse non hai capito, o vieni con me e gli diciamo che eri in bagno, o viene lui e fa un casino che non te lo scordi più. »
Lei rimase zitta, avrebbe voluto dirgli che magari fosse il caso che s'incazzasse, ma poi pensò che comunque non sarebbe cambiato niente. Lo sguardo si spense, quella non era vita, non era niente.

Si volse verso Ricky ma quello aveva già capito.
Le si avvicinò con tutta la calma del mondo, le accarezzò la schiena e le lasciò un bacio sulla testa. « Dai, vai, non preoccuparti, anche mio fratello è cosí. » Alzò le spalle come a dire che non potessero farci nulla, che potessero solo raccontarsi prima o poi sarebbero cambiati.
E invece non cambiavano mai.

Lei annuí piano, avrebbe voluto urlare ma non poteva, non lo poteva fare mai. Uscí con Aron e si chiuse la porta alle spalle, poggiò la schiena contro il muro e si lasciò andare un sospiro sommesso. Era stanca. Chiuse gli occhi per un momento, una lacrima le solcò una guancia rovinandole il fondotinta. « Dai, mi sembra esagerato piangere per quel ragazzo, vi vedrete un'altra volta. »
Aron non aveva capito niente. Si era fissato con Ricky e non vedeva altro. « Non è per lui... »
Ma che lo spieghi a fare. Perchè sei incazzata, Cassy? « È Klaus, mentre lui si fidanza e fa quello che vuole... io non posso neanche— non lo so, ubriacarmi ad una festa del cazzo. Devo stare accanto a lui, zitta, immobile... » Non riusciva neanche a parlare, si portò una mano sul collo.
« Mi faccio ammazzare tutte le mattine, non riesco neanche ad andare a cavallo... » Si portò una mano davanti al viso, se non avesse bevuto tanto, quelle cose non le avrebbe mai dette. Quando la spostò la vide macchiata di sangue, non poteva crederci. Roteò lo sguardo, Aron era ancora lí, avrebbe voluto darle ragione, ma a che sarebbe servito? « Non ha mai capito come rapportarsi con te, non lo fa di proposito, è che è difficile per lui. »
Lei scosse il capo. Stronzate. « Si, con me è difficile, con un'estrana invece no. »
Lui tentennò un momento, come se temesse di dire quello che stava pensando. « Cass, hai la faccia di tua madre, hai idea di quanto sia difficile per lui vederla ogni giorno? Quanto lo sia stato in passato? » Non ci aveva mai pensato. Rimase zitta, il sangue le macchiava ancora le labbra. Aron prese il fazzoletto che teneva nel taschino e se lo arrotolò sulle dita.
Aron ricordò della scena che avesse visto a Parigi, suo fratello la stava ammazzando senza rendersene conto. « Dai, torniamo dagli altri, tanto tra un po' qui finisce. » Le pulí il viso, lei posò una mano sulla sua per spostargliela, ci fu un momento, un istante in cui pensò davvero, guardandolo negli occhi, che avesse voglia di baciarlo. Dovette prendere un respiro profondo, tutta quella situazione la confondeva. « Vai, digli che sono in bagno, ti prego lasciami da sola. »
« Va bene. »

Quando Aron se ne andò, Ricky spuntò dalla porta. Sembrava avesse origliato fino a quell'istante per capire quando intervenire.
« Mi dispiace Cass. »
« Anche a me. Però vai via, se Klaus ti vede sei morto. » Risero insieme, poi lui la lasciò sola davvero. Quando tornò dagli altri aveva lo sguardo spento, quella stupida di Lidia non se ne accorgeva? Alla faccia della psicologa.
Cassandra pensò che avesse ragione Klaus, che non ci fosse niente che un paio di orecchini da ventimila dollari non potessero comprare.
Iniziò ad odiarla senza ragione.

Polina invece capiva sempre tutto, e quella situazione non le piaceva, e non le piaceva che suo figlio fosse cosí interessato alla giovane, a come stesse. Si sporse in avanti sul tavolo e vide che non avevesse più il fazzoletto nella giacca di sartoria, arricciò le labbra. « Che fine ha fatto il tuo fazzoletto? » Lui trasalí, sua mamma aveva un'attenzione ai dettagli che batteva quella di chiunque. « L'ho dato alla sorella di Klaus, perdeva sangue dal naso. » Erano seduti, mentre tutti gli altri ballavano in compagnia. Lidia e il suo compagno stavano chiacchierando con gli sposi.

« Tutto questo tempo sei stato con lei? »
« No, l'ho cercata, l'ho trovata, e sono tornato. »
Cosa voleva insinuare? Cassandra arrivò dopo qualche istante, cercò il fratello e fece finta di essere contenta di passarci del tempo insieme, che fosse dovuta scappare al bagno. Stretto nella mano teneva il fazzoletto di Aron, le era dispiaciuto ricoprirlo di sangue in quel modo. Lo cercò con lo sguardo dall'altra parte della stanza, chinò il capo per ringraziarlo.
Di niente, Cassy. È già la seconda volta che mento a Klaus per proteggerti.

Quando la serata finí davvero, Aron e Polly se ne tornarono a casa. Lui volle accompagnarla fin sopra, lo faceva sempre, per assicurarsi che nessuno potesse importunarla nell'ascensore, o prima che potesse raggiungere l'ultimo piano. Con il lavoro che faceva doveva stare attento, e sua madre era la persona a cui tenesse di più al mondo. « Vieni dentro. » Era un ordine, lui fece come sua madre gli aveva imposto. Si chiuse la porta alle spalle e la raggiunse sul divanetto dell'ingresso. Era stanco. « Mi spieghi che diavolo hai in mente? » La donna lasciò nervosamente il cappotto sul divano. Indossava un vestito rosso scuro, color sangue. La faceva sembrare ancora più severa.

« In che senso? »
« Con Cassandra, non so se abbiate scopato o meno, ma devi starle alla larga. »
Lui sbuffò. « Ma se la saluto a stento. » Si portò una mano sulla fronte.
« So quello che ho visto, eri impazzito quando non riuscivi a trovarla. »
« ...Klaus avrebbe fatto una scenata se non l'avessi trovata. »

Polly sbottò, ancora. « E comunque non erano affari tuoi! » Alzò il tono della voce.
Il figlio si lasciò cadere con il collo sullo schienale. « Senti, io le sto alla larga. »
Lei si mise con i palmi delle mani schiacciati contro il bracciolo del divano, il corpo piegato in avanti per costringerlo a guardarla negli occhi. « Non lo fai. Oggi non l'hai fatto, non ci sei proprio riuscito. » Eri geloso, Aron, geloso marcio di quel ragazzino. Ci saresti voluto essere tu in quella stanza di merda.
E questa cosa lo distruggeva.

💎💎💎
Hola!
Che ne pensate di questo capitolo? Della madre di Aron? Che idea vi state facendo? Polly ci vede più lungo di tutti hehe
Fatemi sapere pls❤️

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