Capitolo 9.

Una stanza vuota e una mente piatta, raccoglieva le sue emozioni su un figlio di carta, affinché quelle rimanessero impresse solo su di essa e non nella sua mente. Le serviva per cancellare, allontanare, una ferita mai chiusa. Era dura lottare con il proprio passato, sentire il peso della coscienza sporca incombere su di lei ogni qual volta il nome, quel nome, saltasse fuori. Portò le ginocchia al petto chiudendosi in un bocciolo, osservando dalla grande finestra della sua stanza i prati verdi e i cieli infiniti limpidi; quel posto le era sempre stato d'aiuto quando il passato tornava a farle visita, senza nemmeno chiederle il permesso si impossessava di lei rapendo ogni sua fibra, ogni sua forza, obbligandola ad abbandonare qualsiasi forma di resistenza.

Carla si chiudeva in se stessa perché in quei momenti diveniva debole e la debolezza doveva rimanere nascosta, nessuno doveva scorgere quel suo lato, quello che la rendeva schiava di se stessa, dei suoi ricordi, delle sue colpe infinite. Era colpevole di molteplici delitti, il primo di tutti la morte di un amore, il secondo la morte di chiunque l'amasse.

Due corpi prosciugati da un amore finito,
due anime che si cercano nonostante tutto sia solo un ricordo sbiadito.

Lasciare che tutto possa essere un ricordo,
un ricordo lontano che sa ancora di amaro.

Vivo di illusioni e false speranze
per chi di speranze ne ha tante;
vivo una vita che non è la mia.

Credo nel paradiso
Ma anche all'Inferno,
spero solo che quello sia migliore di questo!

Nei giorni seguenti Stefano proseguì le sue ricerche: doveva trovarla ad ogni costo e non voleva sentire ragioni. Niente e nessuno si sarebbe messo tra lui e il suo obiettivo.
Cercò tra diverse notizie possibili, avvistamenti di lei: alcuni ipotizzavano fosse stata avvistata a Londra, altri Parigi, altri ancora ad Amsterdam in giro per locali e infine, il più assurdo, in Polonia.
Adesso capiva perché Carla ignorasse tutti quei gossip, ne dicevano troppe di assurdità e alla fine ci si rideva sù.

Poi si rese conto che lui non conosceva affatto quella ragazza, non sapeva niente di lei e del suo passato. Come avrebbe mia potuto trovare una sconosciuta? Le sue doti investigative si riducevano a semplici telefonate fatte in caso di mancanze di prove, ma non si era mai spinto oltre.

-Non dirmi come ci sia riuscito, non so darmi una spiegazione neanche io, soprattutto devo ancora comprendere il perché tu la stia cercando con tutta questa insistenza..- Stefano non capiva, fiumi di parole lo inondarono. -..Però, ho trovato Carla!-

-Dove si trova?-

-In Svizzera, ti ho appena inviato via mail tutti i dati, indirizzo, treno prenotato, devi solo andare in stazione e partire!- Non riusciva a credere a quanto stesse succedendo, nel giro di pochi secondi era passato dalla ricerca matta e disperata al sapere dove si trovasse e prendere il primo mezzo disponibile per raggiungerla.

-Grazie!- Disse prima di mettere giù.

-Prego- Rispose Benny sperando in un lieto fine.

Osservò lo schermo del proprio computer e la a-mail spedita a Stefano con tutti i dati necessari affinché riuscisse a raggiungerla nel più breve tempo possibile. Che quella ragazza fosse riuscita a stregare l'amico era ovvio, ma come ci fosse riuscito era ancora tutto da scoprire.

Prese il treno quel pomeriggio e in serata si trovò al confine. Lì affittò un auto e grazie al suo navigatore riuscì a raggiungere un villaggio nei pressi dell'abitazione di lei.

Con le stesse informazioni fornite da Benny raggiunse casa di lei: era carina, non aveva nulla di che quella piccola casa tra le montagne. Lontana dal mondo capiva il perché preferisse rifugiarsi li quando, tutto quello che la circondava, cominciava a starle stretto.

Salì titubante quei pochi gradini che lo separavano da lei, e se fosse stato Carlos ad aprire la porta? Come minimo lo avrebbe preso a pugni. Non aveva ancora dimenticato quell'atteggiamento così impulsivo avuto in quell'ultima telefonata. Ma se, invece, fosse stata lei ad aprire? Cosa avrebbe dovuto fare? Era li e ogni certezza sembrava essere svanita.

Bussò alla porta delicatamente attendendo qualcuno venisse ad aprire. Quando questa si aprì Stefano chiuse gli occhi preoccupato da chi ci sarebbe stato dall'altro.

Si trovò di fronte lei, con i suoi grandi occhi scuri, i suoi capelli ricci e lunghi, il suo colorito pallido ma esaltato dalle labbra rosse.

-Stefano?- Sorpresa fissò il ragazzo di fronte se. Non era mai successo qualcuno potesse trovare il suo rifugio segreto prima di adesso, spariva per dei giorni e nessuno sapeva né come né quando sarebbe tornata, eccetto Carlos. Che lo avesse mandato lui? Poco probabile. Fissava il ragazzo con occhi sorpresi, mentre lui sorrideva con imbarazzo.

-Io..io.- Privo di parole non riusciva a pronunciare nulla di ciò che avrebbe voluto dirle. Per l'intero viaggio si era concentrato su ogni singola parola, ma ora rancore e rabbia sembravano essere svaniti in uno schiocco di dita.

-Tu?- Lo incalzò ridendo per il suo evidente imbarazzo.

Se avesse saputo che metterlo in una situazione imbarazzante sarebbe stato così facile avrebbe certamente pensato a tutto ciò molto prima, pensò mentre continuava ad attendere una qualche spiegazione.

-Senti non lo so!- e poi fece l'unica cosa che gli venne in mente.. la baciò, di nuovo!

Rimasero incollati labbra contro labbra pochi minuti; Stefano non aveva avuto il coraggio di fare altro riuscendo nell'unica cosa a cui non aveva mai smesso di pensare. Senza rendersi conto si era lasciato andare, senza freni, a quella ragazza ribelle prima ancora che tutto cominciasse.

-Cosa sei venuto a fare?- Chiese quando tornarono a guardarsi. Le mani di Stefano circondavano il suo viso, con occhi languidi si guardavano travolti da quello che stava nascendo.

-Sei sparita-

-Lo so- Un sorriso le adornò il viso e allontanandosi dalla sua presa si spostò per permettergli di entrare.

Stefano si guardò attorno meravigliato, non avendo mai visto casa più bella di quella con una vista mozzafiato; non molto grande, ma per Carla rappresentava un nascondiglio. Dispersa tra le montagne nessuno avrebbe mai potuto avere sue notizie.

-Come mi hai trovato?- Chiese.

-Benny, non chiedermi come abbia fatto. Non so rispondere a questa domanda-

Carla rise nuovamente. -Tutto quello che di strano ti è capitato nelle ultime settimane immagino sia sempre legato a me- Tornò seduta sullo stesso divano bianco davanti al camino osservando come Stefano si muovesse dentro quella casa con curiosità.

-Cosa vuoi fare adesso che mi hai trovata?-

Stefano scrollò le spalle senza dare una risposta, era successo tutto quanto con troppa velocità e le emozioni avevano cancellato ogni suo scopo; aveva perso o aveva voluto perdere le ragioni di quel viaggio per strada, più si avvicinava a lei, più ogni sua certezza svaniva.

E lei, che non aveva mai permesso a nessuno di entrare nel suo nascondiglio, vedendo Stefano aggirarsi per casa lo trovò stranamente piacevole; quel posto non aveva più gli stessi colori grigi con il quale la sua mente lo raffigurava. –Ti va di rimanere?-

Spostò lo sguardo su di lei stranito, ma allo stesso modo felice. Trattenne le emozioni nascondendo tutto con un espressione atona. -Tu vuoi che rimanga?-

Carla sollevò gli occhi al cielo sorridendo come sembrava succederle nelle ultime settimane più di quanto non avesse mai fatto. Era consapevole dell'effetto che Stefano poteva avere su di lei con quei semplici gesti. -Delacroix, non faccia questi giochetti con me, le ricordo che sono piuttosto brava..!-

-Cazzate!- Le disse.

Guardava le travi in legno sopra le loro testa constatando come facesse da contrasto all'arredamento minimale. -E poi sei tornata a darmi del lei? Dovremmo chiarire questa storia una volta per tutte, inizia a darmi sui nervi- Il grigio e il nero padroneggiavano, eccetto quel divano bianco.

-Potremmo continuare a darci del lei..- Il sorriso continuava a non lasciarla. Qualsiasi cosa dicesse sembrava contrariarlo in qualsiasi modo.

-Non ho nessuna intenzione di continuare a darti del lei sia chiaro!-

Non riuscì a trattenere una risata che venne fuori con tutta la naturalezza possibile. -E allora perché me lo hai chiesto se avevi già deciso, scusa?-

-Così, per gioco!-

Carla non ebbe tempo di replicare, la tasca di Stefano iniziò a squillare. -Ti suona la tasca- Lo avvisò.

Lo tirò fuori impacciato, il nome di Benny comparve sullo schermo. -Che succede Be?-

-L'hai trovata?- Benny aveva atteso una telefonata invano, se non avesse chiamato lui l'amico quello non lo avrebbe mai fatto; a quanto pare sembrava mancargli quella sensibilità che invece caratterizzava lui. Avrebbe voluto evitare di disturbare se si fosse trovato con lei, ma non riuscire a non pensare ad altro non gli permise di aspettare ulteriormente.

Stefano si voltò ad osservare la ragazza seduta di fronte a se, così piccola e fragile fuori dalle luci della ribalta o dei lunghi tappeti rossi; le sembrava diversa in un altro contesto e così più vicino a lui di quanto si sarebbe aspettato. Carla racchiusa dentro quel suo maglione di lana era li ad osservarlo, i suoi occhi castani guardavano con attenzione Stefano che ricambiava quello stesso sguardo. –Si, l'ho trovata- Disse sorridendole.

Benny gettò un sospiro di sollievo, adesso poteva dare il suo annuncio. –Bene, volevo anche dirti che questa mattina hanno pubblicato il mio articolo su Carla, te ne mando una copia via a-mail. Buona permanenza!- Osservò lo schermo di fronte a se, la bustina sullo schermo lo avvisò dell'invio avvenuto con successo. Quella storia avrebbe portato tutti dentro un vortice senza fine, ma voleva comunque sperare che così non sarebbe stato almeno in cuor suo.

-Grazie Be, di tutto!- Rispose Stefano.

"CARLA SASSI SI RACCONTA

A distanza di tempo siamo riusciti ad intervistare la nostra affascinante ragazza, Carla Sassi, famosa all'intero mondo e ambasciatrice del made in Italy.

Ho avuto il grande onore di parlare con lei e ammetto di esserne rimasto folgorato, non solo per la sua seducente bellezza, ma soprattutto per la sua grande dote: cattura l'attenzione della gente senza bisogno di proferire parola.

Non si tratta di una delle solite ragazze divenute per caso famose, Carla, rappresenta un'icona per molte giovani ragazze, forse anche più piccole, e nonostante il suo continuo uscire fuori dagli schemi lei è una ragazza dalle idee chiare in testa.."

Stefano si schiarì la voce. Stava leggendo ad alta voce e guardandola con la coda dell'occhio.

"...Ha imparato a cavarsela da sola molto prematuramente e questo ha fatto si che lei diventasse una piccola-grande-donna. Molti pensano che sia una giovane ragazza ribelle, strafottente ma come lei stessa ha detto, è il suo modo di fare.
In fondo è una birichina!
E poi, chi è quel pazzo che non vorrebbe una donna come Carla Sassi al suo fianco?

Credo sia una di quelle persone che puoi incontrare una sola volta nella vita e io sono contento di averlo fatto. Ti sorprende con i suoi modi e ti travolge, io per primo mi sono sentito così. Sa quanto vale e quello che la gente pensa di lei, quindi non crediate mai che lei sia una stupida, assolutamente no!
Auguriamo il meglio alla nostra Carla e speriamo di poterci rincontrare presto!
Un saluto dal vostro Benny Mirabella."

Carla era rimasta ad ascoltare silenziosa e Stefano cercò in lei una qualche emozione quando finì di leggere. –Allora?-

-Non ha parlato nemmeno della metà delle cose che ci siamo detti- Concluse.

-Credo l'abbia fatto perché non voleva mettersi contro Carla Sassi al suo primo lavoro ufficiale!- Scherzò Stefano.

Carla rise. Guardarla non era mai stato bello come in quel momento, esserne motivo lo faceva sentire completo. Si avvicinò lentamente a lei sedendosi di fronte, un'irrefrenabile voglia di baciare ancora quelle labbra lo spinse a compiere quel gesto con naturalezza, senza riflettere; prese il suo viso tra le mani proprio come aveva già fatto, ma senza fretta assaporando le labbra che non si opposero al bacio. Carla baciò Stefano perché lo voleva tanto quanto lui, lo desiderava e non avrebbe chiesto altro. Si staccarono continuando a guardarsi negli occhi, i respiri di entrambi sembravano chiedere molto di più.

-Ho fame!- infine concluse Carla. Sapeva essere donna ma anche bambina, mille sfaccettature che facevano sentire Stefano in mille altri modi diversi. Scopriva lei, ma scopriva anche se stesso.

Sogghignò a quella frase poco adatta al momento, ma quella semplicità gli piacque più di quanto immaginasse. -Vuoi che cucini per te?-

Abbassò lo sguardo un po' intimidita e annuì.

Mentre cucinava, Stefano, osservava la ragazza seduta su uno sgabello di fronte a lui. Più la guardava, più si rendeva conto che quella non era la solita ragazza che aveva sempre visto.

-Ti piace la pasta?- Le domandò.

-Sì, molto-

Osservò il ragazzo dedito ai fornelli curiosa. -Cosa stiamo cucinando?-

-Mascarpone, speck e pasta fresca. Una delizia!-

Carla nascose con una mano il sorriso che venne fuori osservando il modo buffo con cui Stefano si impegnava. Lontana da tutto e tutti poteva finalmente lasciar andare una parte di se nascondeva quando si tornava a vivere alla Carla Sassi.

Stefano la guardava quando lei non se ne accorgeva: diversa, nella sua semplicità, pensava non avrebbe mai visto un lato così in una ragazza complicata e difficile. Carla lo sorprendeva in quei piccoli gesti, tanto che avrebbe potuto anche aspettare pur di conoscerli tutti quanti.

-Cosa pensi?- Domandò lei notando come Stefano si fosse fatto serio.

-A te-

-A me?-

Annuì senza volerle mentire. -Questa Carla mi piace tanto-

-Non sono solo questo, lo sai no?-

-Lo so, ed è quello che mi piace di più- Si avvicinò portandole una ciocca dietro l'orecchio.

Il giorno seguente era ormai arrivato, i due avevano dormito abbracciati l'uno all'altra senza mai andare oltre, senza mai oltrepassare quella sottile linea che tracciava quel confine tra passione e ragione. Stefano aveva trascorso l'intera notte osservando i lineamenti di lei, offuscati dalla luce soffusa della luna e quando il sonno aveva cominciato a farsi sentire l'aveva stretta a se preoccupandosi di non svegliarla. Il profumo dei suoi capelli inebriarono l'aria e Stefano poté finalmente dormire sereno.

Aprì gli occhi e trovò Stefano al suo fianco a stringerla a se, non voleva far altro che rimanere li immobile. Quella sensazione di benessere era in grado di farla sentire rinata, nonostante sapeva di non poterlo fare ancora.

Scivolò via facendo attenzione a non svegliarlo correndo in cucina per preparare la colazione ad entrambi. Non lo aveva mai fatto prima, eppure la sola idea di fare qualcosa per qualcuno e che quel qualcuno fosse Stefano la rendeva felice, in pace con se stessa e con il mondo intero.

Stefano, quando si svegliò, udendo strani rumori provenire dall'altra curioso raggiunse la raggiunse trovando Carla intenta nei preparativi. Notò felicemente un nuovo lato: dolce e maldestra.

-Buongiorno- Le disse sorprendendola alla spalle e abbracciandola in un gesto veloce.

-Buon giorno- Si lasciò andare a quel senso di piacere che un semplice abbraccio le sapeva regalare. –Ti va di fare colazione?-

Stefano annuì sorridendo, un sorriso che Carla non poté vedere ma che sapeva esserci.

Si sedettero uno di fronte all'altro come una felice coppia, come se quello rappresentasse l'inizio di un qualcosa scoprendosi e conoscendosi.

-Prima di venire qui da te ho chiamato il tuo manager Carlos- Sollevò lo sguardo facendo svanire il suo sorriso. –Ha lasciato intendere fosse qui con te..- Poi tornò a ridere.

-Perché ridi?- Le domandò.

-Carlos e la sua gelosia. Mi fa ridere, crede di proteggermi facendo così-

-Mi ha anche licenziato, non sono più il tuo avvocato.- Ironizzò anche lui stavolta.

-Questo è vero però, non voglio più tu sia il mio avvocato-

Stefano corrucciò la fronte: quello che sembrava essere un gioco adesso non lo era più.

Non comprendendo quelle parole né quella scelta, se non avesse voluto averlo al suo fianco perché sarebbe dovuto rimanere seduto a quel tavolo con lei, cosa avrebbe potuto portare tutto ciò se una volta finito entrambi sarebbero tornati alle loro vite separate?

-Scherzi?-

-No e non vorrei nemmeno tu insistessi sull'argomento- Prese del pane e vi spalmò sopra della marmellata alle pesche come piaceva a lei.

Stefano osservava senza riuscire a fare altro, attendendo ulteriori spiegazioni che lei sembrava non voler concedere.

-Invece insisto..-

Carla respirò profondamente e chiuse gli occhi. -Sono attratta da te, in tutti i modi possibili e inimmaginabili. Se tu continuassi ad essere il mio avvocato io continuerò a combinarne di tutti i colori pur di rivederti ancora..- confessò senza giri di parole.

La ragazza forte e aggressiva non vi era in quel momento e la ragazza di ventidue anni che vi era in lei venne fuori.

Stefano poté finalmente vedere ciò che era, così semplice fu proprio in quel momento che capì di volerla.

-Penso che dovremo ragionarci su, magari in un altro momento..- Le accarezzò la mano sorridendole, lei abbassò lo sguardo imbarazzata.

-Cosa vuoi fare adesso?- Distesi uno di fianco all'altro, il fuoco bruciava la legna secca: Carla guardava una rivista, mentre Stefano la teneva vicino a se pensando a quanto sarebbe accaduto una volta che quel quadro idilliaco sarebbe finito costretti a tornare alla vita reale.

-In che senso?-

-Quando torneremo a casa-

-Nulla, perché?-

-Nulla in che senso?-

-Tu cosa vorresti fare?-

-Qualsiasi cosa tu voglia-

-Non credo che tu sia così accondiscendente- Lo prese in giro.

Lui sorrise. -Beh ci proverò!-

-Non saresti tu-

-Voglio stare con te, camminare per le strade con te e baciarti quando mi verrà voglia di farlo-

Carla sorrise divertita. -Ma se lo fai già!-

-Beh, voglio fare come quel Smith, voglio tenerti per mano...- ma Carla scattò al nome di Adrien. -Cosa stai facendo?-

Quel nome le ricordò immediatamente tutto quanto, di nuovo; ancora una volta tutto le cadde addosso, il suo passato precipitò sulle sue spalle e tutta la tranquillità di quel momento fu scacciata via.

Lo sguardo tornò ad essere cupo, Stefano vide strapparsi di mano quel briciolo che aveva conquistato con fatica.

-Vuoi essere come Adrien? Bene ti accontento subito. Vado via!-

-No, che hai capito!- Nel panico tentò di bloccarla afferrandola per un polso. –Io volevo solo dire che a me piacerebbe tu fossi quella di un tempo, la ragazza felice ritratta in quelle foto..- Cercò il suo sguardo che non trovò, Carla evitò di incontrarlo impedendo ai suoi ricordi di invaderle la mente.

-Stefano non nominare più Adrien chiaro? Tu non sai nulla né di lui né di quello che ci ha unito. Chiaro?- Sibilò.

-Scusa- Le sussurrò.

-Dobbiamo tornare a casa-

Stefano corrucciò la fronte non capendo. -Adesso?-

-Sì, adesso!-

In quel momento capì tutto sarebbe ricominciato da capo e che forse urlare Vittoria era stato troppo presto.

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