Capitolo 6.
Costretti dagli impegnati lavorativi, Carlos e Carla, abbandonarono la serata prima dell'ora prevista dirigendosi direttamente verso una nuova meta in America. Richiesta nel suo lavoro, erano obbligati a volare da una parte all'altra del mondo senza mai un attimo di respiro.
I pensieri di Carla per quel viaggio furono occupati dall'immagine di Stefano intento a lavorare tra le sue scartoffie seduto ad una scrivania. Lo aveva colpito immediatamente quel suo modo di fare sicuro di se, combattivo fino alla fine pur di non perdere, le piaceva perché riusciva a tenerle testa; nei suoi occhi, benché vedesse disprezzo verso lei, non trovava né paura né timore e questo era sufficiente affinché non smettesse di pensare ai suoi occhi verdi e penetranti.
Pensava a mille modi per mettere Stefano in situazioni complicate, progettava piani e momenti imbarazzanti che nelle prossime settimane avrebbe potuto mettere in atto. Immaginava, già, la sua espressione quando si sarebbe trovata di fronte a quelle situazioni e le veniva da ridere; il modo in cui si alterava, quando lei faceva o diceva qualcosa che ai suoi occhi era sbagliato, la divertiva ogni volta.
Continuava a giocherellare con il biglietto da visita di Stefano, voleva sentirlo.
Carlos la osservava, come era suo solito fare: quell'espressione divertita che le si era stampata in viso sapeva esattamente a cosa l'avrebbe portata; nonostante non conoscesse i suoi piani quell'espressione si, sapeva avrebbe portato altri guai. Aveva imparato a riconoscere i suoi diversi stati d'animo solo attraverso il linguaggio del corpo, consapevole non gli avrebbe mai detto cosa le passasse per testa si era visto costretto a studiare ogni suo lato interpretando ogni suo gesto e con il tempo a riconoscerli.
-Carla stiamo per iniziare, sei pronta?- la richiamò. Qualcosa lo metteva in ansia e uno dei possibili motivi che attraversavano i suoi pensieri lo misero in agitazione.
Carla, quando sentì il suo nome, velocemente si voltò verso l'uomo visibilmente infastidita; nelle sporadiche occasioni di serenità essere richiamata non le piaceva.
-Non fare quella faccia Carla, il fotografo aspetta solo te. Dobbiamo sbrigarci prima che la luce cambi, sai benissimo come funziona.- spiegò giustificandosi.
Svogliatamente si alzò dalla poltroncina dirigendosi verso il set.
Lo sfondo di una New York al tramonto esaltava i suoi colori chiari, bella e gentile incantava chiunque. Carlos era ammaliato dalle sue pose costruite e nel tempo divenute naturali. Nessun'altra riusciva ad essere come lei, incantava al primo sguardo, rapiva e ti faceva suo anche senza volerlo. Conosceva il suo lavoro e riusciva ad essere teatrale captando con estrema facilità le richieste del suo fotografo.
Lei è nata per questo, pensò.
La sua bellezza la rendeva paragonabile ad un quadro di Botticelli modernizzato; la sua pelle chiara la faceva apparire così delicata, mentre nei suoi occhi scuri -dove vi era un inizio ma non una fine- come due profondi pozzi.
-Pronto?- Con la voce impastata di sonno rispose al telefono imprecando sottovoce e sperando non fosse il solito Benny distrutto per l'ennesima litigata con Matteo.
-Delacroix stava dormendo?- Una voce divertita domandò dall'altro capo. Si morse il labbro trattenendo una risata che minacciava di venir fuori sdraiata sul suo letto ad osservare l'immagine di se sullo specchio di fronte. Aveva deciso di chiamare non preoccupandosi della possibilità di disturbare, spinta dal capriccio di voler sentire la sua voce.
Ci vollero pochi secondi ancora, poi capì. -Signorina Sassi cosa vuole?-
-Invitarla- Rispose con un pizzico di ilarità che non sfuggì al ragazzo ormai del tutto sveglio. Quella ragazza aveva la grande dote di metterlo in una situazione di instabilità mandandolo in visibilio in pochi istanti.
-Invitarla?- non capiva, ma non si stupiva avendo imparato in quel breve arco di tempo che capirla non era possibile, occorreva impegno e assiduità, ma soprattutto voglia di farlo. Cosa che per l'appunto non aveva Stefano.
-Si, ad una cena-
Un sorriso comparve nel suo viso inconsciamente. Quella richiesta seppur inusuale e inaspettata per un momento lo reso entusiasta. -Posso pensarci?-
-Assolutamente-
-Perfetto- Si sistemò meglio percependo il suono del suo respiro. Rimasero qualche minuto in silenzio: lei aspettando una sua risposta, lui non sapendo cosa dire.
-Quindi?- incalzò lei.
-Quindi cosa?-
Adesso era Carla a sbuffare, nonostante continuasse a sorridere. -Ha deciso? Non mi faccia perdere la pazienza Delacroix-
-Di solito sono gli uomini ad invitare le donne, lo sa vero?-
-Col cavolo!- Sbottò. -Sono io a stabilire se voglio vedere qualcuno-
Carla era inusuale anche in quei piccoli gesti, tanto che Stefano non riuscì a trattenere una risata –Bene, allora non accetto-
Corrucciò la fronte, la sua piccola ruga sulla fronte ne diede la conferma. -Non le è permesso scegliere Delacroix-
Immaginarla con aria infastidita lo fece sorridere ancora una volta. -Buonanotte Carla-
-Buonanotte Stefano.- rispose lei.
Riattaccò e si guardò allo specchiò: la piccola ruga sparì sostituita da un piccolo sorriso. Per una qualche ragione avrebbe sperato dicesse di si, ma sapeva non sarebbe stato così semplice. Proprio per questa ragione, insieme a mille altre ancora da scoprire, a Carla sovvenne una strana sensazione di piacere. Si mise giù poggiando la testa sul cuscino ripercorrendo nella sua mente quella strana telefonata, non riusciva a smettere di sorridere e di pensare a lui.
Aveva trascorso una serata piena di mille emozioni, sorridendo ad ogni suo sguardo come non succedeva più da tempo; ascoltare il consiglio dell'amico era stato utile, finalmente lui e Matteo avevano intrapreso la strada giusta dopo tanti mesi trascorsi nel caos. C'era sempre qualcosa di sbagliato in quella relazione; apparentemente non aveva nulla che non andasse, eppure Benny sentiva in cuor suo una sensazione di inadeguatezza. Quando mise un piede dentro casa udì delle voci provenire dalla stanza di Stefano, lo sentiva rispondere a tono ma con dolcezza, quasi cercasse di rimanere duro solo in apparenza mascherando parte di se stesso. Si chiese se dietro a tutto ciò ci fosse una donna, ma sperando soprattutto quella non fosse Stefania.
Entrò in camera di Stefano senza nemmeno bussare trovandolo immerso tra i suoi pensieri con il telefono tra le mani.
-Chi ti cerca alle due di notte?- Domandò all'amico lasciandogli giusto quei pochi secondi per riprendere coscienza di se.
Rispose il telefono sul comò senza aprire ancora bocca, poi si voltò in direzione di Benny, il quale non aspettava altro che conoscere la fonte di quei pensieri affollati. –Carla Sassi-
Benny spalancò gli occhi entusiasta. -Non ci credo?- Squittì saltando addosso all'amico prendendo posto al suo fianco nel letto.
-Credici amico!- Gli occhi castani di Benny lo guardarono con ammirazione. Non riusciva a credere che il suo migliore amico potesse mai avere un contatto diretto con la donna amata da tutto il mondo, compreso lui.
-No dai sul serio? Carla Sassi? Quella Carla Sassi? Lei è magnifica!-
-E' una stronza!- Aggiunse Stefano mentre Benny continuava la sua danza della gioia senza badare all'aura negativa mandata da questo.
-Sai quanto me ne freghi che sia stronza. Questa donna è il must amico mio. Cerchiamo di intervistarla da anni ormai e lei non ha mai accettato, potresti mettere una buona parola tu-
Rise schernendolo. Carla Sassi non era sicuramente sua amica, non avrebbe mai accettato di fare qualcosa per lui, tanto meno se non avesse nulla in cambio e Stefano non voleva sentirsi in debito con lei. -Scherzi vero?-
-Assolutamente no!- Concluse Benny. –me lo devi!- Lo abbracciò con estrema dolcezza e Stefano disgustato tentò di allontanarlo in vano.
-Non ti devo nulla-
Benny cadde dal letto facendo ridere Stefano di gran gusto. L'espressione imbronciata che tirò fuori una volta riuscito a rimettersi in sesto lo fece ridere ancora di più, tanto che le sue risate potevano essere udite durante quella silenziosa notte.
-Dai Ste!- Benny con i suoi riccioli ribelli e la medesima aria imbronciata lo guardavano attendendo una risposta. Stefano non riusciva a bloccare quelle risate, stranamente si sentiva di buon umore.
Continuò a ridere ancora per un po' ma quando notò la stessa espressione dipinta sul volto del ragazzo ai piedi del suo letto, consapevole che non sarebbe mai andato via senza ottenere ciò che tanto desiderava con le lacrime agli occhi si vide costretto ad accettare. -Vediamo cosa riesco a fare. Adesso vai?-
Annuì soddisfatto, finalmente il suo sogno poteva realizzarsi e alla rivista non sarebbe mai più stato l'ultima ruota del carro. Con quell'intervista il suo futuro avrebbe certamente preso una piega diversa. Dirigendosi verso la sua camera volle prima assicurarsi che nulla avrebbe rovinato i suoi piani. -Quando uscirai con lei?- Domandò con un ampio sorriso.
-Quando vorrò, lei pensa di tenere tutto sotto controllo ma non è così-
Benny non capì esattamente il senso di quelle parole, ma non poteva; solo a loro era concesso conoscere le regole di quello strano rapporto. Del resto anche essi le disconoscevano con esattezza, era un gioco dove le regole venivano decise man mano che tutto diventava più complicato, un gioco sleale ma eccitante.
Entrambi volevano tenere in mano le redini, entrambi avrebbero fatto di tutto per sopraffare l'altro, ma quando c'erano in gioco sentimenti ed emozioni le loro regole non servivano a nulla. Questo però loro non lo sapevano ancora.
Stefano non aveva richiamato Carla come Benny si aspettava avrebbe fatto, aveva deciso al contrario di aspettare, affinché trovasse il giusto modo per riuscire a prendere alla sprovvista quella ragazza, sempre fin troppo sicura di se. Se avesse detto di si, quando le avrebbe finalmente telefonata, avrebbe tentato in tutti i modi di mettere a nudo quel volto perfetto, quel corpo che ogni uomo immaginava stretto tra le proprie braccia. Stefano fino a quel momento era riuscito a destare ogni suo interesse nascondendo tutto dietro il rapporto professionale che si era ritrovato ad avere con la ragazza, ma adesso sapeva benissimo sarebbe stata dura. Carla non si sarebbe lasciata scappare l'occasione per sfruttare al meglio le sue carte, non sapeva quanto avrebbe potuto resistere davanti a tanta bellezza racchiusa dentro quel velo di mistero. Carla era tutto ciò che un uomo poteva mai desiderare da una donna, lei era perfetta e imperfetta tanto da farla somigliare ad un qualcosa di irraggiungibile a chi come lui si sentiva tanto distante dal suo mondo. Eppure era convinto che avrebbe fatto crollare quelle barriere, le certezze racchiuse dentro il suo mondo fatto solo di finte realtà e false illusioni; non si sarebbe risparmiato, avrebbe fatto in modo che Carla Sassi uscisse allo scoperto.
-Pronto Delecroix!- Carla lo sorprese con tono gioioso subito dopo pochi squilli. Aveva atteso quella telefonata con trepidazione consapevole non sarebbe stata facile come spesso accadeva.
La sua voce lo fece sorridere, in qualche modo Carla riusciva a sorprenderlo sempre, che fosse positivamente o negativamente. -Signorina Sassi salve.- Tamburellò le dita sul volante aspettando scoccasse il verde fermo al semaforo. –Volevo chiederle se le andava di uscire questa sera con me a cena..-
Carla rise immediatamente accavallò le gambe sul tavolo di fronte a se attorcigliando una ciocca di capelli con le dita della mano. -E lei crede davvero io verrei a cena con lei, dopo aver ricevuto il suo rifiuto nemmeno una settimana fa?-
Sospettando avrebbe potuto ottenere una risposa simile da parte sua, aveva già organizzato tutto prendendola così in contro piede. -Non le è concesso rifiutare, sono già in macchina. Le concedo cinque minuti per inviarmi il suo indirizzo e prepararsi- Stefano aveva deciso di prendere la situazione in mano, se mai le avesse concesso il comando avrebbe firmato la sua condanna a morte.
-Perché?- Domandò invece lei differentemente a quanto si sarebbe aspettato Stefano. Il suo sorriso vittorioso svanì di fronte a quella domanda.
–Perché cosa?-
-Perché dovrei uscire con lei questa sera, mi dia solo una valida ragione- Proseguì seria.
Stefano ci pensò qualche istante: mille risposte iniziarono a farsi largo nella sua mente, ma nessuna sembrava essere quella giusta. Il perché lui avesse deciso di uscire con lei era chiaro a se stesso, certamente però non avrebbe mai potuto dare una risposta simile a lei, doveva trovare una risposta sincera ma che fosse sufficientemente allettante. Poi d'improvviso eccola li, chiara e nitida: -Sono l'unico che non ha paura di lei-
Quando lui le aveva detto di no al suo primo invito, inizialmente si sentiva in odio contro il mondo intero, non riusciva a credere qualcuno le potesse dire di no, d'altronde lei era Carla Sassi; qualsiasi essere presente su questa terra sarebbe voluto uscire con lei, ma Stefano le aveva detto no. In seguito, la telefonata di lui l'aveva stupita, le aveva chiesto di uscire d'improvviso, dal nulla, senza poterle dare altra scelta se non dire di sì. Forse, se non si fosse trattato di Stefano Delacroix avrebbe riattaccato il telefono immediatamente, o peggio non avrebbe risposto, ma quel ragazzo la eccitava; quel suo modo di fare non le permetteva di pensare ad altro per tutta la giornata; per non parlare dell'espressione che assumeva ogni volta che lei diceva qualcosa di sbagliato secondo il punto di vista dell'avvocato brillante, il che aveva fatto si, che quel sì fosse detto con una grande voglia di trascorrere del tempo in sua compagnia.
Era corsa immediatamente in camera sua, indossato il primo abito trovato nel suo armadio e le sue scarpe da ginnastica. Il vestito le lasciava le gambe scoperte tanto che salita in auto e accavallate queste Stefano dovette voltare lo sguardo da un'altra parte; Carla sorrise soddisfatta. Come qualsiasi altro uomo, benché mostrasse un evidente odio nei suoi confronti anche lui era soggiogato dalla sua bellezza, ma a differenza del solito le piaceva sentirsi bella ai suoi occhi.
Senza dire una parola entrambi attesero di arrivare a destinazione, ascoltavano i pezzi passati alla radio guardando di tanto in tanto le mosse dell'altro. Stefano rimase concentrato verso la sua meta sperando non ci fossero i primi litigi fin da subito, quel sorriso sghembo stampato sul viso di lei non prometteva nulla di buono.
Giunsero pochi minuti dopo alla loro destinazione. Un posto decisamente tranquillo, ma non adatto agli standard a cui Carla era abituata da quando era solo una ragazzina. -Mi hai portata in un fast-food dimenticato dal mondo?- Domandò sollevando lo sguardo verso l'edificio che si prestavano a raggiungere.
-Era l'unico modo per rimanere tranquilli- Spiegò Stefano. Aveva ipotizzato che una come lei fosse perennemente circondata da giornali e lui non aveva nessuna intenzione di finire in prima pagina il giorno dopo per una tranquilla serata con una persona che, in fin dei conti, sopportava davvero poco.
Entrambi scesero dall'auto: ma contrariamente a quanto era stata abituata lui non l'aiutò a scendere dall'auto come spesso accadeva con Carlos. L'espressione contrariata fece si che Stefano ridesse di sottecchi, il che fece ancora di più infuriare Carla, riusciva ad essere più bambina di quanto lei stessa potesse immaginare, ma non c'era da biasimarla fino a quel momento ogni cosa era sempre stata sua.
Con passo veloce Carla lo superò prima di entrare dentro il locale, lasciando la porta alle sue spalle tanto che Stefano dovette stare attento affinché non la prendesse in pieno viso. Dentro l'aria era tutto tranne che accogliente, no vi era presente molta gente e quella che c'era non era rassicurante; un uomo sulla settantina cenava chino sul suo vassoio, con l'aria di chi non toccava cibo da settimane. Più in la sedeva una coppia, anch'essi anziani, lei grassa beveva dalla suo bicchiere in modo rumoroso, mentre l'uomo di fronte a se continuava ad ingurgitare hamburger. Carla trattenne una smorfia di disgusto, sapeva che tutto era stato programmato solo per vederla scappare a gambe levate da quel posto.
-Tutto bene?- Domandò Stefano sorridente. Osservava l'aria nauseata di Carla aspettando il momento in cui sarebbe scappata di li.
-Sì, grazie!- Diede un'occhiata ad uno dei tavoli vuoti, individuandone uno abbastanza lontano da occhi indiscreti. –Ci sediamo li?- Chiese indicandolo con la sua piccola mano delicata. Un sorriso le adornò il viso tanto che per un attimo Stefano si soffermò ad osservarlo con aria incantata. Ma prese immediatamente coscienza di se.
-Si- Rispose scrollando di dosso ogni pensiero.
Stefano ordinò per entrambi visto che Carla non sembrava mai essere stata in un posto del genere con grande meraviglia sua. Lei era un pesce fuor d'acqua in un posto simile, non conosceva quell'altro lato della società abituata ad essere sempre circondata da lusso sfrenato e false illusioni; non sapeva cosa ci fosse al di là del suo naso, non aveva mai visto la gente vera, quella che lavorava duramente guadagnandosi ciò che possedeva con duro lavoro. Dal punto di vista di Stefano aveva solo voluto vedere ciò che le interessava, solo per compiacimento personale.
-Lo hai fatto di proposito vero?- Domandò lei. Non toccò cibo, il solo pensiero che quel panino fosse stato cucinato dentro quel posto le metteva la nausea. Osservava il sorriso compiaciuto di Stefano non potendo credere avesse architettato tutto solo per metterla in una situazione di disagio come quella.
-Portarti in un posto dove tu ti trovi a disagio?- Prese un morso del suo panino rispondendo alla sua domanda poco dopo. -Si- Diede un altro grosso morso tornando a concentrarsi sulla ragazza seduta di fronte a se. Sembrava, quasi, strano vederla fuori dal suo mondo: la faceva sembrare così innocente fuori da tutte quelle oppressioni a cui era costantemente sottoposta.
-Continui a definirti diversa da tutti gli altri ma alla fine sei solo una ribelle capricciosa.- Era deciso a mettere in atto quello che si era programmato di fare fin dall'inizio; a lui non interessava uscire realmente con lei, a lui importava solo mettere a disagio quella ragazzina.
Carla rimase in silenzio cercando di capire dove volesse arrivare con quello strano gioco.
-Pensi di essere padrona del mondo nel tuo mondo ma quando non ci sei, quando non sei tra i fotografi e i red carpet diventi una normalissima ragazza come tutte le altre.- La osserva duramente mentre continuava a non rispondere alle sue provocazioni, sapeva per certo quello non era un buon segno ma voleva dirle tutto quello che pensava, adesso che poteva. –Sei solo una ragazzina capricciosa che non conosce la vita reale. Pensi di essere diversa solo per qualche stupida bravata, in realtà sei solo una ragazzina viziata Carla Sassi. Questa cena ne è la dimostrazione. Sei solo una ragazzina.- Scandì quelle ultime parole con decisione.
Fissò Carla, la quale aveva silenziosamente ascoltato ogni sua parola. Non aveva detto una sola parola mentre lui, le vomitava il suo disprezzo; secondo Stefano quello era il modo migliore per dire ad una come Carla Sassi che non poteva ottenere quello che voleva sempre e che, Stefano Delacroix, non sarebbe mai stato ai suoi piedi. Tuttavia il suo silenzio lo spiazzò per la seconda volta in quella serata, guardò con i suoi grandi occhi castani senza dire una sola parola rimanendo quasi impassibile alle sue parole dure e aspre.
Rimasero in silenzio per il resto della cena: Carla riuscì a mangiare il suo panino, nonostante lo trovasse disgustoso. Aveva permesso a Stefano di parlarle in quel modo solo perché voleva conoscere il pensiero che lui aveva su di lei, di certo non era abituata che la gente le parlasse così, lei era Carla Sassi del resto.
Stefano rimase piuttosto stranito della non reazione di Carla: adesso il suo piano portato a compimento non gli sembrò più così bello come aveva immaginato sarebbe stato; non si sentiva vittorioso e voleva solo non averle detto tutto quello che pensava. A che scopo poi? Il perché sentisse il bisogno di dirle quelle cose gli mancava. Per un solo istante ebbe il dubbio di non avere di fronte la ragazza che tutti immaginavo fosse, si sentì in colpa pensando di aver potuto avere un pregiudizio nei suoi confronti. Non era sua abitudine farlo, tuttavia quel suo carattere prepotente non gli aveva dato modo di pensarla in modo diverso, era subito stato certo della sua idea.
Accompagnati da quello stesso silenzio risalirono in auto. Carla, dopo quella plateale manifestazione di disprezzo del ragazzo, aveva deciso di non proferire parola; non c'era una valida motivazione a quel silenzio imbarazzante, ma non aveva nulla dire. Questo mise ulteriormente a disagio Stefano: ancora una volta Carla lo aveva messo in una situazione diversa da quella che si sarebbe aspettato. Ma c'era da aspettarselo da una come lei.
Carla guardava fuori dal suo finestrino con aria rilassata, le piaceva guardare la gente fuori: passeggiava tranquilla, senza doversi nascondere, godendosi ogni secondo di aria ma forse non apprezzando pienamente come avrebbe fatto lei; avrebbe tanto desiderato essere loro, libera di passeggiare indisturbata.
-Dove stiamo andando?- chiese d'improvviso.
-Volevo portarti in un altro posto- Stefano continuò a guidare non notando, perciò, il sorriso malizioso di lei.
Carla aveva perfettamente capito le sue intenzioni. -Per continuare di nuovo con i tuoi insulti? Non ci penso nemmeno, accompagnami a casa, domani mattina dovrò alzarmi molto presto-
-Ma..-
-Nessun ma, andiamo a casa- Lo zittì con tono austero.
Quando giunsero sotto casa lei decise finalmente di aprire bocca. -Ho un'intervista con il tuo migliore amico, Mirabella giusto?-
Stefano rimase di sasso a quella dichiarazione. Aggrottò le sopracciglia non riuscendo proprio a capire come lei facesse a sapere un particolare simile.
Soddisfatta della sua reazione rise. -Pensi sul serio che io non sappia nulla di te?- aveva un'aria di sfida e, per l'ennesima volta riuscì a prendere il comando della situazione.
-Hai preso informazioni su di me?- Stefano era sconvolto a quella notizia inaspettata.
-Non tecnicamente, ho chiesto a qualcuno di farlo per me. Sei piuttosto famoso nel tuo ambiente lo devo ammettere; hai reso il lavoro del mio amico piuttosto facile- il sorriso allusivo di Carla mandò Stefano in confusione, così decise di continuare la sua spiegazione.
-Dopo il nostro primo incontro, ho avuto le prime notizie sulla tua vita, i tuoi interessi, i tuoi amici. So che hai una relazione ambigua con una collega, nonché capo. Stefania De Carolis, è una donna che crede di essersi fatta da sola, ma in realtà prima di ottenere quel posto ha girato in diversi letti. Possiamo dire che è una che ci sa fare. Tu lavori con e per lei, mentre te la scopi saltuariamente. Condividi un appartamento con il tuo migliore amico Benny Mirabella, il quale lavora per New Megazine. Ed è lui che domani mi intervisterà- Sbigottito teneva gli occhi spalancati mentre la bocca gli si era prosciugata del tutto. Le parole continuavano a rimbombargli dentro la testa lasciando sempre più domande. Dopo l'innegabile stupore subentrò un'altra emozione dentro di lui, socchiuse gli occhi e sentì un caldo pervadere ogni fibra del suo corpo, esasperato da quella ragazzina impertinente.
-Pensi sul serio di poter indagare sulla vita delle persone solo per un tuo piacere?-
-Certo- fece lei disinvolta spostando una ciocca di capelli, portandola dietro le spalle. Eccola ritornata la ragazza sicura di se che Stefano detestava con tutto se stesso, non avrebbe mai potuto provare altro sentimento all'infuori del disprezzo per quella. Era ciò di più lontano possibile dal suo essere, non avrebbe mai voluto condividere nulla con lei, nemmeno l'aria che in questo momento respiravano entrambi.
-No, Carla Sassi, tu non puoi farlo!- Stefano sentì una rabbia improvvisa crescere dentro ad ogni secondo. La osservò, mentre lei manteneva quel sorriso compiaciuto in viso; era sempre più nervoso e il fatto che non fosse riuscito a metterla a K.O. neanche stavolta lo mandava ancora di più in agitazione. Non poteva e non voleva permettere lei traesse una vittoria da quella serata, avrebbe dovuto fare qualcosa affinché riuscisse a metterla in una situazione da lasciarla senza parole.
Esaminò la ragazza seduta al suo fianco, era bella così dannatamente bella che avrebbe anche potuto baciarla e non sentire altro che una forte attrazione per una così tanto bella. Aveva visto tante donne, anche Stefania aveva sempre considerato bella, prima di incontrare Carla Sassi.
Poi d'improvviso l'illuminazione.....
La guardò per un instante, un unico istante prima di afferrarla per i polsi e tirarla a se con tutta la foga che un uomo potesse possedere. La baciò, si la baciò perché solo così quel sorriso sarebbe sparito dal suo viso.
Iniziò a baciarla subito, senza nessuna esitazione; desiderare quel corpo non era certo difficile da fare, che lei fosse dannatamente bella Stefano lo sapeva benissimo. Mentre le sue labbra toccavano le sue sentiva la sensazione di desiderarla davvero: voleva sempre di più e non riusciva a contenere quella passione che lentamente emergeva dentro di se.
Ma lei? Lei lo baciava, ma non capiva cosa provasse in quel momento. Non si era sottratta, non si era tirata indietro e non aveva urlato per cacciarlo. Che Carla Sassi fosse rimasta sorpresa? Probabile, o almeno era quello che Stefano sperava.
Quel bacio sembrò non voler finire mai, ogni volta che uno dei due pensava fosse il momento di staccarsi qualcosa faceva subito cambiare idea e tornavano a baciarsi. Non si erano mossi, lui aveva continuato a tenere i polsi di lei, mentre questa stava li a permettere a quel ragazzo di avere la meglio.
Un bacio? Cosa rappresentava se non l'istinto iniziale di un uomo. Racchiudeva quello che due persone vogliono dirsi; da quello capisci esattamente cosa uno vuole dall'altro. Ed esistevano tanti tipi di bacio, ma quello? Quello, che bacio fosse, non era chiaro a nessuno dei due.
Distesi ognuno sui proprio letti non riuscivano a togliere il sapore dell'altro dalle loro labbra, il che aumentava desiderio ed entrambi non vedevano l'ora di toccarsi ancora.
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