Capitolo 5.

Costretti dagli impegnati lavorativi, Carlos e Carla, furono costretti ad abbandonare la serata prima dell'ora prevista dirigendosi direttamente verso una nuova meta in America. Richiesta nel suo lavoro erano obbligati a volare da una parte all'altra del mondo senza mai un attimo di respiro.

I pensieri di Carla per quel viaggio furono occupati dall'immagine di Stefano intento a lavorare tra le sue scartoffie seduto ad una scrivania. Lo aveva colpito immediatamente quel suo modo di fare sicuro di se, combattivo fino alla fine pur di non perdere, le piaceva perché riusciva a tenerle testa; nei suoi occhi, benché vedesse disprezzo verso lei, non trovava né paura né timore e questo era sufficiente affinché non smettesse di pensare ai suoi occhi verdi e penetranti. Pensava ai mille modi

Stava, inoltre, pensando ai mille modi per mettere Stefano in situazioni complicate, progettava piani e momenti imbarazzanti che nelle prossime settimane avrebbe potuto mettere in atto. Immaginava, già, la sua espressione quando si sarebbe trovata di fronte a quelle situazioni e le veniva da ridere; il modo in cui si alterava quando lei faceva o diceva qualcosa che ai suoi occhi era sbagliato, la diverte ogni volta.

Teneva tra le mani il suo biglietto da visita mentre decideva se telefonargli o meno ma soprattutto decidere sulle frasi da dire.

Carlos la osservava, come era suo solito fare, quell'espressione divertita che le si era stampata in viso sapeva esattamente a cosa l'avrebbe portata; nonostante non conosceva i suoi piani conosceva quell'espressione, sapeva che quell'espressione avrebbe portato altri guai. Aveva imparato a riconoscere i suoi diversi stati d'animo solo attraverso il linguaggio del corpo, consapevole non gli avrebbe mai detto cosa le passasse per testa si era visto costretto a studiare ogni suo lato interpretando ogni suo gesto.

-Carla stiamo per iniziare, sei pronta?- la richiamò. Qualcosa lo metteva in ansia mentre la osservava e uno dei possibili motivi che attraversavano i suoi pensieri lo mise in agitazione.

Carla, quando sentì essere richiamata alla realtà, velocemente si voltò verso l'uomo visibilmente infastidita; nelle sporadiche occasioni di serenità essere richiamata non le piaceva.

-Non fare quella faccia Carla, il fotografo aspetta solo te. Dobbiamo sbrigarci prima che la luce cambi, sai benissimo come funziona.- spiegò giustificandosi, ma questo non sembrava bastare. Svogliatamente si alzò dalla poltroncina dirigendosi verso il set.

Lo sfondo di una New York al tramonto esaltava i suoi colori chiari, bella e gentile incantava chiunque. Carlos osservava con attenzione ammaliato dalle sue pose costruite nel tempo divenute naturali. Nessun'altra riusciva ad essere come lei, incanta al primo sguardo, rapisce e ti fa suo anche senza volerlo. Conosceva il suo lavoro e riusciva ad essere teatrale captando con estrema facilità le richieste del suo fotografo. Lei è nata per quel mondo, pensò.

La sua bellezza la rendeva paragonabile ad un quadro di Botticelli modernizzato; la sua pelle chiara la faceva sembrare così delicata mentre nei suoi occhi scuri dove vi era un inizio ma non una fine, come due profondi pozzi.

-Pronto?- Con la voce impastata di sonno rispose al telefono imprecando sottovoce e sperando non fosse il solito Benny distrutto per l'ennesima litigata con Matteo.

-Delacroix stava dormendo?- Una voce divertita domandò dall'altro capo. Si morse il labbro trattenendo una risata che minacciava di venir fuori sdraiata sul suo letto ad osservare l'immagine di se sullo specchio di fronte. Aveva deciso di chiamare non preoccupandosi della possibilità di disturbare, spinta da un capriccio di voler sentire la sua voce.

Ci vollero pochi secondi ancora poi capì tutto. -Signorina Sassi cosa vuole?-

-Invitarla- Rispose con un pizzico di ilarità che non sfuggì al ragazzo ormai del tutto sveglio. Quella ragazza aveva la grande dote di metterlo in una situazione di instabilità mandandolo in visibilio in pochi istanti.

-Invitarla?- Stefano non capiva, ma non si stupiva. Aveva imparato in quel breve arco di tempo che capirla non era possibile, occorreva impegno e assiduità ma soprattutto voglia di farlo, cosa che per l'appunto non aveva Stefano.

-Si, ad una cena-

Un sorriso comparve nel suo viso inconsciamente. Quella richiesta seppur inusuale e inaspettata per un momento lo reso entusiasta. -Posso pensarci?-

-Assolutamente-

-Perfetto- Si sistemò meglio percependo il suono del suo respiro. Rimasero qualche minuto in silenzio: lei aspettando una sua risposta, lui non sapendo cosa dire.

-Quindi?- incalzò lei.

-Quindi cosa?-

Adesso era Carla a sbuffare nonostante continuasse a sorridere. -Ha deciso? Non mi faccia perdere la pazienza Delacroix-

-Di solito sono gli uomini ad invitare le donne, lo sa vero?-

-Col cavolo!- Sbottò. -Sono io a stabile se voglio vedere qualcuno-

Carla era inusuale anche in quei piccoli gesti tanto che Stefano non riuscì a trattenere una risata –Bene, allora non accetto-

Corrucciò la fronte, la sua piccola ruga sulla fronte ne diede la conferma. -Non le è permesso scegliere Delacroix-

Immaginarla con aria infastidita lo fece sorridere ancora una volta. -Buonanotte Carla-

-Buonanotte Stefano.- rispose lei. Riattaccò e si guardò allo specchiò la piccola ruga sparì sostituita da un piccolo sorriso. Per una qualche ragione avrebbe sperato dicesse di si, ma sapeva non sarebbe stato così semplice. Proprio per questa ragione, insieme a mille altre ancora da scoprire, a Carla sovvenne una strana sensazione di piacere. Si mise giù poggiando la testa sul cuscino ripercorrendo nella sua mente quella strana telefonata, non riusciva a smettere di sorridere e di pensare a lui.

Aveva trascorso una serata piena di mille emozioni, sorridendo ad ogni suo sguardo come non succedeva più da tempo; ascoltare il consiglio dell'amico era stato utile, finalmente lui e Matteo avevano intrapreso la strada giusta dopo tanti mesi trascorsi nel caso. C'era sempre qualcosa di sbagliato in quella relazione che apparentemente non aveva nulla che non andasse, eppure Benny sentiva in cuor suo una sensazione di inadeguatezza. Quando mise un piede dentro casa udì delle voci provenire dalla stanza di Stefano, lo sentiva rispondere a tono ma con dolcezza, quasi cercasse di rimanere duro solo in apparenza mascherando parte di se stesso. Si chiese se dietro a tutto ciò ci fosse una donna, ma sperando soprattutto quella non fosse Stefania.

Entrò in camera di Stefano senza nemmeno bussare trovandolo immerso tra i suoi pensieri con il telefono tra le mani.

-Chi ti cerca alle due di notte?- Domandò all'amico lasciandogli giusto quei pochi secondi per riprendere coscienza di se.

Rispose il telefono sul comò senza aprire ancora bocca, poi si voltò in direzione di Benny, il quale non aspettava altro che conoscere la fonte di quei pensieri affollati. –Carla Sassi-

Benny spalancò gli occhi entusiasta. -Non ci credo?- Squittì saltando addosso all'amico prendendo posto al suo fianco nel letto.

-Credici amico!- Gli occhi castani di Benny lo guardarono con ammirazione. Non riusciva a credere che il suo migliore amico potesse mai avere un contatto diretto con la donna amata da tutto il mondo, compreso lui.

-No dai sul serio? Carla Sassi? Quella Carla Sassi? Lei è magnifica!-

-E' una stronza!- Aggiunse Stefano mentre Benny continuava la sua danza della gioia senza badare all'aura negativa mandata da questo.

-Sai quanto mene freghi che sia stronza. Questa donna è il must amico mio. Cerchiamo di intervistarla da anni ormai e lei non ha mai accettato, potresti mettere una buona parola tu-

Rise schernendolo. Carla Sassi non era sicuramente sua amica, non avrebbe mai accettato di fare qualcosa per lui, tanto meno se non avesse nulla in cambio da lui ma Stefano non voleva sentirsi in debito con lei. -Scherzi vero?-

-Assolutamente no!- Concluse Benny. –me lo devi!- Lo abbracciò con estrema dolcezza, che disgustato tentò di allontanarlo in vano.

-Non ti devo nulla io- Allontanandolo bruscamente Benny cadde giù dal letto facendo ridere Stefano di gran gusto. L'espressione imbronciata che tirò fuori una volta riuscito a rimettersi in testo lo fece ridere ancora di più, tanto le sue risate potevano essere udite durante quella silenziosa notte.

-Dai Ste!- Benny con i suoi riccioli ribelli e la medesima aria imbronciata lo guardavano attendendo una risposta. Stefano non riusciva a bloccare quelle risate, stranamente si sentiva di buon umore.

Continuò a ridere ancora per un po' ma quando notò la stessa espressione dipinta sul volto del ragazzo ai piedi del suo letto, consapevole che non sarebbe mai andato via senza ottenere ciò che tanto desiderava con le lacrime agli occhi si vide costretto ad accettare. -Vediamo cosa riesco a fare. Adesso vai?-

Annuì soddisfatto, finalmente il suo sogno poteva realizzarsi e alla rivista non sarebbe mai più stato l'ultima ruota del carro. Con quell'intervista il suo futuro avrebbe certamente preso una piega diversa. Dirigendosi verso la sua camera volle prima assicurarsi che nulla avrebbe rovinato i suoi piani. -Quando uscirai con lei?- Domandò con un ampio sorriso.

-Quando vorrò, lei pensa di tenere tutto sotto controllo ma non è così-

Benny non capì esattamente il senso di quelle parole, tuttavia lui non poteva capire; solo a loro era concesso conoscere le regole di quello strano rapporto. Del resto anche essi le disconoscevano con esattezza, era un gioco dove le regole venivano decise man mano che tutto diventava più complicato, un gioco sleale ma eccitante.

Entrambi volevano tenere in mano le redini del gioco, entrambi avrebbero fatto di tutto per sopraffare l'altro, ma quando c'erano in gioco sentimenti ed emozioni le loro regole non servivano a nulla. Questo però loro non lo sapevano ancora.

Stefano non aveva richiamato Carla come Benny si aspettava avrebbe fatto, aveva deciso al contrario di aspettare, affinché trovasse il giusto modo per riuscire a prendere alla sprovvista quella ragazza, sempre fin troppo sicura di se. Se avesse detto di si, quando le avrebbe finalmente telefonata, avrebbe tentato in tutti i modi di mettere a nudo quel volto perfetto, quel corpo che ogni uomo immaginava stretto tra le proprie braccia. Stefano fino a quel momento era riuscito a destare ogni suo interesse nascondendo tutto dietro il rapporto professionale che si era ritrovato ad avere con la ragazza, ma adesso sapeva benissimo sarebbe stata dura. Carla non si sarebbe lasciata scappare l'occasione per sfruttare al meglio le sue carte, non sapeva quanto avrebbe potuto resistere davanti a tanta bellezza racchiusa dentro quel velo di mistero. Carla era tutto ciò che un uomo poteva mai desiderare da una donna, lei era perfetta e imperfetta tanto da farla somigliare ad un qualcosa di irraggiungibile a chi come lui si sentiva tanto distante dal suo mondo. Eppure era convinto che avrebbe fatto crollare quelle barriere, le certezze racchiuse dentro il suo mondo fatto solo di finte realtà e false illusioni; non si sarebbe risparmiato, avrebbe fatto in modo che Carla Sassi uscisse allo scoperto.

-Pronto Delecroix!- Carla lo sorprese con tono gioioso subito dopo pochi squilli. Aveva atteso quella telefonata con trepidazione consapevole non sarebbe stata facile come spesso accadeva.

La sua voce lo fece sorridere, in qualche modo Carla riusciva a sorprenderlo sempre, che fosse positivamente o negativamente. -Signorina Sassi salve.- Tamburellò le dita sul volante aspettando scoccasse il verde fermo al semaforo. –Volevo chiederle se le andava di uscire questa sera con me a cena..-

Carla rise immediatamente accavallò le gambe sul tavolo di fronte a se attorcigliando una ciocca di capelli con le dita della mano. -E lei crede davvero io verrei a cena con lei, dopo aver ricevuto il suo rifiuto nemmeno una settimana fa?-

Sospettando avrebbe potuto ottenere una risposa simile da parte sua, aveva già organizzato tutto prendendola così in contro piede. -Non le è concesso rifiutare, sono già in macchina. Le concedo cinque minuti per inviarmi il suo indirizzo e prepararsi- Stefano aveva deciso di prendere la situazione in mano, se mai le avesse concesso il comando avrebbe firmato la sua condanna a morte.

-Perché?- Domandò invece lei differentemente a quanto si sarebbe aspettato Stefano. Il suo sorriso vittorioso svanì di fronte a quella domanda.

–Perché cosa?-

-Perché dovrei uscire con lei questa sera, mi dia solo una valida ragione- Proseguì seria.

Stefano ci pensò qualche istante: mille risposte iniziarono a farsi largo nella sua mente, ma nessuna sembrava essere quella giusta. Il perché lui avesse deciso di uscire con lei era chiaro a se stesso, certamente però non avrebbe mai potuto dare una risposta simile a lei, doveva trovare una risposta sincera ma che fosse sufficientemente allettante. Poi d'improvviso eccola li, chiara e nitida: -Sono l'unico che non ha paura di lei-

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