Capitolo 49.
Matteo e Benny, passeggiando tranquillamente per le vie di Milano, erano felici di ritrovarsi dopo quella prima volta, nel quale entrambi erano stati bene.
Da quella occasione, molte cose erano cambiate nel giro di poco tempo stravolgendo completamente la vita di Benny e tutti coloro i quali erano stati coinvolti in quel vortice di eventi. Sembrava che le vite di tutti fossero state investite della stessa tensione e angoscia che Carla Sassi portava dentro di se, come se chiunque avesse un contatto diretto o indiretto con lei fosse tenuto a soffrire di conseguenza. Non che questo fosse davvero quello che pensava, eppure non poteva certamente non considerare anche questa stupida ipotesi nelle mille fatte durante quell'arco di tempo, da quando Sofia aveva preso la sua scelta e lui coscienza che mai avrebbe potuto sopportare affronto peggiore. Si sentiva tradito dall'unica donna che avesse mai amato, non riusciva a sentire quel senso di dolore dovuto dalla sua mancanza, nonostante avesse pensato più volte come si sarebbe sentito se avessero tentato di riconciliarsi.
Ma questo non era accaduto.
Sofia non sembrava più far parte della sua vita e lui in qualche modo non sentiva il bisogno di lei né ne aveva più voglia. Si sentiva provato e deluso.
-Va tutto bene?-
Benny sorrise in risposta allo sguardo accigliato di Matteo. I suoi occhi chiari lo guardavano attentamente, scrutando nei suoi quel pensiero triste, che sembrava turbarlo. –Si, tutto bene-Ripose sentendosi bene, nel sapere che Matteo era li con lui.
Si guardò attorno. Le luci soffuse di quella giornata, ormai volta al termine, lo rendevano sereno. L'inverno portava con se tante altre sensazioni piacevoli, nonostante il freddo. –Questo Natale potrebbe nevicare, no?-
Sollevò gli occhi al cielo, osservando anche lui quello che li circondava. –Non possiamo ancora saperlo-
-A me piacerebbe-
-Cosa? La neve?-
Benny annuì. –Vorrei un bel Natale bianco quest'anno-
Matteo lo guardò quando parlò, sollevando di nuovo gli occhi al cielo proprio come stava facendo in quel momento Benny. Sentiva che poteva essergli amico in qualche modo; nonostante sapesse questo sarebbe stato difficile, aveva voglia di rimanergli accanto in un modo o nell'altro. Era stato fin troppo importante per lui, non riusciva a cancellare quanto avevano insieme condiviso e quanto avrebbero potuto ancora condividere se gli fosse rimasto al fianco, semplicemente in amicizia.
Non aveva fatto nessuna domanda su Sofia, ma sapeva tra loro le cose non andavano più bene. Non conoscendo la natura dei fatti preferiva che Benny decidesse da solo se renderlo partecipe di quanto ci fosse tra loro aiutandolo qualora glielo avesse chiesto.
-Ti vanno due caldarroste?- Indicò l'uomo appostato ad un angolo della strada, con il suo camioncino grigio e le sue caldarroste invitanti.
-Molto-
Fabrizio sbucò in camera della sorella sapendo che avrebbe trovato Sofia, distesa in quel letto con lo sguardo rivolto allo schermo del computer.
–Cosa fai?- Le domandò con una punta di scherzo, prendendo posto al suo fianco in un balzo, mentre lei se ne stava ferma intenta a scrivere.
-Sto cercando informazioni su Carla, tengo un blog su di lei. Raccolgo informazioni e parliamo di come sia bella e intelligente- Disse, prestando attenzione alle ultime notizie appena ricevute.
-Ma tu conosci già mia sorella, non ha molto senso!- Scherzò ancora Fabrizio iniziando a ridere. Portò la testa indietro mettendo comodamente la testa su uno dei cuscini bianchi.
-Lo so, ma lo facevo anche prima di conoscerla. Non voglio la gente creda io sia una snob-
-Sanno chi sei?-
-La sorella di Stefano Delacroix? Suppongo di no. Se lo avessero saputo i like sarebbero decisamente aumentati- Sghignazzò.
Stefano si avvicinò corrucciando la fronte curioso di conoscere ciò di cui lei stava parlando. –Ma ne hai tanti!- Le fece notare stupito.
Questa scrollò le spalle. –Abbastanza-
-E adesso di cosa parlate?-
-Hanno visto Carla a Londra, in compagnia di...-
-Adrien- Le rubò le parole di bocca ed entrambi divennero seri.
Carla e Stefano sembravano ormai aver deciso di mettere un punto alla loro relazione. Da diverse settimane Carla non era più tornata in Italia, trascorrendo la maggior parte del suo tempo a Londra, in compagnia di Adrien. I due erano stati avvistati un po' dovunque e lei sorrideva, felice di trovarsi al suo fianco.
-Mi dispiace molto per mio fratello- Sofia era stata così tanto presa da se stessa, che non aveva voluto intromettersi tra lei e Carla.
-Suppongo che dispiaccia a tutti So', ma dobbiamo occuparci delle nostre vite- Poi si voltò a guardarla. I capelli erano stati legati in una coda alta, così che il suo viso venisse messo in evidenza e, nonostante l'abbigliamento informale, appariva comunque bella. –Ti va se andiamo a cena fuori?-
Sofia rispose mostrando una smorfia di disapprovazione. -Non possiamo ordinare qualcosa in casa? Non ho voglia di uscire- I suoi occhi erano fissi sullo schermo, sembrava non essersi accorta del modo in cui Fabrizio continuava a guardarla, così preso da lei.
-Ok, se preferisci rimanere in casa. Prenderemo delle pizze-
-Perfetto, ma se tu hai voglia di uscire vai pure- Continuò.
-So'?- La chiamò.
Per la prima volta Sofia spostò la sua attenzione su di lui.
–Pensi sul serio abbia altre persone con cui passare del tempo? Sono stato via non so quanti anni, quanti amici pensi mi siano rimasti?-
Fabrizio sorrise ma Sofia no. Anche lui, tanto quanto lei, era sola. –Scusa-
-Non ti preoccupare, ordino le pizze-
Ci vollero solo pochi secondi, giusto il tempo che Fabrizio abbandonasse il posto al suo fianco. –Fabri?- Si affrettò a richiamarlo, prima che lasciasse la stanza. -Ho cambiato idea. Usciamo!- Scivolò giù dal letto con un meraviglioso sorriso stampato in viso. –Ho voglia di divertirmi!-
Carla passeggiava in casa di Adrien, a piedi nudi, svogliando una rivista di moda annoiata attendendo la cena.
-Io ho fame!- Urlò facendo affinché la sentisse fin dal salotto, mentre lui armeggiava tra pentole e stoviglie.
Il ritorno inaspettato di Carla gli aveva regalato inaspettatamente quel sollievo di cui da troppo tempo era alla ricerca: consapevole che le ragioni di lei fossero diverse dalle sue, godeva di quegli attimi attendendo che arrivasse la svolta. Era giunta fin li speranzosa che i sensi di colpa svanissero una volta ottenuto il suo perdono, ma c'era ben altro dietro a questi e il solo perdono non avrebbe reso il dolore meno incessante nonostante le speranze in apparenza li rendessero così.
-Honey be silent, I'm cooking!- Eterno sognatore, Adrien sperava che tutto quello che lo aveva sempre fatto sentir incompleto potesse sparire, includendo anche il passato tra lui e Carla.
Oltre ai sensi di colpa, in lei, vi era anche la paura di andare avanti e il suo legarsi di continuo al passato non solo le impediva di dimenticare ma in qualche misura anche di amare ancora. Ma in qualche modo se avesse amato di nuovo i sensi di colpa sarebbero cresciuti, del tutto convinta che non meritasse l'amore. Un cane che si mordeva la coda da solo, ancora.
-Fuck!- Carla, allarmata, lo raggiunse in cucina.
Bruciandosi con una pentola bollente sventolava una mano dolorante. Sorrise. -Adrien, dovresti sapere di non essere mai stato bravo in cucina-
-Pensavo di poter provare per una volta-
Si avvicinò lentamente, assaggiò un po' di salsa con un dito portandolo alle labbra e inumidendole delicatamente. Chiuse gli occhi gustando il delizioso sapore che le invase le papille gustative, -I'ts good!-
Adrien mostrò un sorriso enorme allargando il petto fiero della suo piatto ben riuscito.
-Cosa dovrebbero essere quindi?-
-Pasta al sugo!- Confermò con la medesima fierezza.
Tuttavia la risposta di Carla fu una fragorosa risata, che lasciò il ragazzo perplesso. Il suo meraviglioso sguardo felice e fiero fu sostituito da uno deluso. –What?-
-It's not pasta, Adrien-
-Yes, It's pasta-
-No, It is..-. Carla osservò il piatto di fronte a se: l'aspetto non era granché però il sapore era buono. Poi tornò di nuovo su Adrien, decisa che in fondo poteva anche essere della pasta. –It's pasta- Confermò vedendolo tornare felice come un bambino.
Quell'attimo le regalò un flash: lei e Stefano in cucina. Tutte le volte che lui aveva deciso di cucinare per lei con un sorriso che le scaldava il cuore. Ricordò come si sentisse felice e quello che stava vivendo adesso non era nemmeno lontanamente paragonabile. Sentì un profondo vuoto dentro al petto, una profonda nostalgia la invase e la gioia di quel momento svanì portandosi via il suo sorriso.
-Ci mettiamo a tavola?- Le domandò, voleva aiutarla ad andare avanti nonostante non avrebbe mai saputo la ragione di quel cambiamento d'animo.
Lei annuì, non era lo stesso se al suo fianco non vi era l'unica persona che avrebbe voluto ci fosse.
Fabrizio osservò Sofia venire giù nel suo tubino blu. Poggiato ad un braccio teneva un cappottino bianco che indossò subito dopo avvolgendovi il suo corpo esile.
-Wow!- Esclamò estasiato
La bellezza che le era stata donata lasciò Fabrizio privo di ogni parola, poteva solo immaginare come ci si poteva sentire quando una ragazza come Sofia aveva occhi solo per un unico uomo e quasi se ne rattristò sapendo che quello non sarebbe stato ancora per molto lui.
Alla fine trascorsero la loro serata, ridendo e scherzando, come accadeva oramai nelle ultime settimane tra loro, dimenticando i problemi attorno, assaggiando nuove pietanze e raccontandosi reciprocamente aneddoti divertenti ma passati. Erano cambiate così tante cose nel giro di pochi mesi che quasi Sofia non si riconosceva più, seduta a quel tavolo in compagnia dello splendido ragazzo di fronte a se. Osservava i suoi lineamenti del viso e, nonostante credesse fossero i più belli mai visti prima, non riusciva a smettere di pensare a quelli dell'altro, quelli che lei definiva buffi ma intriganti. Con lui aveva condiviso molto, tanto, in tutto quel tempo, eppure adesso era li con un altro, uno che forse sarebbe potuto essere parte del suo futuro, se solo lo avesse voluto.
Benny prese un sorso di vino prima di parlare. –Penso che dovrei scrivere un nuovo pezzo su Carla Sassi-.
-Perché?-
Alzò le spalle non conoscendo la risposta a quella domanda, eppure voleva ancora una volta scrivere di lei, raccontare qualcosa che le appartenesse, il mistero che la circondava lasciava tutti con il fiato sospeso. –Qualcosa di nuovo, un romanzo magari!-
-Certamente una ragazza comunque!- La prese in giro Matteo.
-Una ragazza atipica-
-Come lo intitoleresti un libro su Carla Sassi?-
Benny ci pensò un momento, ma era bene deciso su quale sarebbe potuto essere. -Rebel, La Monnalisa del ventunesimo secolo-
Adrien osservava Carla rivolgendo dopo la sua attenzione alla seconda ragazza seduta con loro. Vedeva il modo in cui Carla si rapportava a lei mostrandosi attenta ad ogni sua richiesta. Si preoccupava continuamente non le mancasse nulla, si assicurava non si trovasse a disagio. Aveva notato il cambiamento di umore repentino, che gli fece dubitare della sua situazione di salute: più volte aveva assistito a ciò illudendo se stesso che potesse far qualcosa e dovendo infine ammettere che non avesse alcuna possibilità. Conoscendola aveva imparato cosa la facesse star bene e cosa invece la infastidisse e sapeva che prima di un'altra ricaduta avrebbe toccato l'apice. Il problema era capire quando questo sarebbe potuto avvenire.
Pensò perfino che il legame instaurato con Annabelle fosse causa di una possibile ricaduta imminente.
-Allora Annabelle, raccontami di te Gli occhi chiari della ragazza si voltarono verso lui, lo fece sembrare quasi inadeguato. Sapevano farlo sentire marcio dentro talmente fossero limpidi.
Sollevò le spalle intimidita. -Non ho molto da dire, in realtà-
-Annabelle è una mia amica Adrien, non aver paura di lei- Lo schernì Carla.
Adrien sorrise nel suo solito modo affascinante. –Vado a prendere da bere!-
Fino a quando non avrebbe conosciuto quella ragazza, anche lei poteva essere una minaccia e teneva così tanto a Carla che il pensiero lo tormentò fin dall'inizio di quella strana serata.
Annabelle guardò Carla quando Adrien le lasciò sole. Il locale era abbastanza vuoto da permettere alle due di parlare in un tono normale, in più le guardie del corpo avrebbero tenuto alla larga intrusi, accaparratrici di copertina in compagnia della celebre it girl.
-Stai bene?-
-Si, perché?-
-Non sembrerebbe-
-Da cosa lo deduci?- Annabelle aveva la dote di leggerle dentro.
-Siamo qui, seduti ad un tavolo in compagnia di Adrien- Asserì allargando le braccia.
–Mi sento in colpa-
-Per cosa?-
-Per quanto gli ho fatto, non posso lasciarlo adesso-
-Non puoi caricarti del dolore altrui-
-Sto provando ad aiutarlo-
-Devi provare ad aiutare te stessa invece- Fu dura, ma doveva farlo. -Il tuo cuore non appartiene a lui, tu hai bisogno di te stessa Carla, il vostro è un amore finito, frantumato da ricordi dolorosi che faranno comunque male-
Carla spostò la sua attenzione alla sala, c'era gente seduta a chiacchierare divertendosi, altri ballavano trascinati dalla musica di sottofondo. -Non è così facile-
-E' più facile di quanto tu creda- Girò lo sguardo cercando il ragazzo che stava ancora li al bancone, abbastanza distante da loro per permetterle di continuare la loro conversazione in santa pace.
-Dovrei lasciarlo un'altra volta?-
-Devi solo prenderti la tua parte di felicità. Hai delle colpe, ma queste non ti devono obbligare a rimanere infelice per sempre-
-Io sono malata-
Annabelle sorrise. –Lo siamo tutti-
Quando Adrien tornò al tavolo Carla non c'era più, Annabelle rimasta seduta osservava la gente. Il bicchiere che tratteneva in un mano quasi gli cascò.
-Where is her?- Domandò allarmato.
Annabelle serena gli sorrise. -I'think she's trayng to be happy.
Adrien non aggiunse altro. Aveva perfettamente capito fosse solo una questione di tempo, che Carla aveva solo bisogno di capire cosa volere da questa vita, la quale da lei aveva solo voluto il peggio. Guardò Annabelle non più con sospetto. Prese un sorso del suo drink godendosi la serata, aveva fatto quanto gli era stato possibile fare, ma adesso lei doveva riprendere in mano la sua vita se avesse avuto la forza di farlo, nessuno avrebbe potuto più aiutarla, né Annabelle né lui e ne Stefano.
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