Capitolo 42.
Quel giorno, Carla, lo trascorse ridendo.
Fabrizio le fece ricordare come era essere la sorella di qualcuno. Sapere fosse tornato per rimanere fu un'incredibile gioia tanto che, durante la loro passeggiata, più volte chiese se quello fosse reale e se lui fosse veramente li.
Ci furono molte interruzioni durante la loro passeggiata a Central Park, ma questo non la infastidì; concedendosi, di tanto in tanto, a qualche scatto in compagnia di fan che la riconobbero per strada.
Fabrizio fu divertito dalle sue mille facce buffe e dai suoi sorrisi contagiosi, mentre passeggiava in sua compagnia ricordando i vecchi tempi ormai dispersi nel cassetto dei ricordi. Ma stavano recuperando o almeno era quello che si erano imposti di fare da quando avevano deciso di partire insieme, quando lei gli aveva proposto di seguirlo in questo viaggio di lavoro.
Carla addentò un panino ascoltando il racconto di Fabrizio. -..Vedi quei bambini felici davanti ad una semplice foto e ti domandi se esiste qualcosa di davvero superiore, che decide a chi dare tutto e chi niente-
Voltò lo sguardo verso Carla e non poté trattenere una risata. -Sei un'ingorda!- La prese in giro.
-Ehi!- Cinguettò parlando a bocca piena. -Ho fame!-
-Mangi troppo Carla Sassi, come puoi essere la top model number one, se mangi come un elefante?-
Fabrizio continuò a ridere senza trattenersi, enfatizzando le parole con finta voce altezzosa ridicolizzando sul suo mondo e su chi fosse Carla Sassi.
-Guarda che io posso mangiare tutto quello che trovo e non ingrassare mai!- si difese.
-Sì, immagino sorellina!-
Le afferrò il collo con un braccio e l'avvicinò a se. I loro sorrisi sembravano formarne uno solo e quel momento venne immortalato dal cellulare di Fabrizio.
-Mio!- Urlò.
-Ma non puoi fare foto a tradimento!-
Le mostrò la foto come se fosse un trofeo.
-Sono anche venuta brutta!- provò a strapparglielo di mano ma invano fu più veloce iniziando a correre sventolando quella foto.
-Adesso la metto su Instagram, vedrai quanti fans mi becco!- Rise come un pazzo mentre Carla non smetteva di urlargli che, se avesse anche solo provato, avrebbe sporto denuncia.
-Non saresti capace!-
Carla si fermò, portò le mani ai fianchi con aria minacciosa. -dispongo del miglior avvocato, nonché mio fidanzato, sono Carla Sassi e se voglio quella foto sparirà dal tuo telefono tra pochi secondi-
Fabrizio non si lasciò impaurire da quelle parole. La guardò con aria di sfida ma scherzoso, le puntò un dito contro e le disse: -Carla Sassi, tu non mi fai paura!-
Così tornarono a correre e a urlare attirando l'attenzione di molti ma totalmente indifferenti a tutto ciò.
CARLA SASSI E IL FRATELLO FABRIZIO: FELICITA' IN CASA SASSI.
CARLA A CENTRAL PARK IN COMPAGNIA DEL FRATELLO.
FRATELLO E SORELLA. DI NUOVO INSIEME, DOPO TANTO TEMPO. CARLA SASSI FELICE.
Fabrizio sventolò sotto gli occhi di Carla le riviste trovate, mentre lei gustava la sua tazza di tè fumante seduta sul balcone della sua suite, dopo l'intera mattina trascorsa in giro. Sollevò gli occhi e guardò il fratello sedersi al suo fianco con aria scocciata.
-Che succede?- Domandò tranquilla.
-Le foto, guarda. Non hanno smesso di fotografarci tutto il tempo- Rispose infastidito.
A quello non si sarebbe mai abituato. La vedeva come una violazione della sua privacy. Ma a Carla questo non interessava.
-Beh, stiamo bene-
Poi voltò lo sguardo verso il cielo di Londra, ammirando come quella città fosse così cupa e bella allo stesso tempo.
Lei era così? Indubbiamente bella, ma cupa? In passato lo era stata, ma adesso si sentiva una persona nuova, migliore, felice e speranzosa verso il futuro.
Fece una smorfia voltando anche lui lo sguardo in direzione della città. -Hai più rivisto Adrien?-
-No- Rispose secca.
-Io vorrei rivederlo, siamo molti amici e lui potrebbe darmi una mano con il lavoro. Cosa ne pensi?-
-Fa pure- Continuò.
Lui era morto, Adrien era morto per sempre per quanto le riguardava. Stava credendo di poter vivere anche senza quello, adesso.
Benny sorseggiava il suo bicchiere di vino rosso, seduto ad un tavolo da solo osservando la gente attorno a se. Volti felici, spensierati, quattro chiacchiere tra amici, due fidanzati che si prendevano per mano.
Proprio per tutto quell'astio nei confronti della quadretto felice, quella sera si era deciso che uscire da solo sarebbe stata un'ottima idea; schiarendosi le idee avrebbe trovato una soluzione a quanto era accaduto nelle ultime ore nella sua vita e avrebbe potuto pensare ad una soluzione che potesse in qualche modo salvare la relazione con Sofia.
Non riusciva a capacitarsi, dopo tutto quello trascorso, lei si rifiutasse di creare una famiglia insieme a lui; doveva essere la realizzazione di un sogno quello, l'emblema della felicità stretta tra le mani. Sofia però aveva deciso di non volerla, di lasciarsi scivolare tutto per una ragione ancora del tutto inspiegabile dal suo punto di vista.
La sua era sicuramente paura, non aveva dubbi in proposito ma Benny le sarebbe rimasto sempre al fianco, non l'avrebbe mai lasciata sola e qualsiasi scelta avesse deciso di prendere loro, tutti insieme, sarebbero rimasti uniti come facevano le famiglie.
-Posso sedermi qui con te?- Una voce lo richiamò dal suo mondo, sollevò lo sguardo verso l'altro e rivide chi non si sarebbe mai aspettato di rivedere.
-Ciao- Disse quasi del tutto scioccato. Rivederlo non credeva fosse possibile, soprattutto in un momento simile sembrava il momento peggiore.
-Ciao- Rispose sorridendo. Lo aveva visto a quel tavolo, mentre lui sedeva con un gruppo di amici e alla fine non aveva resistito; infondo salutarsi non significava nulla, potevano essere dei buoni amici adesso che lui era tornato a sorridere.
Era stato male, tanto male: sofferto e pianto quando il dolore si faceva insopportabile dentro di lui, ma ora era cambiato, si era convinto che, per lui fuori, c'era sicuramente qualcuno che meritasse il suo amore più di quanto non avrebbe mai potuto fare Benny. Poi lo aveva visto perso tra i suoi pensieri, così l'odio e il rancore furono sostituiti anche essi dalla voglia di far vedere quanto lui fosse forte, anche senza di lui al suo fianco.
Benny rimase ancora senza parole. -Posso sedermi?- Abbassò lo sguardo verso la seduta di fronte a lui e annuì.
Matteo prese posto e lo fissò alcuni secondi, costatando se quello che si era immaginato di vedere da lontano era vero: due occhiaie profonde, marcavano il suo viso, un'espressione spenta sostituiva il sorriso che lo aveva sempre caratterizzato. -Va tutto bene?-
Benny mostrò un debole sorriso, sollevò le spalle. -Quasi, o almeno si tenta-
-Benny, non ti ho mai visto così-
-Così come? Triste? Preoccupato? Angosciato? Avresti una vasta scelta. Scegli solo quale preferiresti vedere- Rise di se e di quello che aveva fatto di se stesso.
Era irriconoscibile, non solo per gli altri, si guardava allo specchio e vedeva una persona, che non era lui. Il Benny Mirabella che tutti conoscevano era sparito per sempre.
-C'entra qualcosa con Sofia?-
-Si e no, ma non ho voglia di parlarne- I suoi occhi incontrarono quelli verdi di Matteo e si sorrisero imbarazzati dall'assurda situazione che si trovavano a condividere. -Vuoi prendere qualcosa?-
Matteo voleva dire di no, dire che il suo gruppo di amici lo stava aspettando ma non ebbe il coraggio di farlo, così sorrise e annuì chiedendo un vino rosso. -Vediamolo come un ritorno ai vecchi tempi, in cui due persone profondamente legate l'uno all'altro, trascorrono del tempo insieme parlando della loro vita. Cosa ne pensi?-
Benny rimase in silenzio. Quelli erano i loro momenti di felicità, quando dopo una lunga giornata di lavoro, lui e Matteo prendevano un calice di vino ciascuno e iniziavano a parlare, a raccontarsi e condividere pensieri come una normalissima coppia innamorata e felice.
-Penso sia un'ottima idea- Sollevò il suo bicchiere proprio quando un cameriere versò del vino rosso in un calice per Matteo.
-Cin cin- Brindarono a loro stessi, alla rivalse, alla felicità e a chi non li meritava.
Quando Carla entrò dentro casa il telefono le squillò, Fabrizio si gettò sul divano distrutto domandole chi fosse.
-Pronto?- Disse incerta.
-Pronto Carla, ciao sono Sofia- La sua voce era flebile.
-Ciao Sofia!- -E' successo qualcosa?-
-Volevo chiederti un favore...-
-Dimmi tutto-
-Potrei venire a stare da te per un periodo, ho bisogno di un posto per dormire che non sia questa casa. Stefano non sa nulla e io e Benny ci siamo lasciati. Ho pensato che avresti potuto darmi una mano, io non conosco nessun'altro- La sua voce tremò, si sentì triste e sola quando quella verità fu detta ad alta voce. Era giovane, bella, intelligente ma non aveva una vita, non aveva delle amiche, non aveva nessuno che contasse davvero nella sua vita e si sentì sola, tanto sola.
-Sofia, stai tranquilla. Vieni da me, non ci sono problemi-
-Sei sicura?- Le domandò lei piangendo.
-Ne sono sicura- Rispose Carla decisa che per la prima volta si sentì utile a qualcuno, non era lei quella a dover essere salvata ma un'altra persona e seppur lo tenne solo per se quella rappresentò una piccola soddisfazione.
-Quindi alla fine lei ha deciso che non sa se tenere il bambino?- non le aveva parlato, non l'aveva nemmeno guardata più negli occhi quando la sera precedente lei era andata via. Matteo era la prima persona a cui raccontava tutto.
-A quanto pare- Disse osservando il suo ennesimo bicchiere di vino vuoto. -Ho bisogno di bere altro vino!- Concluse.
-Vai a casa Benny, hai bisogno di riposare e magari di parlare con lei- In un gesto involontario prese la mano di Benny stringendola forte alla sua. -Chiarirete- Lo confortò nascondendo quel dolore che c'era ancora, quello di chi deve rimanere forte quando l'uomo che ami non è tuo e sai per certo non ti apparterrà mai.
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