Capitolo 40.

Famiglia.

Fra loro rimangono uniti, perché è questo quello fa: rimanere uniti, nonostante le incomprensioni.

Amarsi reciprocamente, senza mai dimenticarsi di nessuno.

Muoversi in simbiosi, quando uno di loro ha bisogno del resto del gruppo.

Incondizionatamente legati da un profondo legame di rispetto.

Garantire la pace e la serenità, quando vi è bisogno.

Libertà di sbagliare, consapevoli che non rimarranno mai soli.

Incredibilmente intimi.

Amore: Questa è la famiglia.


Alessandra aveva imparato che bisognava contare sulla famiglia, perché tutti ci sarebbero sempre stati: nel bene o nel male, la famiglia sarebbe rimasta unita. Compiendo quel viaggio con il solo obiettivo di star vicino ai suoi figli, aiutarli, sostenerli, immetterli sulla giusta via. Ma loro erano cresciuti, non erano più i bambini che aveva lasciato diverso tempo fa, non erano più disposti a lasciarsi aiutare. Volevano farcela con le loro forze, Stefano e Sofia, con testardaggine e caparbietà sostenevano di voler cavarsela da soli. Così, alla fine, si era lasciata convincere da Piero che questa fosse la scelta migliore, lasciarli sbagliare e aiutarli qualora ne avessero mai avuto di bisogno.

-Credi sia giusto?- Strinse le spalle accolta dall'abbraccio di Piero.

-Tesoro, sono grandi ormai.-

-Pensi abbiamo fatto un buon lavoro?- Domandò preoccupata. Sollevò il capo sfiorando quello di Piero. Prendendo un profondo respiro il petto si sollevò e abbassò lentamente.

-Suppongo di si. O almeno così sembra-

Nel salotto distesi sul divano letto contemplarono il silenzio, immaginandosi cosa sarebbe potuto accadere un giorno ai loro figli, in quelle vite così complicate e piene di problemi.

-Dovremmo organizzare una cena, che ne pensi?- Propose Alessandra.

Piero spostò lo sguardo sulla donna confuso. -Una cena?-

-Sì, una cena con i nostri figli. Solo noi!- Esclamò entusiasta. –Potrebbe essere un buon modo per dire loro che abbiamo deciso di lasciarli fare e che torniamo a casa. No?-

-Torniamo a casa?- Chiese ancora più confuso Piero. –Quando hai preso questa decisione?-

-Adesso Piero. Cosa pensi faccia tutto il giorno? Penso ai miei figli e sono giunta a questa conclusione. Torniamo a casa nostra-

La guardò divertito e ancora innamorato della stessa donna da ormai tanto tempo. I suoi occhi e il suo entusiasmo non lo lasciavano mai inerme, qualcosa nasceva quando si prodigava verso il prossimo. Forse per questa ragione Stefano era diventato così, identico a sua madre. Anche lui non faceva altro che aiutare chiunque ne avesse bisogno, un indole così uguale che quasi lo preoccupava. Stefano avrebbe avuto anche lo stesso temperamento e forza di sua madre? La forza apparteneva più a Sofia di fatto. Forte e cocciuta.

-Domani lo diciamo ad entrambi. Cosa ne pensi?-

Serviva a tutti chiarirsi e spiegarsi perché, da quando loro erano arrivati, non si era fatto altro che discutere e discutere senza mai giungere ad un punto. Quella sarebbe stata la volta decisiva, dopo di che ognuno avrebbe fatto da se.

-Perfetto-

-Buona notte tesoro- Piero si abbassò sfiorandole le labbra delicatamente, inspirando il profumo, che lo aveva follemente fatto innamorare trent'anni fa. Conoscerla era stato una delle sue più grandi fortune quanto quella di essere amato.

-Buona notte-


Fabrizio osservava la sorella attentamente studiando i suoi gesti e le sue posizioni mentre lei lavorava diligentemente. La sua piccola Carla era cresciuta, diventata una splendida donna, e sembrava aver fatto un ottimo lavoro nella sua vita.

Avrebbe dovuto parlarle però, raccontarle quanto era accaduto nella sua vita e dirle cosa fosse successo in questo ultimo periodo. Si sentiva meschino nonostante avesse comunque preso la sua decisione e avrebbe certamente aiutato sua sorella a risolvere quei problemi, del quale lei sembrava esserne all'oscuro.

Come poteva però fidarsi ciecamente di qualcuno, se quel qualcuno non era quello che voleva farle credere? La conosceva, sapeva quanto avesse difficoltà a fidarsi della gente e di chi le stesse attorno, eppure in questa circostanza sembrava essersi lasciata andare.

Si sistemò sulla panca poggiando la testa su una mano e il gomito sul ginocchio, continuando a contemplare la figura di fronte a se, incantato da tanta meraviglia. Rappresentava quello che ogni ragazzina voleva essere nella propria vita, osannata e ricercata dal mondo tuttavia non era felice come lo era quando Stefano Delecroix le girava attorno.

-Allora?- Lo chiamò avvicinandosi allegramente, avvolgendosi attorno un accappatoio di seta blu scuro. –Vogliamo andate a pranzo insieme?-

Fabrizio sollevò gli occhi prima di darle una risposta. –Potrebbe essere una buona idea- Poi si fece serio. –Ho bisogno di parlarti Carla-

-Lo faremo a pranzo- Con disinvoltura si allontanò, mentre con lo sguardo lanciò un ultimo sorriso al fratello.

Lui fece lo stesso, infine fissò lo studio attorno a se. Forse sarebbe potuto tornare a lavorare anche lui. Essere un fotografo professionista era il suo sogno di sempre, e in tutto questo tempo aveva raccolto innumerevoli scatti di ogni genere, la sua esperienza era raccolta in quei ritratti di vita quotidiana. La sua vita sarebbe potuta ricominciare dove l'aveva interrotta, vicino alla sorella che lo aveva sempre aspettato.


Quella sera si ritrovarono tutti e quattro seduti ad un tavolo: due felici di essere li, gli altri straniti da quell'insolita richiesta. Stefano guardò Sofia chiedendole se lei sapesse qualcosa del perché si trovassero li, ma quando quella scrollò la testa ignara quanto lui del perché voltò la sua attenzione ai genitori. Osservò sua madre, spensierata e allegra, controllare la lista dei vini decisa che quella sera avrebbero brindato.

Ma a cosa? Era la domanda a cui Stefano non sapeva dare risposta.

Girò lo sguardo in direzione di suo padre che, con lo stesso entusiasmo, cercava di iniziare una conversazione dai più svariati argomenti.

Infine tornò su Sofia, seria, cupa e con l'espressione del viso che diceva chiaramente qualcosa.

La sua famiglia sapeva essere piuttosto strana in alcune circostanze e in quella precisa sembrava esserlo ancora di più.

-Volete dirmi cosa ci facciamo qui o provo ad indovinare?- Stanco di aspettare prese l'iniziativa.

Sofia lo guardò intimorita. Gli occhi verdi erano sgranati e preoccupati, come se qualcosa fosse accaduto e qualcuno stesse per svuotare il sacco.

Dall'altro lato si aveva, invece, l'espressione opposta.

-Volevamo semplicemente trascorrere una serata con i nostri figli- Dichiarò Alessandra stringendo la mano di Piero che sorrise di rimando, Stefano e Sofia erano ancora più straniti.

-Sì, ma perché?- Domandò Sofia, quando capì non sarebbe stata oggetto dei loro argomenti.

-Perché pensiamo sia giunto il momento di tornare a casa, lasciarvi il vostro tempo, sbagliare, crescere, e sbagliare di nuovo ma vogliamo prima trascorrere una serata in famiglia. Non sappiamo nemmeno se ci rivedremo presto tutti e quattro insieme-

Sofia tentò un sorriso quasi sollevata, mentre Stefano ne fu infastidito.

Sbagliare? Crescere? Aveva ventisei anni oramai, aveva sbagliato, era cresciuto e adesso viveva da solo. Cosa poteva cambiare nella sua vita?

-Non capisco- Rispose. -Vivo ormai solo da diverso tempo e non mi pare di avere avuto bisogno del vostro aiuto o quando stavate via per mesi interi e io rimanevo ad occuparmi di una bambina. Non mi pare che in quella circostanza aveste remore di alcun tipo. Sbaglio?-

-Tua madre voleva solo chiarire che tornerà ad essere la solita madre occupata alle sue cose senza intromettersi nelle vostre vite Stefano-

-Ah beh... ed era necessaria una cena?-

-Sì- insistette Piero in disappunto con il figlio arrogante e prepotente mai visto prima. -Tua madre ci teneva e sinceramente anche io-

-Pensavamo solo sarebbe stato carino Tesoro-

-Stefano voleva solo dirvi che avreste potuto farlo diverso tempo fa- Sofia lo difese. Guardò Stefano con la coda dell'occhio irrigidirsi. -È solo stanco- Concluse.

-Certo- Piero preferì lasciar perdere. Era chiaro che Stefano stava mettendo a dura prova se stesso iniziando una relazione con quella ragazza piena di problemi, convinto però che avrebbe sempre realizzato i suoi obiettivi continuò con la sua filosofia.

Alessandra sorrise e pregò silenziosamente: se c'era una cosa che non avrebbe mai perdonato alla signorina Carla Sassi era il cuore spezzato del figlio. Era difficile poter essere dei bravi genitori, soprattutto quando riconosceva fossero ormai sufficientemente grandi da commettere sbagli e anche rimediare qualora lo avessero ritenuto opportuno. Un compito difficile certamente, tuttavia sapeva quanto valessero, sia Stefano che Sofia, li avrebbero sempre resi orgogliosi nonostante le loro scelte potevano essere discutibili. Ma erano adulti, Stefano aveva tutte le ragioni.

-Lasceremo casa vostra..-

-Mia- La rettificò il figlio.

Sofia non emise fiato. -Sì, tua. Lasceremo casa tua domani mattina e se vorrete avremo modo di rivederci in piccole gite che pensavamo di organizzare in futuro-

-Sarebbe bello- Conclusero.

-Sono d'accordo!-

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