Capitolo 38.

Scese dall'auto quando Stefano le aprì lo sportello, concedendole il suo braccio entrando nel ristorante prenotato per l'occasione. Erano trascorsi esattamente nove mesi dal loro primo incontro alternando momenti facili a difficili, cogliendo il meglio di quello che potesse offrirgli ogni singola occasione e cercando di conoscersi a vicenda.

Alla fine c'erano riusciti.

In tutto quel tempo, nonostante le ostilità di Carla, avevano imparato a conoscersi a vicenda; conoscevano quello di cui l'altro avesse bisogno e i loro silenzi valevano più di mille parole come in qualsiasi relazione. Per loro era importante cercare di essere il più normali possibili per il semplice fatto di averne neccesariamente bisogno. La ricerca costante della normalità li aveva portati di fronte ad un confine, una linea invisibile tra ciò che era normale e ciò che era tipico di Carla e Stefano.

-Signorina Sassi, siamo felici di riaverla qui- Il direttore di sala accolse Carla con uno splendido sorriso nel suo completo giacca e cravatta, perfettamente agghindato in pandame con la sala. I toni chiari delle tovaglie e le luci rosse rendevano l'atmosfera estasiante. Un locale lussuoso in cui Carla sapeva di poter avere la sua privacy, nonostante fosse consapevole che la tranquillità sarebbe durata ben poco.

I clienti si voltarono a guardarla immediatamente e qualcuno molto probabilmente prese il suo smartphone per testimoniare l'arrivo e mettere così in circolo la voce.

-Uno...- Sussurrò all'orecchio di Stefano.

Stefano rise al suono della sua voce così seducente. L'abito nero con lustrini argentati le stava d'incanto ma quella voce annullava qualsiasi altro abito che lei avrebbe mai potuto indossare, rendendola sicuramente più bella agli occhi di tutti ma mai come sarebbe riuscito a fare la sua voce.

-Due..- Continuò con sempre più profondità. Le sue labbra sfiorarono l'orecchio di Stefano.

-Tre..- Concluse. I suoi occhi castani scrutarono in quelli di Stefano, lo fissò per un solo istante prima di suggerirgli di recuperare il telefono. –Sanno tutti che siamo qui, adesso- Le sue labbra rosse formarono un sorriso che fu catturato in quel preciso momento da un indiscreto sconosciuto.

Stefano aveva ormai fatto pratica in quell'ambiente imparando a non badare più a chi tentasse di rovinare i loro momenti di piacere con la loro poca discrezione, così avvicinò Carla a se e le baciò le labbra con delicatezza, lasciandola andare quando ne ebbe voglia.

Gli occhi dei presenti guizzarono da una parte e l'altra. Stefano e Carla ai loro occhi rappresentavano quanto di più bello c'era in quel momento e il loro amore era come quello dipinto sui quadri, scritto nei migliori romanzi e decantato dai più celebri poeti.

Niente e nessuno poteva eguagliarli, sembrava che "tutto" fosse il nulla a confronto.

Le voci in circolo arrivarono dovunque, ogni parte del mondo conobbe del loro bacio, delle piacevoli chiacchierate interrotte da qualcuno che inopportuno aveva chiesto una foto, dai sorrisi di Carla e dalla carezze di Stefano. Carla giocherellava con una ciocca di capelli ascoltando attentamente ogni parola di Stefano, annuendo quando lui le chiedeva conferma e controbattendo quando non la pensavano allo stesso modo. I loro sguardi non smettevano di guardare l'altro completamente assorti nel loro momenti di tranquillità, pregustando il piacevole sapore di sentirsi loro stessi in piccoli momenti di vita come quelli.

-Signorina Sassi, credo che fuori si sia formata una certa folla...- Lo stesso signore dal sorriso smagliante interruppe  il loro momento.

Carla si voltò distrattamente ma Stefano, deciso a  non farsi rovinare la serata, prese in mano la situazione. –Usciremo da una porta sul retro, dica al ragazzo di farci trovare l'auto lì. Grazie!- Sicuro non permise repliche e così l'uomo scusandosi lasciò ancora qualche minuto ai due ragazzi.

Stefano fissò Carla una manciata di secondi ancora, intrecciando la sua mano alla sua e gustandosi quegli ultimi momenti di totale armonia tra loro. –Immagino che sia giunto il momento di andare tesoro...-

Reclinò leggermente la testa guardando quelle due mani così perfettamente congiunte. –Qualcuno dovrebbe dipingere queste due mani-

Stranito spostò lo sguardo sul motivo del suo appunto. –Perché?- Chiese.

-Gurdale, sembrano essere fatte apposta per rimanere intrecciate in questo modo. Un pittore saprebbe cogliere perfettamente questo momento regalandoci il "per sempre". Il nostro sarebbe un per sempre e io vorrei tenerlo vicino a me, conservarlo e non dimenticare mai che un per sempre esiste...- Poi sogghignò. -...in qualche modo!-

-Sarebbe bello- Recuperò il suo telefono e scattò una foto. –Chiederò a qualcuno di farmi un quadro di questa foto- Le mostrò l'immagine e un sorriso di compiacimento tinse quel meraviglioso volto.

-E' molto bella-

Annuì riportandosi il telefono in tasca e capendo che quello fosse il momento di andare via. Stefano però non lasciò la sua mano e piacevolmente felice Carla si sentì sollevata di averlo al suo fianco. –Ti amo- Lo disse per la prima volta, sotto gli occhi di mille persone.

Mosse le labbra in una splendida smorfia di gioia e ricambiò quel sentimento allo stesso modo. I modi non erano certamente stati dei migliori, le circostante nemmeno ma si rendeva conto quanto quelle potesse essere vere se dette da lei, nella più totale spensieratezza.

Poi Carla fu costretta a correre fino all'auto seguita da Stefano che proteggeva la sua donna dalla gente attorno a loro. Sorrise a tutti e tutti sorrisero alla donna dei loro sogni.

Prima di salire in auto si voltò salutando con un enorme sorriso e un grosso bacio la gente rimasta solo per vederla, solo per poterle stringere la mano o semplicemente sfiorarla. Si stupiva come questi potessero amarla così incondizionatamente anche se lei era la peggiore, anche se lei non mostrava mai interesse per nessuno, anche se lei era Carla Sassi: ragazza viziata ed egocentrica ma bisognosa d'amore e innamorata dell'unico uomo che aveva sempre visto l'altro suo lato. Indipendentemente dalla circostanze avverse a cui lei lo aveva sottoposto, lo avrebbe amato ancora e ancora lo avrebbe portato giù con se perché se ognuno è padrone si stesso Stefano aveva scelto di essere amato da Carla.

Riuscirono a lasciare il locale prima di quanto si potesse immaginare, mentre il suono di una canzone appena passata alla radio riempiva quegli spazi di silenzio che non riuscivano a colmare tanto si sentissero sopraffatti dalle emozioni.

-...So open your eyes and see the way our horizons meet..-

-Ed- Sussurrò lei.

Stefano annuì conoscendo il ragazzo dai capelli rossi. –Molto bravo-

-Dovrò presentartelo, è un mio amico-

Si voltò leggermente con un ghigno in viso, schernendola. –Tu hai amici?-

Carla socchiuse gli occhi mostrano la lingua come dispetto. Sapeva di non essere quel tipo di persona che intrattiene rapporti di amicizia con qualcuno e in altre circostanze non avrebbe permesso qualcuno le parlasse come Stefano aveva appena fatto. Tra loro era nata quella sintonia tipica di due innamorati. –Beh, mi piacciono le sue canzoni. Quindi sì, non siamo effettivamente amici ma lui mi conosce e io lo conosco e sai come funzionano queste cose in questo mondo...-

Continuò a ridere non volendo mettere fine al suo gioco. –No, come funziona Carla?-

Sbuffò trattenendo quel sorriso che tentava di venir fuori ripetutamente. –Vuol dire che comunque c'è rispetto reciproco, scambiamo due parole quando vado ai suoi concerti e lui è sempre molto riservato quindi mi piace-

-Mi piaci quando sei così...- Prese una pausa riflettendo sul termine giusto mentre Carla prestava attenzione alle ultime parole di quella meravigliosa canzone. -... ragazza!- Concluse e lei lo guardò dritta negli occhi.

-Ragazza?-

-Sì, sei una ragazza con più sfaccettature. Lo devi ammettere-

Non rispose alla sua affermazione ragionando piuttosto su quello. –Effettivamente sì.. sono una persona strana!- Ridendo di gusto a quella situazione.

Un momento che avrebbero certamente ricordato per sempre, consapevoli che in fondo in questa vita, nel bene o nel male, potevi sempre continuare a sperare e sognare; forse non sarebbero stati momenti duraturi, non ci sarebbe stato il per sempre finale ma erano e sarebbero rimasti tra i loro ricordi più belli.

Credere di essere felici era un'utopia a cui qualcuno pensava di poter giungere ma non era possibile, Stefano e Carla probabilmente si stavano solo illudendo di esserlo, ma non era vero. I momenti di gioia, al contrario, erano veri ed erano i loro; piccoli scorci di tempo in cui si credeva di toccare il cielo con un dito talmente potevano sembrare perfetti. Ma erano finiti.

Lo furono proprio in quel momento, quando Stefano si fermò sotto casa di Carla scendendo dall'auto per aiutarla a fare lo stesso e quando questa sollevò gli occhi vide l'ultima delle persone che si sarebbe immaginata di rivedere un giorno.


-Carla ascolta, io non posso vivere in questo modo..- gli occhi pieni di dolore, lo sguardo perso nel vuoto. Le parole vennero fuori e lei cadde con lui nella delusione di quella vita ingiusta.

Strinse le sue mani nelle sue raccogliendo le forze che le occorrevano. Sapeva di non poterlo tenere a se ma voleva comunque provarci, non ce l'avrebbe fatta senza lui al suo fianco. –Ti prego, rimani-

Scosse la testa mentre i singhiozzi non permettevano di dire altro. Piangeva come da bambino e si sentiva bambino anche adesso, mentre insicuro lasciava chi avesse più bisogno di lui da solo, abbandonato al suo destino già segnato da un profondo e inguaribile dolore.

-Non posso-.

-Prometto di cambiare-

Sollevò un lato delle labbra formando qualcosa che potesse somigliare ad un momento di incertezza, a cui Carla si appigliò con tutte le sue forze con la speranza di poter ancora credere che non tutto fosse brutto in quella vita maledetta.

-E' il mondo a dover cambiare sorellina- Prese la sua unica borsa e lasciò quella stanza umida e fredda. Non sarebbe più tornato, si era fatto quell'unica promessa.


-Fabrizio...- Spalancò gli occhi e strinse la mano di Stefano più forte che mai. Questa volta non avrebbe permesso qualcuno rovinasse quel poco che di bello c'era in lei.

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