Capitolo 37.
Si svegliarono uno tra le braccia dell'altro, non appena le prime luci del giorno si fecero largo in quella giornata. Carla dormiva profondamente tra le braccia di Morfeo, mentre Stefano osservava i suoi lineamenti perfetti godendo di tutta quella bellezza.
Si sentiva felice ma non voleva conoscere le ragioni di quella felicità, avendo imparato che in momenti come quelli la cosa migliore da fare era viverli pienamente piuttosto che ragionare sul perché. Si era reso conto che bisogna viverli pienamente considerando il fatto che non si sapeva quando sarebbero tornati essendo sempre rari e brevi. La loro felicità era un po' come le belle giornate milanesi, rare ma intense.
Sapeva perfettamente che non tutto sarebbe durato per sempre, perciò preferiva rimanere li al suo fianco lasciandola continuare a dormire con il capo poggiato sul suo petto e aspettando il suo risveglio quando questo sarebbe avvenuto. Lo attendeva una dura giornata di lavoro con numerosi impegni al seguito e un telefono pieno di messaggi e chiamate perse. Sapeva chi lo avesse cercato ma non voleva ancora tornare in mezzo a loro.
Stefania.
Sua madre.
Sua sorella.
Benny.
E infine suo padre.
Ma che importava? Nulla, a confronto di quel momento nulla era vagamente paragonabile. La gente avrebbe aspettato perché lui era impegnato. Avrebbe voluto perfino fermare il tempo se gli fosse stato concesso di farlo. Avrebbe domandato a chi di dovere di farlo per lui, solo quella volta, e poi non avrebbe chiesto altro. Niente aveva più importanza.
Forse si stava lasciando trascinare troppo, si era ripromesso con tutte le sue forze che non avrebbe ceduto, che sarebbe rimasto aggrappato alla sua vita in qualche modo ma non vi era riuscito. Lei lo aveva travolto in quel vortice di emozioni senza dargli il tempo di ragionare, di pensare a cosa fosse più giusto fare, e a mal in cuore doveva ammettere a se stesso quella verità: l'amore lo aveva cambiato inesorabilmente.
Pensava fossero storie regalate da libri e poesie, di autori depressi e senza nessuna voglia di vivere la propria vita quando raccontavano che l'amore ti rendeva cieco, ma adesso pensava avessero ragione tutti. Dal primo all'ultimo.
-Ti stravolge la vita così come fa una tempesta, ti rende immaturo come un ragazzetto di quattordici anni e ti rende felice come mai avresti creduto di essere nella vita-
Rise di se stesso riconoscendo quanto fossero stupidi quei pensieri se paragonati a quello che Carla aveva fatto con lui. Lei non era quello che poteva definirsi semplice o spensierato, l'esatto opposto a tutto quello rappresentava Carla Sassi ma era così che lui vedeva quel loro sentimento. Sentimento che lei non aveva dichiarato apertamente ma che sapeva provare alla sua stessa maniera.
-Ridere da solo è uno dei postumi di una notte di sesso?- Le parole biascicate di Carla lo fecero risvegliare dal suo sogno ad occhi aperti.
-Buon giorno principessa!-
-Non faremo più sesso per l'intera notte se questi sono i risultati...- Tentò di sollevarsi ma lui la bloccò con le sue possenti braccia.
-No rimani- Le disse. –Godiamoci questo momento di pace ancora per qualche minuto-
Stranamente accettò di buon grado la sua richiesta nonostante la trovasse fuori dagli schemi rimanendo comodamente sdraiata in quella medesima posizione. Sentiva il cuore di Stefano battere facendola sentire piacevolmente a suo agio.
-Devi lavorare oggi?- domandò.
-Sì, dovrei proprio-
-Ma...?-
-Non c'è un ma, è un dovrei nel senso che dovrò farlo-
Sistemò meglio la testa sul petto di Stefano, strusciandosi delicata come una bambina. -Tu?-
-Idem. Stefania mi chiama da questa mattina credo-
Accigliò lo sguardo. –Credi?-
Sorrise sommessamente. –Credo, perché non ho ancora controllato chi abbia scritto o chiamato. Il telefono non ha smesso di vibrare da quando ho aperto gli occhi-
-E quando li hai aperti?- con il dito indice tracciava linee invisibili sul petto di Stefano osservando come questa fosse così perfetta e bianca.
Era Settembre e loro non erano stati al mare nemmeno una volta. Non avevano avuto tempo né voglia, così tanto presi da quello che li aveva travolti nel giro di poco tempo. C'erano troppi momenti spiacevoli, seguiti da altri che annullavano tutto il resto e poi di nuovo avvenimenti spiacevoli. -..dovremmo fare un viaggio. Andare al mare, fare qualcosa di normale-. Sollevò la testa per guardare meglio il ragazzo sotto di lei. Anche lui cercò i suoi occhi a quella proposta pensando che non avrebbe dovuto accettare se fosse stato un ragazzo diligente ma lui non era. Lo era stato prima di incontrare lei, quando pensava l'amore fosse tutta una bugia, che il suo lavoro e la sua carriera venissero prima di ogni altra cosa.
-Dovremmo andare al mare davvero. Quest'anno è il primo anno che non penso alle mie vacanze. Nonostante abbia fatto più viaggi adesso che in tutta la mia vita- Rise ricordando il suo viaggio a Los Angeles, poi quello a New York, quello in Svizzera infine. Forse quest'ultimo era stato il più bello.
-Possiamo prenotare e partire quando vuoi-
-Quando voglio?- Sorprese Carla portandosi sopra di lei velocemente. Rise a quella reazione, a quelle parole dette con quella punta di malizia che sempre caratterizzavano quel ragazzo. -..Dammi un bacio!-
-No..- non molto convinta diede quella risposta ma non si oppose quando lui al contrario la baciò pieno di voglia di sentirla ancora sua.
Le labbra di entrambi si schiusero quando Stefano si mosse come aveva fatto la notte prima, quando lei gemeva il suo nome ogni qualvolta lui le chiedeva di pronunciarlo.
Più tardi entrambi ai loro lavori si scrissero più volte regalandosi piacevoli momenti di totale assenza dal mondo, in cui gli unici due presenti erano lei e lui.
A Carla: Voglio baciarti ancora.
A Stefano: Dovrai aspettare.
A Carla: Quanto?
A Stefano: Quando partirai con me.
A Carla: Dobbiamo lavorare.
A Stefano: Dobbiamo fare l'amore fino allo sfinimento.
E Stefano rise. Posò il suo telefono e si concentrò sulla riunione a cui stava prendendo parte. Stefania discuteva al caso di un cliente inglese esponendo i dati necessari raccolti nelle due ultime settimane. I suoi occhi ricaddero più volte sullo sguardo di Stefano che al contrario controllava il suo telefono sorridendo di tanto in tanto.
-Delacroix cosa ne pensa se ci muovessimo in questo?-
Stefano si sollevò in direzione di Stefania, la fisso pochi secondi. –Sono d'accordo con voi- E poi ci fu un momento di silenzio, in cui lei capì che aveva perso e lui le disse che non era mai stato suo.
-Tesoro mi fai un bel sorriso?-
-Così?- E fece un sorriso come il suo fotografo George le stava chiedendo di fare. -..o lo preferisci così?- Ne fece un altro stranamente buffo e ridicolo.
George sollevò gli occhi al cielo. Scostò la sua chioma bionda al viso e si avvicinò a Carla. –Ascolta tesoro, sei bella ma dannatamente lunatica e questo non fa bene al mio spirito. Il mio psicologo dice che ho bisogno di una vacanza e ho tutta l'intenzione di prendermene una quando avrò finito questo servizio fotografico. Voglio andare in qualche isola sperduta-
Svolazzò la mano verso l'alto alludendo ad una delle tante isole presenti su questo pianeta in cui pace e serenità fossero di dominio. –Chiaro?- E la fissò da dietro i suoi occhi piccoli e neri.
-George se ti prendi una pausa, fai in modo che sia bella lunga!- Fece il sorriso che le aveva chiesto e lui, facendo lo stesso a sua volta, la fotografò.
-Sei perfetta- Disse.
Uno scatto dopo l'altro Carla era sempre la più bella. Nessuno eguagliava la sua bravura e bellezza quando stava davanti ad un obiettivo anche con un semplice straccio addosso.
Senza veli, era l'unica parola magica.
Le piaceva mettersi in mostra, mettersi a nudo regalando quegli scatti a chiunque ne volesse uno. Le labbra rosse risaltavano in mezzo allo sfondo bianco.
Copriva una gamba la sua nudità inferiore e con il braccio destro dava quel tocco di vedo non vedo ai suoi seni. I capelli le ricadevano in viso delineandolo perfettamente ed esaltando tutto quello che di bello lei aveva.
Gli occhi scuri fissavano l'obiettivo brillando di una sorta di luce che rendeva il tutto ancora più meraviglioso.
Si poteva fare l'amore con quegli occhi perché sprigionavano proprio quello.
George continuò a scattare volta dopo volta quello sguardo, quel corpo, ricordando perché nessuna sarebbe mai stata meglio di Carla Sassi.
-Sei splendida-
-Per questo mi ami, non è vero?- Strizzò l'occhio indossando la vestaglia di seta.
George portò una mano al petto commosso. –Confesso, profondamente innamorato di Carla Sassi- Lei lo additò deridendolo.
-Lo sapevo!- Si avvicinò e si baciarono ad una guancia, lei sistemò i capelli e lo salutò. –Alla prossima!-
George rise scrollando la testa e chiedendo perché una ragazza come lei, bella e invidiata dal mondo intero, potesse essere così stranamente difficile da comprendere. In tutti i casi quello poteva reputarlo il suo giorno fortunato.
-Ti sei divertita abbastanza?- Carlos comodamente seduto su una delle poltroncine attendeva l'arrivo di Carla.
Lei lo osservò di spiego infastidita dalla sua presenza proprio in quel momento. –Hai intenzione di rimanere qui anche quando dovrò cambiarmi?-
-Ho intenzione di lasciare questa stanza una volta che avrò organizzato la giornata quindi sì, a meno che tu non attenda pazientemente- Con un ghigno sollevò velocemente gli occhi proprio nel momento in cui Carla lo stava fissando.
-Carlos esci-
-Oh andiamo... mi sembra che non hai nessun problema a spogliarti davanti a mille persone, perché adesso dovresti avere qualche problema qui con me?-
-Esci- Ripeté con quel suo tono serio, quello che non prevedeva repliche.
–Non obbligarmi a buttarti fuori di qui con la forza-Aggiunse.
Passò la lingua tra i denti completamente assuefatto dalla bellissima presenza di lei anche quando lo stava odiando.
–Vado via- Concluse mettendosi in piedi molto lentamente, scrollando le gambe per sistemare il suo pantalone e camminando di fianco a lei mentre continuava a puntarlo.
A quanto pare anche lui doveva essere di buon umore quel giorno. –Ti aspetto fuori-
-Ok- Le preoccupazioni su Carlos furono completamente cancellate quando arrivò un messaggio da parte di Stefano.
A Carla: Dimmi che questa sera sarai completamente mia e solo mia?
A Stefano: Dimmi che sei disposto davvero a fare tutto quello che ti chiederò di fare...
A Carla: Qualunque cosa!
A Stefano: Mi passi a prendere?
A Carla: Ci vediamo alle 20.00.
Il suo volo atterrò alle 19.30 esatte come avevano detto. Pigramente prese la sua borsa e salutò una delle hostess, la quale aveva piacevolmente occupato il suo viaggio in volo. –Ci vedremo?- Le domandò.
-Torno settimana prossima da Hong Kong- I suoi occhi da cerbiatta sorrisero quando con un dito le accarezzò il mento. I suoi capelli neri, legati in una fitta coda di cavallo, ore prima erano stato gioco di seduzione che aveva piacevolmente afferrato quando con una scusa banale era riuscito ad averla.
-A presto- Le sussurrò prima di scendere.
Con la sua borsa da viaggio, in cui dentro teneva tutto quello che poteva occorrere ad un ragazzo alla ricerca sempre di nuove emozioni, lasciò l'aeroporto di Linate per salire su un taxi. Il suo albergo era stato prenotato al Principe di Savoia e avrebbe alloggiato li per quella notte. Con il suo abbigliamento trasandato nessuno aveva riconosciuto chi fosse quel ragazzo dai capelli biondi, gli occhi castani e la folta barba bionda.
Poggiò la testa sul sedile ripensando a quale fosse il nome della giovane ragazza affascinante. Le hostess erano sempre le sue preferite: disponibili, carine e sempre assolutamente e irrimediabilmente sexy. Avevano un certo ascendente su di lui, non poteva farci nulla se quelle donne sapevano farci, per lui rappresentavano qualcosa di momentaneo ma incredibilmente profondo. Le ore in aereo erano le sue preferite proprio per questa ragione. Non poteva certamente negare che il suo sexy appeal avesse anche un certo merito, tutte sembravano essere attratte da lui per il suo fare da ragazzo vissuto e misterioso. Che poi di misterioso aveva ben poco se non l'incredibile bisogno di non poter rimanere a lungo nel medesimo posto. Stranamente non riusciva a legarsi a nulla perché nulla poteva legarsi a lui, secondo la sua filosofia di vita. Sapeva amare e gioire delle bellezza della vita per brevi periodi prima di ricadere nel cataclisma della sua vita precedente, tutto sembrava riconducibile a lei e lui non poteva sempre vivere con quel rimorso; perciò le ragioni che lo portavano a viaggiare di continuo erano sempre le stesse e quelle stesse ragioni adesso lo avevano portato li.
Aveva paura di rivederla, ma voleva vederla perché gli era mancata. Ma non oggi. Non molto attento ai gossip passò velocemente in rassegna le notizie più importanti, negli ultimi tempi era tornata ad essere felice, i suoi sorrisi e i suoi occhi dicevano quello in tutte le lingue del mondo e lui non voleva essere causa di quella perdita, di conseguenza una volta sceso dal taxi e condotto nella sua lussuosa camera d'albergo si addormentò nel suo comodo letto, attendendo la sera. Per quella pomeriggio tutto sarebbe rimasto come era.
CARLA SASSI E STEFANO DELACROIX FELICI CENANO A LUME DI CANDELE.
LA GIOVANE CARLA SASSI RISPLENDE COME NON SI VEDEVA ORMAI DA TEMPO.
CARLA SASSI: MERAVIGLIOSA E SEDUCENTE POSA, SENZA VELI, PER CAMPAGNA CONTRO IL CANCRO AL SENO.
CARLA SASSI FELICE. MA PER QUANTO ANCORA?
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