Capitolo 36.

"Non è mica la morte che importa, è la tristezza, è la malinconia. Lo stupore.
Le poche buone persone che piangono nella notte. La poca buona gente." (C. Bukowski)

Osservava il mondo fuori dalla finestra di quell'enorme salone vuoto.
Era sola.

Ripercorreva, passo dopo passo, quanto era accaduto solo ventiquattro ore prima, quando felice si era diretta in casa sua, quando aveva piacevolmente trascorso con lui pochi minuti prima del buio.
Quelle parole.
Quelle esatte parole avevano dato il via al vortice di eventi ed emozioni che non riusciva a tenere a bada molto bene; bastava un niente e tutto cadeva a pioggia nella sua fragile felicità.

Le finestre di fronte erano vuote, non c'era nessuno e nessuno sembrava essere felice. Non li aveva più osservati, ma qualcosa non andava più nelle vite di quelle persone, come nella sua del resto.

Tutto non andava mai bene nonostante le apparenze facessero credere il contrario.

Tuttavia vivere di apparenze non era il massimo della vita, lo si faceva credere agli altri per il semplice motivo di non sembrare fragile ai loro occhi, ma la realtà era un'altra. Carla ne era a conoscenza.

Prese il cellulare scorrendo la lista di numeri avendo solo bisogno di sentirsi amata.

Perdonami.  Scrisse inviandolo velocemente.

Non si aspettava nessuna risposta sapendo di aver commesso l'ennesimo errore. Per perdonarla però, avrebbe dovuto conoscere la verità che fino a quel momento aveva tenuto celato per paura. In cuor suo sperava fosse sufficiente affinché non smettesse di amarla, ma la sua verità allontanava le persone e di questo ne era certa perché la vita glielo dimostrava.

L'unica persona sempre rimasta al suo fianco era anche l'unica a conoscere la sua vita per intero, senza ombre o bugie. Carlos.
C'era quando i suoi genitori erano stati così avidi da preferire soldi e popolarità a lei.
C'era stato quando Fabrizio, non reggendo il peso di quella vita, l'aveva abbandonato per inseguire sogni futili e inesistenti nonostante lo avesse più volte implorato di restare.
Per finire Adrien, le aveva dato il male peggiore: amata, illusa e poi marchiata e abbandonata. Conservava ancora l'articolo:
"-Come descrivi in una sola parola Carla Sassi?
–Monnalisa.
–Perché?
–Perché lei vivrà in eterno, vivrà anche quando non lo vorrà più fare. Vivrà continuando a portare con se quel segreto di essere ciò che è.
–L'hai amata?
–Non lo so. Da Vinci ha mai amato Monnalisa?"

Così aveva detto marchiandola.
Parole intagliate nella mente come si fa con un albero.

Carla Sassi, giovane ragazza spensierata, era morta per sempre.

Passò una mano in viso cancellando lacrime e ricordi, sospirò profondamente e si morse il labbro raggomitolandosi su stessa. La felpa che indossava era la stessa felpa larga e sciupata di quel periodo lontano. Le stava grande ma andava bene.

Guardò fuori dalla finestra, non c'era nessuno.

Lesse il messaggio. Perdonami.

Perdonare era quello che faceva da quando l'aveva conosciuta. Lei sbagliava, lui perdonava, lei spariva, lui la cercava, lei tornava e lui c'era sempre perdonandola.
Sarebbe tornato anche adesso, stavolta però gli occorreva qualche momento per se stesso. Doveva prima raccogliere i cocci rotti e aggiustarli per quanto fosse possibile consapevole che la loro relazione lo stava distruggendo a poco a poco.

Difficile, complicato, insano, irraggiungibile, era questo ma lui voleva lei e se l'ennesima caduta sarebbe arrivata, insieme, l'avrebbero nuovamente superata. Tuttavia era stanco.

Apri. Scrisse.

E lei lo fece.

In ascensore si osservò notando due profonde occhiaie. Sorrise consapevole di essere uno stolto, un irresponsabile uomo innamorato della donna sbagliata.

Le porte si aprirono e Carla era li, chiusa in se stessa e nel suo sorriso incredibilmente bello. L'abbracciò non appena fece un passo avanti. Le sue gambe lunghe e magre gli circondarono la vita e inspirò il suo profumo incredibilmente ammaliante. Chiuse gli occhi immaginando loro felici. Potevano esserlo, se per un momento si fosse dimenticato tutto il resto.

-Vuoi mettermi giù?- Disse nascondendo il sorriso nell'incavo del suo collo.

-Non ci penso nemmeno-

Tenendola stretta a se la condusse fino al divano candendo sopra questo senza mai permetterle di lasciarlo andare. Avevano bisogno di stare vicini prima di subire conseguenze di un passato difficile e ancora sconosciuto, almeno per lui.

Rimasero stretti così per momenti che sembrarono solo secondi, nessuno dei due disse nulla. Sentivano il cuore dell'altro battere sincronico al proprio e bastava solo quello a renderli più forti e speranzosi. L'amore aveva ormai preso la meglio in tutta quella storia e a lui bastava semplicemente sapere che Carla lo amasse. Conosceva solo in parte le ragioni di quelle sofferenze che non le permettevano di aprirsi, come invece aveva fatto giorni addietro. Però li erano soli, lì c'erano solo loro e nonostante fosse difficile l'avrebbero fatta se avessero sempre contato sull'altro.

-Ho bisogno di raccontarti quello che ho passato..- Disse. Stefano rimase in silenzio. Le avrebbe dato tutto il tempo che le occorreva, se fosse stato necessario sarebbero rimasti in quella stessa posizione per giorni interi. Le accarezzo i capelli mentre inspirava il dolce profumo di Carla. Gli piaceva sentirla così giovane in quei momenti in cui c'erano solo loro.

-..ho avuto una vita difficile nonostante abbia quello che ho- Iniziò. Stefano continuò a non parlare. -..sono sempre stata circondata da gente sbagliata. Ho cominciato con i miei e poi con Fabrizio. Lui non ha retto. Diceva di non poter vivere una vita come quella perché si sentiva soffocato dal peso della mia sofferenza-

Tirò su con il naso ricordando il momento del loro addio. Pianse a dirotto per giorni, quando lui andò via dalla sua vita e ancora adesso non riusciva a superare quel momento, come altri momenti brutti.

-...Gli ho scritto più volte. E quando sto davvero male lo faccio anche adesso. Lui non risponde mai- Si allontanò per guardare Stefano negli occhi. I suoi occhi verdi brillavano e lei voleva essere il motivo. -.. ho inizio a smettere di cercarlo quando sei arrivato tu. Non lo faccio da mesi..-

Stefano sorrise in quale modo onorato. Lui era importante per Carla.

-.. Prima di tutto questo però c'era Adrien. È stato il mio primo e ultimo amore, nulla di più bello poteva essere paragonato a quello che mi legava a lui. Poi è andato via lasciandomi sola..-. si prese alcuni secondi. -... è andato via per sempre. E io non riesco ancora a smettere di pensare a noi, a quello che mi ha legato a lui in un modo che non avrei e non saprò mai descrivere...-

A quelle parole si irrigidì. Gelosia. Sentiva un incredibile gelosia venire fuori. -... devi sapere anche questo!-continuò percependo il sentimento che Stefano nutrì in quel preciso momento.

Anche lei lo sentiva, sentiva quella gelosia crescere quando Stefano non era al suo fianco, quando qualche altra donna lo guardava, quando lui sorrideva ad altre. Era inevitabile nonostante sapesse fosse suo.

-.. Io e Adrien ci siamo amati molto. Poi è finito tutto. Credo che sia stata colpa di quell'amore a cui mi aggrappavo ogni volta che qualcosa andava male. E per concludere i miei genitori erano sempre più insaziabili, chiedevano tutto quello che potevo dargli se non di più. Sono stata male, molto male. Non mangiavo e dormivo perché dovevo lavorare..-

Gli occhi di Carla arrossati ripresero a piangere e Stefano non poté sopportare oltre. La baciò per farla sentire al sicuro. Voleva farla stare bene. Le sue labbra toccarono quelle di Carla. Sentivano il bisogno l'uno dell'altro per stare meglio.

-Vuoi mangiare qualcosa?- Le chiese non volendo sapere altro. Piccoli passi occorrevano e lui avrebbe atteso, come sempre. Si stava aprendo e poteva bastare. Non chiedeva altro.

-Cosa vuoi mangiare?- Domandò tornando a stringersi a lui. Sembrava un piccolo cucciolo indifeso e abbandonato e chiedeva tanto amore proprio a lui.

-Ti va se usciamo a mangiare fuori?-

-Fuori?- Stranita si allontanò per guardarlo negli occhi e capire se stesse dicendo davvero. -.. vuoi che la gente ci osservi mentre mangiamo?-

Fece spallucce sollevandola insieme a lui. -.. Voglio che la gente veda la Carla semplice come sei adesso!-

-Devo cambiarmi!- Strillò quando Stefano provò a raggiungere la porta di ingresso con ancora Carla in braccio. -.. ho bisogno di rendermi presentabile!- Stefano rise di cuore lasciandola andare giù mentre lei continuava a scalciare opponendosi ad uscire di casa vestita in quel modo.

-Forse dovresti mettere solo una felpa della tua taglia e fare una doccia!- Si avvicinò scherzoso odorandola. -.. Puzzi Carletta!- Fingendosi offesa diede una sberla sul braccio del suo amato Stefano. La rendeva felice in piccoli gesti, la rendeva una semplice ragazza senza bisogno di far altro che essere se stesso. Lui non desiderava diversamente. Alcuni momenti riuscivano ed essere semplicemente loro e poteva andare bene.

-Allora uscirò proprio così!- Incrociò le bracci al petto afferrando il suo zainetto vintage nero. Mise dentro i suoi occhiali da sole e poche semplici oggetti,anche inutili prima di seguirlo fino a fuori. -.. sarà meglio andare con la mia auto, vorrei almeno arrivare al tavolo e sedermi!- A quello non potevano rinunciare. La vita di Carla comprendeva anche fan disperate che avrebbero fatto di tutto per una foto con lei. Tutte le volte che avevano tentato di fare il contrario, di comportarsi completamente come due semplici ragazzi finivano sempre per essere risucchiati in un vortice di eventi presenti nella vita mondana e sfarzosa di Carla Sassi.

-Sarà meglio!- Intrecciò la sua mano alla sua e presero a raggiungere l'auto non appena Carla diede l'ordine di farsi trovare sotto casa. Spensierati salirono in auto e andarono a mangiare fuori mentre il mondo fuori osservava. Non importava che ci fossero milioni di ragazzine fuori il ristorante preferito di Carla pronte ad attenderle, non importava che nel giro di pochi secondi il mondo intero sapeva dove stesse mangiando Carla, con chi e cosa, l'unica cosa che contava erano i loro sorrisi e i loro scherzi tra una portata all'altra. Le insalate insipide di lei non piacevano a lei e i piatti elaborati di lui non piacevano a lei.

Carlos dall'altro lato della città appresa la notizia. Il suo telefono non smise di squillare, tutti volevano sapere quando Stefano e Carla si sarebbero sposati, se il loro fosse davvero l'amore di cui sembravano essere invasi e se lei avrebbe continuato a lavorare nonostante tutto. Prese il suo telefono personale e diede, invece, il via all'inferno. Tutti sarebbero tornati nella vita di Carla Sassi, compreso Fabrizio che stava in un volo diretto verso Milano e poi verso casa di sua sorella. Avrebbe sconvolto gli animi ma soprattutto l'unico di cui gli importava veramente.

-Vediamo se adesso il nostro caro avvocato riuscirà a superare anche questa!- sorrise amaro osservando dal finestrino della sua auto il tempo cambiare. L'estate stava giungendo al termine. Presto l'inverno avrebbe invaso il mondo intero.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top