Capitolo 34.

Non era mai come si ci aspettava fosse. Dimenticarlo era facile.

-Carla per favore prendi almeno la tua borsa!-

-La mia borsa? Quale?-

-..dici quella?- Indicò divertita una delle borse rimaste per terra mentre Stefano sbuffava.

-Una Carla, una tra le tante tue borse!-

Una fragorosa risata esplose proprio in quel momento, quando le valigie caddero a terra e Stefano insieme a quelle imprecando sotto voce ogni forma di maledizione a chiunque avesse voluto quella disgrazia per il suo fondo schiena.

–Capisco che sia molto esilarante ma potresti aiutare il tuo fidanzato?-

L'occhio furbo di Stefano colpì Carla, si avvicinò cauta allungando una mano e facendo si che potesse afferrarla ma quando provò ad aiutarlo Stefano la tirò facendola cadere tra le sue braccia. -.. vieni qui!- Malizioso la baciò catturando il suo viso, prima che lei potesse sfilarsi dalla sua presa.

-Mi fai male!- Brontolò. I due risero e fu un continuo sfuggirsi e riprendersi giocando sotto gli occhi di tutti.

STEFANO E CARLA: I DUE INNAMORATI SCHERZANO DOLCEMENTE

L'AMORE SBOCCIA SEMPRE Più TRA I DUE RAGAZZI.

-Quindi devi tornare a casa?-

Le baciò la punta del naso sorridendo. -Devo. Voglio assicurarmi che il mio amico non metta incinta mia sorella-

Ci pensò un altro poco. -Il mio migliore amico, ex gay da precisare-

Trascorrevano ogni giorno insieme finalmente in sintonia dopo tanto tempo. Ma Sofia era preoccupata, i silenzi che avevano mantenuto con la loro famiglia non faceva altro che preoccuparla. Era difficile tenere nascosto la ragione dei suoi sorrisi.

Ma una volta a casa non fu necessario nascondere ancora per molto la verità. Li trovò seduti sul salottino di casa a chiacchierare allegramente con Sofia e Benny, sospettava non sapessero ancora nulla di quanto era accaduto.

-Mamma, papà!- Sorpreso e felice li abbracciò.

-Come state?- Incredulo sorrideva.

I sorrisi di tutto svanirono quando Alessandra ironizzò. -Come mai?-

I suoi capelli biondi le ricordavano sul viso come quelli di Sofia, era una bella donna nonostante non fosse più giovane. Piero aveva ormai perso i capelli e la barbetta incolta gli conferiva un certo fascino.

Guardò il marito per nulla felice. –Chiede come stiamo tuo figlio, vuoi dirglielo tu?-

-Alessandra stai tranquilla-

-No, che non sto tranquilla!- urlò. –Stefano!-

-Mamma!- Fece un passo indietro alla vista di due grandi occhi verdi e adirati.

–Sono settimane che non abbiamo vostre notizie, tue sorella quando chiama sembra una stupida e di te non sappiamo nulla, niente che ovviamente non sia scritta su un giornale o sbandierata in TV.-

-Stai calma mamma, stiamo tutti bene, abbiamo solo avuto qualche problema e..-.

-E non sufficiente tempo da informare i tuoi genitori, giusto?- Disse interrompendo il figlio.

L'amore di un genitore era immenso, portava a credere ai peggiori delle ipotesi; nessuno avrebbe mai saputo cosa si provasse se non fosse stato un padre o una madre. Talmente era difficile da spiegare, l'amore provato non conosceva limiti.

-Mamma calmati- Intervenne Sofia.

-Non dirmi di calmarmi- Si infuriò zittendo anche la figlia.

-Dobbiamo dirvi un'altra cosa però- Continuò Sofia.

Silenziosa convenne con Benny che quello fosse il momento. Si avvicinarono l'uno all'altra e guardarono i genitori senza dire nulla se non prima di attendere qualche istante. Ci fu un momento di silenzio Simone e la moglie guardarono i ragazzi, poi la dichiarazione fu come un fulmine a ciel sereno.

Stefano guardò i genitori. –Bene, l'avete presa molto meglio di quanto abbia fatto io- Fu l'unico a sorridere.


-Ciao tesoro- Rispose al secondo squillo.

-Ehi come stai, volevo solo dirti che sto per partire per Roma- Si accorse quando Carlos provò ad origliare.

-Io invece volevo invitarti a cena- Era emozionato, per la prima volta avrebbe presentato qualcuno alla sua famiglia. -Sono arrivati i miei genitori.

-Non sono esattamente la donna da presentare ai genitori- Gli ricordò.

-Lo so, ma sei comunque la mia ragazza-

-Preferirei di no- insistette più per gioco.

-Carla per favore-

-Facciamo che verrò...-

-Ma?-

-Ma tu verrai con me per il prossimo shooting fotografico- Si guardò le gambe distesa sul letto tremante.

-Non funziona esattamente così-

-Perché come funziona?-

-Non puoi ricattarmi-

-Non è un ricatto, è uno scambio- precisò. -Io verrò a cena dalla tua famiglia e tu verrai con me su un'isola fantastica-

-Domani sera andrà bene per te?-

-Si-

-Buona giornata, ti amo-

-Buona giornata-

Chiuse gli occhi e si sentì strana.

-Che ci fosse mai una volta che tu faccia quello che ti chiedo, Carla!- Carlos entrò infuriato pochi secondi dopo. -..Cazzo!-Urlò.

Sollevò lo sguardo.  -Mi spieghi che ti prende?-

Carlos superava sempre quel limite che Carla gli imponeva.

-Mi prende che hai avuto un'altra denuncia!-

-Non è colpa mia- Sbuffò. Alzo gli occhi al cielo mentre Carlos si muoveva pieno di rabbia per la stanza.

-Non fai altro che metterti nei guai ogni singolo momento, i giornali non fanno altro che parlare della tua relazione con Stefano e io non so più cosa rispondere-

-Infatti non devi rispondere-

Sapeva che la ragione era quella, Carlos era geloso. Spingendo Carla tra le braccia di Stefano credeva che tutto sarebbe finito nel giro di poche settimane, ma non fu così. I suoi piani ancora una volta fallirono.

–Sarà meglio che tu riprenda a bere la tua solita acqua. Ricordi il medico, no?- E lei senza fare storie bevve quell'acqua.

Teneva il bicchiere trasparente tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto. Due occhi scuri continuavano a fissarla. -Sei solo geloso perché io sono felice e tu no?-

-Non dire cazzate- L'ammonì duramente, chiudendo le mani in due pugni rimanendo ad osservare la ragazza che aveva rubato il suo cuore.

-Je suis désolé cher- Le scuse meno vere, mai sentite prima, potevano solo provenire da lei.

Detestava quella sua ostentazione, quella sicurezza, quel sapere sempre cosa potesse ferire l'altro. Il suo odio- amore nei suoi confronti non riusciva ad essere domato in nessuna maniera.


CARLA SASSI E IL VERO AMORE.

SEMPRE PIU' FELICI CARLA SASSI E IL SUO STEFANO DELECROIX.


Posteggiò la moto sotto casa di Stefano preoccupata che la serata potesse non andare come Stefano sperava; non era felice di essere li, ma voleva farlo perché sembrava renderlo felice.

Quando la porta di casa si aprì rivelò uno Stefano sorridente, imbarazzato e ansioso. -Ciao-

-Ciao- Avvicinò Carla baciandola delicatamente.

-Va tutto bene?- Con i capelli raccolti in modo ben ordinato e un abbigliamento insolito notò come stesse cercando di apparire una semplice ragazza di ventidue anni. Nonostante tutto ci stava provando e poteva bastargli.

-Credo...- Fu sincera.

Stefano la prese per mano conducendola nel piccolo salotto dove ad attenderli curiosi c'era la sua famiglia. Sofia le sorrise quando si salutarono.

-Mamma, papà lei è Carla- Provò ad allargare le labbra in un sorriso che venne fuori più brutto di quello che ci si aspettava.

-Buona sera- disse. -Sono C...-

-Tesoro, sappiamo bene chi sei- La interruppe Alessandra, che con i suoi modi protettivi voleva difendere il figlio.

-Io però non conosco il suo nome-

-Alessandra..-

Le due donne si guardarono da cima a fondo, due fuochi, entrambe forti, per aspetti differenti.

La tensione era percepibile in ogni angolo della casa. Nessuno riusciva a proferire parola nemmeno a tavola. Si sentivano solo i rumori delle posate, il rumore dell'acqua versata nei bicchieri, sussurri quando erano necessari. Difficile riuscire a capire chi fosse il meno nervoso.

Stefano iniziò a sentire i rimorsi per aver organizzato quella cena, sentiva che nessuno dei presenti voleva trovarsi li. L'aria era irrespirabile: guardava l'espressione accigliata della madre, lo sguardo assente del padre, i sorrisi tirati di Benny e Sofia. Carla sembrava essere l'unica serena.

-Settimana prossima penso di partire con Carla, ha un set fotografico in un'isola sperduta e pensavo di seguirla- Decise di rompere il silenzio all'ennesimo sospiro.

-Sei una modella affermata a quanto dicono i giornali- Prese parola Piero. -Noi non siamo dei grandi amanti di moda o TV, ma abbiamo ascoltato molte notizie su di te...-

-Nessuna positiva- Sentenziò acida Alessandra.

-E' più difficile di quanto possa sembrare..-

-Posso immaginare- Fu piuttosto sarcastica e a nessuno passò inosservato.

-Immagino che domani debba piovere, il meteo parlava di un forte acquazzone nelle prossime giornate- Cambiò argomento Benny.

-Spero di no, io avrei voluto portare mamma e papà in giro, fargli vedere i posti che abitualmente frequentiamo- proseguì Sofia ringraziandolo con una stretta di mano sotto banco.

-Vi andrebbe?-

-Sì, molto- Convenne Piero. Alessandra non sembrava voler dare importanza alla cosa.

Improvvisamente sbatté il pugno sul tavolo ponendo fine al suo di silenzio. –Oh andiamo, non ho nessuna intenzione di fingere che questa relazione possa essere una qualsiasi relazione..-

-Ale per favore..-

-Zitto Piero, tua figlia sta con un ragazzo che fino a poco tempo si era rivelato gay al mondo intero, ha lasciato la sua famiglia e tutto per poter essere quello che lui diceva di essere e adesso?- Indicò con una mano Benny e Sofia. -..Adesso lui ha una relazione con mia figlia, che dubito fortemente possano mai avere qualcosa da definirsi una sana relazione!-

Silenzio.

-Io penso invece che siano molto felici e belli- Parlò Carla serenamente è sempre l'unica ad esserlo a quel tavolo.

Si sentiva inadeguata per la vita di Stefano e sapeva che lo sarebbe sempre stata, ma non poteva permettere che qualcuno potesse dubitare della semplicità di quell'amore.

Si erano scelti fin da subito, fin da quando lo sguardo di entrambi si era posato sull'altro.

-So perfettamente cosa significa essere felici, ma sono una madre e non credo che tu possa capire...-

Non furono mai dette parole con così tanta incoscienza: il petto di Carla iniziò a sollevarsi e abbassarsi colpita dritta al cuore. Come una doccia gelata, un vento freddo che entrava dentro il cappotto nonostante si provasse a stringersi su stessi; non c'era nulla che Carla Sassi non potesse comprendere.

-Chiama Carlos- Ordinò stringendo tra le mani il tovagliolo di stoffa sulle gambe.

–Ci sono io Carla, respira-

–Chiamalo- replicò.

-Ste fa come ti dice- Intervenne immediatamente Sofia.

Si avvicinò alla ragazza preoccupata accarezzandole il viso. –Tranquilla arriverà presto-

Ma in quel momento Carla cadde a terra.

In un secondo Piero e Alessandra corsero in suo aiuto. -Chiama l'ambulanza- Urlò Alessandra.

Qualcosa aveva di nuovo aveva turbato l'animo di Carla, un ricordo doloroso. Perse i sensi pochi secondi dopo, l'ultima voce che udì fu quella di una madre preoccupata che il suo bambino non stesse bene. Quella madre non era Alessandra.


CARLA SASSI IN OSPEDALE.

UN MALE HA COLPITO CARLA SASSI.

I FUN SONO PREOCCUPATI. SI RIPRENDERA' CARLA?


-E' la quarta volta che misura la pressione, si è reso conto che sto bene o ha intenzione di continuare ancora?-

Il peggio era passato, somministrata la solita dose di tranquillanti tutto era tornato alla normalità. Ma i dottori preferivano accertarsene con tutte le dovute precauzioni del caso, preoccupati che qualcosa in Carla non fosse mai guarito.

Uno dei dottori mostrò un sorriso nervoso. -Il suo manager ha detto..-

Ma Carla tirò via il braccio. -Carlos può dire quel che vuole- scese dal lettino. -Voglio tornare a casa mia.- convenne sistemando la giacca sulle spalle.

Le gambe non erano stabili, forse non le avrebbero nemmeno permesso di raggiungere la porta, ma rimanere in quel posto non faceva altro che soffocarla.

Quando Carla uscì tutti balzarono in piedi.

-Carla- Scattò immediatamente Stefano.

Ma qualcosa accadde, il filo invisibile magicamente si spezzo. I suoi occhi scuri furono come una doccia fredda. Chiamò Carlos accompagnato dalle guardie che l'avrebbero circondata una volta uscita di li.

Le sicurezze svanirono del tutto cancellando ogni buon proposito. Non rimase che terra arida, prosciugata. Stefano la guardò andare via e non riuscì a dire più nulla. Non poteva salvare chi non voleva essere salvata, capì da quel momento che la sua era una scelta di vita e non una condizione dal quale sarebbe voluta uscire. L'inferno era il mondo di Carla Sassi e Stefano per sbaglio vi era inciampato dentro.

-Lasciatemi solo.

-Ma Stefano..- Alessandra allungò un braccio provando a trattenere il figlio, Piero la fermò.

-Ha bisogno di rimanere solo, lascialo stare-

-Pensi sul serio che lascerò mio figlio da solo?-

-Credi che tuo figlio voglia sua madre in questo momento? Ha bisogno di capire, di smaltire il momento. Ha visto la donna che ama allontanarsi in un momento. Deve rendersi conto da solo che lei non è salutare per lui, che il loro amore non è solido- Disse.

Duro come una quercia.

Stefano era ossessionato e innamorato follemente di una donna che soffriva e che non sarebbe mai guarita. Carla era depressa, non c'era altro da aggiungere.

-Cosa è successo?- Domandò Carlos.

Erano in auto e nessuno sembrava capire.

-Recupera la mia moto- Invece rispose.

-Ascolta Carla, non dovresti più vederlo...-. tentò allora ma ottenne solo una risata di scherno.

–Prendi queste, ti faranno passare quel senso di nausea che senti..-

Le consegnò due pillole.

I suoi occhi le fissarono, sapeva cosa rappresentavano. Erano la fine e l'inizio, niente sarebbe più tornato come un tempo, tutto sarebbe rimasto nel medesimo modo. Rappresentavano una sconfitta.

Le osservava ma non le toccava. -.. Carla prendile!- insistette.

La guardò e la rivide piccola e fragile: due grandi occhi rossi, lacrime che venivano giù senza che potesse controllarle.

-Non voglio prenderle di nuovo- Piagnucolò.

Era schiava, schiava di se stessa e di tutto quello che le avevano sempre detto di fare. Voleva scappare vivere felice e un giorno dimenticare.

-Devi se vuoi stare bene, ricordi? Il medico diceva che avresti dimenticato se avessi preso una di queste una volta tanto-

Tremava al solo pensiero. –Starò comunque male-

-Non è vero.-

La sua delicata mano tramante prese le due pilloline bianche. Le mise in bocca immaginandosi già lontana da tutto quello e mandò giù come mille volte prima aveva già fatto.

-Starai meglio- La rassicurò.

Le accarezzò i capelli quando chiuse gli occhi, continuò a guardarla quando il suo respiro iniziò a diventare pesante. La sua piccola e fragile Carla era tornata; nessuno poteva far nulla se non lui, nessuno conosceva il suo male. Era insalvabile.

Le mura sarebbero tornate a crescere, più forti di prima si illudeva di credere.

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