Capitolo 27.
CARLA SASSI E FAMIGLIA. LASCIANO IL RISTORANTE DOPO UNA FURIOSA LITIGATA.
LA FAMIGLIA SASSI: SICURO FAMIGLIA PERFETTA?
I giornali riportavano le stesse notizie da diverse giornate, nessuno conosceva il reale motivo per cui Cinzia e Simone avessero lasciato il locale dopo la strana litigata con la figlia, ma non sembravano voler conoscere la ragione di ciò. Chiunque avrebbe solo voluto sapere dove fosse la ribelle Carla Sassi.
Accadeva che si finiva per interessarsi alla vita degli altri dimenticando di vivere la propria.
-Ennesima rivista che parla di te!- Carlos lasciò cadere il giornale sul tavolino insieme a molte altre ancora, mentre Carla guardava l'ennesimo telefilm dopo essersi scoperta una grande appassionata.
Distrattamente guardò la rivista cadere davanti ai suoi occhi.
Carlos sfinito cadde al suo fianco. -Settimana prossima iniziamo, ricordi vero?- Accavallò una gamba sull'altra massaggiandosi le tempie doloranti.
Organizzando tutto nei minimi dettagli proteggeva il personaggio che in tutti i modi veniva denigrato dalla stessa Carla. Alle sue dipendenze c'era molta altra gente, erano preoccupati che un giorno la sua disfatta sarebbe stata anche la loro.
Stefano contemplava lo schermo del suo computer, prima di prendere la decisione che quello sarebbe stato il giorno in cui sarebbe andato avanti; mettere una pietra sopra a quello che era stato e riprendersi la sua vita. Non poteva sempre rimanere li ad aspettare qualcosa, ad aspettare che Carla Sassi si degnasse di ricordare che c'era anche lui in questa relazione ormai andata oltre il limite della sopportazione.
I giornali non parlavano di altro se non di lei e della sua famiglia, guardava le foto e lei non era lei;
vedeva il personaggio e non Carla;
vedeva chi tentava di mettersi in mostra nascondendo il suo vero io;
vedeva tristezza, gli occhi di Carla non gli avevano mai nascosto nulla soprattutto il dolore che questa provava.
C'era qualcosa sotto quell'apparire, ma il non permettergli di sapere lo mandava in bestia; si sentiva messo in disparte, di troppo in quella relazione.
Sospirò esausto di correre dietro a chi non ci stava nemmeno provando. Fingeva di farlo solo per illuderlo e tenerlo vicino a se come le piaceva fare con le persone; contrariamente alla logica la paura di rimanere sola faceva si che allontanasse chiunque tentasse.
Si alzò con lentezza rimpiangendo una vita fatta di solitudine in una casa dispersa tra le montagna cibandosi di quello che la natura poteva offrirgli; in momenti come questi vivere di solitudine rappresentava il sogno per eccellenza, rinchiudersi nei propri dolori, nelle proprie sofferenze dava un senso di conforto assoluto. Vivere con se stessi perché il mondo faceva paura.
Stranamente non trovò nessuno in cucina quando giunse, un biglietto vicino ad una colazione già pronta diceva:
"FRATELLONE NON SO COSA SIA SUCCESSO, MA VORREI CHE TI APRISSI. RICORDATI CHE AMARE QUALCUNO RENDE LE PERSONE MIGLIORI, MA AMARE PIù SE STESSI CHE GLI ALTRI TI EVITA DI SOFFRIRE. DECIDI TU CHI ESSERE. A STASERA! TI VOGLIO BENE."
Sorrise, sua sorella sapeva essere una fedele spalla in determinate occasioni, sembrava conoscere il dolore di un amore sofferto molto più di lui.
Prese la caraffa di latte e se ne versò un po', del caffè e infine addentò un cornetto alla crema. -Dormiglione!- Urlò qualcuno alla sue spalle.
-Oggi tu non lavori?-
-Ho preso due giorni!- Disse fiero. -Da quando sono un pezzo importante alla New Megazine prendermi permessi è diventato facile come bere un bicchiere d'acqua.- si gongolò consapevole che fosse tutto merito di Carla.
Benny aveva promesso che si sarebbe preso cura del suo migliore amico, Sofia non glielo avrebbe mai perdonato. Teneva a lei più di qualsiasi altra cosa e quella mattina non seppe dire di no davanti a quei due grandi occhi che adorava.
Stefano prese un morso del cornetto ed emise un suono gutturale molto sgradevole.
-Oggi?- sperava avesse voglia di fare qualcosa.
Stefano conosceva abbastanza bene Benny da sapere che gli sarebbe rimasto accanto quel giorno anche se non lo avesse chiesto. -Be vai a lavoro, io voglio solo rimanere tranquillo. Magari faccio un salto in ufficio-
-Stefania ha chiamato diverse volte mentre tu eri via-
I suoi ricordi tornarono a New York ma furono brevi. -Ha chiamato anche me. Mi ha minacciato- Sghignazzò.
Non poteva darle torto in fondo; non aveva deciso di innamorarsi di Carla, eppure era accaduto e qualunque cosa sarebbe successa sarebbe corso da lei ogni volta, se lei lo avesse chiamato ci sarebbe stato benché non fosse in grado di ammetterlo a se stesso.
-Quindi vuoi che ti accompagni? Magari recuperi quello che ti serve e lavori da casa, no?-
Stefano rise. -Guarda che io sto benissimo. Mi sono solo beccato l'ennesima presa per il culo, ho bisogno di lavorare per tenere la mente occupata-
Benny rise. Forse avrebbe dovuto prendere esempio da Stefano, nonostante tutto cercava di andare avanti mentre lui rimaneva aggrappato ai suoi problemi come se fosse questa la soluzione migliore per decidere chi essere nella sua vita.
Il problema è che se per tutta la vita hai cercato di dimostrare chi sei e alla fine ti fossi scoperto diverso perfino a te stesso che per primo ci avevi creduto.
Pensi che nessuno ti prenderà mai più sul serio e sarai solo il ragazzino che urlava "A lupo, a lupo"
... ma nessuno ti crederà più.
Stefano osservò Benny percependo qualcosa di strano in lui, un finto sorriso che lo turbava: non era più lo stesso Benny di una volta.
CARLA SASSI E LA VITA NOTTURNA. E IL FIDANZAMENTO?
MEDSON DICE: "CARLA PRENDE MOLTO SERIAMENTE IL SUO LAVORO, QUELLO PRIMA DI OGNI ALTRA COSA!"
Benny e Sofia seduti uno di fianco all'altro attendevano silenziosi il ritorno di Stefano. Lo guardava arrabbiata, preoccupata per il fratello che non sarebbe dovuto rimanere da solo; se gli fosse successo qualcosa, se avesse tentato un qualunque colpo di testa non glielo avrebbe mai perdonato.
-Non guardarmi così- La rimproverò Benny esasperato da quello sguardo.
-Ti avevo solo chiesto di non lasciare mio fratello da solo- cercò di mettere distanza tra loro sollevando le gambe al petto: se lo avesse fatto, se lei avesse tentato di stargli il più possibile lontana le cose sarebbero state più facili da superare qualora la sua scelta fosse ricaduta su Matteo.
Il gesto non passo inosservato, Benny percepì immediatamente quali fossero le sue intenzioni. I problemi in quella casa crescevano a dismisura senza dar pace: la notte era il momento peggiore. Pensieri di ogni tipo affollavano le loro menti, cosa sarebbe accaduto se tutto fosse solo andato a peggiorare?
-Hai letto qualcosa che riguarda Carla?- Sofia scosse la testa, da diversi giorni non si avevano più sue notizie.
-Tra qualche giorno partirà per New York-
Benny era preoccupato. -Sarebbe troppo tardi, i due hanno bisogno di parlare, di confrontarsi-
-Dovremmo farlo anche noi- Sussurrò. Sofia era cambiata, non era più la stessa ragazza di quel primo giorno: i suoi occhi non brillavano, il suo sorriso non abbagliava. Lentamente si stava spegnendo come una stella e un giorno sarebbe scomparsa per sempre.
-Stai bene?-
Aggrottò le sopracciglia. –Perché me lo domandi?-
-Sei diversa- la guardò attentamente. -Cambiata-
Lo guardò ancora più accigliata. –Succede- Non poteva sempre credere che tutto fosse riconducibile a lui. –Il lavoro sembra non essere il mio futuro e i risparmi stanno terminando, ho paura che tornare a casa sia una delle possibili soluzioni- Benny non era il suo unico problema, benché fosse quello maggiore non era solo quello a preoccupare la ragazza.
"..Ho paura che tornare a casa sia una delle possibili soluzioni" -Guarda che io guadagno a sufficienza da mantenere entrambi-
Ma Sofia sorrise scuotendo la testa.–Non mi farà mantenere da te-
–Non sarebbe un problema per me So- scivolò più vicino a lei, sfiorandole il viso con una mano. -io ho sul serio molti soldi. Vivrai con il mio aiuto fino a quando non troverai un lavoro che ti soddisfi- Non poteva permettere che la sua Sofia lo lasciasse, non poteva stare un minuto di più lontano da lei e la sola idea fece vacillare ogni sua minima certezza di averla per sempre al suo fianco.
Sofia abbassò lo sguardo. -Così non mi aiuti. Puoi aiutarmi offrendomi un lavoro, sarebbe più gratificante- Non avrebbe mai permesso a Benny di farle da supporto.
-Promettimi solamente che non andrai mai via da qui-
-Non posso prometterti nulla, mi dispiace- Alcune lacrime le rigarono il viso.
Era stanca di combattere per un amore così difficile, non aveva mai pensato potesse esserlo. Benny era l'uomo dei suoi sogni di bambina, ma doveva crescere con o senza di lui.
-Puoi almeno promettermi che qualunque scelta io faccia tu non mi odierai?- Tentò ancora una strada.
-Non chiedermi questo- Lo supplicò.
Benny sospirò amaramente, aveva ragione: non poteva chiederle uno sforzo così grande, le si leggeva negli occhi quanto male le facesse vivere così.
Il suono del telefono di Sofia catturò l'attenzione di entrambi. Da Giovanni: Qualunque cosa tu stia facendo spero mi stia pensando.
Benny la vide sorridere.
I suoi sorrisi gli erano sempre piaciuti, tuttavia per la prima volta provò solo una fitta allo stomaco quando intuì che la ragione del suo sorriso era legato a quel messaggio.
-Chi è?- Domandò senza riflettere.
Sofia sollevò gli occhi verso Benny, la stava fissando serio. I suoi occhi scorrevano dal suo viso al suo telefono, immaginava cosa la sua mente potesse pensare e provò a inventare una scusa banale.
-Nulla- Disse vaga.
-Non sembrerebbe-
-Era lui?- Domandò infastidito. Giovanni era suo amico, ma sapeva che aveva solo un unico interesse.
-Si-
-Giovanni è un tipo a cui piace provarci con tutte-
-Bene, allora io sarò una delle tante-
-Credi davvero che lui voglia avere una relazione con te?- La schernì pesantemente.
La gelosia accecava i pensieri, rendeva la gente insana e irragionevole;
La gelosia non lasciava spazio a pensieri positivi, tutto girava attorno ad un sentimento che non aveva ragione di esistere.
-Benny non cominciare- Provò da allontanarsi ma la bloccò afferrandola per un polso.
-Non devi vedere Giovanni- Le intimò.
-Tu, non devi, essere geloso- Il suo tono di voce era una provocazione continua.
-Sofia non sto scherzando. Stai lontana da lui- Ma lei sollevò gli occhi al cielo svogliatamente non interessata alle sue raccomandazioni. –Sofia guardami!- Le afferrò il mento portando così i loro occhi ad incontrarsi.
-Benny mi fai male- Staccò velocemente il loro contatto schifata.
Chiuse lo sportello della sua auto allentando il nodo alla cravatta stremato, quando notò la sua moto posteggiata in angolo appartato guardò oltre cercando anche lei.
-Sono qui- Si mostrò uscendo dal suo nascondiglio.
-Ciao Carla-
-Ricordi ancora il mio nome quindi- Lo schernì avvinandoci lentamente. Piegò la testa di lato mordendosi il labbro inferiore come una bambina, mentre la luce notturna rifletteva nei suoi occhi e non riuscivano a nascondere la sua felicità. –Spero tu sia contento di vedermi- Continuò.
Era curioso di conoscere le ragioni di quel ritorno improvviso così dovette reprime quell'istinto improvviso: voleva baciare quelle calde e morbide labbra rosse. Preoccupato potesse esserci una ragione che lo avrebbe fatto soffrire rimase immobile ad attendere, era difficile ma avrebbe resistito.
Sorrise fingendo, mettendo in pratica la sua prima regola a quello strano gioco.
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