Capitolo 23.
Stefano si svegliò a New York intontito da quanto accaduto nelle ultime 24 ore.
Da Milano era volato a Londra e da Londra era risalito su un aereo alla volta della grande mela. Sembrava assurdo, ma la vita che stava conducendo da quando aveva conosciuto Carla non era reale. Tutto pareva assomigliare ad un sogno, che molto spesso assumeva le sembianze di un incubo e poi di nuovo sogno.
Spostò il braccio cercando la persona che anche quella notte aveva dormito abbracciata a lui, che gli aveva regalato teneri baci lungo il collo e si era lasciata andare a qualche risata maliziosa. Nessuno avrebbe mai immaginato che la stessa ragazza conosciuta da tutti fosse anche quella che si addormentava tra le sue braccia come un piccolo cucciolo indifeso.
A lui piaceva guardarla dormire: le accarezzava il viso e le spostava i capelli.
-Carla- Chiamò, quando si rese conto di essere solo.
Aprì gli occhi lentamente, la luce del giorno lo infastidiva. Stiracchiando le braccia una volta: avevano dormito nudi senza aver fatto l'amore e adesso necessitava di una doccia e sicuramente di indumenti puliti da indossare.
Si spostò, pigramente, dal letto al bagno, mentre in stanza regnava il silenzio.
Dove era finita Carla?
Lasciò scivolare ogni pensiero negativo che poteva insinuarsi nella sua mente ogni volta che Carla non era vicino a lui aprendo il getto d'acqua fresca sopra di se, non appena fu all'interno del vano doccia. Sapeva quanto potesse essere difficile avere al fianco una persona con una personalità come la sua, ma sapeva ancora di più quanto fosse difficile non avercela; sembrava essere diventata la sua droga, il suo ossigeno e allo stesso tempo tutto ciò che di malsano potesse esserci in questa vita.
Non aveva ancora sentito Sofia e non aveva nemmeno avvisato a lavoro che non sarebbe rientrato per almeno un'abbondante settimana. Il telefono sicuramente non aveva smesso di suonare e molto probabilmente Stefania lo avrebbe licenziato.
Uscì dalla doccia avvolgendosi un telo asciutto al corpo, tornò in camera e mosse l'indice sullo schermo del suo telefono. C'erano esattamente ventitré chiamate perse da parte di Stefania, una cinquantina di messaggi sempre della donna e qualcuno di Benny e Sofia, infine il più importante, quello di Carla. Lo avvisava che si trovava giù a scegliere l'abito della serata e che sarebbe risalita molto presto.
Sorrise come un bambino leggendo quelle parole.
Poi ricordò il lavoro e Stefania, così mal volentieri richiamò la donna che rispose alla telefonata immediatamente, esasperata e decisamente nervosa per la non presenza di Stefano ad un importante appuntamento di lavoro come quello a cui era mancato.
-Ti sembra questo il modo di lavorare?- Urlò immediatamente. Stefano non rispose, sapeva di non aver nessuna ragione.
-Ho avuto degli imprevisti- Spiegò.
-Guarda che tutto il mondo sa che sei salito sul primo aereo alla volta di Londra per salvare la tua Carla Sassi e poi risalito su un altro diretto a New York. Non puoi prendermi in giro!- Lo sgridò piena di ira.
Stefania non tollerava, oltre al fatto che Stefano avesse preferito la ragazzina impertinente a lei, la non professionalità e Stefano ne aveva da poco fatto una delle sue qualità migliori. Quando aveva iniziato a lavorare con lui era un brillante, giovane, avvocato con un grosso talento per il mestiere e grandi doti al di fuori dell'ambito lavorativo, adesso invece sembrava essere un concentrato di tutto quello che Stefania De Carolis non avrebbe mai desiderato incontrare nella sua vita.
Stefano chiuse gli occhi trattenendo il respiro una manciata di secondi. –Scusa- Non seppe dire altro. Del resto Stefania era una delle donne più in gamba che conoscesse, nessuna scusa sarebbe valsa la pena.
-Scusa un corno Stefano, fino a prova contraria tu lavori per me sei un mio dipendente! Hai intenzione di perdere il tuo posto di lavoro, la tua carriera, solo per seguire quella ragazzina?-
-Adesso tu prendi il primo volo disponibile e ritorni immediatamente in ufficio, chiaro?!- Spiegò esasperata.
Dirle che non sarebbe rientrato l'avrebbe certamente mandata su tutte le furie, ma era quello il motivo della sua telefonata quindi, facendo attenzione, provò in qualche modo a spiegare quanto stesse accadendo a Carla e che essendo uno delle loro clienti di maggior prestigio non potevano certamente lasciarla in balia di possibili avvenimenti futuri che avrebbero compromesso la situazione non certamente tanto rosea. Era risaputo che Carla avesse un'inspiegabile fiuto per i guai e sperava quello potesse bastare affinché decidesse di mettere una pietra sopra all'intera faccenda.
-Spero tu stia scherzando?- Era nervosa, umiliata e ferita.
-No, sono serio- Ammise Stefano in un filo di voce.
Stefania chiuse gli occhi cercando di essere il più ragionevole possibile, in fondo lei era una donna d'affari, un avvocato di un certo prestigio non poteva mettere a repentaglio la sua carriera e la sua vita per lui. -Stefano, sai benissimo che potrei licenziarti e ridurti in mutande, lo sai vero? Sai quello che sono in grado di fare, no? Ricorda: hai solo una settimana di tempo dopo di che tu sei fuori dal giro- Stefania mise giù il telefono ormai in procinto di una crisi di nervi. Fece sbattere con violenza il telefono contro il muro, detestava Carla Sassi con tutta se stessa.
Non voleva ferirla. Tutto quell'astio era solo dovuto ad un cuore ferito, ma Stefania sapeva e non poteva farci nulla.
Allargò leggermente la tenda osservando il meraviglioso panorama sotto di se, come sempre si trovava in una nuova città, mai vista prima, senza la possibilità di viverla a pieno; forse un giorno avrebbero potuto farlo insieme, Carla sarebbe riuscita ad essere non Carla Sassi e avrebbero potuto vivere giorni sereni come due persone innamorate. Innamorate? Loro lo erano? Chiunque avrebbe dato per scontato un sentimento del genere guardando la storia da fuori, loro però non se lo erano ancora detti, Stefano sentiva davvero il bisogno di confessarle questo sentimento che ormai nutriva da diverso tempo, forse dalla prima volta che la vide lui già la amava; quello che considerava disprezzo in realtà era amore, il problema era che non lo sapeva ancora e quando se ne rese conto era già fin troppo dentro a questa storia per tirarsene fuori e non lasciarsi coinvolgere.
Guardò giù osservando la folla riunita ad attendere una mossa della donna che potesse metterla in visibilità. La gente viveva di questo, gli errori di Carla erano linfa vitale per giornali e gossip; le fun sembravano amarla per una qualche ragione non comprensibile a nessuno, era una calamita per tutte quelle ragazzine ed era il sogno proibito di ogni uomo.
-Ben svegliato!- Lo sorprese alle spalle notando il corpo semi nudo del ragazzo davanti la finestra. –Hai intenzione di mostrare a tutti il tuo corpo sexy?- Lo prese in giro avvicinandosi a lui con estrema sensualità, era quello che Stefano risvegliava in lei tutte le volte.
-Tu invece oggi sembri di buon umore- La cinse a se regalandole un dolce bacio sulle labbra.
-Ti va di fare colazione?- domandò lei lasciandosi andare a tenere effusioni amorose. Mise le sue braccia attorno al collo di Stefano assaporando la sua pelle calda e umida in baci fugaci.
-In realtà vorrei fare altro- Approfittò della sua spensieratezza per coglierla di sorpresa portandola fino al loro letto. –Questo letto sembra così invitante- Continuò iniziando a spogliare la ragazza, mentre lei mostrava un ghigno davanti a tanta passione.
Uno dei suoi lati preferiti di Stefano era proprio quello: riusciva a rendere ogni momento unico e speciale. Le sue mani a contatto con il suo corpo tremava senza una spiegabile ragione.
-Ho voglia di fare l'amore, qui, adesso, con te- Le sussurrò ad un orecchio lasciando cadere il misero telo che lo aveva coperto fino a quel momento.
Le allargò le gambe spostandole con il ginocchio, poi si lasciò scivolare lentamente dentro lei sapendo che sarebbe stata pronta per lui. Quei pochi momenti di sicurezza in tutta la loro storia riuscivano a ritagliarli solo sotto le lenzuola, li Stefano sapeva che avrebbe sempre vinto e Carla sempre perso.
-Devi scegliere l'abito per questa stasera- Disse lei con una certa difficoltà mentre il corpo di Stefano si muoveva sopra di lei.
-Dopo- Continuò lui sussurrandole altre parole all'orecchio. Le piaceva dirle quanto fosse bella, eccitante e provocante ai suoi occhi soprattutto in quella occasione. Per il resto lei ne era perfettamente consapevole e non era necessario che glielo ripetesse continuamente.
Carla lasciò cadere la testa indietro quando sentì un fuoco dentro di se pervaderla. –Stefano!- Urlò aggrappandosi a lui quando sentì le forze venir meno. Le sue grosse spalle rappresentavano un porto sicuro, afferrarle la faceva sentire al riparo da tutto e tutti. Lo abbracciò dolcemente permettendo al ragazzo di toccarle i capelli e continuando a baciarla in ogni parte del corpo.
-Sei fantastica- Le disse, poi le baciò le labbra. –Unica- Aggiunse mentre le baciava la punta del naso. –Indimenticabile- Proseguì sul collo e soffermandosi più del previsto. –Eccitante- Scese sui suoi seni. –Calda- Andò fin giù la sua pancia piatta.
Poi lei lo bloccò. –Faremo tutto quello che vuoi dopo questa serata. Ho deciso come voglio attirare l'attenzione-
-Cosa vuoi fare?- Le chiese scivolando al suo fianco e poggiando la testa sul braccio piegato. Carla si voltò su di un lato, faccia a faccia con Stefano.
-Ho intenzione di mettere un po' di pepe a questa serata sicuramente noiosa-
-Cioè?- Stefano non era propenso a queste prese di iniziativa che il più delle volte portavano solo innumerevoli altri guai, ma se fosse rimasto al suo fianco la situazione non sarebbe certamente degenerata.
Carla gli baciò la punta del naso prima di sollevarsi e lasciare Stefano da solo sul letto. –Una sorpresa!- Disse raccogliendo i suoi vestiti da terra sotto il suo occhio vigile.
-Sei mia- Le rammentò.
Carla rise. –Io non sono di nessuno Stefano-
Ma nemmeno lei credeva a quello che aveva appena detto. Lei apparteneva a Stefano più di quanto volesse credere e niente e nessuno avrebbe potuto cambiare le cose, nemmeno lei e la sua paura di amarlo.
-Hai scelto il tuo abito per questa sera?- Le domandò cambiando argomento.
Lei annuì. –Si, c'è un dress-code da rispettare però-
Stefano la guardò curioso –Del tipo?-
-E' una serata dedicata al grande courturier britannico Chrles James, dobbiamo essere tutti rispettare questo codice di abbigliamento, nessuna trasgressione- Spiegò.
-Quindi io dovrò indossare cosa?- Domandò.
-Ho pensato a diversi abiti sul quale potrai basare la tua scelta-
-Ok, fai tu allora. Qualsiasi abito tu abbia scelto andrà bene- Carla prese il suo telefono sfogliando qua e la diversi titoli che la riguardavano poi sorrise quando si accorse di uno in particolare. -Perché ridi?- Accorgendosene le domandò.
-Un articolo parla di noi-
-Cosa dice?- Svogliatamente tirò fuori alcuni indumenti puliti prestando attenzione alle curiosi voci che potevano girare sul loro conto.
Carla schiarì la voce divertita. –"Stefano Delacroix, ormai affermato fidanzato della nostra indomita Carla Sassi, segue la sua donna alla volta di New York, secondo fonti indiscrete il ragazzo ha confessato di voler sposare la ragazza entro la fine dell'anno.."- Stefano sgranò gli occhi. –"..Ma ha paura di una reazione della sua donna. Attendiamo risvolti dai soggetti interessati!"- Infine Carla scoppiò a ridere.
-Io non ho mai detto a nessuno di volerti sposare- Preoccupato che potesse fuggire sotto i suoi occhi chiarì immediatamente: in cuor suo avrebbe sicuramente sposato quella ragazza, ma sapeva che se avesse voluto tenerla al suo fianco a lungo non poteva farle credere di volerla sua. Si sarebbe spaventata, impaurita, da un sentimento così custodiva gelosamente per paura di ferirla.
Carla lo guardò con due occhi enormi mostrandosi offesa fingendo. –Stai dicendo che non vorresti sposarmi?-
Eccoli la, loro due e nessun altro.
Avrebbero potuto vivere dentro quella stanza d'albergo per tutta la vita e sarebbero stati felici per sempre. Il problema di Carla e Stefano era tutto ciò che li circondava e che tentava di rovinarli; loro erano perfetti ma il mondo, a quanto pare, non voleva quella perfezione.
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