Capitolo 20.
Aprì gli occhi felice per un reale motivo, l'aver saputo che il fratello finalmente avrebbe potuto chiarire i suoi sentimenti in qualche modo resero lei felice per riflesso potendo essere felice anche per i traguardi altrui.
Il sole tiepido aggiunse altra sensazioni positive: il caldo sembrava star iniziando a bussare alla vecchia stagione chiedendole di andar via e far si che questa potesse prendere posto portando con se ogni buono proposito di cui Sofia quella mattina pareva esservi fatta carico. Voleva iniziare a credere che anche per lei qualcosa di positivo sarebbe potuto giungere e avrebbe sicuramente iniziato impiegando maggior tempo alla ricerca di un lavoro che calzasse a pennello.
Si guardò allo specchio osservando il suo viso assonnato. Forse quella mattina sarebbe stata la volta buona? Si domandò.
-Buon giorno- l'accolse Benny non appena varcò l'ingresso della cucina.
Ormai da giorni dormiva poco e si alzava molto presto.
-Buon giorno- rispose lei fredda.
Non riuscì a nascondere la delusione che si era ripromessa di non mostrargli.
Dopo l'ultima chiacchierata Benny aveva deciso saggiamente di evitarla ad ogni costo, cercava di mantenere le distanze da quel corpo che tanto desiderava per paura di non riuscire a trattenere i suoi istinti da uomo, che in presenza della ragazza sembravano riemergere. In più non avrebbe mai fatto un torto simile a Matteo, il quale nelle ultime settimane aveva ulteriormente sottolineato il suo amore per lui come se potesse sospettare quello che in quella casa da settimane ormai tormentava tutti quanti.
-Tutto bene?-
-Tutto bene- Sofia si mise a sedere su uno sgabello, prese la confezione di cereali e li versò in una tazza con latte e caffè.
Continuò ad osservarla intuendo subito che qualcosa non stesse andando bene e che se avesse voluto di nuovo quel sorriso comparire sul suo viso, ogni volta che lo incontrava, avrebbe dovuto fare qualcosa.
-Devi uscire anche questa mattina?- Domandò.
-Si-
Benny prese posto di fronte a lei, colpevole: aveva sbagliato ad avvicinarla e aveva, di nuovo, sbagliato quando l'aveva evitata senza darle una reale motivazione.
-Vuoi che ti accompagni?- Le propose.
La presenza di lei in quella casa aveva stravolto l'equilibrio che con il tempo era riuscito a costruirsi attorno per nascondere le sue incertezze, ma non sopportava neanche solo l'idea che quel sorriso non sarebbe più comparso in sua presenza.
Quando viveva al paese, quando vedeva Sofia ogni giorno, non avrebbe mai pensato che il senso di inadeguatezza in lui fosse anche causato da lei, solo ora ne capiva le ragioni. Si rese conto di esserne attratto in ogni cosa.
-Non devi lavorare oggi?-
-No, avevo delle ferie arretrate e ho deciso di sfruttarle adesso- abbassò lo sguardo imbarazzato da quello di lei fisso.
-Ottimo- bevve l'ultimo sorso e addentò una brioche velocemente. -Allora vado a cambiarmi e possiamo andare-
Così, insieme, iniziarono la giornata pieni di speranze nella buona riuscita della ricerca.
Sofia aveva le idee ben chiare: amava la moda e lo spettacolo e tutto ciò che vi girava attorno, non avrebbe accettato un lavoro qualunque. Le offerte erano tra le più disparate, in molti cercavamo cameriere, in tanti altri ancora hostess per eventi mondani in prossimità di fashion week o eventi speciali. Nessuno però rientrava nella ricerca.
-Guarda che così non troverai mai nulla-
-Io voglio trovare un lavoro che mi soddisfi- Insistette Sofia.
Perciò vagarono per negozi, ristoranti, bar, pizzerie senza mai trovare il lavoro adatto alle sue aspettative. Non appena entravano subito ne uscivano con sorrisi imbarazzati e Benny iniziò a far cadere i buoni propositi.
-Forse è meglio tornare a casa- guardò l'orologio scocciato. -Giriamo da questa mattina e gli ultimi annunci sono identici a tutti gli altri. Domani però possiamo cercare ancora, se ti va-
-Magari andrò sola-
-Perché?- Le chiese senza nascondere alcun dispiacere.
Ma Sofia non aveva una vera ragione, semplicemente scrollò le spalle. -Magari devi vedere Matteo-
Al nome di Matteo Benny si bloccò. Per tutto il tempo trascorso con Sofia nemmeno una volta aveva pensato al ragazzo, al suo ragazzo, e ora si sentiva in colpa. Eppure non lo aveva fatto di proposito, semplicemente perché stare con Sofia lo faceva diventare un'altra persona e tutto ciò che non la comprendeva svaniva nel nulla.
Guardarla mentre increspava le labbra alla ricerca del lavoro perfetto, come bisticciava con i proprietari che la vedevano con aspettative fin troppo alte rispetto al suo misero curriculum lo metteva di buon umore e toglierle dalla testa strane idee lo faceva stare bene. Sofia per lui era tutto quello che di bello si potesse desiderare in questa vita, ma il nome di Matteo gli ricordò quello che era e quali fossero i suoi obblighi per se stesso, per il fidanzato e per l'amico.
-Sì, hai ragione. Dovrei vedere Matteo- Mentì.
Il ritornò a casa fu in un religioso silenzio per motivi diversi: Sofia non riusciva a capire il perché il ragazzo di fianco a lei alternava momenti come quelli appena trascorsi, ad altri di assenza più totale dalla sua vita. Nelle ultime settimane Benny le era mancato, ma aveva comunque voluto rispettare la sua relazione con Matteo rimanendo ai margini della storia, osservando e infine quasi soffrendo di essere donna.
Benny continuò a osservarla di nascosto per l'intero tragitto di ritorno, ai semafori rimaneva a contemplare il suo viso poggiato su una mano mentre gli occhi le gravano al di la del finestrino, qualcosa che a Benny non era possibile conoscere. Le guance rosse per via dei primi raggi del sole le regalavano un'aria così innocente che nessuno si sarebbe mai potuto immaginare che Sofia Delacroix fosse una giovane ragazza per nulla innocente e sicuramente molto intraprendente.
Sofia scese dall'auto senza dire una parola quando Benny posteggiò e non ebbe il coraggio di fermarla perché se lo avesse fatto stringerla tra le sue braccia sarebbe stata l'unica reazione che il suo corpo e la sua mente sarebbero riusciti a compiere. Salì in ascensore insieme a lei mantenendo il silenzio e non disse una parola quando questa entrò in casa e corse in camera del fratello sbattendo subito dopo la porta dietro di se facendo si che un tonfo echeggiasse per l'intero appartamento.
Frustrazione e angoscia presero il sopravvento in Benny, cosa avrebbe dovuto fare? Andare da lei? E poi? Poi non sarebbe stato più lo stesso, di questo ne era certo. Nulla sarebbe tornato più al suo posto e forse un giorno se ne sarebbe anche pentito. Adesso però, adesso era l'unica cosa che desiderasse fare davvero.
Deciso andò in camera di Stefano, non bussò nemmeno alla porta prima di entrare, un solo gesto riflessivo lo avrebbe fatto pentire di tutto il resto.
-Cosa vuoi Benny?- Chiese lei in una pozza di lacrime.
-Vieni qui!- le sussurrò tirandola per un braccio e avvicinandola a se. Sofia finì sulle sue gambe. La strinse forte a se iniziando ad accarezzarle la nuca e poi la schiena. -Scusa- disse ancora.
La ragazza si strinse in quell'abbraccio senza dire una parola ma continuando a piangere. Chiuse gli occhi assaporando il momento nella maniera più intensa che conoscesse, ad occhi aperti le immagini vissute con il tempo sarebbero sbiadite ma le sensazioni, invece, sarebbero rimaste per sempre.
-Non so quello che vuoi- Aggiunse lei stringendosi sempre più forte al collo di lui.
-Nemmeno io- Rispose rassegnato Benny.
Sofia si allontanò dall'abbraccio, lo guardò dritto negli occhi e i gesti che seguirono parlarono per loro.
Le sue labbra toccarono quelle di Benny, inizialmente le loro lingue si sfiorarono con paura, tuttavia più il bacio si intensificava più acquistavano sicurezza e più le loro voglie crescevano. Con un gesto deciso Benny si alzò tirando su con se Sofia che si strinse attorno a lui con le gambe sul suo bacino non smettendolo di baciare nemmeno per un momento. Le sue braccia attorno al suo collo non lo lasciarono mai.
-Non credo che tuo fratello sarebbe molto felice se sapesse quello che potrebbe accadere in questa camera- disse sornione regalandole un sorriso.
-Hai ragione- rispose tornado poi a baciare quelle labbra dalla gioia.
Portò Sofia in camera sua dove in mille occasioni aveva sognato di averla e come avrebbe voluto fosse quella prima volta insieme. Voleva che il suo profumo rimanesse tra le sue lenzuola non appena sarebbe andata via e voleva svegliarsi con lei al suo fianco.
Lentamente l'adagiò al centro del letto iniziando a sporgliarla. Era bella anche così.
Sofia immobile permise al ragazzo di studiare il suo corpo, ad occhi sempre chiusi sentiva la mano di Benny sfiorarle il senso, la pancia, i fianchi. Poi lentamente lo avvicinò a se e lo baciò di nuovo.
-Sei sicuro?- disse lei ormai giunta al culmine della sopportazione.
-Sì- rispose solamente.
Molto più capace Sofia prese in mano la situazione osservando Benny che non le tolse lo sguardo di dosso nemmeno per un secondo. Quella per lui rappresentava la sua prima volta e avrebbe voluto ricordare ogni gesto e ogni singolo momento.
-Vuoi che ti tolga io i vestiti?-
Benny la guardò incosciente e inesperto. Se fosse stato uomo forse avrebbe dovuto fare tutto da solo, ma lui era solo Benny e cosa fosse più giusto da fare non lo sapeva nemmeno lui.
Così Sofia si avvicinò lentamente e iniziò a sfilare la camicia che delineava il suo corpo perfettamente palestrato. Lentamente fece scivolare la camicia alle spalle di lui, la sua pelle perfetta la fece incantare. Gli baciò la spalla, poi sempre più giù fino al suo ombelico aiutandolo a liberarsi del resto.
-Vuoi che tolga anche quelli?- Chiese ancora sorridendo.
Benny calò lo sguardo. –Oh no, questi li tolgo da solo- Imbarazzato, in modo frenetico, sfilò anche quell'ultimo indumento.
Sofia allora tornò di nuovo di stesa sul letto, allargò le gambe permettendo a Benny di mettersi tra di esse. La sua eccitazione crebbe all'istante come lui non avrebbe mai immaginato potesse accadergli alla vista di una donna nuda sul suo letto. Si avvicinò e cominciò a tracciare una linea invisibile di baci lungo tutto il suo corpo.
Mai nella sua vita aveva toccato una donna in quel modo, mai aveva provato sensazioni così forti come quelle.
Con le mani sulle sue natiche Sofia lo invitò a farsi sempre più vicino aiutandolo in quei gesti a cui lui non era mai stato abituato. La prima spinta fu la più strana per entrambi: Benny stava avendo la sua prima esperienza con una donna e uno strano effetto lo accompagnò in quegli attimi. Ma subito iniziò, con dimestichezza, a seguire il flusso di quelle sensazioni lasciando che fossero quelle a dirgli cosa fare e la mente libera da altri pensieri.
Sofia aveva sempre immaginato così quella loro prima volta, forse meno bella di quanto invece le sembrasse adesso. Benny continuò a baciarle la bocca, le guance tutto il tempo, mentre lei non smetteva di gemere il suo nome.
Continuarono per l'intero pomeriggio e poi anche fino a sera tardi, dopo di che i loro corpi, stremati, si accasciarono uno al fianco dell'altro. Sofia lo abbracciò felice, Benny la strinse intimorito.
Era stata la sua prima volta e lui si sentiva bene. Ma quello stare bene non era positivo perché mentre Sofia si addormentò beata e appagata i pensieri brutti ripresero ad infestargli la mente e non dormì per nulla. Accarezzò le spalle nude di quella giovane ragazza, mentre i suoi pensieri volarono fino a Matteo.
Da Matteo: Buonanotte tesoro. Domani insieme?
Benny si sentì svenire.
A Matteo: Ok tesoro. A domani. Notte.
Non riuscì a dire la verità adesso.
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