Capitolo 19.

Lavorò l'intera giornata con un sorriso stampato in viso e mille idee per la testa. Avvisò uno degli assistenti di prenotare un volo, una camera dall'Albergo e preparare tutto quello che le sarebbe servito per  il suo piano.

Ai continui scatti sorrise più del solito e quando qualcuno faceva una battuta la sua risata echeggiava per tutta la sala. Tutti erano abituati a quei cambiamenti ma nessuno conosceva mai la ragione di quelli, perciò invece che fare domande preferivano godersi il momento lasciando ad altri il compito di ipotizzare il perché Carla Sassi fosse più simpatica del solito.

-Dove vai?- Carlos le afferrò un braccio non appena Carla lasciò il suo camerino, pronta per la sua partenza.

Lei passò velocemente lo sguardo dal suo braccio a Carlos. -Ho impegni- disse vaga con sorriso sulle labbra.

-Che impegni?- indagò. Sapeva  che la mente Di Carla Sassi aveva progettato qualcosa e il non sapere lo avrebbe fatto impazzire sicuramente.

-Un piano- ancora vaga disse. Se Carlos avesse saputo avrebbe sicuramente provato a sabotare la sua serata e lei non poteva permetterselo. Niente e nessuno sarebbe stato di intralcio per il suo piano perfetto.

Carlos strinse ancora più forte il braccio di lei, mentre un sorriso sempre più grande compariva sul suo viso. Vederla felice sembrava che in lui avesse l'effetto contrario, se lei era felice quella felicità non lo avrebbe mai compreso e se quella avesse invece compreso Stefano lui si sarebbe sentito sempre peggio.

-Carlos lasciami andare- sibilò quando capì che non aveva nessuna intenzione di mollare la presa sempre più forte. Le faceva male.

-Mi stai facendo male- fece una smorfia di dolore quando sentì il braccio intorpidirsi.

-Dimmi dove vai?- Domando con un tono minaccioso.

-Se mi lasci te lo dico- lo sfidò.

-Carla non giocare..- Continuò.

A quello Carla rispose con una risata e mentre lui si straniva lasciò andare la prese abbastanza da permettere a Carla di sfuggirgli.

Lo fissò seria affinché capisse quale fosse il suo posto. -Prova ancora una volta a stringermi così forte e giuro che te ne farò pentire-.

Carlos non rispose, a cosa sarebbe servito se non alimentare un odio che vedeva nascere ogni giorno sempre più. Non poteva vederla andare via e mentre odio e gelosia si impossessavano di lui, la lucidità veniva meno non permettendogli di controllare i suoi gesti. Aveva sempre calcolato tutto, qualsiasi gesto o parola aveva sempre un fine per lui e quella capacità sembrava cominciare a vacillare negli ultimi tempi. Mentre vedeva Carla allontanarsi sempre più si sentiva uno stupido per quanto aveva appena fatto.

-Pronto?... Si ciao, ascolta passiamo insieme la serata? Si passo a prenderti tra poco. No, tranquilla Carla è fuori città. No, vacanza. Dove? Credo Los Angeles-. Carlos aveva chiamato la persona che di certo avrebbe fatto di tutto per ottenere i primi scatti dell'arrivo di Carla nella sua città preferita e se sembrava essere un piano infantile quello era l'unica chance che gli rimaneva per rendere quella vacanza meno romantica del previsto.

Quando Carla fu sotto casa di Stefano rimase dentro l'auto affinché nessuno si accorgesse di lei e potesse agire indisturbata. Chiese al suo autista di avvisarla quando Stefano sarebbe giunto a casa e attese pazientemente.

Girò su internet leggendo quale fosse il nuovo pettegolezzo con lei protagonista e con grande stupore la ricomparsa dei genitori le permise in qualche modo di tenere lontana la sua vita privata per quel che fosse possibile.

"Simone e Cinzia tornano a casa per la figlia. Sembra che Carla avesse bisogno di loro" Cita uno dei link.

Un altro invece dice: "Cinzia Valentini si racconta. Stare lontana dalla figlia serviva a far crescere Carla"

Infine uno riguarda suo padre. "Siamo qui per lei. Siamo la sua famiglia e quando lei ha bisogno di noi, noi corriamo in suo aiuto"

Carla sorrise amara, i suoi genitori erano tornati per un'unica ragione e nonostante non le fosse del tutto chiara quale essa fosse di certo lei non c'entrava nulla. Quei due avrebbero sempre agito per doppi fini il che faceva solo alimentare l'odio di Carla, tornata dal viaggio si sarebbe anche occupata di loro.

-Signorina, è arrivato!- L'uomo avvertì Carla come gli era stato ordinato e lei; non appena udì quelle parole, scese dall'auto senza indugiare ancora.

Stefano era appena rientrato con la sua solita valigetta tra le mani e i pensieri altrove, tanto che non si accorse nemmeno che Carla stava dietro di lui.

-Ehi!- lo richiamò lei.

Stefano si voltò aspettandosi chiunque tranne che lei. Rimase di stucco e senza dire una parola, la osservò aspettando una qualche spiegazione.

-Come stai?- Si avvicinò lentamente.

-Bene- atono disse Stefano. Le era mancata più di qualsiasi altra cosa in quei giorni precedenti ma nonostante avesse solo voglia di baciarla e abbracciarla rimase fermo aspettando.

Carla si rese conto che se avesse voluto mettere in atto il suo piano avrebbe prima dovuto dare una spiegazione ma quello non le sembrava proprio il luogo adatto per farlo così lo invitò a seguirlo quanto meno in auto e Stefano la seguì.

In auto l'ambiente era sicuramente molto più privato e li avrebbero potuto parlare tranquillamente.

-Portaci via da qui- ordinò Carla all'autista che ingranò la marcia e partì lontano da possibili occhi indiscreti.

-Come stai?- chiese Stefano adesso.

Lei si voltò e gli sorrise dolcemente. -Bene..adesso-

Si guardarono negli senza mai dire una parola, durante tutto il tragitto si dissero quello che avrebbero potuto fare a parole ma che non occorreva quando si trattava di loro.

Abbastanza lontani da tutti e tutto Carla poteva tornare la Carla che Stefano aveva conosciuto e finalmente avrebbe potuto spiegare questa sua inspiegabile assenza agli occhi di lui.

Lui le accarezzò una guancia e le sorrise, lei ricambiò il gesto poggiando la testa sulla sua mano beandosi della sensazione di piacere che solo il ragazzo poteva regalarle.

-Dove stiamo andando?- Domandò.

-Lontano per un po' ti va?-

Stefano la osservò. -Prima dimmi quello che sai-

Carla annuì. -Sono tornati i miei genitori-

-Quindi?- Rispose non capendo Stefano. Sapeva tra loro non ci fosse un bel rapporto ma questo non poteva certo compromettere le cose tra loro quindi immaginava ci fosse molto di più dietro a tutto ciò.

-Loro sono tornati per una qualche ragione che io non conosco ancora e ho bisogno di sapere che tu sei qui vicino a me-

-Non avevi bisogno di sparire per giorni per capirlo, lo sai che io sono qui- le ricordò lui con voce soave. Quando si trattava di lei doveva dimostrarle, non solo a parole, che quello che diceva fossero sul serio parole vere, che i suoi pensieri riguardo a quel loro rapporto comprendessero sempre un noi e che mai l'avrebbe lasciata.

-Lo so, ho avuto paura che tu non capissi-

-Cosa?- domandò.

-Qualsiasi cosa, che tu mi chiedessi di parlare con loro di capirli e dargli una possibilità-

-Non parliamone più- Avvicinò la ragazza a se e la strinse così forte da farle mancare quasi il fiato.

Poi lei si allontanò quel tanto che bastava per poterlo finalmente baciare. Le sue labbra le erano mancate, il sapore dei suoi baci le era mancato e la sensazione che sentiva ogni volta, le era mancata anche quella.

Stefano aveva sognato quei baci in mille momenti, non solo della notte ma anche del giorno, aveva immaginato di toccare la sua pelle morbida e perfino l'odore che questa emanava aveva immaginato di odorare.

-Possiamo andare?- chiese lei con un sorriso ricolmo di gioia mentre Stefano annuì ormai completamente preso dal momento.

Il loro viaggio durò non molto. Carla aveva predisposto tutto nei minimi dettagli facendo si che il suo aereo privato li attendesse pronti al decollo e che il loro arrivo a Los Angeles non fosse di dominio pubblicò affinché potessero almeno recarsi in albergo senza troppi intoppi.

Stefano si vide costretto a spostare tutti i suoi appuntamenti almeno per i successivi tre giorni e trascorrere quella vacanza inaspettata in compagnia dell'amata.

Arrivarono a notte fonde e raggiunsero il loro Albergo con un auto, predisposta dalla stessa Carla. Staccare la spina in compagnia di Stefano gli era sembrata la scelta migliore con tutto quel caos attorno. Sapeva che quando sarebbe rientrata avrebbe dovuto fare i conti con la realtà ma al momento non le importava, stare con Stefano era la cosa più importante.

Scesi dall'auto ad attenderli, diversamente da quello che la stessa Carla aveva previsto, vi era una massa di giornalisti.

-No, cazzo- disse la ragazza.

-Come hanno fatto a sapere che siamo arrivati?- domandò Stefano, esausto di quel continuo perseguimento in ogni parte decidessero di andare.

-Non lo so- dispiaciuta rispose. -Credevo che saremo stati soli- proseguì a mal in cuore.

Stefano le sorrise, intrecciò la mano di lei alla sua. -Sorridiamo e facciamo vedere quanto siamo felici-

Carla di tutta risposta annuì e scese dall'auto subito dopo Stefano che con attenzione le fece strada affinché macchine fotografiche e uomini al seguito non impedissero il loro passaggio.

Domande su domande seguirono come sempre senza mai ottenere risposta. Carla non lasciò mai la mano di Stefano e lui la strinse sempre più forte fino a quando le porte dell'albergo si aprirono.

Il direttore dell'albergo dettò subito direttive affinché tutto fosse predisposto nel massimo della sicurezza.

-Ci dispiace per l'inconveniente signorina Sassi- provò a dire, ma Carla non badò a nulla di tutto ciò.

L'unica cosa che le importava era Stefano, il quale le sorrideva e la stringeva sempre più forte.

I due salirono nella loro stanza senza mai dire una parola fremendo dalla voglia di toccarsi e stare di nuovo insieme.

La porta non fece a tempo ad aprirsi che subito Carla saltò al collo del ragazzo, il quale l'adagiò sul confortevole letto disposto al centro della stanza.

Il seguito fu un intreccio, di corpi, carezze e baci senza sosta. Carla non aveva mai desiderato il corpo di Stefano così tanto come adesso e Stefano non seppe trattenersi da volere ancora e ancora da lei.

Baciarsi, toccarsi e fare l'amore furono le uniche azioni che riuscirono a fare per l'intera notte e anche il mattino seguente.

Le lenzuola profumavano di amore e non avrebbero mai desiderato trovarsi in altro posto se non li in quel letto.

Stretti l'uno all'altra osservavano il panorama fuori dalla loro finestra. Los Angeles era una delle città preferite di Carla e a quanto pare anche di Stefano da quel momento in poi.

-Bello vero?- Chiese Carla con un sorriso stampato in viso.

Strinse la ragazza al petto dandole un bacio su una guancia. -Si proprio bello- rispose malizioso.

Carla sogghignò fingendo di allontanarlo da lei. -Non questo scemo. Intendo il posto: Los Angeles!-

Stefano rise di conseguenza. -Si bella. Non ero mai stato a Los Angeles- Dichiarò.

-Se ti piace ci torneremo- Ammise lei felice. La felicità portava Carla ad essere una persona ottimista, solo in compagnia di Stefano pensava che la sua vita sarebbe stata eterna.

-Magari la prossima volta verremo in circostanze migliori, no?-

Lei annuì soltanto, quando credeva di essere riuscita a mettere tutto da parte, per un qualche stupido gioco di poco gusto, quello tornava fervido nella sua mente e nella sua vita. Stefano la strinse a se dandole un secondo bacio; decise che se avesse voluto godere di quella città avrebbe dovuto farlo fuori da quella stanza.

-Allora vogliamo uscire?- Chiese.

-Si, voglio farti vedere Los Angeles!- concluse lei. Si svincolò dall'abbraccio di Stefano correndo direttamente al bagno, lui finto indispettito non la lasciò andare e subito dopo raggiunse anche lui il bagno.

Fare la doccia insieme non era mai stata una delle loro abitudini ma in quella occasione vollero godere anche di quel momento per stare legati l'uno all'altra senza che niente e nessuno potesse interromperli.

L'acqua fresca cadeva sui loro corpi ancora caldi, che non smettevano di toccarsi. Stefano passava in rassegnava ogni centimetro del corpo di Carla con baci e carezze, si soffermò a baciare i suoi seni, le sue mani, poi sempre più giù fino a dove gli fosse possibile arrivare.

-Stefano, dobbiamo andare- lo fermò lei ridendo.

-Ma no guarda, mi manca ancora qualche altro punto- disse lui di tutta risposta. Voleva baciare di tutto di lei, affinché potesse godere di quella sensazione di piacere che le regalava lei involontariamente.

-Andiamo!- lo invitò lei chiudendo l'acqua e uscendo prima che Stefano potesse obbligarla a rimanere ancora li.

Camminare per strada non sembrava essere impresa così tanto facile come credevano. Sul lungomare della città fotografi e fan accaniti continuarono a disturbare la loro passeggiata.

Anche Stefano stranamente, però, si prestò a fotografi e ragazzine innamorate di lui. Loro lo amavano solo perché aveva conquistato il cuore della loro beniamina e  non riusciva a credere che quello potesse essere vero. Carla era sua.

-Hai fame?- le chiese in un momento di agitazione sempre maggiore.

-Si, scappiamo!- rispose Carla con un sorriso enorme immortalato all'istante da qualcuno, il quale avesse assistito all'evento.

L'auto presa a noleggio per il loro soggiorno li condusse non molto lontano dalla città ma certamente in un luogo più discreto.

Molte celebrità trascorrevano la il loro tempo e finalmente poterono rilassarsi tranquillamente.

Stefano si guardò attorno osservando i tanti volti famosi che adesso come gente comune sedeva in tavoli vicini chiacchierando allegramente con amici o familiari. Il locale doveva essere davvero un ritrovo piacevole per gente non abituata più a vivere tranquillamente la propria vita.

In stile anni cinquanta il posto sembrava davvero un mondo dimenticato da tutto e tutti permettendo a tutti i presente di essere se stessi.

-Ti è piaciuta la città?- chiese Carla intrecciando la sua mano a quella di Stefano seduti uno di fronte all'altro sul loro tavolo appartato.

-Non che abbia fatto nulla di diverso da quello che solitamente faccio a Milano- le ricordò Stefano ripensando al pomeriggio burrascoso appena trascorso.

Carla sorrise appena abbassando lo sguardo. -Mi dispiace!-

Stefano scrollò le spalle. -Stare con te implica anche questo, lo so-

-Mi dispiace comunque-

-Tranquilla!- sussurrò, sporgendosi poi in avanti e regalandole un tenero bacio.

A Stefano non gli importava il mondo di Carla Sassi se la ragazza di fronte a se sarebbe rimasta. A lui piaceva proprio quello di lei, quel carattere dolce e insicuro che poche volte permetteva agli altri di conoscere. Lui era una delle poche persone a cui era concesso quel suo lato e amando sempre più trascorrere del tempo in compagnia di quel suo lato.

Los Angeles avrebbe certamente voluto viverla diversamente ma non gli interessava più di tanto.

-Pensavo che quando saremo tornati in città mi avresti potuto presentare i tuoi- propose Stefano non rendendosi nemmeno conto che quello avrebbe scatenato l'inferno.

Carla lo guardò di scatto con un'aria che Stefano non avrebbe mai immaginato. -Scherzi?-

-No- rispose lui stranito da quella reazione.

-Io non ho due genitori Stefano. Ho due persone che si approfittano di me. Come puoi chiedermi una cosa del genere?!- Staccò la sua mano da quella di lui.

-Guarda che sono sempre i tuoi genitori-. le ricordò Stefano infastidito da quel suo essere sempre fin troppo sopra le righe.

-Stefano? Si sono approfittati di me da quando ne hanno avuto la possibilità. Non puoi veramente pensare questo!- Con un evidente disappunto Carla si mise in piedi allontanandosi senza più degnare di uno sguardo il ragazzo seduto con lei.

-Dove vai?- Le urlò Stefano alzandosi anche lui di stacco. Tutti si voltarono ad osservare l'ennesima scenata di Carla Sassi.

-..Certo che Carla non si da mai pace. Vuole sempre tutti i riflettori su di se!- bisbigliò qualcuno ad un tavolo poco distante da quello prima occupato da Carla e Stefano ottenendo l'approvazione dei suoi commensali. Ogni scusa era buona per mettersi in mostra usando Carla come mezzo per farlo.

-Voglio tornare a casa sono stanca- Carla irritata tornò in auto.

-Guarda che era solo una proposta la mia. Non pensavo che...-

Avrebbe voluto giustificare la sua affermazione ma Carla non gli diede modo di continuare. -No! Stefano la tua non era solo una proposta ancora una volta volevi che io facessi qualcosa di diverso da quello che sono in realtà-

-No!- Urlò lui. -Volevo solo che tu fossi normale per una volta! Carla è la tua famiglia!- Quelle parole vennero fuori prima che lui stesso potesse rendersene conto. La verità era appena venuta fuori. Stefano osservò innocente Carla ma lei rise amara di quelle parole rendendosi conto quale fosse il reale scopo di Stefano: cambiarla!

-Sei proprio un povero illuso!- Le parole furono seguite da una risata molto acida che colpì Stefano in una maniera molto pesante.

-Ascolta Carla io non volevo dire questo, ma voglio solo sapere se noi vivremo sempre così, in questo modo?- Allargò le braccia indicando tutto quello che li circondava.

-Noi? Stefano non c'è un noi se tu la pensi in questo modo. Io sono questa, lo sai- Carla si era arresa. Stefano sarebbe stato uguale al resto delle persone che l'avevano sempre avvicinata, forse in un modo diverso ma quello non avrebbe certamente cambiato la realtà dei fatti.

-Bene!- Stefano si staccò da lei e non appena l'auto posteggiò davanti l'entrata del loro Hotel non aspettò nemmeno che lei gli fosse dietro prima di entrare.

Carla si soffermò, al contrario, davanti la poca gente rimasta ad aspettarla davanti le porte dell'Hotel. Stranamente felice, visto quanto era appena accaduto, si concesse ad autografi e foto con alcune ragazze. Non era ancora pronta ad accettare la realtà dei fatti a quanto pare.

Quando rientrò in stanza, disinvolta si avvicinò al bar versandosi da bere osservando Stefano che non aveva smesso di fare avanti e indietro per la stanza.

-Lo sai che c'è?- Sbottò di improvviso.

-Che c'è?- Rispose Carla sorniona.

-Hai ragione. Dovresti smettere di essere normale e fare quello che ti riesce meglio. Fuggi, vai in giro per locali, infrangi la legge e se vuoi passa da me quando non hai nulla da fare!-.

Per Carla quello che aveva da dirle Stefano non aveva più importanza oramai. Le aveva appena mostrato quello che lui era e non sembrava essere quello che lei aveva ipotizzato. Il fatto che adesso lui avesse da rimproverarle qualcosa a lei non importava più.

-Stefano smettila di parlare. Sono stanca per oggi- Si accasciò alla poltrona davanti la grande veduta di una Los Angeles al tramonto. Quello spettacolo sapeva regalare emozioni irreali che Carla amava più di ogni altra cosa al mondo. Le permetteva di credere che quel mondo le appartenesse per davvero.

-No, non la smetto Carla! Io voglio capire cosa sta succedendo?- Immediatamente si posizionò davanti a lei in ginocchio gli occhi lucidi e il volto stravolto. Stava per crollare davanti all'unica donna che avesse mai potuto renderlo fragile come al momento si sentiva.

-Ho vissuto una vita fatta di illusioni. Una famiglia che ha sempre tentato di fermi credere che non mangiare, non vivere e fingere fossero le uniche cose che dovessero importarmi per essere importante- Prese un sorso del liquore. -..Quelle sono diventate le mie convinzioni. Ricordi quando ti ho detto che saresti venuto giù all'inferno con me?- Con un sorriso acido guardò Stefano che annuì incredulo a quelle parole.

-Benvenuto all'inferno mio caro!- disse infine finendo di bere e rimanendo delusa ancora una volta dall'unica persona che credeva avrebbe potuto fare la differenza in quella vita maledetta.

Essere diversa non lo aveva scelto, essere normale era il suo sogno ma non esserlo rappresentava l'unica sua possibilità di vivere quella vita ormai rovinata. Cambiare? Non sarebbe servito per chi come lei era marcia dentro.

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