14. Mattinata fra "Voglio l'auto fusia!" e "Scusa" sconvolgenti

Izuku's P.o.V.

Le vacanze estive sono finite ieri e le ho passate sia da solo, che in compagnia di mia madre e dei miei amici (ovviamente a momenti alterni)... ma sempre senza Kacchan. Da quando siamo usciti dall'ospedale, non mi ha mai chiamato e io non mi sono mai osato a scrivergli... beh, credo che mi dovessi aspettare qualcosa del genere.

Stupido io che ho creduto che potessimo fare dei giri insieme...

Almeno oggi a scuola è andato tutto bene: tutte noi prime siamo uscite perfino un'ora prima! Ora io e Cissan stiamo aspettando alla nostra solita fermata il tram dello stesso orario del solito (P: "Quello dell'ora prima é partito pressappoco quando stavamo uscendo di scuola! Fottiti mondo!").

C'é di diverso che con noi ci sono Todoroki, Uraraka ed Iida, che sono voluti rimanere ad aspettare con noi un po', non volendo andare subito a casa...

<MACCHINA GIALLA!> trilla Uraraka, dando un pugno sulla spalla sia a me che a Cissan. Todoroki ed Iida si sono rifiutati di giocare e ci fissano a tratti divertiti e a tratti esasperati dalla nostra infantilità.

<Ora che ci penso... perché proprio quando passano le auto gialle bisogna dare un pugno a chi non l'ha vista per primo? Perché, non so, quelle arancioni?> si chiede Ciro sovrappensiero, con noi che lo guardiamo cercando di capire dove voglia andare a parare.

Ridacchia sovrapensiero prima di dire: <Tra l'altro, un biondino che tutti noi conosciamo picchia a destra e a manca chiunque non sia abbastanza veloce da scansarlo... Coincicredo? Io non denze! Lui impersonifica le auto gialle e la punizione ad esse allegate!> spiega Cissan, con la soddisfazione in volto di chi ha svelato l'arcano.

Lo guardo perplesso mentre Ochako lo supporta: <Oh mio dio! Hai ragione! Deku, tu sei le auto verdi!>
<E perché?> chiedo come punto sul vivo.

Ora io che c'entro?!
Lei risponde, soppesando le parole: <Beh, volevo fare un nuovo gioco! Kenshi-kun mi ha dato l'idea! Ora noi "diventiamo" le auto in strada e vediamo che cosa capita! Associamoci ad un colore in particolare per colore dei capelli o degli occhi...>

<Allora sei fregata per entrambi, Ochako-chan. Non esistono tante auto marroncine, suppongo. Io comunque mi scelgo le auto blu chiaro, come i miei occhi!> Ciro da man forte all'idea di Uraraka.
<Giocate pure voi?> chiedo a Todoroki ed Iida. Di sicuro frenare Ochako o Cissan é impossibile, perciò meglio assecondarli.
P: "E trascinare nel baratro con noi più gente possibile".

Prima che possano rispondere, Ochako interviene: <Li facciamo giocare noi, volenti o nolenti che siano! Iida ha le auto blu scuro come gli occhi, Todoroki invece... qualsiasi mezzo di trasporto che ha sia bianco che rosso insieme!>

<Lo sai benissimo pure te che allora é impossibile che esistano auto del genere, a parte quelle personalizzate. E ci sono infime possibilità in quel caso.> constata Todoroki.

Ochako ghigna e replica: <Esistono i bus bianchi e rossi ed esistono pure macchine bianche con il tettuccio e il bagagliaio rosso, le vedo spesso non troppo lontane da scuola!
Alle sue parole, lui scrolla le spalle, a dire: "Se lo dici tu ci crederò...".

<Comunque, tu che auto scegli Ochako-chan?> chiedo, curioso. Lei ci pensa su un attimo, prima di dire con negli occhi una sorta di felicità: <Auto fusia!>
Iida la corregge: <Vorrai dire fucsia.>
<No no, fusia. Da piccola dicevo così e mi piace come suona, quindi viva il fusia!> spiega lei, allegra.
Iida scrolla le spalle e commenta ulteriormente: <Contenta tu di avere le auto fusia...>

E allora iniziamo il gioco. Passiamo il tempo a scherzare, immaginando le auto che ci impersonificano rincorrersi l'un l'altra con un contesto di fondo che decidiamo sul momento.

E ovviamente né il contesto né il nostro roleplay sono seri.
Quelli più soggetti alle scenette, perché le rispettive auto passano più spesso, siamo io, Todoroki (aveva ragione Uraraka, ci sono un casino di autobus bianchi e rossi), Ciro e perfino Kacchan (P: "Quel porcospino è sempre in mezzo, peggio del mercoledì!").

In tutto ciò non è ancora passata un'auto fucsia, ma Uraraka si sta "accontentando" di shipparci (o meglio, shippare il sottoscritto) attraverso le auto e in che sequenza arrivano.

Perché mi sono scelto una così accanita fundashi come migliore amica?
P: "Tra pazzi ci si intende..."
"Non hai tutti i torti..."

Guardo un attimo il cellulare e noto che sono già le 13:25 e alle 13:30 arriva il primo tram diretto a casa nostra.
O: "Come passa il tempo quando ci si diverte!"
P: "A fare i cretini, ridendo per via di delle auto, ci terrei a ricordarti. Quanto siamo drogati, pure noi?!"

<Eccoti ancora, fio se sei insistente a girare qua attorno Deku-kun! Il FunkoPop di Levi te l'ha preso Todoroki, non Kenshi-kun, e Todoroki non è più qui: è scumparito!> commenta Uraraka, mentre ripassa per la quinta volta nel giro di due minuti un'auto verde.

O: "Come siamo arrivati ad una scenetta con Todoroki che ci ha rubato un Pop?"
P: "Secondo te sto ad ascoltare questi drogati al naturale? Sto cercando di farmi i cazzi mia ma è abbastanza difficile con-"

P non riesce a finire che Uraraka inizia a fare: <O mio dio, quella è proprio la tua auto, Todoroki!>. Scatta in piedi da seduta sulla panchina qual era e indica con frenesia un'auto che ha accostato qualche secondo dall'altra parte della strada.

È esattamente metà bianca e metà rossa, divisa per il verticale, e ha qualche scritta nera su una fiancata; ma quelli sono dettagli.
L'unica pecca é che la disposizione dei colori è invertita: a destra c'è il rosso e a sinistra il bianco.

O: "Facci una foto che questa non è da perdere!"
Cero di accedere alla fotocamera del mio cellulare, ma intanto l'auto si allontana.
P: "Eh, mannaggia, è scappata. E vabbè. Cose che capitano"
<Ho fatto una foto! Todoroki, quando sarai maggiorenne devi comprarti quell'auto: è troppo una figata!> fa tutta contenta Uraraka, saltellando vicino a noi.

Iida la guarda sconsolato e quasi prega: <Uraraka-chan, calmati! Siamo comunque in un luogo pubblico dove la gente non ti conosce! Tieniti un minino di decoro personale!>

Uraraka lo guarda come offesa e replica: <Il decoro personale l'ho perso anni fa, credo quasi subito dopo aver scoperto Wattpad, capito che esistono fangirl come me e l'iniziazione al mondo dello yaoi, quindi... Chissene!> e, saltellando contenta, si risiede accanto a me.

<Sono le 13:30, praticamente. Meglio che vada, prima di poter far preoccupare mia sorella.> commenta Todoroki, scostandosi dal muretto dietro di sè.
<Di già?> bofonchio io, abbracciandolo in saluto.
Ehi, io lo dimostro il mio affetto per qualcuno e il modo migliore che esiste è l'abbraccio!

<Credo che tocchi anche a me andare. I miei genitori sono più intransigenti di me sulle regole.> nota Iida, gesticolando poco ed in modo meccanico.
<Uffi...> faccio indispettito come un bambino, mentre abbraccio pure lui.
<Allora da un abbraccio anche a me che adesso vado anch'io. Iida-kun, aspettami un attimo!> nota Uraraka.
La stritolo un po' più forte e per un po' più di tempo degli altri due (le voglio un mondo di bene, è come una sorella mai avuta) e poi mi stacco, salutandola anche con la mano mentre si allontana.

Prima di posare lo sguardo sulla panchina (e perciò anche su Cissan), volgo gli occhi verso la via da dove siamo arrivati noi dopo essere usciti di scuola ed incontro un paio di iridi cremisi che mi fissano.
Ed è in compagnia, e non sembra dispiacergli troppo.

Katsuki's P.o.V.

Con me ci sono gli unici quattro della classe che riescono a non morire stando entro un metro di distanza da me. Abbiamo gironzolato un po' vicino alla scuola, andando in un bar per passare del tempo (non avevo assolutamente voglia di stare da solo), e adesso stiamo andando "a casa". E diciamo che dobbiamo tutti quanti passare per la mia fermata del tram.

Per un attimo il mio cuore nel petto fa un bel balzo alla vista di Izuku e sento i sensi di colpa assalirmi: non l'ho contattato neanche mezza volta in tutta l'estate. Ho avuto...
Paura.

Sì, esatto, paura.
Anche perché non sapevo come mi sarei dovuto comportare! La nostra uscita (come amici, da soli) sarebbe stata piena di disagio. Troppo passato burrascoso condiviso insieme per poterci passare su facilmente, in un battito di ciglia. E, almeno dal mio lato, emozioni contrastanti che categorizzo solo il nome di "amore" ad impedirmi di fare come se nulla fosse.

Glielo devo dire.
Il problema sono il quando, il dove e il come.
Non sono proprio fattucci secondari.

<Ciao Bakubro!> mi saluta Squalo-sasso, passando davanti la via dove c'é la mia fermata del tram, salutandomi anche con la mano come stanno facendo Caricatore ambulante, Nastrino appiccicoso ed Acidella.
Contraccambio il saluto con la mano e mi dirigo a passo lento verso dove c'è Izuku in compagnia di... quel lurido bastardo.

Come osa fare così tanto l'amichetto innocente con Izuku?!
S: "Ammazziamolo, se lo merita quella bolla..."
Vorrei seguire il suo consiglio ma A, molto più saggio di noi due, nota: "Se anche solo lo picchiassimo davanti ad Izuku impediremo ancor di più un nostro nuovo legame con lui. E già con le tue azioni non è che aiuti la causa, Katsuki."

Sospiro e, praticamente in simultanea con me, arriva il tram. Quei due (e quell'altra decina di comparse lì ad aspettare) si affrettano a salire sul tram, alla ricerca di un posto.
Mi affretto anch'io perché, porca puttana, oggi che ho molte probabilità di sedermi mica mi faccio battere da delle stupide comparse del cazzo che tengono dieci posti occupati tra zaini, sacche, giubbotti, felpe, borse e cazzate varie!

Riesco a sedermi, non troppo lontano da quei due, e cazzeggio col telefono...
Ma chi la do a bere? Li spio, usando il telefono come copertura.
S: "Ormai abbiamo preso il callo a stalkerare quel cespuglio..."
A: "E ora gli osserviamo anche più spesso il culo, yay!"
"Zitto tu!" abbaio io.
Odio ammettere la verità imbarazzante.

A: "Perché lo neghi? Che c'è di male? Abbiamo sedici anni, è ovvio che andiamo oltre la semplice relazione platonica!" "
"Ok, ok... ma è strano ammettere che mi piace osservare il culo di Izuku, dopo anni di odio!"
S: "Chi ti dice che fosse odio?"
"Parli te che mi incitavi ogni volta, anzi, che mi facevi fare quel che ho fatto?" gli chiedo, facendo di sicuro una faccia scettica all'esterno. Madò, quanto starò passando per un malato di mente?!

Ah va beh, sono malato d'amore; sono giustificato.

S: "Ohi, sto rivalutando la situazione. Fino a poco tempo fa ci siamo ritenuti etero al 100% e adesso siamo persi per Izuku. Che quell'odio delle medie fosse gayaggine repressa e che sfogavamo su chi ci causava tutto quel casino?"
"Che idea del cazzo non è la tua, scusa?"
A: "Per ora è la più plausibile; non credo sia una semplice infatuazione."

E poi parte il disagio della discussione mentale con le due parti di me, per decidere bene il che da farsi.
Rimango immerso con le vocine nella mia mente per gran parte del viaggio, dato che mi risveglio solo quando la voce allegra e squillante di Deku dice: <A domani, Cissan!>

Vedo Deku abbracciare affettuosamente Cissan ("Lo voglio io un abbraccio così!" borbotta geloso A, e io non lo freno... lo voglio sul serio!) prima di mettersi più comodo nel suo sedile, perdendosi a leggere qualcosa dal cellulare.
Ciò mi permette di osservarlo come un maniaco, percorrendo ottocento volte minimo il profilo del suo volto illuminato dal Sole.
É cosi strano da ammettere ma... cazzo se mi sciolgo a vederlo con quel sorriso appena accennato.

Arrivati alla nostra fermata, scendo un istante dopo di lui, lo richiamo: <Izuku!> e accellero il passo per afferrargli il polso. Non ce ne è neanche reale bisogno, dato che si ferma da sé al mio richiamo.

Izuku's P.o.V.

"IZUKU?! Da quando in qua il porcospino ci chiama così?!" si chiese scioccato P, mentre O fa tutto agitato: "Oh per Diana, ci siamo fermati al solo sentire la sua voce! Tra l'altro non è neppure col solito tono arrabbiato, pare... dolce! E... oh no, no, no! Stiamo diventando rossi, che si fa? Corriamo? Rimaniamo? Saltiamo via con il Quirk?!".
Intanto che sto fermo, Kacchan riesce a prendermi il polso. Ora sono costretto a rimanere.

E sono più rosso che due istanti fa. E ho il cuore che batte veloce. La gola secca. Lo stomaco capovolto. Mi sento sudare di più. Ma che ho?! Sto male, per caso?!
"Non lo so, ma è certa una cosa: siamo andati di cervello, or come ora!" esclama P.
E io annuisco mentalmente con lui.

<Izuku.> mi richiama una seconda volta, sempre con tono abbastanza dolce. "Chissà come è bello Deku detto in questo modo, da lui..." mi ritrovo a pensare prima di frenare il subconscio. Mi giro, cercando di non guardarlo negli occhi. Credo che finirei per non essere capace di parlare.

<Sì?> chiedo, insicuro. Ancora non gli fisso il volto. Sto fissando un punto imprecisato dietro di lui, altezza del collo.
<Io... arg> esita, prima di sbuffare esasperato e sfregare il palmo sulla testa, ad arruffarsi i capelli che vanno in tutte le direzioni già di loro.

<Scusami, Izuku.> riesce a dire dopo due secondi.

A: "EH?!"
"COSA?!"
P: "CHI SEI TU E CHE NE HAI FATTO DEL CICLATO CHE CONOSCO?!"

Credo che decretare chi sia il più stupito dei tre è difficile.
Katsuki Bakugou, un prodigioso ragazzo fatto per 75% di orgoglio, 20% di rabbia e 5% da tutto il resto... ha chiesto scusa a me?
Colui che ha ferito per un decennio senza mai pentimento?
Ok, o questo è un sogno, o io ho le allucinazioni, o Kacchan sta male o non è il vero Kacchan.
Sono propenso per la seconda o la quarta opzione, però una piccola parte di me spera sia tutto reale.

Alzo lo sguardo sul suo volto, cercando di capire se mi sta pigliando per i fondelli.
No, è serio.
Wow.
P: "Però... per quale dei tre fantastiliardi, cinquecento milioni, ottocentocinquantaquattro mila e due torti ti staresti scusando, scusa?".

<Ti chiedo scusa... per non averti contattato durante le vacanze, per fare anche solo un giro insieme.>
<Come mai non l'hai fatto?> riesco a chiedere, imbarazzato.
Kacchan svia lo sguardo dal mio, imbarazzato (O: "Ma è possibile che sia imbarazzato uno come lui?").

<È... complicato. Credo di non aver trovato il coraggio. Abbiamo davvero troppo alle spalle per ricominciare da zero. Ma... io non voglio che rimaniamo solo... questo. Due ragazzi che hanno avuto un passato per poco tempo piacevole, per molti anni burrascoso e che adesso sono rivali.>.
Pare prendere un profondo respiro, e poi dice: <Io davvero ci voglio provare a riallacciare i rapporti con te, Izuku, ma non so come fare...>

Sento gli occhi lucidi.
Kacchan si è scusato con me, per una volta.
Che davvero ci stia provando, che non sia tutto solo una finzione?
P: "Fino a prova contraria, io faccio diventare i torti per cui ci deve ancora delle scuse solo tre fantastiliardi, cinquecento milioni, ottocentocinquantaquattro mila e UNO."

<Spero che tu possa credermi, Izu->
<Deku.> scatto io.
<Eh?> fa lui, confuso.
<Chiamami Deku. Mi fa troppo strano sentirmi chiamare da te Izuku. Non sembra... corretto.> spiego.
<Ma ha un orribile significato, che gli ho dato io; tra l'altro.>
<Può diventare anche per te "Deku che si impegna". Non è solo di altri...> lascio in sospeso la frase.
Davanti al suo mutismo, aggiungo affrettato: <S-s-se preferisci, però, chiamami pure Izu-!>
<Va bene, Deku. Da oggi avrà un nuovo significato.>

Poi... silenzio.

<Questo non significa che domani, in classe, sarò dolce con te quanto la tua amica, sia chiaro. Sarà tutto uguale, per ora... a parte che entrambi sappiamo che "Deku" ha un significato diverso.> spiega dopo mezzo minuto in silenzio.
Mi fa sorridere, a mio malgrado.
Katsuki non si smentisce mai.

<Costruiremo qualcosa di nuovo un passo alla volta.> noto io, sorridendo timidamente.
<Un passo alla volta.> ripete lui, rivolgendomi un impacciato sorriso.
P: "Ok, dopo questo POSSO DIRE DI AVER VISTO L'IMPOSSIBILE!".
Quel pensiero è l'unico rumore che c'è, dato che noi due siamo calati di nuovo nel mutismo.

<Beh... a domani...> mi giro e prendo una strada diversa da quella di Kacchan, un po' più lunga. La usavo spesso, alle medie, per sfuggire alle sue angherie mattutine o pomeridiane. E adesso non ce la farei a camminare al suo fianco.
Troppa... tensione.
E pure imbarazzo.

<A domani, Deku...> sento che mi saluta, prima che io svolti.
Credo che, arrivato a casa, mi metterò ad urlare nel cuscino come le ragazzine.

Katsuki's P.o.V.

"Porca puttana se siamo cotti: il nostro cuore batte velocissimo!" esclama S.
"Izuku ha accettato le nostre scuse! Ve l'avevo detto che c'era ancora speranza! Lui crederà fino alla fine dei tempi in noi, sempre e comunque!" gioisce A.

<Un passo alla volta...> ripeto a bassa voce, camminando verso casa per la strada più corta; che Deku ha evitato.
Sorrido, fra me e me, raggiante.
Ce la farò a riavere Deku, almeno come amico. Allora riuscirò ad allontanarlo da bollina, facendogli capire le sue reali intenzioni. E, quando si sarà ripreso dalla scioccante verità, lo farò innamorare di me!
Allora sarà il mio Deku.

"Ciccio, non pensare così in grande! Prima cerchiamo di diventare per davvero suoi amici!" mi ricorda S, simpatico come un dito in culo. Scuoto la testa e accellero il passo.



N/A: eccoci qua, alla fine del capitolo. Sono o non sono una brava autrice, eh? Sto facendo fare grandi passi ai nostri due cretinetti innamorati! -ma ancora niente confessione o bacetto, ve li faccio sudare quelli-

-ride malefica-
Ah vabbé, tanto fra poco mi odierete.
"ψ(`∇')ψ
-ritorna in sé-
Io non ho detto nulla.
Prooooooooprio nulla.

Vabbè, per ritornare disagiati, ho partorito una cretinata mentre scrivevo la scena pucciosa e mi sono detta "Ma sì, facciamola versione stickman come mio solito!" Questo è il risultato...

Questa era la canzoncina derisoria che (spesso e volentieri) si canta a due bambini/ragazzini che sembrano fidanzatini; ovviamente é rimasterizzata per l'occasione.
É anche vero che ho avuto la necessità fisico-mentale di fare altro di totale testa mia perciò...
Ecco altri due versi fatti totalmente da me, collegati a quelli sopra!


Piaciuto?
-io mi vergogno di ciò faccio ogni volta-
Alla prossima settimana.

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