Berzerk


Berzerk è un videogioco di genere sparatutto creato nel 1980 dalla Stern Electronics. Il gioco è ricordato per il suo gameplay decisamente frenetico e per l'innovazione tecnica rappresentata dalla sintesi vocale usata per le voci dei robot. Realizzato inizialmente per arcade, è stato in seguito convertito per Atari 2600, Atari 5200, Atari 8-bit e Vectrex.

Lo scopo del gioco è sopravvivere a una lunga serie di labirinti popolati da robot armati di laser, nei panni di una minuscola figura verde. Il personaggio viene controllato tramite joystick e un pulsante di fuoco. Per passare di livello non è necessario eliminare tutti i robot presenti, ma soltanto raggiungere l'uscita della stanza in cui ci si trova: impresa non così semplice, dato che il protagonista muore non soltanto in seguito allo scontro con un robot o se viene colpito da un laser, ma anche se tocca le pareti del labirinto. Tuttavia, eliminare tutti i robot di un labirinto fa guadagnare un bonus aggiuntivo al giocatore.

Oggi è un gioco che è stato totalmente dimenticato, ma all'epoca... all'epoca era uno dei più popolari arcade di sempre! Ricordo come se fosse ieri: passavo ore e ore attaccato a questo gioco nella sala giochi, fin quando non mi comprai l'Atari 2600 e implorai mia madre di comprarmi questo classico.

Arrivò una notizia, all'epoca, che mi lasciò perplesso: Berzerk è stato il primo videogame a causare il decesso di chi ci stava giocando. Per l'esattezza due ragazzi sono morti, mentre giocavano a questo gioco. Le cause sono state precisate, ma relativamente...

E fin qui, mi sembrò tutto "normale"...

Quando accesi il notiziario (questo successe qualche anno fa, negli anni 80') sentii che numerose persone erano impazzite, avevano avuto attacchi epilettici e convulsioni in varie sale giochi. Tutte le vittime, secondo le testimonianze, stavano giocando a Berzerk.

Un giorno,volendo indagare sulla vicenda, invitai due miei amici a casa mia, per giocare a Berzerk sul mio Atari. Decidemmo di fare a turno, scegliendo chi avrebbe dovuto giocare per primo tramite la morra cinese. Un mio amico, Adrian, esultò nello scoprire che avrebbe iniziato lui il giro e accese l'Atari tutto contento.

Iniziò la partita.

Procedette bene e spedito attraverso tutti quei labirinti, giocò per quelle che sembravano ore...

Poi...

Poi apparse lui, quella dannata palla... Evil Otto. Evil Otto si avvicinò troppo ad Adrian, con quel suo sorriso malizioso stampato in faccia, e quando colpì il giocatore, il suono che uscì dalle casse del televisore fu come una sparatoria (classico rumore che il gioco faceva quando morivi), solo che quel dannato volume era altissimo, talmente alto che io e Mark (il nome dell'altro mio amico) dovemmo coprirci le orecchie, per evitare danni permanenti ai timpani. Adrian invece restò fermo tutto il tempo, come ipnotizzato da Evil Otto, come se quel volume dannatamente alto non facesse effetto alle sue orecchie, come se fosse in uno stato di trance.

Poi ci fu il silenzio. La TV si spense all'improvviso. Adrian rimase fermo immobile, senza sbattere ciglio, con il joystick in mano.

Ero sconvolto, io ci ho giocato tanto a quel gioco sul mio Atari e non mi era mai capitata una cosa simile, non sapevo a cosa era dovuto.

Io e Mark cominciammo a chiamare Adrian per chiedergli se andava tutto bene, dopo circa dieci-quindici secondi che stava immobile. Passai le mani davanti ad Adrian, ma lui non sbatteva ciglio.

Decisi di togliergli il joystick da mano... tirai giù un urlo da far spaventare Mark:

Il joystick era bollente, fondeva come un pezzo di metallo appena immerso nella lava, e le mani di Adrian... cazzo, meglio che non vi dica in che stato erano. Adrian mosse la bocca in parole incomprensibili, poi disse con un filo di voce...

"Lui non lo sa... non è colpa mia..."

"Lui chi?" dissi io, cercando di contenere tutto il mix di terrore e stordimento che avevo dentro.

"Ha ucciso me... ma io non c'entro..." Dopo questa frase, Adrian cadde all'indietro, senza vita.

Ricordo che il joystick, quando cadde per terra, lasciò una chiazza nera sul pavimento, da cui usciva tutto fumo. A questo punto Mark si lasciò prendere dal panico, e si rannicchiò in un angolo della stanza a piangere. C'era una gran puzza di bruciato.

Io... non chiedetemelo, perché non so come cazzo feci a mantenere la calma e a chiamare la polizia. Se ve lo chiedete, no, mia madre non era in casa quel pomeriggio. La polizia arrivò e io non sapevo cosa dire... dissi semplicemente quello che era successo. Gli agenti mi guardarono con aria stupita e interrogativa allo stesso tempo. All'epoca avevo 15 anni, quindi ero abbastanza grande, perché avrei dovuto raccontare balle? Mark, in lacrime, supplicò agli agenti di credermi, e che dicevo la verità. La polizia rilasciò sia me che Mark, sia perché erano in mancanza di prove che avrebbero mostrato la nostra colpevolezza, sia perché era già successo che Berzerk "uccidesse" qualcuno. Per colpa di questo evento, persi interesse per il mio videogioco preferito, ma anche per tutti i videogiochi in generale. Al caso di Adrian non si seppe dare mai una spiegazione logica, e si archiviò il caso come irrisolto.

Dopo essermi ripreso del tutto dalla vicenda (questo successe quando compii 18 anni), decisi di informarmi sul perché quel "gioco" uccideva le persone. Nessuno, allora, si pose questa domanda, per paura di qualcosa di soprannaturale nel gioco.

Contattai la Stern Electronics, per avere informazioni e curiosità sul gioco...

Evil Otto... quella "palla" mi fa rabbrividire. Appena scoprii la sua storia rimasi come affascinato, scioccato e stupito allo stesso tempo:

Il nome "Evil Otto" deriva da Dave Otto, un collega di lavoro di Alan McNeil, programmatore del gioco. Dave Otto era stato un poliziotto prima di diventare programmatore e il suo carattere rude era causa di fastidio per McNeil, che decise di trasporlo nel gioco come nemesi del protagonista.

All'epoca ero scettico sul soprannaturale e decisi di fare delle domande ai giocatori di Berzerk più accaniti della mia città, mi raccontarono una leggenda metropolitana che si era sparsa tra i giocatori amanti degli Arcade:

Dave Otto, era un ottimo programmatore; era perché ora è morto. Alan McNeil provava rancore per Dave e senza il suo consenso lo "mise" nel gioco. A Dave questa idea non era mai andata giù, tanto che tra lui e Alan ci furono dei veri e propri litigi maneschi. Dave decise di denunciare Alan per la cattiva pubblicità e per la violazione alla privacy, poiché Dave era un tipo molto introverso e non voleva che la gente sparlasse di lui. Inutile dire che Alan, essendo programmatore di gioco, era anche ricco e vinse facilmente la causa. Nonostante fosse stupido prendersela per una cosa del genere, Dave si licenziò. Poco dopo uccise Alan, entrando di notte nel suo appartamento e sparandogli. Dave era fuori di sé. I vicini, sentendo gli spari, chiamarono la polizia, che non ci mise molto a prenderlo visto che era in fuga e lo arrestarono. Fu condannato per omicidio premeditato e condannato a morte. Morì folgorato sulla sedia elettrica. Si pensa che Evil Otto sia proprio lui, e che abbia in serbo per alcuni giocatori, in particolare per chi sia un fan sfegatato di Alan McNeill, la sua stessa sorte: morte per folgorazione. A volte i malcapitati possono anche impazzire, avere attacchi epilettici e quant'altro. È Evil Otto che decide la sorte di chi gioca a Berzerk.

Evil Otto
Cercai di convincermi, cercai di convincermi che tutto ciò fosse solo una fottuta leggenda metropolitana, ma quando pensai ad Adrian... quello sguardo fisso nel vuoto, quella puzza di bruciato, le sue mani ed il fatto che tutto questo fosse successo dopo che era stato ucciso da Evil Otto... capii perché in ogni leggenda c'è sempre un fondo di verità.

Negli anni successivi, con l'aumentare delle tecnologie, Berzerk fu solo un lontano ricordo: uscì la prima PlayStation e i primi computer e i giochi arcade passarono di moda.

Alla fine degli anni '90, decisi di comprarmi un computer. Era da un po' che io e Mark non ci sentivamo. Poi da quando mi sono messo con la mia ragazza abbiamo perso i contatti. Un giorno arrivò un pacchetto da parte di Mark. Quando lo aprii vidi che era una copia di Berzerk, masterizzato per computer.

"È uno scherzo spero!" Pensai guardando il CD. C'era anche una dedica che io lessi.

C'erano scritte le stesse parole che state per leggere qui sotto:

Ciao Alex, sono Mark, è tanto che non ci si sente. Spero che tu stia bene. Quello che ti ho inviato non è una semplice copia masterizzata di Berzerk, è qualcosa di molto speciale! Indovina indovina... Me l'ha regalata proprio Alan McNeill in persona! Sono un suo grande fan! L'ho incontrato esattamente l'altro ieri, alla fiera dei videogiochi della mia città e ne ho chiesta una copia anche per te! Se guardi la custodia del CD noterai che è anche firmata!

Guardai la custodia: c'era effettivamente la firma.

Senti amico, io ti saluto e spero di vederti al più presto. Ora, vado a farmi una partitella a Berzerk, noi ci sentiamo.

Mark

Feci un attimo mente locale e cercai Alan McNeill su internet.

Scoppiai a ridere quando lessi la data di morte (oltre venti anni prima), come scoppiai a ridere ancora più forte, quando andai a trovare Mark a casa sua. Mi aprirono i genitori, dicendomi che l'avevano trovato morto carbonizzato davanti al computer. Ridevo per il nervosismo.

Rimasi sotto shock per gli anni a venire, andai da uno psicologo e perdetti anche lavoro. L'unica consolazione era la mia ragazza... persi anche quella: mi lasciò per un palestrato riccone di merda. Ero solo e caddi anche in depressione, così decisi di andare a far visita a mia mamma che si trovava in un'altra regione del mio paese. Presi l'aereo per andarla a trovare.

Ricordo ancora quel giorno, era il 18/05/2000.

Prima di andare in aeroporto, presi il mio computer e lo portai in valigia. Era piuttosto pesante. Quando finalmente l'aereo decollò, mi misi comodo sulla mia poltrona e mi addormentai.

Feci un brutto incubo:

sognai Adrian che correva verso di me, io scappavo, ma lui era più veloce. Mi raggiunse e mi toccò e io cominciai ad avere convulsioni e ad urlare per la scossa che mi stava infliggendo.

Mi svegliai di soprassalto.

La hostess mi stava scuotendo per svegliarmi, dicendomi che il viaggio era finito.

Stavo bene a casa di mia madre. Sempre meglio che stare da solo. Dopo aver pranzato, mi diressi nella sua camera degli ospiti e montai il mio computer. Lo accesi e mi svagai un'oretta. Mia madre entrò in camera per portarmi il caffè e in mano aveva anche il mio telefono.

"Hai una chiamata persa" mi disse.

"Ok, grazie, ma da chi?"

"Non lo so"

Controllai il telefono: era una chiamata persa dal numero di Mark...

Pensai che fossero stati i suoi genitori a chiamarmi col suo telefono, così decisi di richiamare... ero paralizzato...

Mi rispose Mark, mi disse solo queste parole:

"Metti il gioco Alex... Lo metterai vero?"

Non risposi, paralizzato dalla paura, tutto ciò che potevo fare era tremare.

"RISPONDI!" gridò "Mark" e il telefono mi diede improvvisamente una scossa all'orecchio sinistro.

Volevo solo gridare e correre via, ma non riuscii neanche ad abbassare il braccio col telefono in mano.

Dalla bocca mi usci solo uno smorzato:

"... Sì..."

Dopo di che la linea cascò e il telefono cominciò a bruciare così forte che mi toccò lasciarlo cadere per non ustionarmi la mano. Fumo nero usciva dal telefono. Non mi feci domande, non ne avevo le forze, l'unica cosa che feci era dare retta a Mark. Presi il dischetto di Berzerk (che mi ero ritrovato in valigia, anche se non ricordavo di averlo portato) e lo inserii nel computer.

Il gioco partì immediatamente. Però questa volta non era normale. Tutti i labirinti erano vuoti dai mostri, c'era soltanto il personaggio verde che dovevo comandare. Attraversai i labirinti ad un ritmo frenetico, fino a quando ad un certo punto, trovai al centro del labirinto Evil Otto. Era fermo lì, non osava muoversi.

Non ero neanche più stupito, speravo soltanto che quell'incubo finisse presto.

Il mio personaggio si bloccò. Evil Otto pronunciò una frase:

"Alex, cosa ne pensi di Alan?"

Ricordai la leggenda metropolitana.

"Lo odio"

"Bravo, Alex."

Dopodiché lo schermo si spense e il mio computer si bruciò. Dal quel giorno non successe più niente di questa storia. Non lo dissi neanche a mia madre.

Cominciai una nuova vita.

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