L'altro me...


"E sotto alla potenza del ghiaccio, anche la più maestosa delle creature, cade" sibilo, osservando il mare, le cui onde s'infrangono sugli scogli, provocando un fragore ancestrale.

Lui è come me: indomito, falsamente stabile, mutevole a seconda del tempo. Capace di passare come la più quieta delle creature, scatena la sua rabbia quando gli si confà.

E anche il ghiaccio, in fin dei conti, non è altro che acqua temprata dall'abbassarsi delle temperature, che ne avvicinano le molecole, facendole vibrare con sempre maggior potenza, una forza cinetica dettata dalle più semplici leggi naturali.

E come il fuoco, il ghiaccio brucia, riducendo in brandelli anche la più piccola cellula, che si ritrova ad andare in necrosi, contaminando il corpo intero, facendo del suo stesso involucro, della sua casa, una tomba senza uscita. Come un parassita, finché tessuti, apparati, l'involucro intero non viene trasformato in una statua immobile, infinita nella sua impermanenza, fintanto che il gelo prevarrà.

No, finché io lo farò prevalere.

Mi avvicino alla mia creazione, rimirandone le linee fluide, compatte, messe a nudo sotto a quel sottile strato rigido, atto a conservarne le carni. Splendido, è il viso di un angelo quello che si delinea nell'espressione statica del ragazzo.

E come molti altri, anche lui è stato aggiunto alla mia collezione, fatta di una serie di apparenti bambole di porcellana troppo cresciute, tenute in vita solo grazie alla flebile misericordia che gli riservo, sparse per la mia sala con vista sul mare.

Quella vista unica, dettata dalla mia capacità a dir poco glaciale, è il frutto del mio essere: nient'altro che un'artista votata alla creazione di capolavori scolpiti nel gelo eterno.

Rimiro quel viso, cercandone lo sguardo, ne avvicino le labbra scarlatte per sussurrarvi come a un amante.

"Gioisci: la tua bellezza rimarrà per sempre scolpita nell'eternità"

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