~Capitolo 36~

Mi stendo sul letto chiudendo gi occhi per qualche istante, anche sé per pochi secondi, questo silenzio raddoppia il tempo.

Ora che non ho più poteri per me sarà difficile praticare la meditazione e controllare la mia rabbia.

Spero che in qualche modo questo scompar...

"AAHH!" Un urlo proviene dalla porta d'ingresso dell'infermeria.

"C'è l'ho fatta!" esulta Black.

Io mi alzo dal letto e mi avvicino al ragazzo che è stato colpito dalla vernice verde.

È seduto per terra con un viso per nulla divertito.

"Uhm...Black" dico fredda.

"Sì?" inarca un sopracciglio.

"Quello lì non è Dexter, ma..." mi interrompe il ragazzo pieno di vernice.

"Sono Càlél razza di BABBEO!" Sbraita Càlél.

L'espressione di Blackborn da entusiasta si trasforma in sconvolta e spaventata.

"Come ti è saltato in mente di mettere un barattolo di vernice proprio sulla porta?!" si rialza e si avvicina minacciosamente a Black.

"E dai, amico. Era solo uno scherzo" alza le mani davanti al petto.

"Uno scherzo! UNO SCHERZO!" Urla Càlél.

"Calma i ghiaccioli Jack Frost!" si infuria Black.

"Cosa? Jack Frost? Io ti faccio morire di ipotermia, bestia!" prende il colletto dell'uniforme di BJ.

Nel frattempo che loro bisticciano, io mi incammino verso la mia stanza.

"Ravén dove vai?" dice Càlél.

"Vado in camera mia. Sono stufa di sentirvi litigare siate più maturi" dico fredda.

"Non puoi!" mi dice Càlél freddo.

"Sì che posso! Ho bisogno di stare sola" dico irritata.

"Ma..." dice BJ

"Niente ma" dico fredda ed esco dall'infermeria.

Cammino per il corridoio fin quando non inciampo su qualcosa che intralcia il passaggio.

Mi piego verso il basso per massaggiare il piede destro dolorante, noto con mio gran stupore che è libro di elfologia regalato da Black per me.

Cosa ci fa qui?
Chi c'è l'ha portato qui?

Probabilmente è stato Black.

Lo prendo e continuo a camminare fin quando non arrivo in stanza.

Mi sdraio sul letto esausta e con la testa pesante.

Osservo il libro che ho qui con me vicino.

Stranamente sono così attratta da quel libro che il mio sguardo lo cerca con ingordigia.

Poi ripenso a ciò che dovevo fare qualche giorno fà.

La biblioteca!

Mi rivesto del mio body e mantello, prima di uscire dalla torre.

Non dimenticando del libro.
**

Il rumore dei miei passi viene portato via dal vento e, la pioggia inizia a scendere cauta.

Mi fermo davanti ai gradoni della biblioteca prima di salire.

Mi sento lo stomaco in subbuglio e, poi una fitta alla fronte.

La gemma inizia a farmi di nuovo male, senza nessun motivo.

Prendo un lungo respiro prima di salire.

Ad ogni passo fatto qualcosa cambia, in me.

Afferro la grande maniglia d'argento e spingo la porta verso l'interno.

Quiete e pace dominano. Solo i rumori dei mie passi lo sgretolano.

"Signorina! La stavo aspettando!" mi dice una signora alle mie spalle.

"Oh, salve signora Lilith" abbozzo un piccolo sorriso.

"Vieni. La porta sul retro ti sta aspettando" mi dice quasi in un bisbiglio.

Prende un mazzo di chiavi da dentro un libro e con un gesto della sua mano mi invita a seguirla.

Apre la porta che si trova dietro alla sua scrivania lasciandola aperta così da darmi il libero passaggio.

"Chiudila cara, non vorremmo mica che tutti scoprissero questo posto" mi dice con tono dolce mentre avanza per il corridoio buio.

"Uhm...va bene" chiudo la porta delicatamente.

Dopo quest'ultima mi volto verso il corridoio oscuro e la gemma inizia a spingere dentro le mie carni.

Cammino con passi piccoli e instabili.

Seguendo solo il suono delle scarpe della bibliotecaria.

"Ferma!" dice e sento la sua mano sul mio braccio.

Sotto a quel tocco il dolore alla fronte svanisce, ma non del tutto.

"Apri questa porta" afferra le mie mani e le porta su due maniglie.

"Coraggio" mi dice con voce dolce.

Simultaneamente muovo le maniglie dall'alto verso il basso.

Le porte emettono un cigolio e da qui si può persino sentire il vento.

"Non avrai mica paura" mi dice e lì le sue iridi si illuminano di un bianco perla.

Prendo fiato e spingo più che posso le porte.

Ancora buio, si vede ben poco.

D'improvviso un luce accecante illumina l'enorme sala colma di scaffali e libri ovunque.

Vedendo questa infinità di libri sull'elfologia mi fa sentire...felice.

"Vedo che ne sei entusiasta" dice accompagnando anche lei lo sguardo sui libri.

Io esito solo un cenno con la testa.

"Credo che non rincontrerò mai una ragazza amante dell'elfologia, quindi ti lascio leggere in pace" chiude le porte lasciandomi  completamente da sola.

Iniziamo la ricerca...

Mi avvicino agli scaffali più vicini e con movimenti delicati sfioro ogni libro con le dita.

"Creature mistiche..." sfoglio le pagine.

"No, non è lui" lo rimetto al suo posto.

"Cristalli di Fate..." sfoglio anche le sue di pagine.

"No, nemmeno questo" dico con una punta di tristezza nel mio tono di voce.

"Elfi e fiori? No!"

"Crisalidi delle fate...uhm no"

"Draghi e boccioli...certo che no!"

Prendo una di quelle scale con le ruote per salire ai ripiani più alti.

Ne prendo uno dopo l'altro, dopodiché scendo dalla scala e li poso su una scrivania nel bel mezzo della sala.

Ritorno agli scaffali per prendere quelli più interessanti e posarlo sulla scrivania.

Non finirò molto presto le mie ricerche.

**

Sono sommersa da libri, enciclopedie e manuali di ogni genere, ma in tutti quelli che ho letto nessuno di loro ha accennato almeno una volta all'Erulia.

Chiudo l'ennesimo libro con molta ferocia.

Metto il viso tra le mani, esasperata.

"Nessuno di questi è quello giusto" dico sentendo ad ogni parola l'eco.

"AAH" Urlo e spingo via dalla scrivania il libro che ho appena finito di leggere in terra.

"NON VUOI CHE IO RIESCA A TROVARE, A SAPERE QUELLO CHE TU CELI DIETRO OGNI ANGOLO BUIO DELLA MI VITA" dico più forte.

Uno scricchiolio e un tonfo assordante.

Emetto un gemito per lo spavento.

Mi alzo dalla sedia e cammino tra gli scaffali alla ricerca dell'oggetto caduto.

Mentre cerco tra i piccoli corridoi che separano gli scaffali dagli uno agli altri, io mio piede destro tampona qualcosa di molto pesante.

Un libro dalla copertina verdognola e gli angoli in ferro battuto.

Lo raccolgo e mi incammino verso la scrivania custodendolo tra le braccia con gelosia.

Poso il libro sulla scrivania ed una crepa sul tavolo si fa evidente.

Mi siedo alla sedia e inizio a leggere il titolo sulla copertina.

"Bianca come la luce, nero come io buio"

Dopo aver pronunciato testuali parole, le luci si spengono.

Non si vede più nulla sé non la luce lunare della luna riflessa al vetro della finestra.

Mi avvicino all'enorme finestra per aver luce sul libro.

Esso risplende sotto la luce.

La sua scrittura brilla e quei barlumi di lucentezza volano via da essa per volare via verso quella che può catture ogni attenzione della notte, la luna.

"La luna..." dico osservandola.

Un rumore di passi ed una porta che si apre riempiono di suoni questa sala.

"Signorina Ravén, va tutto bene? Le luci si sono spente e...ed ero preoccupata per voi" dice spaventata.

Riemergo da quella luce abbagliante subito dopo.

"Certo, tutto bene Signora Lilith" dico con un sorriso.

"Menomale, sia ringraziato il cielo" dice posandosi una mano sul petto.

Poi mi osserva con un sorriso dolce.

"Signora Lilith..." inizio la frase.

"Sì? Signorina Ravén" scuote la testa e sorride.

"Potrei portare via con me questo libro, sá mi piace molto, ed io devo ritornare a casa" dico con tono convincente.

Mi osserva, china il capo alla sua sinistra e mi sorride.

"Certo Signorina" dice giocando con il mazzo di chiavi.

"Grazie Signora Lilith" le sorrido.

"Sá, lei è molto bella sotto la luce della luna, quel suo bianco perla le dona molto"

"Buonanotte Signora Lilith" le sorrido.

"Notte anche lei Signorina"

Mi accompagna fino alla porta d'ingresso della Biblioteca.

Le faccio un cenno con la mano prima di perseguire per la strada.

Dopo istanti di silenzio un miagolio proviene da un vicolo vicino.

Un gatto nero dal pelo bitorzoluto sbuca dall'ombra per strusciarsi sulle mie caviglie.

"Victor..." dico seria.

Lui miagola.

"Sei più simpatico di quell'idiota di Black"


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