~Capitolo 32~
Ravén P.O.V's
Prima che inizi la mia esibizione vado a fare una doccia veloce.
Esco dal bagno con accappatoio e asciugamano sui capelli.
Cerco sul set di vestiti un abito adatto a questa sera, ma su una gruccia c'è un foglietto.
Questa sera metterai questo vestito, dopo la tua esibizione si è sparsa la voce in giro di una voce d'angelo e di una ragazza molto affascinante.
Quindi mettersi questo, senza obiettare, altrimenti sai che ti aspetta.
-Brenda
Quanto la odio!
Non ho mai provato così tanto odio per una persona nemmeno su...su...Blackborn, nha ora non esageriamo, il mio odio per lui è infinito.
Prendo il vestito nero lungo fino al pavimento con un piccolo strascico e lo spacco sulla gamba sinistra e lo metto.
Non mi sento a mio agio perché esso ha una scollatura dietro la schiena lunga quasi fino al fondo schiena.
Mi siedo sulla sedia di fronte allo specchio illuminato da delle lampadine che gli fanno da cornice.
Prendo un elastico e alcune forcine per capelli ed inizio a fare uno chignon con due ciocche libere che ricadono davanti alle orecchie.
Sento il rumore della porta aprirsi, ma io non ci faccio caso, in un modo o nell'altro devo rimanere qui lo stesso.
Entra Psichor e posa le sue mani sulle mie spalle.
"Spero che hai capito che non devi mai esagerare" mi guarda con un sorriso diabolico, ma il suo sorriso cambia in uno sguardo serio.
"Fatti guardare!" mi volta verso il suo sguardo.
Nota il taglio sulla mia guancia.
"Chi ti ha fatto questo?" la sua domanda diventa fredda e dura.
Non rispondo.
"Avanti dimmi chi è stato?" mi scuote per le spalle.
"B-Brenda!" rispondo con un filo di voce.
Toglie la presa dalle mie spalle, il suo sguardo sembra sconvolto.
Esce dal camerino urlando il nome di Brenda...
...Poi un colpo di pistola.
"Sapevi benissimo che lei non doveva essere ferita in viso, e tu hai fatto tutto il contrario" urla e poi un altro colpo di pistola.
No mi sento male, ti prego dimmi che non l'ha fatto davvero, non dovevo dire il nome di Brenda.
Bussano alla porta.
"Avanti!" dico mentre metto l'ultima forcina fra i capelli.
"Signorina tocca a lei!" dice un uomo che solo poco dopo riconosco. È il trombettista della scorsa serata.
"Certo. Arrivo subito!" gli rivolgo un sorriso amichevole.
Mette delle decoltè nere ed esco dal camerino.
Speriamo in bene.
Blackborn P.O.V's
Nessuno indizio nella sua stanza.
Ho paura che gli sia successo qualcosa di molto brutto.
In tutti quegli anni che sono rimasta con lei ad accudirla, la verità è che conoscevo Ravén prima del nostro incontro nella casa abbandonata.
La conoscevo da quando aveva sei anni. Quel suo piccolo e grazioso viso triste.
Lei non lo sa, ma io sì, in un modo o nell'altro l'ho accudita.
Dal comunicatore mi arriva una chiamata da Càlél.
"Sì?" dico speranzoso di una risposta sulla scomparsa di Rae.
"Sei in città?" dice Càlél.
"No, amico mi hanno appena arrestato per furto d'auto. Certo che sono in città dove potrei essere secondo te?" dico con sarcasmo.
"Bene recati in centro c'è qualcuno che sta terrorizzando la città, noi arriviamo subito" dice e poi riattacca.
"D'accordo" dico al vuoto.
Mi trasformo in un giaguaro e corro verso il centro città.
Ravén P.O.V's
Dopo gli applausi ricevuti vado in camerino per cambiarmi.
Odio questo odore che c'è in tutto il nightclub.
Vado a mettermi il body e il mantello per poi uscire dal camerino e andare a prendere una boccata d'aria.
Purtroppo non posso uscire dall'ingresso, mi è stato vietato.
Mi dirigo sul tetto per respirare un pò di aria pulita.
Appena apro la porta di servizio un vento gelido mi fa arricciare il naso e scompiglia i capelli.
Anche sé fa freddo. È meglio rimanere qui che li dentro.
Vicino al cornicione del grattacielo c'è una donna, rannicchiata in se stessa mentre fuma uni spinello.
Ho già capito chi è.
"Brenda..." mi avvicino a lei.
Mi rivolge un occhiata, ma poi ritorna a guardare gli enormi grattacieli che ricoprono la città.
"Senti mi dispiace, non..."
"Non ti preoccupare, quel gesto me l'ho meritavo" dice toccandosi il braccio sinistro.
"Non è nulla di grave vero?" dico con una punta di preoccupazione.
"No..." avvicina lo spinello alla labbra e aspira con avidità quella roba.
"Ho visto di peggio" aggiunge sorridendo.
"Davvero? In che senso?" dico stranita.
"Hai sentito quella notizia in TV dell'ospedale andato in fiamme e dove sono spariti gran parte di persone, soprattutto uomini?!"
Annuisco.
"Bhe è stato lui, con la collaborazione di un uomo a me ancora ignaro" lancia il mozzicone giù dal grattacielo.
"Non pensavo che arrivasse a tanto!" dico sbigottita.
"E non sai ancora cosa se ne fa degli uomini presi in quell'ospedale. Li trasforma in veri mostri solo perché gli servono ad uccidere la gente o rapinare banche per conto suo, così quando uccidono loro non sanno che c'è lui sotto, perché Psichor gli cuce la bocca, e quando dico che gli cuce la bocca lo fa letteralmente così non possono parlare" dice con non chalance.
"È un psicopatico senza scrupoli" dico con disgusto.
"Non per questo si chiama Psichor"
Sto per ribadire ma una vibrazione dal comunicatore che mi regalo Dexter per Natale catturò la mia curiosità.
"Adesso devo proprio andare" dico per poi scappare dentro.
Scendo giù le scale a gran velocità e vado in camerino.
Il comunicatore sembra impazzito lo tolgo dalla cintura e lo poso sulla scrivania.
Emette una spia rossa che non fà altro che lampeggiare.
Lo prendo ed inizio a scuoterlo, non smette di lampeggiare.
Sento qualcuno dare dei pugni alla porta.
"Ravén, apri la porta. Ravén non farmi arrabbiare, apri questa cazzo di porta" dice Psichor che continua a dare pugni.
Merda e ora dove lo nascondo il comunicatore.
Sono nei guai!
Spazio Autrice
Se volete vedere questa puntata la cercate su YouTube come -40% 40% 20%- o la canzone di Cyborg.
I protagonisti della mia storia hanno questi vestiti, per ora solo Ravén.
In seguito vi dirò perché gli altri sono così.
A presto.
Forse pubblicherò un altro capitolo questa sera.
Contenti? Spero di si *3*
Baci&Biscotti
little_Wendy01
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