~Capitolo 22~
Aria fresca e buona invade le mie narici in modo perforante, da assaggiarla con l'olfatto; e pure a un certo non so ché, che mi fa arricciare il naso.
Mi accorgo solo adesso di essere ancora con gli occhi chiusi, sommersi da un buio agghiacciante.
Apro lentamente gli occhi e ci metto un po per focalizzare quello che c'è davanti ad essi.
Vedo un'ombra nera schiarirsi fino a diventare chiara di ciò che può essere.
"Rae finalmente sei sveglia!" dice con entusiasmo BJ.
Perché c'è sempre lui nelle situazioni di maggiore importanza, ho come il presentimento di essere una calamita per gente idiota, tutto ciò che non sono io.
Mi metto seduta sul prato verde e massaggio la fronte con una mano, che dolore allucinante.
Giro la testa verso dietro e mi accorgo di essere vicina alla torre, sull'isola.
"Dimmi, cosa ci facciamo qui?" dico fredda ed anche un po confusa.
"Dopo che sei svenuta ti ho portata via da quelle fogne" dice piegandosi sulle sue ginocchia alla mia destra.
"E gli altri? Cosa è successo?" dico interrogativa.
"Quando sono arrivati pensavano che io ti stessi aggredendo, gli ho spiegato che non è era così, ma come al solito non mi hanno creduto" dice quasi con tristezza.
"Probabilmente dai così tante false speranze che la gente, ormai, ha smesso di crederti" sospiro con tono freddo, vedo lui alzarsi e allontanarsi con fare malinconico, si siede pigramente su uno scoglio dove alcune onde ci sbattono contro in modo delicato e sinuoso.
E adesso cosa gli prende?
Forse ho esagerato?!
Nha, non credo, però questo suo comportamento mi fa incuriosire troppo, d'altronde lui era parte della mia famiglia, e forse lo è anche adesso.
Mi avvicino con passi silenziosi fino ad arrivare dietro le sue spalle.
"T-tutto bene?!" dico facendo sembrare il tono della mia voce il più confortevole possibile.
"Uhm? Ah sì, scusami avevo la testa fra le nuvole" dice accennando un debole sorriso.
"Come ti senti?" gli chiedo sedendomi di fianco a lui sullo scoglio.
Lui sospira.
"Per il momento, bene" dice voltando il volto verso il mio di profilo.
"Come va la ferita?" aggiunge dopo svariati istanti di silenzio.
"Bene..." inizio "Tra qualche giorno guarirà" aggiungo con tono rilassato mentre mantengo il braccio ferito con l'altro.
"Senti Rae io..." inizio, ma io lo fermo.
"Se ti vuoi scusare, esse non servono, sono cosciente che tu non l'abbia fatto di proposito, quindi stai pure tranquillo" lo rassicuro.
"Grazie Rae, mi hai tolto un peso sulla coscienza, non sapevo quali parole dovevo usare per scusarmi un'ennesima volta" ride.
Che idiota!
"Mi sorprendo di me stessa che sta a parlare ancora qui con te" dico fredda.
"E dai sorella, non te la prendere, sai come sono" dice punzecchiandomi con il suo gomito.
"Sì, infatti lo so, sei un vero Idiota" dico abbastanza irritata.
"Almeno chiedimi scusa..." dice lui a tono.
"E di cosa dovrei scusarmi?!" dico stranita.
"Del fatto che tu pensassi davvero che ti avrei fatta del male" dice voltandosi dall'altra parte.
"Dimmi quale persona non lo penserebbe?!" dico spazientita al massimo alzandomi in piedi, con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto verso il suo mentre per il nervosismo muovo il piede destro su giù provocando un rumore che a lui infastidisce molto, lo si vede dal viso.
"I pessimisti!" dice anche lui alzandosi in piedi.
"Io sono solamente realista, non pessimista, anche se lo fossi, non sono affari tuoi" dico acida.
"Ma non hai neanche il diritto di tartassare la gente con il tuo 'non pessimismo'" mette tra virgolette l'ultima frase facendo segno con le mani.
"Allora tappati le orecchie quando parlo io" sbraito.
"Lo farò con molto piacere quando tornerò alla Torre" dice stringendo i pugni mentre il suo viso diventa rosso dalla rabbia.
"Sai una cosa? Sei una persona insopportabile e idiota, tu superi chiunque qui del nostro universo" dico voltandomi dall'altra parte con le braccia incrociate.
"E tu sei una ragazza pessimista, troppo orgogliosa per scusarsi dei suoi sbagli, non riesci ad apprezzare la gente che ti sta a torno" anche lui si gira dall'altra parte.
"Forse perché la gente che mi circonda è un idiota" dico infuriata.
Non sento più nulla, nessuna risposta, sarà andato via?
Mi giro ed è ancora qui di spalle, lo guardo con la coda dell'occhio, vedo che lui fa la stessa cosa ed io distolgo subito lo sguardo.
Lo sento sbuffare, ma non non riesco a voltarmi per paura di trovarmelo con gli occhi fissi su di me.
Un luccichio sù nel cielo mi fa sussultare, seguita da una scia bianco latte.
Subito tremo.
"Senti Rae scusami, sono stato un po troppo pesante sugli insulti" dice voltandosi dalla mia direzione, dà un calcio ad un sasso vicino a lui, esso ferma di rotolare dopo aver toccato il mio piede.
Guardo a terra e poi mi giro verso di lui.
"Ammetto che neanch'io sono stata cortese, quindi scuse accettate.
Mi siedo sullo scoglio di prima avvolgendo le gambe piegate al petto dalle mie braccia.
Ad un tratto, un luccichio simile a quello precedente mi fa sussultare più di prima.
"Guarda Rae! Una stella cedente!" dice entusiasta indicando la scia di essa.
Io non alzo il capo, anzi lo avvolgo dal cappuccio, posando il mento sulle ginocchia.
"Già bella..." rispondo con un filo di voce. Tremo solo al sentir pronunciare il suo nome.
"Rae, che ti succede? Sembri spaventata" dice preoccupato.
"Io non sono spaventata" dico con poca sicurezza su quello che ho appena detto. Guardo il cielo colmo di stelle e i brividi, il terrore e la paura di quella notte ritornano chiari come il sole d'estate, l'ultima notte che ho visto mia madre.
"Le stelle! Non e così Rae?!" dice con tono rassicurante.
All'inizio sgrano gli occhi, ma subito dopo il mio sguardo diventa più spento di quanto lo possa già essere.
Sento la mia guancia bagnata, non adesso, non posso piangere adesso, ho trattenuto le lacrime per tanti anni e ora solo ad un ricordo sbiadito gli occhi reagiscono in questo modo.
Mordo il mio labbro inferiore perché mi sto sforzando nel riuscire a bloccare le lacrime, brucia un sacco, ma per me ne vale la pena.
"Alzati! Vieni con me!" dice mette mi porge una mano davanti gli occhi.
Alzo il capo coperto dal cappuccio e dopo qualche singhiozzo metto la mia mano intorno al suo braccio e lui fa lo stesso con la mia.
Tira di poco ed io sono già in piedi.
"Cosa vuoi fare?" dico confusa mentre con il dorso della mano mi asciugo l'unica lacrima fuoriuscita dall'orbita oculare.
"Voglio aiutarti! Non avrai più paura delle stelle sé tu verrai con me" mi dice con un sorriso a trentadue denti.
Si allontana di qualche passo e lui con lo sguardo mi invita a seguirlo.
Si ferma poco distante da me e mi sorride.
Pian piano il suo corpo inizia a crescere a dismisura: la sua schiena si ricopre di piume color pece, le sue gambe diventano zampe di leone, ma ricoperti dalle piume pece, si ricurva in avanti trasformando le sue braccia in zampe d'aquila, la sua testa si muta in quella di un'aquila dalle gigantesche proporzioni, la coda, come quella di un leone, lunga almeno un paio di metri è impreziosita da una doppia fila di minuscole ali d'argento, dalle spalle fuoriescono delle ali grandi e possenti dello stesso colore di quelle sulla coda.
È magnifico!
Le parole mi muoiono in bocca, perché non so che dire è una creatura mistica e rara che neanche nei più antichi libri di leggende Greche si possano trovare.
"Ti piace? L'ho chiamato Smoke Wings" dice sentendo una certa enfasi nelle sue parole.
Io annuisco e accenno un piccolo sorriso.
"Salta su!" dice.
"Cosa? No, non ci tengo a salirci" dico anche con un po di imbarazzo.
"Come vuoi" dice. Io tiro un sospiro di sollievo, ma finisce tutto in poco tempo, perché la sua folta coda mi prende per i fianchi e mi alza su in aria prima di farmi sedere sul suo dorso caldo.
"Mettimi giù!" dico infastidita.
"Neanche per scherzo, Rae!" dice con tono spiritoso, non è per nulla divertente,cosa ci trova di divertente?
A contatto con le sue piume calde,morbide e setose rabbrividisco, sento il mio corpo freddo, rilassarsi a contatto con il suo calore.
Non ho il tempo di lamentarmi di nuovo che lui prende la rincorsa e spicca il volo.
Le sue possenti ali si muovono delicatamente planando nell'aria fresca.
Sento la brezza dell'Oceano venirmi contro, chiuso d'istinto e gli occhi e mi godo il momento piacevole.
Mi sdraio a pancia in giù visto le grandi dimensioni della sua schiena possono starci almeno tre persone sdraiate comodamente, rotolo dall'altra parte tenendo la testa rivolta al cielo.
Non riesco ancora ad aprire gli occhi, non ci riesco e non posso, è più forte di me.
"Rae sta tranquilla puoi aprire gli occhi" Mi rassicura BJ.
Li apro un alla volta e stranamente mi sento bene, rilassata, più li osservo e più non riesco a toglierli gli occhi di dosso.
Quale meraviglia o creatura possa aver messo al mondo tali punti luce che pur essendo piccoli o grandi, danno spensieratezza e pace con il tuo essere interiore.
Peccato che esse non rimangano tutto il giorno.
È bello vederle specchiarsi nell'acqua sapendo che loro non si muovono da lì se non per morire.
Sento le dita bagnate, Black sta volando tenendo le zampe nell'acqua, cosa gli può mai frullare nella testa non lo so.
Gioco anch'io con l'acqua muovendo la mano su e giù delicatamente come se fosse una carezza.
Inizio a sbadigliare più volte in neanche un minuto.
Ritiro la mano dall'acqua fresca mettendola di fianco al viso mentre stringe nel suo palmo alcune sue piume.
Mi metto sdraiata sul fianco destro ed inizio a sentire le palpebre farsi più pesanti come se avessi due macigni appesi alle ciglia.
Dopo poco vengo avvolta da un telo di spensierata beatitudine.
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