~Capitolo 4~
Pesanti...come un macigno, non è facile gestire un ammasso di piume che ti ha strappato via urla, dolore e sangue dal corpo, sembra portar dietro una punizione, ma per quale errore?
Gli altri sono andati via per giocare al parco, stento quasi a credere di poter provare un emozione simile alla vergogna, io non dovrei nemmeno provare delle emozioni.
Sarà difficile doverle togliere, complicato nel trovare una soluzione, e un eternità dove trovarla.
Sono diventata debole per il loro peso, infondo sono ossa e il mio corpo non regge, sono costretta a stare curvata per tenermi in piedi ed in equilibrio.
"Ecco perché non va festeggiato il mio compleanno" sussurro mentre mi sorreggo al comodino sotto lo specchio.
"Non volevo niente" faccio un passo verso l'enorme finestra che da sulla città sommersa di un caldo sole.
"Ne ali" cammino a fatica reggendomi al muro "ne poteri" graffio il muro con le unghie "ne la mia gemm-" sento scricchiolare al di fuori della porta.
Mi sorge un ghigno sul volto "ti sembra il modo di entrare nella nostra torre...Psichor?" Schiocco le dita per far scomparire la porta dalla mia visuale a 360°.
"La tua vista da falco non manca ragazzina, pensavo di dover usare la forza" posa sulla sua spalla il mitra per accendersi un sigaro.
"E quindi ti sei portato degli amici?!" Mi giro graffiando l'aria con le unghie per uccidere la presenza di altri uomini armati. "Non mi piacciono i colpi dati alle spalle" graffio il comodino per il dolore dovuto al peso sulla schiena.
"Avete l'edificio pieno di miei uomini" si lecca le labbra mentre scavalca le carcasse di due uomini per entrare nella mia stanza. "Perciò fai la brava e vieni con me" sorride in modo maniacale. "Credi che mi sia dimenticato delle bimbe esplose nel mio locale?" Sento la sua rabbia crescere. "Non vuoi che trasformi l'intero edificio in una cozzaglia di polvere" ride in modo psicopatico.
"NON TI AVVICINARE!" Urlo in preda al battito cardiaco accelerato dovuto allo sforzo e alla rabbia che accresce ai ricordi.
Alza le mani in segno di resa "va bene" sorride in modo angusto "sei stanca per lottare?" Poggia il suo mitra a terra come fosse un bastone. "Non sono venuto qui per vincere facile" inizia a ridere sguaiatamente.
"Scontato e maniacale, come l'ultima volta" ansimo per il dolore con le ginocchia quasi a pezzi.
"Il dolore è il mio pezzo forte" prende il suo mitra fra le mani pronto a sparare, mi si sgranano gli occhi, mi ha colto in un momento in cui faccio fatica a far tutto.
Non mi avrà così facilmente, se vuole lottare lo faremo a modo mio, cerco una via di fuga con gli occhi, tutto mi sembra solo una enorme trappola per topi, tranne per...
"Avanti spara!" Mi drizzo con tutte le mie forze, sento il suo umore cambiare per un colpo di secondi. "Vuoi uccidermi? Sono qui indifesa!" Alzo la testa per guardare la sua espressione fissa miei miei occhi completamente annebbiati. "Che aspetti?" Il mio tono di voce si sdoppia completamente, e mi sorprendo anch'io.
Preme sul grilletto facendo partire colpi di proiettili a profusione cercando di colpirmi su qualsiasi parte del corpo. Ma avendo previsto le sue mosse faccio un salto all'indietro "Melthrion Asdral Nethar" dico posando due dita leggere sulla gemma, dall'altra mano sparo un potente disco nero che rompe il vetro della finestra, riesco ad uscire in un tempo corto di circa tre secondi.
Il vento e la gravità mi porta giù finché non riesco a prendere il controllo delle ali per sbatterle prima di toccare suolo.
"MOSSA SBAGLIATA MOCCIOSA!" Con quel sorriso da maniaco prende un telecomando e da un grande pulsante rosso, lo preme e da quel sottile Bip partono una serie di esplosioni massime che fanno cadere la torre piano per piano fino a ricoprire il cielo di polvere grigia.
I-i m-miei libri, l-le mie pozioni, l-le mie foto, i miei disegni, i diari di famiglia, gli specchi, la mia oscurità, i miei ricordi, la mia famiglia...
Mia madre.
Il sangue mi ribolle dentro dalla rabbia, sono così cieca di rabbia che le lacrime mi bruciano le guance e le sento macchiarsi di sangue. La fronte comincia a restringersi a causa della gemma, il sangue cola, ma non mi importa del dolore o di quanto il mio viso sia diventato scarlatto, ma del fatto che ha bruciato la mia intera esistenza, ora non potrò scoprire nulla del mio passato se non scoprirlo tramite il futuro.
Guardo fissa la torre in fiamme e polvere mentre mi calo sul molo.
Mi sento cieca dalla rabbia non vedo nulla se non uccidere qualcuno, voglio vedere il rosso davanti ai miei occhi voglio sentire la paura, il terrore, le urla di dolore.
"AAAAAAAAAH" emetto un urlo ad ultra suoni causando lo spostamento delle onde dell'oceano, e delle navi attraccate al porto.
Le urla della gente non fanno altro che aggravare il mio stato di rabbia.
Un elicottero della polizia si avvicina a debita distanza per spararmi, lo vedo come un intralcio e non mi fermo dal non colpirlo sul pieno parabrezza causandone un esplosione al serbatoio.
Vedo la gente riprendermi con gli smartphone cosa che mi da ancora più fastidio. "MELTHRION ASDRAL NETHAR" faccio scoppiare i loro dispositivi causando ustioni forti sui loro volti.
Mi piace la sensazione di poter far male, mi fa sentire viva, ma io ho solo una vittima in questione Psichor...
"DOVE SEI PSICOPATICO? È TE CHE VOGLIO TRA LE FIAMME!" colpisco un poliziotto intento a spararmi in pieno petto.
"SMETTILA DI NASCONDERTI!" Urlo talmente forte da spaccare qualsiasi vetro presente in circolazione.
Lo vedo ovunque, sento le sue risate nella mia testa, sento la sua voce nel silenzio, vedo il suo volto felice mentre uccide ogni mia cosa.
"basta...Basta...BASTA SMETTILA" inizio a colpire dappertutto qualsiasi forma vivente davanti a me, mi gira la testa non riesco più a reggermi in piedi.
Sono così forte le sue risate e la sua voce che inizio a piangere di dolore, per quanto io abbia perso e sbagliato.
"SMETTILA VATTENE VIA!" Urlo in preda alle lacrime. Non c'è la posso fare così, mi sento impossessata.
Intrappolo la cenere fra le mie mani come punto di sfogo. "Vattene via!" Chiudo gli occhi con la fronte piegata sull'asfalto.
"Fatti prima ripulire dalla cenere Rae" dallo spavento alzo la testa e indietreggio.
"T-tu...che ci fai qui? Non voglio far del male anche a te" passo una mano sotto gli occhi per asciugarmi dal sangue.
"La famiglia non si divide mai Rae" mi accarezza una guancia con la sua mano.
"Aaron, la torre è stata distrutta, tutto è stato distrutto" abbasso la testa per il dolore lancinante al petto.
"E lo sei anche tu" mi guarda dritto negli occhi "ed ora ti accompagno dritta dritta in ospedale" mi prende in braccio da sotto le ginocchia e la nuca.
"Mettimi giù idiota, sono pesante e non puoi farcela! Cammino anche da-" mi guarda furioso negli occhi, uno sguardo più che sinistro che mi zittisce.
"Quando ti sarai ripresa metterai tutto apposto al casino che hai combinato" inizia a camminare fra le macerie. Mi posa a terra "aggrappati alle mie spalle" si inginocchia ed io senza fiatare sotto il suo sguardo più che glaciale mi ci metto aggrappo.
Con uno schiocco di dita faccio ritornare la zona colpita da me com'era prima.
"Mi occuperò dei feriti in ospedale" chiudo gli occhi colpita dalla vergogna e il dolore per cui ho sbagliato.
"Devo essere più cattivo con te, almeno riesco a dominarti" scorgo un ghigno sul suo volto, con un piede riesco a colpirlo forte la coscia.
"Idiota"
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