~Capitolo 2~
Il buio...ho sentito il suo richiamo, la sua presenza dentro la mia mente, offuscata e immersa nel caos.
Come ogni corpo umano, la mente smette di sognare e pensare a ciò che stava facendo durante il sigillo delle palpebre sulle iridi; per aprirsi e attivarsi alla vera e triste realtà.
Gli occhi mettono a fuoco la stanza, la solita stanza in cui spesso mi risvegliavo, l'infermeria.
Sempre così spoglia, insipida e neutra a qualsiasi sguardo e contatto umano.
Persino il mio.
L'unica a saltare all'occhio è la figura di profilo alla finestra di Aaron.
Le sue labbra ricurve verso il basso e i suoi grandi occhi velati dalla tristezza e dal rammarico, tolgono quella sua ilarità stampata sul suo volto; la piccola zanna bianca è premuta sul labbro inferiore lasciando un segno rosso.
"Sai bene anche tu che la colpa non è tua" mi metto seduta con le mani intracciate poggiate sulle cosce.
Si gira lentamente guardandomi con un sorriso amaro colmo di tristezza.
"Smettila di leggere nel pensiero" volta la testa alla finestra sorridendo e liberando così la sua zanna bianca lunga scoprirsi dal labbro.
Faccio un ghigno di disapprovazione "si nota" butto nel vuoto le gambe facendole penzolare dai margini del materasso; struscio il sedere in avanti per avere un contatto con il gelido e pulito pavimento, solo toccando con le punte delle dita dei piedi mi accorgo di non avere le scarpe.
Rabbrividisco al sentire la superficie liscia e gelida a contatto con la pelle.
Mi alzo titubante e a piccoli passi raggiungendo il fianco sinistro di Blackborn, ormai preso dall'oceano.
"Così tanto che te ne sei accorta anche tu senza leggermi nel pensiero" sorride amaramente guardandomi con la coda dell'occhio.
Lascio in sospeso il discorso accogliendo il silenzio.
Espiro dal naso "sei così freddo, quasi non ti riconosco...Aaron" guardo un punto fisso fuori alla finestra rimanendo seria.
Sgrana gli occhi insieme ad un piccolo sussulto, poi di scatto abbassa lo sguardo sulle mie mani, specificamente sulle nocche.
Seguo il suo sguardo e vedo che la pelle inizia a sgretolarsi a staccarsi come una muta sulle nocche dando vita ad una pelle cristallizzata color ametista.
"È nuovo anche per me" alzo lo sguardo verso la superficie vitrea della finestra "ma non tutti rimangono uguali al mondo" il braccio piegato al petto lo lascio andare facendolo penzolare lungo il fianco sentendo sfiorare la mano dalla mano calda e grande del ragazzo biondo.
Singulto sentendo gli occhi aprirsi in due grandi laghi blu mentre il cuore batte forte e lo stomaco va in subbuglio.
Schiudo le labbra incapace quasi più di respirare dal naso.
"Noi non rimaniamo uguali per il mondo" un suo dito solletica lentamente uno dei miei facendomi tremare e sentire delle fortissimo scosse alla spina dorsale.
Sento già il suo corpo mutarsi: le sue zanne più lunghe e i suoi occhi di un verde più intenso, uno smeraldo che poco a poco cambia dando dei riflessi grigi.
"Anche tu stai cambiando" dico guardando i suoi occhi magnetici dai colori intensi, una combinazione strana, ma che da quel effetto di sguardo demoniaco.
Avvicina una delle sue zanne alla mia guancia destra strofinandola delicatamente con la punta.
Non ho più paura, so che non può farmi del male, so che dietro a quello sguardo e quei denti aguzzi c'è il ragazzo biondo idiota e scherzoso di prima.
"Non hai...paura?" spezza l'attimo di pace con voce roca.
"Non ne ho motivo. Io mi fido di te, babbeo" dico fredda lasciando una trasparenza di ciò che tutti chiamano felicità agli occhi.
Si allontana da me camminando verso la porta, lasciando il suo tocco delicato sulla guancia e la sua voce impressa nella mente.
Si ferma guardandomi; gli occhi ritornano come prima e lentamente le zanne si ritraggono lasciando solo un canino appuntito al di fuori delle labbra che si incurvano in un sorriso sotto il mio sguardo attento che cercano di trattenere un sorriso pur di non distruggere questa stanza.
"Vengo a controllarti tra poco, Rae" ammicca sorridendo. Ora si che lo riconosco.
Alzo gli occhi al cielo "smettila babbeo se non vuoi trovarti nello spazio senza vita" alza le mani in segno di difesa prima di andare via con un sorriso divertito.
Espiro dal naso prima di guardare fuori alla finestra.
"Cambiamo perché per il mondo non siamo ancora nessuno" poggio la mano al vetro della finestra sospirando.
Tra poco sarà il mio compleanno...
Avvicino a me un orologio a sveglia con l'aiuto della telecinesi.
"Il 31 Agosto 2017" sospiro ancora "quattro giorni" dico interrompendo distrattamente il contatto con l'oggetto, si schianta a terra rompendosi in mille pezzi.
Espiro fredda dal naso rimettendo apposto l'oggetto usando un movimento delicato e fragile con le mani, fragile perché il contatto con l'oggetto non fatto bene potrebbe anche esplodere.
"Il mio compleanno, la mia nascita..." con due dita trasporto l'orologio sveglia sul comodino bianco.
"L'inizio dell'oscurità" stringo in un pugno il medaglione con forza.
"Mamma questa volta non accadrà nulla, te lo prometto" guardo il medaglione prima di rimetterlo dentro il colletto del body.
"Non soffrirà nessuno"
•~•~•~•the past is the future•~•~•~•
Il libro di mamma mi piace sempre più! È il più bel regalo di compleanno che abbia mai ricevuto: un libro scritto da lei!
Certo che di fantasia ne ha tanta!
A volte non capisco quei personaggi dalle sembianze umane che hanno delle strane ali di farfalla o di cigno sulle spalle.
Mai sentita un qualcosa di simile!
Saltello nel grande e freddo corridoio mantenendo al petto il libro fino ad arrivare nel bagno delle bambine come me.
Devo essere sincera, non mi è mai piaciuta questa strana scuola di sole ragazze.
Ma papà ha detto che è per il mio bene e che mi farà essere una donna forte e bella come la mia mamma.
Io voglio essere come la mamma in tutto e per tutto quindi resterò qui finché non sarò come lei!
Apro la porta lurida del bagno e l'odore di sporco già mi invade le narici, che schifo!
Nella prima stanza c'è una lunga distesa di lavandini messi al centro della grande stanza in due file, una a specchio dell'altra, mentre nell'altra i bagni con le docce.
Il mio sorriso viene smorzato da un gruppetto di bambine messe in cerchio davanti ad uno degli ultimi lavandini.
La più grande Anah: capelli di un castano chiaro lasciati cadere sulle spalle, occhi scuri e fisico slanciato ha un mano immersa nel lavandino pieno d'acqua, dal rubinetto di metallo un getto d'acqua molto forte riempie così tanto la vasca bianca che l'acqua inizia ad uscire fuori e a cadere sul pavimento sporco e dalle mattonelle rotte come cascata.
Alza il braccio dal lavandino con in mano una ciocca di capelli bionda seguita da una testa e da un viso impregnato d'acqua e terrore.
Sussulto alla scena.
"Allora ti piace il nostro regalo Melinda?" la bambina ancora spaventata non risponde alla domanda di Anah che la regge per i capelli visto recupera il tempo perso nell'acqua respirando affannosamente.
"Come? Ne vuoi ancora? Ti accontentiamo subito! Ragazze aiutatemi" lei con altre bambine immergono la testa ancora e ancora della bimba dai capelli color oro nel lavandino colmo d'acqua fredda.
Sussulto con un gemito facendo cadere il libro al suolo.
Le ragazze si accorgono di me, ora si che sono nei pasticci.
"Ehy! Guarda chi abbiamo! Ravén!" dice Anah con strafottenza.
Mi abbasso per raccogliere il libro ancora un pò scossa, ma la mia mano viene bloccata da una scarpa, alzo lo sguardo dal dolore.
"M-mi fai male" dico con voce strozzata.
"Questo lo prendo io!" afferra il libro allontanandosi da me per raggiungere le sue amiche.
Mi alzo in piedi e massaggio intensamente la mano intrisa dal dolore.
"Quello è mio!" mi avvicino.
"Ah ah, un altro passo Gotherman e verrai affogata anche tu nel lavandino" dice guardando prima me e poi Melinda che è in fin di vita stesa a terra.
Più la guardo più mi ritorna in mente mia mamma, il suo corpo a terra senza vita.
Mi sale la rabbia solo a rivivere quel momento.
"Sei una persona cattiva e crudele" dico stringendo le mani in due pugni.
"Come?" dice lei chiudendo il mio libro e scrutandomi con viso corrugato.
"Ha sentito bene, non serve ripeterlo!" abbasso lo sguardo nascondendo la piccola gemma sulla fronte tra i capelli blu-viola.
"Ti sei cacciata in grossi guai Gotherman" si avvicina con un ghigno a me lasciando il libro su uno dei tanti lavandini.
"Clara chiudi la porta a chiave" dice Anah avvicinandosi a me mentre detta ad una delle altre bambine degli ordini.
Si mette davanti a me mentre io rimango impassibile ai suoi occhi come una pietra.
Mi guarda con occhi pieni di rabbia mentre una sua gamba si alza e stendendomi a terra con un colpo forte alle gambe inizia a picchiarmi con l'aiuto di altre bambine.
Un calcio allo stomaco finale allo stomaco e finisco a carponi sul pavimento con del sangue che fuoriesce dalla bocca come gocce di pioggia.
Sorride compiaciuta di ciò che ha fatto.
Si allontana dal gruppo ritornando tra i lavandini "E ora sbarazziamoci di questo" prende il mio libro tra le mani e sfila da una tasca della divisa un accendino, inizia a far zampillare le prime scintille di fuoco fino a che la fiamma non è completa.
"Gotherman di addio al tuo caro libro" fa un ghigno avvicinando la fiamma ad un angolo del libro.
Con le lacrime gli occhi vedo già l'unica cosa che unisce me e la mia mamma diventare polvere.
Un istinto di rabbia invade il mio cuore non avendo neanche più il controllo della mente.
Mi alzo in piedi con ancora le gambe macchiate da lividi viola notando lo stupore di Anah.
Cammino tremante fino ad arrivare di fronte a lei...
Lei ancora più sorpresa si sbriga ad accendere il libro.
"Tu!" dico intrisa di rabbia.
"Tu non ucciderai i ricordi di mia madre" dico a denti stretti.
Il suo ghigno scompare sul volto dopo che il suo viso si strugge per avere dell'ossigeno.
N-non riesce più a respirare.
L'accendino e il libro cadono al suolo scivolando dalle mani tremanti di Anah.
"Le persone come te non dovrebbero esistere" stringo i pugni sentendo le unghie conficatte nei palmi.
Il suo viso inizia a cambiare lievemente colore innalzandosi in aria.
Le bambine dietro di me si allontanano dalla paura cadendo tutte in ginocchio.
"LE BAMBINE COME TE DOVREBBERO MORIRE" urlo con voce sinistra rompendo le finestre del bagno mentre i rubinetti dei lavandini esplodono facendo uscire tanta di quell'acqua come se fossero degli idranti.
Cascano lentamente sulle sue guance rigandole, gocce di sangue scarlatto come rosa rossa, vive e create col dolore.
Alle altre bambine accade la stessa cosa cadendo al suolo.
E non solo, una goccia di sangue scivola sulla mia guancia, ignara della sua provenienza tasto gli occhi, la fronte e poi la gemma; è così conficcata nelle carni che perdo delle gocce anch'io.
Spaventata nel vedere del sangue sul mio corpo, la mia ira si placa tornando come prima.
Il corpo di Anah cade a terra facendomi spaventare, le pareti e i lavandini bianchi sono imbrattati di sangue e delle urla strazianti di dolore delle bambine ormai accasciate a terra.
Presa dal panico e dal terrore cado a terra smentendo le gambe deboli e tremolanti come due budini.
Inizio a piangere disperatamente sull'accaduto.
"La mamma non avrebbe voluto questo" singhiozzo tra le lacrime che solcano sulle guance.
Copro il viso con le mani per la vergogna.
Mi metto a carponi sul pavimento toccando con i polpastrelli di una mano l'oggetto composto da pile di fogli racchiusi in due solide copertine marroni.
Lo prendo tra le mani e abbracciandolo come se la mia mamma fosse qui al posto suo.
"Mamma perdonami, n-non volevo perderti del tutto" singhiozzo stringendo ancora di più il libro al petto schiacciando il medaglione di mia mamma ancora di più al petto.
Sento i passi e le voci delle suore e di alcune insegnanti avvicinarsi.
Spaventata e terrorizzata da ciò che potrebbe succedere dopo mi alzo in piedi scappando via dal bagno senza lasciare alcuna traccia.
•~•~•~•End•~•~•~•
Sfioro i libri con due dita.
"Ogni tuo ricordo è prezioso...mamma" metto una mano sui libri sospirando ad occhi chiusi divorando con la mente tutti i ricordi passati insieme a mia madre tramite questi libri.
"L'essere più incantevole di quel libro eri" strofino la mano sulla copertina del vecchio libro di mia madre che mi regalò da bambina per il mio sesto compleanno.
"Il mondo sta portando via tutto ciò che amiamo"
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