Cap 5: Rapunzel
-E' una mia impressione o la temperatura a Corona ha raggiunto i livelli artici?- disse Eugene, quando lasciammo la stanza di Cassandra e camminammo lungo il corridoio. Mi stava portando in quello che aveva detto sarebbe diventato uno dei miei nuovi posti preferiti. -Brr!-
-Che vuoi dire?- chiesi.
-Cassandra è fredda come il ghiaccio- disse Eugene. -Come dire, un po' scortese? Che ne pensi?-
-Cosa ha fatto da parlare così di lei?- chiesi.
Dopotutto, Friedborg non era esattamente una chiacchierona. Forse la reticenza era una tradizione di Corona? A me lei sembrava cauta e forse un po' riservata. Ma la determinazione e la scintilla che le avevano fatto lanciare il peso, mi faceva venir voglia di imparare ciò che sapeva sul regno.
-Le manca la cordialità di base!- disse Eugene, prendendomi per mano mentre camminammo oltre la sala del trono e svoltammo in un corridoio che non avevo notato prima.
-Sai, tipo, "ciao, come stai, piacere di conoscerti. Non mi sembri un criminale a sangue freddo così ti tratterò come una persona normale". Quel genere di cose.-
-Forse le serve un po' di riscaldamento. Non dimenticarti che ti ho colpito con una padella la prima volta che ti ho incontrato.- dissi.
-Vero.- disse Eugene, mentre apriva una pesante porta di legno. -Ma era diverso.-
-Aspetta!- dissi, sussultando mentre ammiravo la stanza intorno a me con i suoi alti soffitti e finestre e muri di libri. -Sono tutti libri?-
-Esattamente.- disse Eugene, sorridendo con orgoglio. -Si chiama biblioteca.-
-Biblioteca.- ripetei, mentre entravo. -Biblioteca, biblioteca, biblioteca.- La parola stessa aveva un suono magico, come se potesse essere il nome di una costellazione o una farfalla dalle ali brillanti o un concerto di campane. Biblioteca. L'adoravo!
-Come mai mi è servita una settimana per trovare questo posto?- domandai ad alta voce, mentre salivo su una scala per raggiungere lo scaffale più in alto.
-Stranamente, la biblioteca era nel mezzo della mia lista delle cose da mostrarti. Dopo le sale da ballo, i giardini e la spa, ma prima della bottiglieria e delle tinozze della lavanderia -comunque, ora sei qui, giusto?- chiese Eugene. -Ho fatto punti a mostrartela?-
-Sì!- dissi con una mano sul petto. -Un milione! E non so da dove iniziare!-
-Puoi portarti dei libri in camera tua se vuoi.- disse Eugene.
-Posso davvero?- dissi, fissando gli scaffali riforniti intorno a me.
-Credo che aprirò la finestra.- disse Eugene. -C'è puzza di stantio qui dentro.-
-La adoro.- dissi meravigliandomi. Una volta pensavo che esistessero solo 3 libri in tutto il mondo: uno sulla cucina, uno sulla geologia e uno sulla botanica. Li lessi più e più volte finché non li memorizzai. Ero pronta a leggerne di più, ma questo non me l'aspettavo. Essere circondata da così tanti libri era come scoprire che c'erano centinaia di altre lune che si nascondevano da qualche parte in cielo.
-Ma c'è così tanto da scegliere!- dissi, quando salii su un'altra scala per controllare gli scaffali in alto. -Sul serio, da dove comincio?-
-Perchè non lasciamo decidere il destino? Aspetta.- disse Eugene e, prima di rendermene conto, la scala attraversò la stanza.
-Woo-hoo!- risi, con la vista sfocata finché non mi aggrappai allo scaffale etichettato STORIE D'AVVENTURA e mi fermai.
-Ce ne sono veramente molti! Scommetto che i libri su Flynn Rider si trovano lì.- disse Eugene con un sorriso a 32 denti. Flynn Rider era il personaggio fittizio coraggioso e audace che Eugene amava tantissimo da bambino, al punto che si era fatto chiamare davvero Flynn Rider fino al nostro incontro. Lo convinsi che il suo vero nome, Eugene Fitzherbert, aveva un'originalità e un'integrità tutta sua. -Li vedi, Rapunzel?-
-Qui.- dissi, raccogliendo Flynn Rider: Volume 1 dallo scaffale e passandoglielo. Presi un altro libro di avventura, Elena Evangelo: Regina delle Terre del Deserto, per me e iniziai a formare una pila.
-Ahhh, riaffiorano i ricordi.- disse Eugene, mentre si sistemava su una poltrona sotto la finestra e poggiò i piedi su un pouf. Io continuavo a cercare.
Volevo sapere di più sulle stelle, quindi presi alcuni libri dalla sezione di astronomia. E naturalmente c'erano i libri sui grandi eroi di Corona. E io avevo bisogno di un mucchio di libri sulla flora e fauna di Corona. Volevo sapere cosa guardavo mentre esploravo! E poi c'erano i libri di cucina, con così tante ricette che non avrei mai sognato: torta linzer ai lamponi, plum cake allo zenzero con glassa di pesca zuccherata; gelato al melone con sciroppo di rosmarino! Mi venne l'acquolina in bocca, mentre aggiungevo 6 ricettari alla pila.
La sezione di matematica era la prossima. I libri erano pieni di informazioni sulle linee, sagome, angoli e qualcosa di nome poliedri tridimensionali. Che cos'era? Dovevo saperlo! Mi girò la testa, quando esaminai i capitoli sulle frazioni, radici e combinazioni. In quanto artista, devo capire tutta questa roba! pensai. Specialmente se volevo migliorare la prospettiva, per non parlare della scultura. Tirai fuori i miei preferiti e li aggiunsi al mucchio.
-Eugene, c'è una sezione d'arte!- dissi, quando la scoprii, il mio cuore stava per balzarmi fuori dal petto. Mi girai verso di lui, ma aveva gli occhi chiusi e stava russando piano. Aveva un gran sorriso in volto e mi immaginai che doveva essere così da bambino, mentre sognava Flynn Rider. Gli lasciai fare il suo riposino. Sarei tornata tra un pochino.
Mi sedetti sul pavimento, mi misi comoda e studiai attentamente i libri per ore. I volumi erano grandi, pesanti e colorati con pagine brillanti, al punto che volevo appenderle sulle pareti della mia nuova stanza. Avevo sempre pensato all'arte come qualcosa che andava sperimentato piuttosto che studiato, ma davanti a me c'erano almeno un centinaio di libri sui colori, la tecnica e la storia dei più grandi artisti di tutti i tempi. Disegnare con l'inchiostro; fare schemi col carboncino; pitturare panorami, natura morta e ritratti; ceramiche, tessiture e artigianato! La pila di libri era alta quanto me!
Quando vidi che il sole iniziava a tramontare dietro la finestra, sapevo che era ora di incontrare i miei genitori a cena. Ma prima di svegliare Eugene, decisi di prendere un libro per Cassandra. Gliel'avrei dato il giorno dopo alla Festa di Elodie la Grande.
Cercai qualcosa sugli sport per lei -sport individuali. Adocchiai un libro chiamato Sport da Campo: la Guida Completa. Trattava la storia degli sport da campo, istruzione sulle tecniche e sulla strategia e aveva illustrazioni dettagliate. Stavo per aggiungerlo alla pila, quando notai un altro libro dietro.
Sembrava ci fosse caduto per caso. Era un libro sottile e un po' più piccolo degli altri, ma accattivante per via della copertina in pelle color verde sbiadito e della bordatura in oro delle sue pagine. Lo aprii e tossii a causa della polvere che aveva.
Il titolo era stampato con inchiostro nero spesso con macchie dorate: La Laguna Perduta.
Sfogliai un'altra pagina per scoprire che era un libro di poesie. Non aveva niente a che fare con gli sport. Ovviamente era stato infilato nella sezione sbagliata -o magari era stato nascosto? La prima poesia si chiamava "La Laguna Perduta", come il titolo del libro. Era scritto per metà in inglese; l'altra metà in una lingua che non conoscevo. Dissi le parole ad alta voce e facevano una specie di musica:
Quando ci incontrammo la vigilia di inverno, la verità non era altro che uno spiraglio
La luna brillava; la fortuna scintillava come un abbaglio
Forse questo libro mi avrebbe dato l'ispirazione per un nuovo lavoro artistico! Non sapevo che forma avrebbe avuto, ma il mistero del processo creativo era una parte di ciò che mi piaceva di più dell'arte. Il sole si stava tuffando dietro le colline e il cielo si colorò da arancio a indaco. Afferrai il libro con le mani riscaldate mentre una brezza fresca levava le tende. Era ora di andare, ma questo libro sarebbe venuto con me.
-Eugene, dovremo andare a cena.- dissi, sedendomi di fianco a lui e scuotendolo piano per svegliarlo.
-Wow, hai scelto davvero un sacco di libri!- disse, quando si raddrizzò e si strofinò gli occhi. -Ti rendi conto che abbiamo il resto della vita per usare la biblioteca, giusto?-
-Sì, ma... non so, un libro tira l'altro!-
-Forse devi farti costruire degli scaffali in camera tua.- disse Eugene.
-Come la mia biblioteca privata?- chiesi.
-Esattamente.- disse lui. -Ne parleremo al falegname reale. Ma per il momento prendiamo i primi 10 libri?-
-11.- dissi, infilandomi il libricino verde in tasca.
Più tardi quella sera, dopo la cena con i miei genitori e una passeggiata con Eugene nei giardini a riprendermi le scarpe, mi sistemai a letto col libro di poesie. L'avevo appena aperto quando mia madre bussò alla porta.
-Tesoro.- disse mamma, che sbirciò. -Sei sveglia?-
-Sì.- dissi. Istintivamente, infilai il libro sotto le coperte, anche se non ero sicura del perchè. Non ero pronta a condividerlo, mi sa.
Mia madre entrò nella mia stanza, facendomi un sorriso smagliante e si sedette accanto a me sul letto. Mi prese le mani tra le sue. -Tesoro, è arrivato il momento di assegnarti la tua dama di compagnia.-
-Di già?- chiesi, sedendomi un po' più dritta. -Voglio dire, so di aver avuto una giornataccia, ma posso impegnarmi di più.-
-Una dama di compagnia non è solo qualcuno che ti aiuta.- spiegò mamma. -E' un accompagnamento costante.-
-Ma ho Pascal per questo.- dissi.
Pascal sorrise a mamma da un pouf nelle vicinanze. Sinceramente, non ero sicura di cosa avrei fatto con un accompagnamento costante umano. Ero abbastanza brava a intrattenermi per conto mio.
-Lo so.- disse mamma. -Ma hai un bel po' di eventi in arrivo. Sei una principessa ora. Sul serio penso che avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti a gestire queste cerimonie a volte noiose, ma necessarie, ed essere tuo amico e confidente.-
-So di potercela fare, mamma.- dissi.
-Hai una responsabilità, Rapunzel.- disse mamma. -Su questo regno. Per quanto voglia bene a Pascal, ti serve una guida.- Sentii le sue parole come un peso. Non ero pronta a sentire di responsabilità -stavo appena imparando a vivere in più di una stanza! Eppure i suoi occhi erano pieni di gentilezza e verità. -L'intero regno ha atteso il tuo ritorno. Lo capisci?-
-Credo di sì?- dissi.
-Bene. Ho deciso di assegnarti Cassandra.- disse mamma.
-La figlia del capitano?- chiesi, anche se dubitavo ci potessero essere 2 Cassandre nello stesso regno -almeno, non se una di loro era la ragazza che avevo incontrato oggi.
Mamma annuì con un sorriso lieve.
-Ok.- dissi. Ricordavo la forza del suo lancio e il fuoco nei suoi occhi. Forse avere una dama di compagnia non era così male se si trattava di lei. -Ok.-
-Cassandra è una ragazza saggia e coraggiosa.- disse mamma. -Conosce le vie del castello e come funziona questo regno.-
-Capisco.- dissi.
-So che è vero.- disse mamma.
-Cassandra è la mia dama di compagnia.- dissi, sorridendo a me stessa quando mi immaginai che lei mi insegnasse a lanciare il peso o a maneggiare una spada.
-Perfetto.- disse mamma.
-Evvai!- dissi io.
-Puoi annunciarlo domani a cena.- disse, baciandomi la guancia. -Fino ad allora, è il nostro segreto.-
Dopo che se ne era andata, tirai fuori il libro da sotto le coperte e provai a leggere la poesia successiva. Le parole erano straniere, ma decisi di pronunciarle lo stesso e come prima facevano una specie di musica. Quando chiusi gli occhi, mi chiesi come sarebbe stato avere Cassandra come dama di compagnia. Mi avrebbe insegnato le sue mosse da guerriera? Mi avrebbe detto tutto ciò che sapeva su Corona? Successivamente sarebbe stata un po' più amichevole?
Feci diversi respiri profondi e alla fine scivolai nel sonno. Quella notte sognai l'acqua e di un segreto che nuotava lì dentro come un pesce d'argento.
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