Cap 4: Cassandra

Tornai immediatamente nella mia stanza, sperando di non finire nei guai. Non solo ero stata beccata a far pratica con le mie abilità del lancio del peso, quando avrei dovuto fare uncinetto o qualcosa di ugualmente tormentoso, ma ero stata vista dalla principessa in persona. E se l'avessi spaventata? E se avesse pensato che la stessi attaccando? Nessuno era ancora venuto a cercarmi, ma dovevo andare sul sicuro. In ogni caso, se le guardie dovevano sorvegliarla avevano fallito nel loro lavoro. Pensavo sarebbe stato meglio che mi nascondessi finché non ero sicura che lei non ne avesse fatto una tragedia.
Poi vidi l'appunto di mio padre sulla scrivania.
Friedborg ha comunicato che hai saltato i tuoi doveri pomeridiani DI NUOVO. Prego, sei avvisata che è inaccettabile. La regina sta cercando una dama di compagnia per servire la Principessa Rapunzel. Sarebbe una grande opportunità per te e devi dimostrare alla regina quando sei preparata ad allenarla sulla strada di corte.
Accartocciai l'appunto e lo gettai a terra. Una dama di compagnia? Io? Ha. Le dame non sollevano armi, non gestiscono riunioni di strategia militare e non gareggiano con i cavalli. Le dame fanno ricamo, sistemano fiori e acconciature.
Mio padre lo sapeva, e tuttavia voleva questo per me? Un'onda di rabbia mi attraversò. Non avevo intenzione di fare da baby-sitter a una principessa. Per fortuna, non ero esattamente un membro attivo del club dei tessitori di arazzi.
Scusa, papà, pensai. Sogna pure.
Aprii il mio armadio con le armi per appendere la mia spada. Seguivo il manuale delle guardie alla lettera, quindi l'occorrente era sempre perfettamente in ordine. La tasca in cui avevo riposto il peso era vuota. Ugh. Dovevo recuperarlo, ma non fino a quando non sarebbe calato il buio. Per il momento mi sarei concentrata sul trovare un nuovo posto dove allenarmi. Che noia. Il campo remoto era stato perfetto. Era pianeggiante, spazioso e nascosto -beh, a parte il fatto che c'era qualcuno su quell'albero.
Aprii il cassetto segreto dentro il mio armadio e tirai fuori le mappe del regno su cui avevo lavorato sin da quando ero piccola. Corona era enorme e aveva abbastanza segreti da tenere impegnato a vita un cartografo -a meno che quel cartografo non fossi io. Avevo intenzione di tracciare questa terra l'anno prossimo. A parte un po' di spazi vuoti e alcuni posti sconosciuti, ero vicina ad avere le mappe più comprensibili e dettagliate di tutti i tempi -più vicina di chiunque altro avrebbe imparato a conoscere le zone più remote e tesori nascosti di questa terra. Ma vicina non era sufficiente per me. Come parte della mia missione di diventare una guardia, intendevo completare le mie mappe e presentarle a mio padre.
Avevo già incluso gran parte dei tunnel, che creavano un elaborato sistema sotterraneo di percorsi. C'erano quelli costruiti da Herz Der Sonne per la Guerra dell'Unificazione ed erano ben documentati. Erano stati usati per procedure militari solo poche centinaia di anni fa. Ma c'erano anche antiche caverne, risalenti a migliaia di anni, ed erano molto più nascoste. Solo la notte prima avevo letto della lontana terra di Yultadore, che un tempo fu una fiorente città commerciale. Alcune delle sue caverne collassarono durante una grande inondazione, creando misteriose pozze in mezzo alla città. Nessun altro ne era a conoscenza finché gli invasori non le avevano usate come nascondigli da cui attaccavano. Non potevo fare a meno di chiedermi se anche Corona avesse delle pozze simili. Dopotutto, avevamo avuto grandi inondazioni in passato. Erano state scritte nei libri di storia. Il nostro terreno era simile a quello di Yultadore.
Non avrei avuto pace finché non avrei perlustrato tutto il regno. Le mie mappe avrebbero dato a Corona il potere di proteggersi da qualsiasi intruso. Stavo per srotolare una delle pergamene sul tavolo, quando qualcuno bussò alla porta.
-Un secondo.- dissi.
Piazzai la mappa sotto il letto, credendo che fosse mio padre, pronto a farmi la predica. Ma quando aprii la porta, spalancai gli occhi. Era la principessa, che mi sorrideva come se stessi reggendo una torta di compleanno. L'avevo evitata per una settimana intera, ma ora non potevo starle alla larga. Seguii i suoi occhi sul pavimento. La mappa era rotolata fuori da sotto il letto. La spinsi lì sotto col piede.
-Posso aiutarvi?- domandai.
-Ciao!- disse. Il suo entusiasmo era così luminoso e splendido che strizzai gli occhi. -Mi chiamo Rapunzel.-
-Lo so.- dissi.
-Ho la tua palla, um, credo.- disse, sollevando il mio peso.
-Grazie.- dissi, prendendolo.
-Salve.- disse qualcun altro e poi il suo bel ragazzo, Eugene, sbirciò dietro l'angolo. -Ho sentito che hai le braccia forti.-
-E io ho sentito che hai le dita appiccicose.- dissi. A nessuno sembrava importare che uno dei ladri più ricercati a Corona viveva dentro il castello. A me sì.
-Te l'ha fatta, Eugene!- disse Rapunzel con una risata. Poi mi rivolse di nuovo quel sorriso super radioso.
-Non ho ancora incontrato nessuno che ha la battuta pronta veloce per lui. E fidatevi, ho incontrato molte persone nell'ultima settimana.-
-Non esageriamo.- disse Eugene. -Non so se una freddura starà al passo con me.-
Inarcai un sopracciglio. Fece l'occhiolino. Ugh. Ma chi è che lo fa?
-Grazie per questo.- dissi a Rapunzel. Stavo per chiudere la porta quando abbassò la testa e si diresse oltre la soglia della mia stanza. Avevo i peli del collo dritti.
-Mi potete dire cosa facevate con quel... peso, giusto?- chiese Rapunzel. Il ladro provò a seguirla dentro, ma bloccai la porta. -Era un gioco? Fate parte di una squadra?-
-Gioco a sport individuali.- dissi.
-Come la corsa?- chiese lei. -Perchè anche io adoro correre.-
-Oh.- dissi. Lasciai che il silenzio diventasse imbarazzante. Così forse avrebbe colto il suggerimento.
-Comunque.- disse Rapunzel. -Sono venuta a invitarvi a cena domani sera per la Festa di Elodie la Grande.-
-Grazie, ma sono impegnata.- dissi. -Mio padre ed io...-
-Indovinate un po'? L'ho già avvisato.- disse Rapunzel. -E ha pensato che fosse un'ottima idea!-
-Voi cosa?- domandai. Quella ragazza aveva una bella faccia tosta a cercare l'approvazione di mio padre senza nemmeno sapere se volessi andare o meno.
-Ho chiesto a vostro padre se vorreste unirvi a noi per la festa! Ho immaginato che dato che le nostre famiglie sono così a stretto contatto, sarebbe carino se fossimo tutti insieme per un giorno di festa.- disse Rapunzel. Ingoiai a fatica. Lei inclinò la testa. -Vi siederete accanto a me?-
-Ehi, quello è il mio posto.- disse Eugene.
-Eugene, c'è una sedia ad ogni mio lato, ricordi?- disse Rapunzel.
-Mi siedo ovunque sarò assegnata.- dissi.
-Allora mi assicurerò che sarete assegnata accanto a me.- disse lei.
-Grazie.- Un soldato sa quando fare una resa tattica. Più resistenza avrebbe attirato troppo l'attenzione su di me. -Ci vediamo domani sera, Principessa.-
-Per favore, chiamatemi solo Rapunzel.- disse, toccandomi il braccio. Mi ritrassi.
-Ok.- dissi. -Rapunzel.-
-Ciao.- disse con un piccolo gesto.
-Arrivederci.-
Se ne andarono e io chiusi la porta. A chiave.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top