Cap 36: Rapunzel
-Comincio a capire cosa tu abbia provato a rimanere rinchiusa in una torre per 18 anni!- disse Dahlia quando, dopo essermi arrampicata con i capelli, strisciai fino alla finestra e collassai sul pavimento. Dahlia non giaceva più a letto fingendo di essere me, addormentata. Era impegnata a lavorare, a decorare una lastra di legno.
Pascal la indicò e ruotò gli occhi con esasperazione. Chiaramente ne aveva avuto abbastanza di Dahlia.
-Tecnicamente, è passato solo un giorno.- dissi, rimettendomi indietro i capelli con grande sforzo. Se 20 metri di capelli erano tanti da portare, 20 metri di capelli bagnati erano una tonnellata. -Capisco che tu stia diventando un po' pazza, ma non credo sia un paragone accurato.- Caddi sul pavimento, quando tirai l'ultima parte di capelli dentro.
-Forse hai ragione.- disse con un sospiro. -Come artista, non sempre penso al tempo e allo spazio in maniera lineare. E non sono sicura che lo fai anche tu.-
-Che vuoi dire?- chiesi. -E, um, che stai facendo?-
-Sto trasferendo uno dei tuoi schizzi su un pezzo di legno usando una colla speciale.-
-Oh.-
-Il tuo stile non rispetta le regole. Prendi questo, per esempio.- disse, dandomi uno schema di Cass. Era iniziato come disegno, ma poi ci aggiunsi i colori. -Mi viene una sensazione dal ritratto senza sapere il tempo o persino lo spazio. Dalle pennellate e composizioni, si incrocia pura emozione.-
-Davvero?- domandai, fissando il ritratto mezzo finito di noi 2.
-C'è molto movimento.- disse Dahlia. -E' intenso.-
-E' Cass.- dissi.
-Non è solo Cass, però.- disse Dahlia. -Vedi, è anche il modo che ti senti quando sei con lei, giusto?-
-Wow.- dissi. Anche se avrei passato ore infinite a disegnare e dipingere, completamente assorbita nel farlo, non ne avevo mai parlato a nessuno di questo prima.
-Nella mia mente, tutto questo si relaziona al tempo e allo spazio.- disse Dahlia.
-Credo di capire cosa dici.- dissi. -Insomma, quando sono con Cass e quando dipingo, il tempo si muove diversamente.-
-Sei davvero una principessa straordinaria.- disse Dahlia. -Ma credo che debba andarmene da qui. Il mio spirito sta, tipo, prudendo.- Indicò il legno davanti a sé. -Ti dispiace se lascio asciugare questo pezzo qui, mentre mi riprendo il carretto?-
-Certo.- dissi. -Da dove viene il legno?-
-Era uno dei tuoi scaffali. Non ti dispiace, vero?- disse Dahlia.
-Credo di no?- dissi, fissando gli scaffali che Eugene ed io avevamo disposto e che il carpentiere reale aveva costruito, ora senza lo scaffale in fondo. Dahlia aveva impilato i libri che erano nello scaffale in fondo in un modo artistico. In realtà ci stavano bene, disposti in orizzontale dove gli altri sopra erano posizionati in verticale. E lei lo aveva fatto con evidente cura -le pile erano in colori coordinati. -Forse la prossima volta potevi chiedere il permesso, però, va bene?-
-Va bene.- disse Dahlia, chiudendo la sua valigetta di rifornimenti e incamminandosi davanti alla porta. -Però, sai, a volte devi rovinare qualcosa per renderlo ciò che vuoi che sia veramente.-
-Aspetta!- dissi. Lei si bloccò e sentivo che la nitidezza della mia voce l'aveva sorpresa. -Scusa, Dahlia, ma dobbiamo ancora farti sgattaiolare via.- Sbirciai fuori dalla finestra. C'erano solo poche guardie ed erano tutte al ponte levatoio, radunandosi. Gufo volò in cerchio in alto. Sapevo che la folla si era radunata per il ritorno di Cassandra. Lei si era consegnata. Un senso di tranquillità mi riempì. Cassandra era tornata e non sarebbe andata da nessuna parte. -Ok, la via è libera. Non puoi camminare lungo i corridoi, però. Dovrai uscire dalla finestra.-
-Nessun problema. Se potessi lasciare asciugare questo pezzo per la notte e poi riportarlo al mercato, sarebbe grandioso. Mi piacerebbe proprio metterlo in esposizione.- disse Dahlia. Pascal scosse la testa, completamente stufo. Dahlia si era rivelata molto esigente. Ma aveva un interessante punto di vista. Specialmente sull'arte.
-Farò del mio meglio.- dissi.
Il sole cominciò a sorgere, sbirciando dalle distanti colline con raggi rossi.
-Ehi, hai usato i tuoi capelli come materiale prima?- chiesi.
-No.- disse.
-Beh, stai per scenderci come se fossero una corda. Dovrebbe darti una nuova prospettiva.- dissi.
E ancora una volta, sciolsi i capelli.
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