Cap 26: Rapunzel
Il giorno dopo, le immagini e i suoni del mercato erano una scossa piacevole per i sensi. Mi misi il mantello sulle spalle e intorno al viso, contenta di essere un'anonima cliente in un pomeriggio vivace. Cassandra era a un incontro con tutto lo staff del castello in preparazione per la festa. Con i capelli che mi aiutavano, ero in grado di scendere dalla finestra senza che nessuno avesse notato che me l'ero svignata. Se facevo presto, sarei sparita solo per un'ora.
Per un brevissimo istante, ero libera e mentre mi godevo la scena intorno a me, il cuore mi saltò nel petto. Nelle vicinanze, una venditrice di spezie pubblicizzava della polvere arancione che giurò che avrebbe ravvivato ogni stufato. E quando mi chinai per annusarla, mi venne l'acquolina in bocca. Ci facemmo una risata e lei mi presentò dei mazzi di rosmarino, maggiorana e salvia. Chiusi gli occhi e inspirai gli odori. Avevamo queste spezie nel giardino del castello, ovvio, ma c'era qualcosa nel vederle esposte sul carretto della venditrice che le rendeva nuove.
Anche la pasticcera con i suoi dolci alle more e alla crema aveva aperto e mi assicurai di fermarmi al suo negozietto. L'aroma del burro quasi bruciato mi attirò davanti al negozietto come una corda invisibile. Una campana sopra la porta suonò, mentre entravo.
-Perchè un mantello per una giornata così calda, cara?- chiese la pasticcera. Aveva le guance rosee e il viso pareva più rotondo per via della cuffietta sulla testa.
-Protezione dal sole.- dissi. -Ho la pelle chiarissima.- Un piccolo strato di sudore mi si raccolse sul sopracciglio e lo tamponai con un fazzoletto.
-Cosa sono questi?- chiesi, indicando i panini che Cassandra aveva comprato per noi l'altro giorno.
-Panini alle more.- disse.
-Sono i miei dolci preferiti.- dissi. -Cosa c'è dentro?-
-E' un mio segreto.- disse, facendomi un sorriso allegro.
Non riuscii ad aspettare di uscire dal negozio prima di averne divorato uno e lei rise, mentre mi guardava.
Ora era il momento di tornare agli affari -la ragione del perchè ero uscita quel giorno senza Cass.
Sapevo quanto a Cass piacesse andare al mercato e che ci sarebbe rimasta male se avesse saputo che ero andata senza di lei, ma doveva essere una gita in solitaria. Prima di tutto, era bello avere una piccola pausa da Cass, che poteva essere una vera paranoica sulla sicurezza.
Volevo anche avere più tempo da sola con Dahlia per discutere sul regalo per Cass. Decisi la notte prima che doveva essere un piccolo ritratto e solo per gli occhi di Cassandra. Ma avevo bisogno di un po' di scorte.
Il carretto di Dahlia era decorato con i colori straordinariamente più ricchi: blu intenso e arancio brillante, turchese e marrone, tonalità gioiello; la serie di pitture era più vasta di qualsiasi altra ne abbia mai vista.
-Salve! Volevo venire da voi più tardi per aiutarvi col dipinto.- disse Dahlia. Le lentiggini le macchiavano il naso. Aveva gli occhi verdi e il vestito che indossava, che era di colore melanzana, li risaltava come gemme.
-Sì, ma volevo assicurarmi di incontrarti da sola per il mio progetto segreto. Puoi mostrarmi il tuo carico di colori più recenti?- chiesi.
-Una nave è arrivata è all'alba con nuovi colori da Skaron. Hanno i colori migliori di tutto il mondo.-
-Wow.- dissi, mentre lei apriva un cassetto e mostrò oltre cento colori. -Non riesco nemmeno a spiegare come mi sento ora. Le possibilità di un'espressione mi esplodono in testa.-
-Rapunzel, siete una vera artista, non è così?- chiese.
-Sì. Puoi darmi del tu, comunque.- dissi. E mi sentivo bene a dirlo. Finalmente, qualcuno che voleva davvero parlare delle stesse cose di cui volevo parlare io!
-Dipingere è il mio passatempo preferito.- disse Dahlia. -Ma anche disegnare. Ti piacerebbe vedere i miei pastelli?-
-Altro che.- dissi.
Stava rivelando una traccia di magnifici colori, quando sentii picchiettare sulla spalla.
-Rapunzel?- Mi voltai per vedere Cassandra. -Che ci fai qui?-
-Sceglievo dei colori per la festa.- dissi. Perchè avevo l'impressione di essermi messa nei guai?
-Devo proprio riportarla al castello.- disse Cassandra a Dahlia. Rivolta a me, disse: -Tu non dovresti essere fuori senza di me. O senza una guardia.-
-Lei voleva solo un po' di colori.- disse Dahlia. -Qual è il crimine? Principessa, vorresti che ti porti questi colori al castello più tardi?-
-Mi piacerebbe.- dissi. -Puoi venire nella mia stanza?-
-Sì!- disse Dahlia.
-Rapunzel è impegnata.- disse Cass, portandomi via. -Deve prepararsi per una competizione di scherma davanti all'intero regno. Incontrerà venditori, assisterà a delle lezioni e sarà una completa rappresentante della famiglia reale. Non avrà tempo di socializzare con una persona per più di pochi minuti.-
Dahlia si tirò indietro e mi rivolse uno sguardo interrogativo.
Tutto a posto, sussurrai. -Ci vediamo allora!-
Dahlia mi sorrise speranzosa.
-Dobbiamo riportarti a casa.- disse Cassandra, portandomi via. -Hai perso il cervello? Potresti essere confinata ancora di più, se i tuoi genitori scoprissero che sei uscita al mercato senza di me. E invitare qualcuno alla tua stanza personale? Infrange ogni regola che ci sia.-
-Sto bene.- le assicurai. Se solo avesse saputo che ero lì per lei, per comprare gli strumenti per creare un dipinto che l'avrebbe convinta a restare a Corona, dov'era il suo posto.
Più tardi quella sera, dopo aver parlato con l'intera squadra di bocce nazionale e controllato il campo per la scorrevolezza e la planarità col capitano della squadra e poi incontrato la lega dell'uncinetto e ammirato le loro coperte elaborate e delicate, io e Cass tornammo in camera mia.
-Hai lasciato la porta aperta?- mi chiese Cass, quando la spinse aprendola.
-Cavolo, no.- dissi.
-Che strano.- disse Cass. -Perchè quando ho cercato di sbloccarla, l'ho davvero chiusa, il che significa che è stata aperta.-
-Io chiudo sempre a chiave la porta. Inoltre, non eri tu l'ultima a essere stata qui, quando hai recuperato la mia attrezzatura da scherma?- chiesi. -Te la sei scordata tu?-
-Per favore.- disse, mentre accendeva un fiammifero. -Un grave errore come questo nel protocollo non sarebbe mai...-
Accese la lanterna centrale. Sussultammo entrambe.
Gli scaffali erano stati distrutti -i libri erano dappertutto. L'anta del mio armadio era aperta, gli abiti disseminati sul pavimento. I cuscini del divano erano capovolti. I miei cassetti personali erano stati tirati fuori dalla scrivania, tutte le mie collezioni e le carte erano state frugate.
Immersi la mano sotto il materasso, dove il mio diario era rimasto intatto, al sicuro.
Grazie al cielo, pensai, mentre le lacrime mi rigavano le guance.
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