Cap 16: Rapunzel
Dopo la mia lezione di danza, il sole pomeridiano era caldo e dorato, mentre raccoglievo fiori per Cass da mettere nella treccia. Avevo quasi finito, quando vidi una macchia di fiori rossi e pensai che sarebbero stati perfetti per i capelli scuri di Cass. Non portava mai i fiori, ma forse mi avrebbe lasciato che ne spillassi uno sul suo vestito? Il colore era perfettamente adatto alla sua pelle chiara. E almeno poteva tenerne alcuni in un vaso accanto al letto. Mi rifiutai di credere che ci fosse una persona viva che non si sentisse meglio con dei fiori appena colti in camera.
Ne raccolsi alcuni e mi diressi verso il castello. L'erba affilata mi pizzicava le dita dei piedi e la luce del sole obliqua mi riscaldava il viso e le braccia.
La danza con Eugene aveva cancellato le mie preoccupazioni o almeno messe da parte. Monsieur LaFleur aveva ragione -ballare era un tonico per l'anima. C'era qualcosa nel muoversi a tempo di musica che mi aveva ridato, dalla punta dei piedi ai capelli.
Sorrisi quando mi accorsi che, per la prima volta da quando ero arrivata al castello, stavo veramente andando a cena con nobiltà estranea. Per la maggior parte del tempo ero consapevole di quanto mi sentissi fuori posto, quanto mi fossero sconosciuti i costumi anche dopo 6 mesi, che dovevo preparare un discorso prima di ogni evento. Arrivai a contare sull'umore di Cassandra per farmi superare tutto.
Ma stasera mi sentivo preparata completamente.
Cass mi aveva insegnato le basi della cultura hervaniana (erano sfacciati, ma potevano essere divertenti; diffidenti, ma non meschini) e sapevo addirittura usare quelle minuscole forchette per le ostriche -una raffinatezza hervaniana. Quando arrivò il momento di fare la dimostrazione di allemanda, ero certa che avrei compiaciuto i visitatori. E non potevo negarlo -cercavo la mano di Eugene per rimettermela sul fianco, guidandomi gentilmente lungo il pavimento.
-Raggio di sole?-
Mi girai per vedere Eugene, che strizzava gli occhi contro il sole calante, la fronte si increspò di preoccupazione.
-Stavo giusto pensando a te.- dissi, infilando un fiore nel suo bavero.
-Davvero?- chiese.
-Vuoi camminare con me in camera mia?- domandai. -Sono un po' in ritardo, credo, e Cass deve assicurarsi che il vestito mi stia bene. E dobbiamo fare i conti con questi!- Sorrisi e mi indicai i capelli. -Non è così facile domare questa criniera.-
-In verità, devo parlarti di una cosa.- disse Eugene, mentre salivamo i gradini del castello.
-Dei miei capelli?- chiesi. -Hai altre domande?-
-No.- disse Eugene. Notai il sole che tramontava e accelerai il passo, dirigendomi verso il lungo corridoio che portava alla mia stanza. Eugene doveva correre un po' per tenere il passo. -In realtà, si tratta di Cassandra. Vedi, non è di buon umore. L'ho incontrata dopo la nostra lezione di danza e...-
-Eugene, quante volte te lo devo dire? E' solo Cass. Non è tutta bolle e raggi di luna. Ma è solo una maschera. Dentro è una tenerona.-
-Oh, sì.- disse Eugene a bassa voce, mentre giravamo l'angolo, avvicinandoci alla porta. -Quanto è soffice un porcospino. Ehi, puoi rallentare un secondo?-
-Niente affatto. Non posso fare tardi. Sto cercando di comprendere questa cosa da principessa. Da quella notte, non sono più stata nelle grazie dei miei genitori.- Ero leggermente a corto di fiato, quando arrivammo alla porta. Armeggiai col lucchetto, mentre continuavo. -Te lo prometto, se tu e Cass arrivaste a conoscervi a vicenda, vedrai che dentro lei è la persona più dolce e gentile, buona come un...-
-Come hai potuto?- chiese Cassandra, in piedi dall'altra parte della porta con le mani chiuse a pugno. Vedevo la tensione nei suoi occhi, nel collo e nelle nocche bianche.
-...agnello?- dissi, anche se il mio cuore martellante mi diceva che stavo affrontando un leone. -Cass, qualcosa non va? Cos'è successo?-
-Ho tentato di dirtelo.- disse Eugene.
-Lasciaci sole.- disse Cass a Eugene.
-Uh, Eugene?- dissi, girandomi verso di lui. -Puoi darci alcuni minuti?-
-Preferirei rimanere e spiegare con tono calmo e razionale...- iniziò Eugene.
-FUORI!- disse Cass, indicando la porta.
-Sto uscendo proprio ora.- disse Eugene. -Rapunzel. Lo giuro, non ti ho tradita.-
Chiusi la porta dietro Eugene e mi girai verso Cass. Mi martellava il cuore.
-Cass, qualsiasi cosa sia successa, non può essere così brutta.- dissi.
-Non può essere così brutta, eh?- disse, con lo sguardo duro. -Gli hai detto che io ti ho fatto uscire dal regno? Come hai potuto?-
-Oh, um... quello.- dissi.
-Sì, quello! L'hai detto al tuo fidanzato, l'ex ladro...-
-E' più che il mio fidanzato.- dissi. -E non è più un ladro.-
-Le persone non cambiano! Hai detto a un criminale un dettaglio che mette a repentaglio il mio intero futuro. Potrei essere mandata in un convento, Rapunzel!- Lei non disse il mio nome; lo sputò e il suono mi colpì come un dardo. -E il sogno della mia vita di servire nelle guardie, per il quale mi sto preparando da sempre? E' finito. Un convento è probabilmente la migliore delle ipotesi, in realtà. Voglio dire, ho messo in pericolo la vita della principessa. Non avrei nessuna speranza di essere rispettata.-
-Cass, no! Non lascerei mai che qualcuno parli male di te. E non dovrai andare da nessuna parte.- dissi, correndo verso di lei. -Eugene non dirà una parola. Non gliel'avrei mai detto, se pensassi che lo farebbe.-
-Non posso correre quel rischio.- disse, dandomi il vestito di seta blu che dovevo indossare quella sera. La seta luccicava. Era stato cucito alla perfezione.
-Che vuoi dire?- chiesi. -Eugene ed io saremo re e regina un giorno. Non possiamo avere segreti. Non possiamo e basta.- Le parole mi si indebolirono. Lasciavano la bocca, ma perdevano significato nell'aria tra noi.
Qualcuno bussò alla porta.
-Rapunzel?-
-Mamma?- dissi. Wow. Il tempismo non poteva essere peggiore.
-Sei quasi pronta, casa? Vorremmo incontrare i nostri ospiti come una famiglia. E' un incontro importante.-
-Ho solo bisogno di un po' più di tempo.- dissi, sentendo Cass furente di fianco a me. Era come stare accanto a un fuoco scoppiettante. -Ci vediamo fra, diciamo, 10 minuti?-
-Non abbiamo 10 minuti, Rapunzel. Sarò qui fuori.- disse mamma.
Mi spogliai e faticai a mettermi il nuovo vestito. Cassandra abbottonò la parte dietro. Aveva le dita fredde contro la mia pelle.
-Che vuoi dire che non puoi correre quel rischio?- sussurrai, asciugandomi le lacrime dal viso.
-Che me ne vado.- sibilò lei. Allacciò l'ultimo bottone, stringendo il corpetto. -Sei pronta ora. Devi andare.-
-Non vado da nessuna parte finché non mi dici cosa intendi.- sussurrai, girandomi per prenderle le spalle.
-Troverò un altro castello, un altro regno. Posso trovare lavoro come guardia.- disse a denti stretti.
-Rapunzel?- Mamma chiamò dall'altra parte della porta. -La puntualità non è solo una forma di rispetto che concediamo a tutti gli ospiti del castello, ma da il buon esempio. Ci vediamo nel salotto tra esattamente 2 minuti.- La sua voce era gentile come sempre, ma giurerei che non scherzava.
-D'accordo!- risposi. Poi tenni Cass per le spalle. -Non devi andartene.-
-Invece sì.- disse. -E anche tu.-
Prima che potessi fermarla, mi allungò una mano dietro e aprì la porta, mandandomi fuori da...
...Monsieur LaFleur?
-Uh, posso aiutarvi?- chiesi, presa completamente alla sprovvista alla vista del mio insegnante di danza, che sembrò essere apparso dal nulla.
-Ma che...?- Cassandra alzò un sopracciglio. Pareva sorpresa quanto me, il che sembrò porre una pausa temporanea dalla sua furia. -Rapunzel è di fretta.-
-Sono qui per scortarla.- disse Monsieur LaFleur. Si asciugò la fronte con un fazzoletto. -I ballerini sono la guida più svelta.-
-Guidarla è il mio lavoro.- disse Cass.
-Magari a mademoiselle potrebbe interessare qualche dritta dell'ultimo minuto?- disse Monsieur LaFleur, ignorando Cass e prendendomi per un braccio.
-Grazie, ma credo di aver capito ora.- dissi, mentre noi 3 ci precipitammo per il lungo corridoio. Con Cass che mi teneva un braccio e Monsieur LaFleur l'altro, a malapena toccavo terra.
-Ho sentito che possedete un originale testo di una delle mie poesie preferite, "La Laguna Perduta"?- disse Monsieur LaFleur.
-E' vero.- dissi.
-E quindi?- chiese Cassandra. -E come fate a conoscerlo?-
-Qualcuno stava indagando in biblioteca e non ho potuto fare a meno di origliare...-
-Chi?- chiese Cassandra.
-Una persona elegante, ammantata... non ho sentito un nome. Principessa, vorrei che sappiate che sono uno studente di tutte le arti -la poesia è la danza delle parole, non è così? E sarei molto grato se mi prestaste la vostra copia di quella deliziosa poesia. Vedere il testo originale realizzerebbe il sogno della mia...-
-Non succederà a tempo breve.- disse Cass.
-Non sono pronta a separarmene. E' troppo speciale per me.- dissi, mentre lui si inchinava profondamente e Cass mi accompagnò al salotto, dove mia madre, mio padre e Eugene stavano aspettando.
-Questo non significa che non me ne andrò.- sussurrò Cass.
-Va bene.- dissi. -Ma, Cass, potresti...? Per la sicurezza del regno?-
Fece pausa, poi annuì, sapendo esattamente cosa intendessi.
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