Cap 10: Cassandra

-Non so nuotare!- dissi.
Il nostro regno era circondato dall'acqua. C'erano 315 miglia di spiaggia oceanica, 212 laghi, 121 stagni, 68 fiumi e 17 estuari. E non sapevo nuotare. Perchè? Per paura. Stupida paura.
Odiavo ammetterlo davanti a Rapunzel. La paura dell'acqua era ridicola a Corona. Chi volevo prendere in giro? Questa stupida fobia mi avrebbe escluso dalle guardie. Ma le parole fuoriuscirono dalla bocca prima di poterle fermare.
-Allora devo insegnartelo.- disse, sorridendomi raggiante.
-Eh?- chiesi. Perchè non stava ridendo di me? Chi sano di mente non avrebbe pensato che fossi una completa idiota per essere una di Corona che non sapeva nuotare? -Non capisco.-
-Ti insegnerò a nuotare.- disse, come se non fosse chissà che -come se non fossi stata lo zimbello delle guardie se si fosse scoperto il mio segreto. Lei nuotò sul posto e parlò con tono onesto e chiaro. -Capisco perchè faccia paura, ma credo che ti piacerà. Tu sai che ho appena imparato a sedermi, giusto?-
Soffocai un sorrisetto.
Si immerse sott'acqua e poi riemerse con i capelli attaccati di fronte al viso. -Come sto?-
-Come un cane bagnato.- dissi, e lei scosse i capelli come un cucciolo giocherellone.
-Riesci a immaginare come sarebbe stato prima che mi tagliassi i capelli?- rise e si scostò i capelli da una parte. -Vieni, è poco profondo quaggiù.-
Fece un'altra capriola e poi nuotò fino a una sporgenza, scendendo in acqua con i gradini. Camminai intorno alla sporgenza finché non raggiunsi i gradini di roccia.
-E' perfetto. Devi solo fare un passo e immergere i piedi. E' la prima fase.- Scesi giù dalla sporgenza e stavo per infilare un piede in acqua, quando Rapunzel disse: -Oh, sarà più facile se ti togliessi gli stivali.-
-Avete mai insegnato a qualcuno a nuotare prima?- le chiesi, quando mi tolsi gli stivali.
-No. Sei la mia prima allieva.- Fece un sorrisetto. -Non so se la sicurezza ti ha informato, ma ho vissuto in una torre per 18 anni.-
-Allora perchè dovrei fidarmi?- chiesi, immergendo le dita dei piedi in acqua.
-Perchè non dovresti?- disse, apparendo seriamente confusa. -Ho mai fatto qualcosa da non fidarti di me?-
-No.- dissi. Era la verità. Mi sorrise, un bagliore di pieno sole. -Come avete voi imparato a nuotare?-
-E' fantastico quando puoi prendere qualcosa da cui dipende la tua vita. Ma ho imparato da sola molte cose e mi è sempre stato detto che il primo passo è il più difficile.-
Chiusi gli occhi e presi fiato, poi li riaprii e immersi i piedi in acqua. Aveva ragione. L'acqua era perfetta.
-Brava.- disse. -Ora fa un altro passo avanti.- Obbedii. L'acqua mi arrivava alle ginocchia.
-Sembra un buon inizio per oggi, non è così?- dissi. -Ho finito.-
-Neanche per sogno.- disse lei. -Abbiamo appena cominciato. Allora quello che faccio quando ho paura è pensare alla mia ricetta preferita. La esamino passo dopo passo nel modo più dettagliato possibile.-
-Io non cucino.- dissi.
-Lo so.- disse. -Ma forse riesci a pensare al tuo... non so... peso da lanciare preferito? Deve avere una procedura di un certo genere.-
-Va bene. Posso dirvi come si fa a pulire l'armatura.- dissi.
-Ok.- disse. -Sembra bello. Ogni volta che mi dici una fase, fa un passo avanti.-
-Prima di tutto appendi la corazza per assicurarti che ogni pezzo sia perfettamente allineato.- dissi. -E che non ci sia ruggine.-
-Fa un passo avanti.- disse.
Feci un respiro profondo e obbedii. Ora l'acqua mi arrivava alle cosce.
-Poi agganci i rivestimenti dei piedi.- dissi. -Dopo averli ispezionati, naturalmente.-
-E' logico.- disse lei. -Fa un passo avanti.-
L'acqua mi raggiunse la cintola e io continuai a pensare alla mia corazza -o a quella che avrei voluto avere una volta diventata una guardia, in ogni caso.
-Poi devi lucidare la piastra pettorale. Con un panno morbido, in cerchio, andando verso l'esterno.-
-Sembra un passo.- disse Rapunzel. Osai andare oltre, immaginando ancora l'armatura con la mente. -Cosa viene dopo?-
Chiusi gli occhi. -Poi lavori sulle braccia. Le braccia possono problematiche a causa delle giunture.-
-Guarda dove sei.- disse Rapunzel.
-Non ne ho bisogno.- dissi, temendo che avrei perso il coraggio se avessi aperto gli occhi. -So che ora mi arriva al collo.-
-Ma voglio che mi guardi le braccia.- disse lei. Aprii gli occhi. -Devi muoverle avanti e indietro così, mentre mi dici la prossima fase nel preparare l'armatura per la battaglia.-
Seguii le sue indicazioni con le braccia e le raccontai su come pulire l'elmo, assicurandomi di includere i dettagli sulla copertura alla bocca.
-Va bene.- disse. -Ci sei quasi. In seguito devi muovere le gambe come se stessi correndo.-
Aprii bocca per parlare, ma lei mi fermò, dicendo: -Cassandra, sono qui davanti a te e quella roccia è dietro di te. Sei a un braccio di distanza dalla salvezza. Allora perchè non mi dici la prossima fase, dopo aver pulito l'elmo. E poi fai il passo finale lontano dalle rocce.-
-Le gambe.- dissi, andando avanti nelle acque aperte, mentre spingevo le mani avanti e indietro. -Devi prendere le lastre delle cosce e degli stinchi. Per quelli, devi fare su e giù -whoa! Ci sto riuscendo!- dissi. Rapunzel rise. -Ci sto riuscendo! Ci sto riuscendo!- Poi all'improvviso dimenticai cosa fare con le braccia e smisero di lavorare. La testa andò sotto, ma prima che potessi chiudere gli occhi, Rapunzel mi trascinò su e mi portò alla salvezza sulla roccia.
-Ce l'hai fatta!- disse.
-Ho nuotato!- dissi.
-Non c'è di che.- disse, anche se non l'avevo ringraziata. -Quello era solo galleggiare. La prossima volta faremo pratica di nuoto. Non posso credere che non sapessi nuotare. Sei la persona più coraggiosa che abbia mai incontrato.-
-Di cosa parlate?- chiesi. Saper nuotare in un regno balneare non era eroico. Era essenziale.
-Hai appena affrontato la tua paura.- disse. La respinsi. E lei sostenne il mio sguardo. -Perchè hai paura dell'acqua?-
-E' una sciocchezza.-
-Affrontare la tua paura più grande è una sciocchezza?- chiese. -Dovresti esserne fiera.-
-Questo mi darà una moneta per prendermi un caffè.- dissi.
-Davvero?- chiese Rapunzel.
-E' una battuta.- dissi, capendo la sua espressione perplessa. -Un modo di dire, sapete?-
-Io no.- disse Rapunzel, strizzando gli occhi alla luce del sole del primo mattino. -In verità, c'è così tanto che non so, a volte mi fa girare la testa.-
-Quando avevo 6 anni sono quasi affogata.- dissi. La sua onestà mi aveva colta alla sprovvista e io avevo appena iniziato a parlare.
-Dev'essere stato terrificante.- disse Rapunzel. -Non c'è da meravigliarsi se hai paura dell'acqua.--Sono viva.- Alzai le spalle. -Perciò a chi importa?-
-A me.- disse lei. -Dimmi cos'è successo. Insomma, se ti va.-
-E' nel passato.- dissi. Per ragioni a me incomprensibili, volevo raccontarglielo, ma speravo che non mi tornasse di nuovo il nodo in gola.
-E' la tua storia.- disse Rapunzel. -Questo la rende importante.-
Il ricordo mi aleggiò in gola. Ci sedemmo in silenzio per alcuni attimi, fissando l'acqua. Macchie di ombre sulla laguna si oscuravano e si illuminavano. La brezza faceva frusciare le foglie. Gli uccelli cinguettavano su e giù in chiacchiere. Presi fiato e, prima di rendermene conto, la storia venne fuori.
-Ero in riva al mare con mio padre. Mi aveva detto centinaia di volte di stargli vicino, ma vidi un granchio che volevo prendere. Lo seguii. Un'onda mi ghermì e mi portò via. Mio padre mi salvò. Era così arrabbiato. Avevo avuto paura 2 volte quel giorno. Una dall'acqua e l'altra dalla furia di mio padre. Non sono mai più riuscita a entrare in acqua da allora.-
-Ma oggi sì.- disse.
-Già.-
Lei non aveva riso. Lei non mi aveva giudicato.
Quando il sole salì sopra una collina, le macchie d'ombra si dissolsero. Proprio davanti a noi, sotto la superficie, brillava così tanto una luca che dovetti strizzare gli occhi. Un grappolo di piccole pietre era acceso come fiamme blu -o erano gioielli? Era questo l'antico potere? Rapunzel mi prese per mano. Questa volta non sussultai.

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