Love

La pioggia batteva incessantemente contro gli scuri delle finestre, ma non era l'unico suono udibile in quella notte di burrasca. Il mare si ingrossava, avvicinandosi e ritraendosi sulla riva come un ilare e maligno ballerino che camminava appositamente in modo claudicante.

Bastava infatti un solo passo falso, ed i frangiflutti sarebbero stati sovrastati dall'acqua, divenuta inarrestabile.

Con il suo rombo mostruoso, avrebbe travolto ogni cosa avesse osato frapporsi tra essa ed il suo obiettivo: l'autodistruzione.

le nuvole non smettevano di far cadere gocce bollenti sulla terra ora infuocata. L'acqua altro non faceva se non contribuire all'aumento dell'estensione e della potenza dell'incendio.

Lo tsunami, invece, veniva ancora respinto dai contenimenti in cemento, divenuti improvvisamente più alti.

Dopo una decina di statici anni carichi di tensione, accadde l'inevitabile: la forza di volontà vacillò, ed il possente rombo dell'acqua travolse tutto. Persone, in prevalenza.

Tutti si voltarono verso quel suono, chi sorpreso, chi rassegnato, e chi infastidito, ma nessuno si spaventò. Incuranti, rivolsero ancora la loro attenzione nella direzione opposta a quella del frastuono. Del rumore non aveva mai ucciso nessuno, pensavano.

O meglio, pensava la maggior parte della piccola folla. In realtà, queste persone non erano più di una dozzina, tutte, eccetto una, girate di spalle. Quest ultima, era rivolta dritta verso lo tsunami di suoni, senza la minima esitazione.

I lineamenti non si intravedevano,, ed era vestito in un semplice modo consono ad entrambi i sessi: maglia nera a manica lunga e jeans. Al contrario degli altri, la figura camminava verso la fonte del suono, sicura. Dopo pochi secondi, la raggiunse e la strinse tra le sue braccia.

Non disse nulla. Non servivano parole.

Lentamente, lo tsunami di grida e parole spezzettate ed intrecciate tra loro, si ritirò. le nubi temporalesche si diradarono, cedendo il posto al timido e sereno cielo, ora nuovamente limpido. Gli incendi si calmarono qualche istante dopo, e subito il campo tornò del suo colorito naturale.

Una volta giunti a questo punto, l'individuo sapeva di poter parlare di nuovo senza rischiare di peggiorare la situazione. Una sola frase era però adatta. La figura conosceva anche quella.

-Ti amo.-

Due parole. Due semplici quanto apparentemente banali parole bastarono per calmare del tutto il tesoro che teneva tra le braccia.

-Anche io... Grazie...- Sussurrò la causa di tutto quel putiferio inascoltato.

Pioggia che non spegne un incendio. Sembra irreale, eh?

Invece è esattamente il contrario. E' una situazione vera, così come lo tsunami senza forza distruttiva, ed i frangiflutti dotati di volontà propria.

Pensaci. Pensa ai momenti in cui piangi in modo straziante. Pensa ai momenti in cui tutti i tuoi conoscenti si accontentavano di un falso "sto bene". Pensa alle tue guance in fiamme, bagnate da una pioggia di lacrime provenienti dalle nuvole che adomravano i tuoi occhi. Pensa alla tua voce. A quante volte le tue labbra la trattengono, usando tutta la forza di volontà che hai a disposizione.

E pensa al momenti in cui la persona che ami, ragazzo o ragazza che sia, ti stringe a sè, senza dire nulla. Ti conosce così bene da sapere che le parole sono solo d'intralcio, che vuoi solo sfogare la tua frustrazione nei confronti del mondo.

Pensa a quando ti ascolta, in quei momenti, senza mai lasciarti andare, senza mai interromperti e senza mai porti dei limiti come "ora, basta".

Pensaci. Pensa a quel "ti amo". A come ti porge la sua mano per aiutarti ad alzarti solo dopo che hai vinto la tua personale battaglia contro i tuoi demoni,

Pensaci.

Una relazione così, non ha barriere. La lontananza, le ore, i luoghi, gli anni, nulla. Nulla può intaccare un rapporto simile, che può scaturire anche nelle relazioni a distanza.

In fondo, se ci tieni, ci sei.

Questo è amore.

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