Capitolo 10

Venerdì, ore 17:13. Vittorio sedeva a terra nel corridoio, con gli occhi fissi sulla porta della presidenza. Gli tornò alla mente la conversazione con Nicolò di alcune ore prima, "Perché proprio io?", "Perché non gli hai ancora chiesto niente, Vittorio. Il preside Fanelli adora rinfacciare il numero di concessioni che fa a noi del comitato! Con te non può farlo, ti pregooo!", "OϏ oϏ, lo faccio. Non perdo punti nel ranϏing se mi distrugge, vero?", Nicolò fece segno di no e Vittorio tornò in classe.

"Non accetterà mai!" pensò "Se Ϗai ha ragione, il preside è sicuramente uno dei controllori della simulazione: come potrebbe mai accettare un evento del genere? Ma è stato proprio Ϗai a darmi l'oϏ per quest'idea..." e la sua mente tornò a quel mercoledì, ore 11:48.

Il bagno era vuoto, i gabinetti liberi, nessuna traccia di Ϗai. Si avvicinò ai lavandini e vide un pennarello accanto al dispenser del sapone. La scritta "ANTALUPO FASCISTA" iniziò a brillare nello specchio di fronte a lui. Ogni studente l'avrebbe completata con una C, magari aggiungendo una faccetta sorridente alla fine. Vittorio vi aggiunse una Ϗ, la scritta brillò ancora e scomparve, lasciando spazio a un nuovo messaggio:

Ehi Vitto, come va la simulazione? Ho visto che ti sei fidanzato, complimenti!

Il ragazzo guardò la scritta con sufficienza e rispose sotto:

Dove sei statə?

Entrambi i messaggi brillarono e scomparvero. Un altro apparve al loro posto e così accadde per tutta la conversazione:

Mi hanno quasi beccatə per quel giretto "fuori dalle mura"

Devo stare fuori dal radar per un po'

Anche questa conversazione è pericolosa per me

OϏ, dimmi soltanto che devo fare

Hai scoperto qual è la narrativa corretta?

No

Allora forza ancora la mano

Crea un evento così strano da costringerli ad improvvisare

Sono tutti attori qua, Vitto!

I personaggi principali o sono prigionieri (come te) o sono guardie!

Vittorio si fermò un attimo a pensare, "Un evento così strano da costringerli ad improvvisare...", poi scrisse:

E se andassimo a scuola di notte? Magari non hanno la grafica pronta

Vai, mi piace!

Di' ai Sette di organizzare una serata a scuola

Puoi proporre una riunione per organizzare il Ballo delle Coccarde, ad esempio

Sicuramente saranno entusiasti della cosa

La vera sfida sarà ottenere l'autorizzazione del preside a triggerare l'evento

Qualche idea su come faccio a convincerlo?

Sei il protagonista, Vitto: fa' leva sulla trama!

La scritta scomparve assieme al pennarello e la mente di Vittorio tornò al presente, a fissare quella porta. "Fa' leva sulla trama" gli echeggiò in mente, "E come? L'intero scopo di questa serata è quello di sovvertire la trama!", ma non fece in tempo a trovare un piano: la porta si aprì e una voce lo chiamò dal fondo della stanza – Venga Verre, si accomodi!

Vittorio sospirò ed entrò.

Il preside Fabrizio Fanelli sistemò dei fogli sulla scrivania – Ho saputo che il suo ranϏing è salito a 90 questa settimana: complimenti per essere entrato tra i Sette.

Quelle congratulazioni lo lasciarono perplesso, "Non pensavo che il preside si interessasse del ranϏing: è veramente così importante in questo liceo?" - La ringrazio – e si sedette sulla sedia di fronte a lui.

- Come posso aiutarla?

- Ecco preside Fanelli... - si grattò la nuca con la mano – il Ballo delle Coccarde è fra due settimane e sta a noi Sette organizzarlo...

- Continui – disse annuendo.

- Vorrei chiederle di aprirci la scuola per una notte, così da vederci e organizzare l'evento.

- Perché una notte?

- Beh, fino alle 17 abbiamo lezione e non vorremmo fosse un'occasione per saltare delle preziosissime ore di puro apprendimento!

- Risposta intrigante – e sorrise.

Vittorio percepì un leggero fastidio in quel commento – Quindi ce la concede?

- Dalle 21, e sarete responsabili di qualunque danno o querela dei vicini. Siete tutti maggiorenni, giusto?

"Vicini? Ma se non esiste neanche il giardino del liceo!" - Si lo siamo! Perfetto allora, vado a comunicarlo agli altri. Grazie mille, preside! - si alzò e si avviò verso la porta.

Fanelli si lasciò scappare una piccola risata – Il liceo di notte è sempre un liceo, Verre.

Il ragazzo si fermò di scatto e rimase in silenzio.

- Ti consiglio di impiegare il tuo tempo a capire come vincere il gioco, non a cercare di distruggerlo. Adesso esci dal mio ufficio: di' una sola parola e non ricorderai più nulla di questo incontro.

Deglutì e chiuse la porta dietro di sé, bagnando la maniglia di sudore.

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