28. Di nuovo sull'Olimpo
Apollo balzò in groppa a Pegaso e si alzò in volo impugnando il suo arco d'argento.
Fobos e Deimos lo seguirono con lo sguardo finché non scomparve all'orizzonte e il dio della paura mormorò:
" È cambiato, adesso la sua bellezza è davvero strabiliante e...e il suo modo di esprimersi...boh....è un cambiamento che lascerà tutti a bocca aperta! "
Deimos si voltò verso di lui e borbottò offeso:
" Stai dicendo che è più bello di me? "
Fobos spalancò gli occhi scuri e, per la prima volta da quando la sua vita era così radicalmente cambiata, scoppiò a ridere.
Dopo alcuni minuti si riprese, fece un sorriso dolce e chiese:
" Sbaglio o sei geloso?"
" Io, geloso? " bofonchiò Deimos offeso " Io sono un guerriero e i guerrieri non sono mai gelosi!"
Fobos si lasciò andare nuovamente ad una risata, poi si ricompose, lo strinse fra le braccia e mormorò:
" Tu sei l'essere più bello che i miei occhi abbiano mai visto...."
Deimos continuò a borbottare, ma il sorriso che gli sollevò le labbra era un chiaro segno di quanto fosse felice.
Nel frattempo Apollo, in groppa a Pegaso, giunse accanto alla costellazione del cane e i suoi occhi argentei individuarono subito il sole.
L'astro di fuoco era sospeso nel vuoto, legato da una rete a maglie strette ed emetteva una luce debole e pulsante.
Apollo incoccò una freccia, prese la mira e colpì la rete proprio nel punto in cui aveva una piccola chiusura d'oro.
Le maglie si ruppero all'istante e il sole, finalmente libero, iniziò però a precipitare verso la Terra.
Pegaso, capendo i pensieri di Apollo, parti a tutta velocità e il dio, muovendo le sue mani, creò una specie di cuscinetto di nuvole che attenuò la velocità di discesa dell'astro e che lo fece arrivare, sano e salvo, nel punto in cui di solito brillava.
Nel frattempo, sull'Olimpo, Fobos, Deimos e le bambine videro il cielo rischiararsi sempre di più e, quando notarono comparire la sagoma inconfondibile del sole, lanciarono un urlo di gioia.
Apollo ritornò poco dopo con Pegaso e, a poco a poco, anche tutte le altre divinità ricomparvero sul prato.
Ci furono grandi grida di gioia, abbracci e urla di liberazione.
Harry e Louis comparvero con i loro figli e, quando videro Fobos e Deimos, si lanciarono verso di loro.
Si bloccarono, però, davanti alle due bambine, che li scrutavano con occhi un po' timorosi.
" Chi sono?" chiese Harry con voce tremante.
" Sono le mie figlie " rispose Fobos a disagio.
" Sono le nostre figlie " precisò Deimos e sull'Olimpo scese il gelo.
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