34. La verità
Harry cominciò a respirare pesantemente, la vista si appannò e un freddo sudore iniziò a colargli sulla fronte.
Cercò di alzarsi in piedi, ma non ci riuscì e cadde pesantemente a terra, per fortuna sul prato del giardino.
Notò Louis prenderlo fra le braccia e poi sentì su di sé il peso di Brutus e la morbidezza del suo pelo.
Con fatica gli cinse il collo con le braccia e, come gli era stato insegnato, tentò di focalizzare il suo pensiero su di lui.
Percepì il battito del suo cuore e poi il ritmo regolare del suo respiro, chiuse gli occhi e si lasciò andare permettendo al suo diaframma di seguire quello del cane.
Lentamente i respiri divennero più ampi, l'ossigeno riprese a scorrere dentro di lui e la vista ritornò nitida.
Si mise seduto sul prato, accarezzò riconoscente Brutus e fece un sorriso rassicurante a Louis, che lo osservava con sguardo spaventato.
Si rialzò e si trovò di fronte gli sguardi esterrefatti di tutti i presenti.
" Non è successo nulla " li tranquillizzò " ho avuto un attacco di panico, ma è passato "
" Non sapevo che soffrissi di questa patologia! " considerò lo stesso ragazzo con gli occhiali che aveva parlato prima.
" Erano anni che non ne soffrivo più, ma, molto probabilmente, oggi non è la mia giornata migliore " disse Harry a denti stretti.
Louis lo guardò con occhi smarriti e poi mormorò a bassa voce:
" È tutta colpa mia "
Harry si girò di scatto, gli circondò il volto con le mani e sussurrò:
" Non dirlo nemmeno per scherzo! Tu sei stata la cosa più bella che mi è capitata al Clayton, quando sono stato ricoverato lì e rimani ancora la cosa più bella della mia vita.
Sono diventato psichiatra per te, per curarti, per farti stare bene..."
Louis sorrise tristemente e disse:
"Io ti ringrazio e...e non sai quanto ti ho aspettato in questi anni, ma, nonostante io adesso sia felice con te, devo...devo dirti di lasciarmi andare perché tu non meriti di stare vicino ad uno come me. C'è questo ragazzo di cui sei innamorato, vai da lui, diglielo...non perdere tempo con me..."
Harry sorrise, gli accarezzò una guancia e mormorò:
" Sei tu quel ragazzo, Louis...sei tu..."
Il cuore di Louis smise di battere, i genitori di Harry rimasero impietriti e il resto degli invitati si guardò attorno costernata.
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