Capitolo 5-Cicatrice

5.

Kim uscì dalla stanza velocemente, avevano comunicato col silenzio e io non ero stata in grado di capire.

"Che divertimento ci trovi nel disubbidirmi? Ti piace soffrire?" Chiese Jason sbattendo la porta della mia camera.
Disapprovai velocemente. Lo ammetto: amavo giocare col fuoco ma odiavo bruciarmi e sapevo che se avessi testato i limiti di sopportazione di Jason sarei finita col morire bruciata.
Lo vedevo nei suoi occhi quanto potesse essere bravo a far male alle persone e proprio per questo era mio compito smascheralo, ha fatto del male a troppe persone per passarla liscia. Non lo permetterò, anche a costo di rischiare la vita,io lo incastrerò e lui finirà nel posto in cui merita di stare. In prigione. E se per arrivare a questa soluzione avrei dovuto sfidare la sorte, lo avrei fatto. Anche a costo di bruciarmi.

"Allora vedi di darmi retta chiaro?" Mi urlò contro posando una valigetta nera accanto a me.
"Ora, cerca di non darmi problemi" mi avvertì prendendo una siringa dall'interno della valigetta
"Che vuoi farmi?" Chiesi sentendo la sua salda presa sul mio polso "inniettarti un radar,ora; tappati la bocca per cinque minuti" serrando la mano in un pugno, lasciai che la punta della siringa penetrasse la pelle del mio braccio, un bruciore dovuto all'operazione brusca del criminale mi fece aprire di poco la bocca per il dolore e, quando il radar fu nel mio braccio, tolse la siringa lentamente.
"Brava bambina" si complimentò riponendo la siringa al suo precedente posto.

Ringraziai mentalmente Tyler per avermi insegnato a sopportare il dolore stando in silenzio. E mi pentii per tutti gli insulti che gli avevo rivolto a ogni fine lezione per tutto il dolore che mi aveva inflitto.

"Bene,ora manca solo un'ultima cosa da fare" disse armeggiando con un coltellino.
"Avanti,dammi lo stesso polso" ordinò accarezzando col pollice l'estremità dell'utensile ben appuntito. Esitai qualche minuto prima di mettere il mio polso nella sua grande mano ed essa, quasi come se fosse una di quelle trappole progettate per gli animali, si richiuse all'istante intrappolando il mio braccio nella sua presa.

"Pronta?" Chiese posando la lama fredda sulla pelle calda del mio polso. Non risposi e spostando lo sguardo altrove, cercai di darmi forza e di non mostrarmi debole. Stringendo entrambe le mani in due pugni ben chiusi attesi che la lama del coltello lacerasse la mia carne.
La lama fredda fece una leggera pressione sulla mia pelle e successivamente, come se nulla fosse venne rimossa dalla mia pelle, rimasi in attesa ancora per qualche minuto pensando che; nella sua mente perversa avesse voluto fare un tipo di scrittura diverso dal normale. Quando la presa che esercitava sul mio polso rallentò corrugai le sopracciglia e portando lo sguardo verso il basso osservai la parte di pelle che aveva scelto per la sua opera ancora perfettamente intatta.
Lo guardai con un espressione chiaramente confusa e come da protocollo nella mia mente migliaia di domande iniziarono a formarsi; Perché ha fatto una cosa del genere? Che senso ha avuto mettermi tutta questa paura? Perché stava esitando? Che avesse in mente cose ben peggiori? Se si quali?
Questo ragazzo sarà la mia rovina.

"No. Forse è meglio un tatuaggio" disse posando il coltello e passando il pollice sulla mia pelle formando una J.
È meglio se lasci perdere. Dai retta a Melanie.

"Si,sarebbe molto più bello." Mi guardò negli occhi per qualche secondo prima di alzarsi dal letto e prendere il suo telefono dalle tasche posteriori dei suoi pantaloni.
Rimasi sotto shock per qualche minuto chiedendomi il motivo del suo repentino cambio di umore.
Jason attese solo pochi secondi prima che la persona chiamata rispondesse.

"Spencer, sono McCann" disse portandosi una delle sue mani nelle tasche dei jeans.
"Oggi vengo con una ragazza e..." Jason smise improvvisamente di camminare e appena alzai gli occhi verso il suo corpo potei notare la sua mascella serrarsi ripetute volte in segno di disapprovazione e rabbia.

"Ascoltami bene perché sai quanto odio ripetermi. Non tollero essere interrotto mentre parlo" disse con un tono di voce talmente freddo che mi fece accapponare la pelle.
"Bene. Voglio che le fai un semplice tatuaggio. Verrò verso le cinque di domani pomeriggio dato che oggi non puoi e fatti trovare libero" disse uscendo dalla stanza con in mano la valigetta nera.

Il mio stomaco iniziò a brontolare facendomi istintivamente portare una mano sullo stomaco.
Osservando le pareti della stanza che mi circondavano cercai un orologio, sospirando una volta capito che non avrei mai saputo l'ora, voltai il capo verso la finestra e notai che era ormai buio. Il mio stomaco brontolò nuovamente, sembrava quasi che volesse farmi capire che era giunta l'ora di cena così, alzandomi dal comodo materasso, uscii dalla stanza scendendo i pochi scalini che mi condussero al secondo piano, dove alcune ragazze erano già pronte con in mano i piatti e tutto l'occorrente per adornare la tavola già apparecchiata. Tra le ragazze che facevano qua e là per la cucina, distinsi una chioma bionda.
"Kim!" Dissi ad alta voce attirando subito la sua attenzione.
"Si?" Chiese avvicinandosi il più in fretta possibile a me.
"Che sta succedendo?" Chiesi indicando tutte le ragazze agitate.
"Oggi il Signor. McCann ha un ospite importante e le cuoche hanno paura che qualcosa vada storto con il cibo" disse spingendomi a sinistra evitando così che una cameriera mi venisse incontro e rovescasse il contenuto del vassoio.
"E noi mangeremo tutte con loro?" Chiesi sorpresa "ovvio che no! Noi mangeremo dopo di loro. Non ci è permesso mangiare con loro per nulla al mondo" disse scuotendo la testa.
"Oh..." dissi aggrottando la fronte mentre il mio stomaco riprendeva a brontolare ancora una volta.

"Kim avanti muoviti!" le urlò una ragazza mora
"Arrivo Alison!" Disse facendo ritornare la ragazza da dove era venuta.
"Allora dimmi: ha fatto male il coltello?" Chiese preoccupata "come scusa?" Chiesi alquanto confusa "la J, quando è entrato aveva la valigetta" mi ricordò facendomi alzare gli occhi al cielo per la mia improvvisa sbadataggine che pensai essere dovuta alla mia carenza di cibo.
"Ha detto che mi avrebbe fatto un tatuaggio" informai io.
"Cosa?" Chiese quasi urlando.
"Non ha senso...gli è sempre piaciuto incidere la sua J"
"Non so che dire" le rivelai onestamente.

"KIMBERLY!" Urlò la ragazza di prima sbucano nuovamente tra le ragazze. "arrivo Ally! Devo andare Selena tu non fare niente ,non vorrei che facessi casini. Saresti punita" subito le annuii in risposta guardandola scomparire tra le cameriere.
Lentamente feci attenzione a non colpire nessuna ragazza mentre tentavo di raggiungere il divano delle impiegate.
"Dove è Selena?" Una voce maschile fece zittire e fermare tutte improvvisamente. In poco tempo tutti gli sguardi furono puntati verso la mia figura facendomi deglutire.
Lo shock delle cameriere durò una manciata di secondi e in poco tempo tutte si sistemarono in modo da permettere a Jason di vedermi.

"Cammina, muoviti" disse facendomi cenno con la mano di seguirlo. Come un cagnolino lo seguii sotto lo sguardo attento di tutte le ragazze, appena lasciammo la stanza per prendere le scale che ci avrebbero portato al piano superiore, potei udire un vociferare alternato al rumore delle scarpe che riprendono a camminare in tutta fretta lungo le scale che conducevano al piano inferiore, dobe si trovava la tavola. Tutto questo durò fino a quando non arrivammo in camera sua.
Non feci in tempo ad entrare nella stanza che già Jason aveva iniziato ad irritarmi col suo comportamento.
"Vestiti" mi ordinò indicandomi dei vestiti poggiati sul suo letto.
Con lo sguardo confuso decisi di non protestare ed annuii vedendolo uscire dalla stanza.
Titubante mi avvicinai agli indumenti chiaramente mai usati prima, possedevano persino il cartellino. Preoccupata per un eventuale arrivo immediato di Jason iniziai a privarmi della mia divisa e indossai un paio di pantaloni neri attillati e una camicetta che alternava da una sottile striscia bianca a una atretanto sottile striscia nera. Mentre ero impegnata a raccogliere i miei capelli, Jason entrò nella stanza senza neppure avere l'accuratezza di bussare.
Quando posai i miei occhi sulla sua figura lo trovai con dei nuovi vestiti, al posto della felpa extra large ora indossava una semplice maglietta bianca e invece dei jeans strappati lo trovai con un paio di jeans scuri.
Cosa stava accadendo? Di cosa non ero stata messa al corrente?

"Jason che succede?"
"Dammi solo sempre ragione durante la cena. Fai un passo falso e sei morta. Letteralmente morta" mi avvertì facendomi annuire in risposta.
"E ora andiamo. Rimani in silenzio se non sei interpellata. Questa cena è importante" mi informò appena lasciammo la sua stanza uno accanto all'altro.

Quando scendemmo al piano terra una donna ci sorrise calorosamente "tesoro" disse la signora abbracciando Jason
"Pattie" disse lui ricambiando l'abbraccio calorosamente.
"Brooke e Tom ci sono?" Chiese alla donna che annuì in risposta. Jason riprese posto al mio fianco e spostando lo sguardo verso le due scarpe perfettamente lucidate passò alla sua ultima domanda:
"E Jeremy?" La donna non rispose ma fu il silenzio a rispondere per lei.
"Ovvio che no" disse Jason con sguardo schifato
"E lei è Selena?" Chiese la donna volendo chiaramente passare ad un nuovo argomento.
"Si" risposi cercando di sorridere e lentamente le andai incontro
"Piacere Pattie, mio figlio ti avrà parlato di me suppongo" disse sorridente. Prima che potessi risponderle Jason prese in mano le redini e disse:
"Ma certo mamma" disse riavvicinandomi nuovamente a lui.
La donna mi sorrise e mi osservò con i suoi bellissimi occhi azzurri.
"Beh andiamo. È ora di mangiare"
Ci informò Jason facendoci strada verso la sala da pranzo.

Entrati nell'immensa stanza da pranzo, presi posto accanto a Jason. Ovvero,Jason mi fece accomodare accanto a lui. Alla mia destra siedeva una giovane ragazza dai capelli biondi impegnata a scrivere qualcosa sul suo telefono.

"Sai cara ho saputo solo pochi mesi fa che mio figlio aveva una ragazza e solo ieri mi ha rivelato il tuo nome" per poco non mi strozzai con l'acqua a quelle informazioni.
Le sorrisi non sapendo cosa avrei dovuto dire. In poco tempo Kim fece la sua entrata nella sala con un vassoio in mano e quando i suoi occhi incontrarono i miei rimase a bocca aperta.

Probabilmente quella sarebbe stata anche la mia faccia se non avessi avuto un minimo di auto controllo.
______

Capitolo revisionato ✔

Nei media avete la foto di come è vestita Mel per la cena con Pattie e i due fratelli di Jas

Spero vi sia piaciuto c:

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top