Capitolo 3- Fallito

3.

"Che c'è?" Chiesi girandomi verso di lui, il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo scrutando attentamente la divisa che mi ero appena messa, poi con uno sguardo scettico iniziò a parlare: "Ero venuto per dirti che per il momento ti è vietato andare al piano di sotto" mi informò pronto ad andarsene dalla stanza.
"Come mai?" Chiesi corrugando le sopracciglia, il ragazzo si voltò verso di me nuovamente, sembrò stupito da ciò che avevo appena detto e lentamente avanzò verso di me
"Perché l'ho detto io" I suoi occhi color caramello guardarono i miei per alcuni secondi.
"Non mi basta" risposi uscendo dalla mia trance "dovrebbe" rispose a pochi centimetri da me.

Regola

Non indietreggiare mai se il tuo nemico ti viene in contro, potrebbe metterti in trappola.

Mi venne automatico indietreggiare e come disse il mio manuale andai a sbattere le spalle contro il muro, McCann portò un braccio sul mio collo e una mano sul mio polso destro tenendomi ferma grazie ai sui fianchi che spingevano contro i miei.

11° Regola

Se sei sotto copertura difenditi solo se strettamente necessario. Se riesci ad intuire che mente vuole solo metterti alla prova.

Guardai i suoi occhi cercando di catturare anche una piccola emozione per capire se in questo momento era pericoloso o no. "Non pensare di potermi rispondere così solo perché sei una donna la cosa non mi tocca" mi ringhiò contro facendomi, inaspettatamente, accapponare la pelle.

-resta calma non ti farà niente-

Continuava a ripetere la mia coscienza,Jason nel frattempo si allontanò da me incamminandosi verso la porta per andare a sbrigare i suoi affari "ho ucciso per molto meno" disse in fine uscendo definitivamente dalla camera.
Io restai lì, ferma a fissare la porta ormai chiusa, fu in seguito che mi rinvenni. Dovevo sapere di cosa stavano parlando la sotto. Scattando verso la porta poggiai la mano sulla maniglia tentando di uscire dalla stanza ma ovviamente essa era chiusa a chiave.
Impreccando silenziosamente mi incamminai verso il centro della stanza in cerca di una soluzione.
"C'è sempre una via di fuga alternativa, ricordati che alcune volte, la soluzione è più semplice di quanto immagini" le parole di Cooper invasero la mia mente facendo sì che il mio sguardo finisse sulla finestra e in quel momento un idea troppo folle, perfino per me, mi attraversò la testa.
Camminai a passo svelto verso essa e l'aprii. Portando lo sguardo verso il basso mi resi conto che era troppo alto per saltare di sotto, ma mi sarei potuta arrampicare alle sporgenze.
Ero stata addestrata anche per questa evenienza ,sarebbe stata una passeggiata. Mi calai dalla finestra e non lasciai il davanzale fino a quando i miei piedi non toccarono il bordo della finestra sotto la mia stanza.

Camminai lateralmente fino a quando non trovai una scala antincendio, raggiungendola lentamente afferrai la ringhiera ma quando alzai il piede per salire scivolai e finii a testa in giù restando a pendoloni, ero riuscita a tenermi con i piedi incastrati nella sbarre nere e ad evitare la mia caduta.

Tentai di toccare la ringhiera con le mani ma non ci arrivavo,sbuffai infastidita quando il mio sguardo fu catturato dalla domestica che mi aveva portata in camera
"Hey tu!" cercai di attirare la sua attenzione urlando più che potei e funzionò dato che appena mi vide attraverso la finestra portò le mani davanti alla bocca per non urlare e uscii frettolosamente dalla stanza.
Nell'attesa sperai che non fosse andata a chiedere aiuto a Jason. Per mia fortuna la ragazza mi raggiunse fa sola e appena si accovacciò al limite della ringhiera mi porse una mano aiutandomi a salire.
Fui sulle scale antincendio in poco tempo. Ringraziai velocemente la cameriera senza dargli la possibilità di controbattere e rientrai in casa passando dalla finestra.
Scesi un ultima volta le scale incontrando qualche domestica che si affrettava a raggiungere il piano superiore lasciandomi qualche occhiata meravigliata decisi di far finta di nulla e le ignorai anche i loro occhi sgranati mi fissavano mentre mi trovavo a percorrere il corridoio in punta di piedi.
Quando raggiunsi la porta della cucina poggiai l'orecchio contro il legno cercando di capire qualcosa, lanciando una rapida occhiata alle mie spalle capii di essere completamente sola.

"Non si può fare" disse Jason dall'altra parte della porta.
"Lo sai che cosa è successo!" Urlò un altra persona,il rumore stridulo di una sedia mi fece intendere che quel ragazzo non l'avrebbe passata liscia per aver urlato contro Jason.
"Non so come farai e non mi importa ma trova il modo di farmi arrivare la merce alle cinque in punto o finisce male,molto male" sentii la mia pelle rabbrividire appena percepii la cattiveria e la crudeltà con cui Jason stava parlando.
"Ora vai" ordinò Jason facendomi sgranare gli occhi. Rapidamente mi sfilai le scarpe e corsi lungo le scale per raggiungere la di Jason stanza senza fare troppo rumore. Estrassi il mio telefono dal grambiule bianco e quando fui di fronte alla porta inviai un messaggio a Cooper informandolo delle poche cose che avevo avuto modo di sentire poco prima.
Portando una mano sulla manigli tentai di aprire la porta ma stupidamente dimenticai che mi aveva chiusa a chiave e che ne ero uscita solo calandomi dalla finestra.
Osservando il corridoio in cui mi trovavo notai che c'erano solo due stanze,la mia e quella di Jason o almeno credevo fosse la sua, presa alla sprovvista mi ritrovai a correre giù per le scale con le scarpe ancora tra le mani in cerca della scala antincendio.
Fermandomi per qualche secondo poggiai una mano sul petto cercando di riportare il mio respiro normale ma, quando percepii una mano sulla mia spalla mi pietrificai.
Il mio primo istinto fu quello di prendergli la mano e portarla al tappeto con una mossa veloce ma respinsi quel impulso e mi girai sperando di non vedere il volto di Jason.
Mi rilassai quando vidi la ragazza dai capelli biondi che mi aveva accompagnata nella mia camera poche ore fa.

"Stai bene?" Mi chiese preoccupata, aveva chiaramente notato il mio respiro veloce
"Sto bene grazie... Kimberly, giusto?"domandai alla fine della frase non essendo sicura di aver memorizzato ancora il nome della giovane.
"È giusto" mi informò rivolgendomi un ampio sorriso, ancora nella più completa preoccupazione ricambiai il sorriso solo qualche secondo dopo. "Kimberly come?" Chiesi sperando di non farla sentire a disagio,non avevo bisogno di nemiche, anzi mi avrebbe ringraziata una volta che avrei smascherato Jason.
Chissà come sarebbe stata la sua vita se lui non l'avesse costretta a lavorare per lui.

-magari non lo ha fatto,magari sono amici,chi lo sa?-

Non potei obbiettare dal momento che, per quanto ne potessi sapere, quella non era un opzione da scartare, senza dubbio però lo avrei saputo presto.

"Kimberly Wood" rispose alla mia domanda e mi annotai mentalmente che avrei dovuto chiedere a Tyler informazioni riguardo questa ragazza. Io le annuii cercando di ricordarmi sia il nome che il cognome per non dare al mio capo una persona diversa o inesistente da lei.
La nostra attenzione fu catturata da Jason che stava avanzando verso le scale,non mi aveva ancora notata ma ovviamente alzò il capo per salire le scale e i suoi occhi, sfortunatamente, incontrarono i miei.

"Che cosa ci fai qui?" Mi chiese serrando la mascella per poi incrociare le braccia al petto. Quello era di certo un brutto segno.

Tornare in camera senza essere scoperta:Fallito

Ero consapevole di essermi cacciata nei guai dopo nemmeno un giorno,anzi, ero riuscita a coinvolgere anche Kimberly Wood.

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Sorpresa inaspettata!

Capitolo revisionato ✔

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