Capitolo 15- Piccione Viaggiatore
15.
"Lasciateci soli" disse Jason alzandosi dal divano.
Tutti posarono gli occhi sulla mia figura prima di lasciare la stanza e chiudere la porta. Non potei fare a meno di notare che tra i ragazzi della squadra di McCann vi era anche Alice.
Jason avanzò verso di me con fare minaccioso e io indietreggiai leggermente. I suoi occhi erano fissi sui miei, pronti a mettermi in soggezione. Con lui era sempre così,un suo sguardo e improvvisamente dimenticavo anni di addestramento, alcune volte mi sentivo soccombere e odiavo non avere il controllo della situazione.
"Voglio sapere" disse fermandosi solo quando i nostri petti si incontrarono
"Perché ti piace metterti nei guai" disse con un tono talmente tranquillo che mi spaventai.
"Vuoi forse che qualcuno ci scopra? Perché se è così non esiterei a tagliarti la gola, proprio qui,proprio adesso" mi sussurrò in un orecchio. Un nodo si formò nella mia gola e tutto quello che potei fare fu disapprovare.
"Lo spero per te Selena" disse allontanandosi dal mio corpo per sedersi sul bracciolo del divano e riportare il suo sguardo di ghiaccio su di me.
"Da quando sei entrata in questa casa, dal primo istante in cui hai varcato quella soglia sono iniziati i problemi" disse prendendo una bottiglia di birra dal tavolino di vetro.
"La polizia,Cooper e di nuovo la polizia" disse gesticolando con la mano in cui teneva la bottiglia di vetro.
"E ho realizzato che forse il mio problema sei proprio tu" bevette un lungo sorso della bevanda.
"La spia...la spia" disse facendo fare dei giri alla bottiglia di birra. Mentre il suo sguardo era rivolto verso il basso, io ispezionai velocemente la stanza in cui mi trovavo.
La porta di ingresso era proprio a qualche centimetro da me, difronte al divano sul quale era seduto Jason vi era un enorme porta finestra che si affacciava sul giardino.
Disapprovai impercettibilmente con il volto, non sarei mai riuscita a fuggire da quella stanza, gli uomini di Jason erano sicuramente nei paraggi e non potevo neppure contare sull'aiuto di Alice. Sarebbe stata dalla mia parte se le cose si fossero complicate?
"Se tu centri qualcosa in questa storia,potresti non uscirne tutta intera" mi avvisò prendendo qualcosa sul divano.
"Donna avvisata,quasi salvata" disse prima di lanciare il coltello, che aveva appena preso, verso di me. Velocemente mi lasciai cadere a terra e il coltello rimase conficcato nella parete. Quando rivolsi lo sguardo in alto, osservai la lama del coltello conficcata nel legno della porta, il manico oscillava a causa della forza con il quale era stato lanciato. Capii solo in quel momento che il coltello non mi avrebbe mai presa dato che era molto distante dal punto in cui mi trovavo in precedenza.
Fu in quel momento che mi resi conto di essermi fregata da sola.
"Niente male" disse battendo le mani.
"Ma non morirai così" mi informò poggiando la bottiglia sul pavimento.
"E ora va nella tua camera,non voglio più vederti" disse facendomi cenno con la mano di dirigermi verso la porta. Io me ne andai ancora confusa da ciò che era appena successo e lo lasciai da solo.
Da quel giorno passarono tre settimane.
Il campanello della porta iniziò a suonare facendo eco in tutta la stanza. Tre settimane da quando avevo sentito parlare di missioni, Jason aveva deciso di allentare la presa e diminuire il lavoro per qualche giorno. O almeno così credevo. Corsi verso il piano inferiore per precipitarmi ad aprire la porta.
Miranda mi aveva preceduta e si era voltata verso di me con aria confusa.
Dal piano superiore avevo riconosciuto la macchina che solitamente guidava Jason, in più Tyler mi aveva assicurato che oggi sarebbe arrivata la ragazza. Ero in fibrillazione, finalmente avrei avuto qualcuno con cui confrontarmi.
Una ragazza dai capelli biondi entrò in casa subito dopo Ian.
"Portala al piano superiore, dividerà la stanza con Alice" disse Jason guardandomi negli occhi per qualche secondo. Annuii facendo cenno con il capo, alla ragazza, di seguirmi.
Salimmo le scale a passo lento, decisi di dirle il mio nome, se lei fosse stata la spia mi avrebbe riconosciuta.
"Melanie Henderson?" Sussurrò guardandomi attentamente. Io annuii appena ripeté il mio nome per conferma.
"Sono Victoria Kraviz, Tyler mi ha mandato per aiutarti, è molto preoccupato" mi informò allungandomi una mano in segno di saluto. Io ricambia il gesto e le rivolsi un sorriso.
"Sono affascinata dai picconi viaggiatori, te?" Domandai non appena aprii la porta della sua camera da letto. Lei sorrise leggermente prima di scuotere la testa. Non aveva nessun dispositivo per comunicare con Tyler, ma ora sapeva che io ne possedevo uno.
"Lascio che disfai la valigia, Jason mi starà aspettando nelle mie stanze, mi ha guardato in modo strano quando mi ha chiesto di accompagnarti qua" la avvisai prima di dirigermi nuovamente verso la scale.
Ebbi a malapena il tempo di sedermi sul mio letto quando qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" dissi io permettendo a Melissa, Kimberly e Miranda di entrare nella mia camera.
Le ragazze mi salutarono prima di farmi cenno di alzarmi.
"Chi è la nuova arrivata?" Chiese Melissa dandomi una mano a sistemare il letto sfatto. "non le ho chiesto il nome, non volevo essere troppo invadente" dissi facendola annuire.
"Jason le ha dato la camera con Alice, vuol dire che farà parte della sua squadra?" Mi domandò Miranda passando uno straccio sui mobili per togliere ogni residuo di polvere.
"Ragazze, non so nulla di questa ragazza" risposi io ridendo.
"Come vanno le cose con il capo? Le ragazze vogliono sapere tutto" Kimberly decise di cambiare discorso interrompendo così il silenzio che si era creato tra di noi.
In tutta risposta alzai gioiosamente gli occhi al cielo mentre piegavo il mio pigiama.
"Ho capito cosa siete venute a fare in camera mia. Volete del gossip" dissi io mostrando loro un sorriso subito dopo.
"Puoi biasimarci Sel?" Mi domandò Miranda retoricamente.
"Guardate che è tutto frutto della vostra contorta immaginazione" la informai sistemando con attenzione le coperte sul cuscino.
"Oh andiamo Selena! Perché vuoi torturarci in questo modo?" Si lamentò Kimberly.
"È perché tu devi essere così insiste?" Chiesi alzando un sopracciglio.
"Tanto prima o poi cederai e saprò ogni singola cosa,anche la più inutile" disse puntando l'indice contro di me.
"Lavorare per quell'uomo vi fa male. Sapete che non è sano stare in questo ambiente?" Domandai rivolgendo loro uno sguardo serio, facendo capire loro che non stavo più scherzando.
"Sai bene che lo facciamo per un solo motivo Selena. Meglio questo che altri 'lavori' più pericolosi" mi rispose Melissa appoggiando la spalla sinistra contro il mio armadio.
Osservai le altre ragazze mentre annuivano e sospirando mi ripromisi che saremmo ritornate sull'argomento molto presto.
Gettai uno sguardo sull'orologio e informai le ragazze che sarei duta scendere per servire la cena a Jason.
"Perfino il materasso è più comodo del mio" si lamentò nuovamente Kim alludendo al fatto che Jason avesse dato quello più comodo a me.
'Kimberly! Lo avevamo appena sistemato" la rimproverò Melissa. Kim si alzò come se le coperte avessero appena preso fuoco e ridendo rimediò al danno che lei stessa aveva creato.
Sorridendo le lasciai nella mia stanza mente io mi dirigevo verso il secondo piano.
"Ehi Susan" la salutai accompagnandola verso la cucina
"Sel, come va?" Mi chiese prima di salutare Alison, la cuoca.
"Come sempre. Cosa mangeranno oggi?" Chiesi curiosa "Jason ha richiesto carne al sangue con contorno di verdure miste" mi informò prima di andare ad apparecchiare la tavola.
Mi voltai verso Alison osservandola mentre dedicava la sua completa attenzione alle varie padelle. Aprii la bocca con l'intento di iniziare una discussione ma delle urla attirarono la mia attenzione.
Senza pensarci più di una volta corsi in direzione delle grida ma una mano mi bloccò.
"Non farlo" disse Alison rivolgendomi uno sguardo serio. Io aggrottai le sopracciglia in completa confusione.
"Che sta succedendo?" Le domandai.
"Preoccupati di ciò che ti compete e non avrai problemi" mi disse la ragazza prima di ritornare ai fornelli.
Quelle urla non finirono un attimo di echeggiare nella mia testa.
"Corri a preparare la tavola del signore. È questione di pochi minuti prima che sia l'ora" mi informò e così sotto le urla strazianti di una ragazza presi un bicchiere per il vino e uno per l'acqua.
Osservai l'orologio e appena mi resi conto che era giunta l'ora mi sistemai a lato della stanza così come fecero le altre cameriere e attendemmo tutte l'arrivo dei ragazzi. Passarono pochi secondi prima che le due porte si aprirono riempiendo tutti e otto i posti che si trovavano al lato del tavolo.
Erano tutti lì tranne una persona.
Così mentre le ragazze iniziarono a servire io restai ferma al mio posto in attesa che Jason facesse la sua entrata ma così non fu.
Difatti quando le altre cameriere iniziarono a sparecchiare io mi avvicinai al tavolo per fare lo stesso ma proprio quando avevo stretto i bicchieri per il vino e per l'acqua Jason fece il suo ingresso nella stanza con la sua solita calma e non curanza di ciò che lo circondava ed era questo che mi spaventava più di qualsiasi altra cosa.
Lentamente si sedette al suo solito posto e mi guardò.
"Cosa stai aspettando Selena?" Mi chiese facendo si che io mi dirigersi in cucina per portargli la bistecca che Alison aveva deciso di riscaldare.
"Siediti pure" mi informò Jason indicandomi una sedia alla sua destra, senza protestare feci come richiesto.
Ormai nella sala da pranzo eravamo rimasti solo noi due. Le cameriere erano andate al piano di sopra per cenare mentre i ragazzi avevano deciso di uscire dato che qualche minuto prima avevo sentito il rumore del motore di una macchina fuori nel vialetto.
"Ti ho fatto portare un piatto di pasta, non amo cenare da solo" mi informò addentando un pezzo di bistecca.
Così mi alzai per prendere quel piatto di pasta e iniziai a mangiare sotto il suo sguardo.
"La prossima volta sentiti libera di chiedere ciò che vuoi ad Alison" mi informò.
Jason aveva la straordinaria abilità di confondermi, quando lo guardavo non riuscivo a sapere cosa stesse progettando. Non capivo il suo comportamento, così diverso dagli altri delinquenti con cui avevo lavorato.
Una risata fece eco per tutta la stanza, io mi voltai verso Jason rivilgendogli uno sguardo preoccupato.
"Ora capisco tutto" disse ridendo meno rumorosamente.
-" Girl, what's your name, I'm happy that you came
I'm the man in this, stick with me, I can't love
Everywhere around the world
I'll be looking for you"-
_____________
Rieccomi!
Prossima storia ad essere aggiornata: Il Possessore
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