Capitolo 11-La scelta
11.
Ian era entrato subito dopo Jason e tra le mani teneva stretto un foglio che porse subito a Francis.
"Che succede?" Chiesi alzandomi dal letto con estrema cautela per via del forte dolore alla schiena e alle cosce.
Alla mia domanda nessuno si scompone, Ian e Francis discutevano su qualcosa di inerente al documento portato dal primo e Jason, in un impeto di rabbia, si sfogò.
"Ci volevano fregare quegli stronzi del FBI. È deciso, il colpo si farà oggi. Quindi cambiati Selena" per la prima volta i suoi occhi incontrarono i miei e i due ragazzi che prima sembravano impegnati a discutere, ora erano in silenzio e prestavano attenzione alle parole del loro capo.
Io mi sentii finalmente coinvolta nel loro piano, purtroppo questa sensazione scomparve con la stessa velocità con cui la parcepii. Jason non ammise nessuna replica da parte mia e decise di uscire dalla mia stanza seguito dal dottore e dal ragazzo castano.
Ormai rassegnata, presi la spazzola pronta a sistemarmi i capelli. I miei occhi slittarono subito dallo specchio alla porta quando sentii un familiare cigolio.
"Che ci fai qui?" Chiesi quando riconobbi la ragazza bionda che questa mattina mi aveva portato la colazione.
"Il capo mi ha detto che dovevo darle una mano a prepararsi" mi rispose richiudendo la porta.
Avrei tanto voluto mandarla via, dirle che ero in grado di prepararmi da sola, ma avrei messo nei guai sia lei che me stessa. Sinceramente, mi bastavano le cicatrici che già mi aveva fatto.
La bionda si avvicinò alla mia figura e posò una mano sulla spazzola aspettando che io la lasciassi. Senza opporre resistenza lasciai la presa e osservai come le setole del pettine si incastravano di tanto in tanto nei miei nodi. Passarono svariati minuti nei quali io avevo avuto l'ordine di rimanere ferma, per evitare di causare imperfezioni nella mia acconciatura.
Quando finalmente ebbe finito, mi diede una mano ad alzarmi e prese il vestito che lei stessa aveva posato sulla sedia qualche ora prima. Quando lo tolse della copertura nera potei ammirare il vestito. L'abito era molto lungo, il colore argentato era forse troppo appariscente per una come me ma dovetti farmelo piacere.
Mentre io toglievo ciò che avevo addosso per indossare il vestito da sera, la ragazza bionda aprì la porta della mia stanza a qualcuno che era stato incaricato di portarmi la borsa nera che avrei dovuto portare con il vestito.
Quando la ragazza mi aiutò a chiudere la zip dell'abito, passai al trucco.
Nella stanza regnava il silenzio, gli unici rumori che percepivo erano quelli dei pennelli che venivano appoggiati sulla piccola scrivania. La ragazza dai capelli biondi non sembrava intenzionata ad iniziare una conversazione, continuava semplicemente a svolgere ciò che gli era stato ordinato senza battere ciglio.
Sembrava un robot, sul suo volto non leggevo alcuna emozione.
"Come ti chiami?" Domandai io decidendo di fare il primo passo.
"Miranda"mi rispose sistemandomi le sopracciglia.
"Da quanto lavori qui?" A questa domanda, Miranda non diede risposta, si limitò a chiedermi di chiudere gli occhi in modo che potesse applicare un po' di ombretto su di esse.
Sconsolata decisi di rimanere in silenzio, non volevo apparire insistente.
"Credo che tu sia la prima ragazza del capo" alzai leggermente le sopracciglia quando di sua spontanea volontà mi rivolse la parola.
Per continuare la conversazione decisi di stare al gioco e non smentii niente. "Perché lo pensi? Fino ad ora ha sempre avuto relazioni occasionali?" Le chiesi cercando di non dire nulla di troppo volgare o offensivo.
"No,almeno qui non è mai entrata nessuna. Tu sei la prima" mi disse sorridendo lievemente. Ridendo sarcasticamente decisi di lorre fine alla falsa.
"Ti ricordo che mi ha presa come cameriera personale quindi credo che voi dobbiate aspettare ancora un po' per vedere la ragazza di McCann."
"Fidati di noi" mi disse applicandomi un leggero strato di gloss sulle labbra.
Puntuale come la morte Jason entrò in camera mia senza bussare e liquidò Miranda con un semplice cenno del capo. Poco dopo entrò Ian con una piccola valigetta bianca.
"Che succede?" Chiesi guardando Jason. Proprio come era successo qualche ora prima, nessuno mi degnò di una risposta e fui ignorata.
"Da lei quello che le serve e facciamola finita...non vedo l'ora di ritornare qua" disse Jason portando il pollice e l'indice sulle tempie per massaggiarsele.
Ian annuì e posando la valigetta bianca sul letto estrasse un tubetto di plastica, al suo interno vidi delle pasticche e una cimice.
Tentai con tutta me stessa di non fare domande, di non sembrare troppo interessata nei loro piani. Purtroppo la mia lingua fu più veloce della ragione.
"A che serve la cimice?" Chiesi pentendomene subito dopo.
Jason aggrottò la fronte smettendo di farsi il massaggio e mi rivolse uno sguardo minaccioso.
"Come fai a sapere che è una cimice?" Mi chiese avvicinandosi minacciosamente al mio viso.
Tentennai per qualche minuto, osservai ciò che mi circondava per creare sul momento una bugia credibile, per fortuna i miei occhi incontrarono la piccola televisione posta ai piedi del letto.
"Guardo sempre programmi che spiegano tutte queste cose da spia. Trovo che siano molto interessanti" risposi iniziando a giocare con le mie dita.
Regola n°8
Mai farsi vedere indifesi o insicuri. Evitate di distogliere lo sguardo,di distrarvi a giocare con le proprie dita o di mordersi insistentemente il labbro.
Jason alzò un sopracciglio chiaramente dubbioso sulla mia risposta, nonostante ciò, mi lasciò in pace e si allontanò dalla mia figura facendo si che il mio respiro potesse lentamente tornare regolare.
"Queste sono delle pasticche,ti aiuteranno con i dolori e questa,come hai detto tu,è una cimice che noi metteremo qui" mi disse posizionandola dietro il mio orecchino.
"Così Steven potrà ascoltare tutto quello che ti dicono e che dici." Mi avvisò premendo il bottone di un telecomando "in pratica è per controllati anche se dato che starai sempre al mio fianco non ce n'è sarà bisogno" intervenne Jason porgendomi un bicchiere d'acqua che Melissa aveva portato su un piccolo vassoio.
Quando lasciammo la mia stanza, a noi si unirono anche Blake e John. Da quanto avevo capito invece Stephan e Steven sarebbero rimasti a casa.
"Io e Selena nella macchina bianca, tu Blake e Ian in quella nera. Avete l'auricolare acceso?" Chiese in fine Jason lanciando le chiavi della macchina a John che annuì in risposta.
"Perfetto comunicheremo con quelli"
Il viaggio in macchina fu parecchio imbarazzante, il silenzio regnava in macchina e io non lo avrei interrotto. Perché parlare con qualcuno che la maggior parte delle volte ti ignora?
Sorprendentemente questa volta fu Jason ad iniziare il discorso.
"Allontanati da me solo quando dovrai fare qualcosa per me" disse curvando bruscamente a destra, io ero abituata all'alta velocità quindi non emissi un suono e potei vedere la sorpresa nel volto di Jason quando non urlai.
"Dovrai distrarre Kellan. Ha più o meno 28 anni quindi non è molto più grande di noi, o almeno di me. Quanti anni hai?"Mi chiese poi alla fine
"25" risposi guardando la strada davanti a me. Lui mi annuì in risposta ricominciando poi a parlare "te lo presenterò io e quando ti stringerò la mano tu dovrai distrarlo mentre io e i ragazzi andiamo al piano di sopra a rubargli dei documenti molto importanti quindi, vedi di non fare casini" mi avvertì una volta parcheggiata la macchina in un enorme parcheggio all'aperto.
Subito il braccio di Jason mi circondò la vita attirandomi maggiormente al suo corpo. I ragazzi erano poco dietro di noi.
Quando entrammo nella villa la musica mi perforò i timpani e l'odore di alcool era insopportabile.
Ci facemmo strada tra le persone che parlavano e ballavano come dei matti e alla fine arrivammo in un banco per il bar.
Passò un'ora e finalmente Jason incontrò Kellan, un bell'uomo a mio parere. Aveva i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri. Da quello che la sua maglietta lasciava intravedere non aveva tatuaggi. Era più alto di Jason e sicuramente più divertente.
Dopo averci presentati Jason mi strinse la mano e io capii che era il segnale.
Dovevo distrarre Kellan.
"Hey Kellan non ho avuto l'occasione di guardare il giardino con la piscina non è che me la faresti vedere?" Gli chiesi mettendo una mano sul suo braccio.
Lui mi guardò per qualche minuto e subito dopo mi annuì mettendo un braccio intorno alla mia vita.
Quando uscimmo fuori finalmente le mie orecchie ebbero un attimo di pace dato che il rumore della musica era più deboli qui fuori.
"Selena giusto?" Mi chiese lui posando la mano destra dal mio fianco al mio sedere, la lentezza con cui attuò tale movimento era talmente ridicolo che quasi ridetti.
Io gli annuì in risposta e lui continuò a pormi domande personali. "Allora tu e Jason state insieme?" Mi chiese leccandosi le labbra.
"In teoria" risposi ridacchiando come una cretina, dio quanto odio fare la parte della stupida.
"E dove è adesso?" mi chiese smettendo di camminare. Io feci spallucce "non lo so,mi ha lasciata tutta sola" risposi guardandolo negli occhi.
"Forse è meglio così piccola" mi disse avvicinando la sua faccia alla mia e spingendo il mio sedere verso di se facendo toccare i nostri corpi per poi poggiare velocemente le sue labbra sulle mie.
Il bacio fu vorace e quando ebbe finito con le mie labbra passò al mio collo iniziando a morderlo.
Calma gli ormoni Kellan.
Poggiai una mano sulla sua spalla e iniziai a 'gemere'. Avrei solo voluto vomitare.
In lontananza intravidi Alice e gli rivolsi uno sguardo perplesso.
Che ci faceva lei qui?
"Kellan è meglio che ci fermiamo prima che Jason ci veda" lo fermai fingendo di essere triste. Lui mi sorrise e lentamente si staccò da me.
"Hai paura della sua reazione piccola?" Mi chiese guardando le mie labbra. Io sorridendo feci spallucce.
"Tu ne hai?" Gli chiese tracciando la sua mascella col dito indice. In risposta mi mostrò un sorriso spavaldo. Certo che ne aveva.
"Quindi...come conosci Jas?" Gli chiesi perdendo ogni contatto fisico con lui per iniziare a camminare a bordo piscina. Kellan come un cagnolino mi seguì passo passo.
"Diciamo che facciamo lo stesso mestiere" mi disse solamente.
Gli avrei voluto chiedere mille cose ma la cimice che mi aveva messo Ian me lo impediva.
"Allora io vado Kell" lo stuzzicai facendogli l'occhiolino.
Feci per andarmene ma lui prendendomi per i fianchi mi fermò.
"Qui c'è sempre posto per te piccola, quando vi lascerete pensami" mi sussurrò all'orecchio
Risi e corsi lontano da lui. Quando entrai dentro la casa cercai con lo sguardo Alice per qualche minuto.
Avevo le prove che mi servivano per incastrare Jason se lei era qui alla festa. In qualche modo le avrei fatto capire che avrebbe dovuto chiamare Tyler e fine della missione!
Speravo solo di non essermi immaginata il suo volto
-quindi scegli la missione a Jason?-
Mi chiese la vocina dentro la mia testa.
Jason non conta nulla per me. Sono stata maltrattata e usata da lui. La pena di morte è ciò che si meriterebbe per tutto il male che causa.
Cercai la ragazza con una giacca bianca e dei pantaloni neri in pelle e quando intravidi una chioma bionda e i vestiti di Alice capii che l'avevo trovata. Quando mi avvicinai a lei tutta sorridente notai con stupore che al suo fianco c'era Jason insieme agli altri della gang.
"Dove cazzo eri finita?" Mi chiese Jason urlando ma con la musica ad alto volume non si notò.
"Kellan l'aveva costretta ad allontanarsi" rispose al mio posto Alice. "Faremo i conti a casa. E tu tienimi sempre informato su quello che accade nel territorio di Cooper" rispose Jason facendomi pietrificare.
Guardai Alice fissa negli occhi per qualche minuto prima di essere trascinata via da Jason.
Se lei è una talpa...Jason sa di me. È per questo che mi hanno messo la cimice?
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Che ne pensate?
Secondo voi Jason sa di Melanie?
E se si cosa vuole fare?
Obbiettivo
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