💽 The Police - Zenyatta Mondatta (1980)

"And when their eloquence escapes me
Their logic ties me up and rapes me!"


3 ottobre 2020

Come promesso, ecco il capitolo sul terzo album in studio dei Police, uscito proprio in questa data nel lontano 1980. Probabilmente uscirà fuori un disastro, perché ripeto, sono analfabeta quando si tratta di aspetti tecnico-teorici in musica, pertanto non aspettatevi chissà quale raffinata recensione qui. Scrivo solo dalla prospettiva di una che decise un giorno, per puro diletto, di dare un ascolto a questo album, innamorandosene fin da subito. Le mie sono pure impressioni soggettive.

Bene, partiamo dal fatto che i Police sono uno dei miei gruppi preferiti, anche se, a essere sincera, gli unici album che ho ascoltato per interezza sono questo e "Synchronicity" (quello dove sta "Every Breath You Take", la famosa "stalker song"). Tuttavia ho ascoltato abbastanza della loro discografia per poter essere convinta della mia affermazione. Nulla da fare, sono meravigliosi. La loro musicianship è qualcosa di eccezionale e hanno saputo combinare generi diversi come il punk, il reggae e il new wave per creare un impasto che alla fine risulta avere un'identità e una forma ben definita. Il loro sound è unico e facilmente riconoscibile, fatemelo dire...non li si può confondere, con la voce distintiva di Gordon Sumner (Sting), le atmosferiche texture chitarristiche di Andy Summers e la creatività e precisione ritmica di Stewart Copeland. Hanno trovato la formula perfetta per come dovrebbe essere la musica pop e con questa, come si poteva prevedere, hanno conquistato il mondo.

Ma come le stelle più brillanti, non erano destinati a durare. Lo splendore fu così intenso e repentino che, nel giro di qualche anno, l'astro si estinse. Non c'era modo che proseguissero, con l'instabile chimica che rendeva difficile il loro rapporto ma che, inevitabilmente, contribuì a plasmare la loro musica. È buffo a pensarci perché, quando li ascolto, non sento ego in collisione fra loro, non sento alcuna forma di tensione. La loro musica è la risposta che darei se qualcuno mi chiedesse di descrivere l'equilibrio. È incredibilmente precisa e armonica.

Questo album, in particolare (e questa canzone soprattutto, mi fa pensare a un normale, regolare ritmo di cammino), mi trasmette tale impressione. Quando l'ascolto mi pare di trovarmi in una sorta di mondo ideale e rarefatto. È così essenziale, ogni musicista ha modo di splendere senza dover oscurare o montarsi confusionariamente sull'altro. C'è molto spazio nella loro musica, viene lasciato ampio respiro tra un elemento e l'altro (sicuramente è anche da ringraziare il co-produttore, Nigel Gray). Eppure ciò non impedisce che sia ricca e saziante, che lasci l'ascoltatore soddisfatto. È semplicemente squisita, anzitutto perché Sting ha un ottimo orecchio, insomma è musica pop alla fine ed è quindi fatta per essere orecchiabile. Riesce però a essere, contemporaneamente, accurata e spontanea. Colorata, eppure misurata. Capirete cosa intendo ascoltando questo album, è davvero un piacevole ascolto. Ah e al vostro corpo verrà una voglia incontrollabile di saltellare. Un po' come in questo video...

Ecco, ora lasciatemi spendere due parole sui testi. Sting aveva fatto l'insegnante d'inglese prima di intraprendere la carriera di musicista. Questa canzone in particolare è ispirata in parte alla sua esperienza, quando capitava che ci fosse uno scambio reciproco di occhiate tra lui e le studentesse...if you know what I mean (può capitare eh, l'importante è non oltrepassare certi limiti). 

In parte fa anche riferimento al romanzo "Lolita" di Nabokov, col protagonista adulto che si trova irrimediabilmente attratto da una ragazza pubescente, soprannominata da lui Lolita, per l'appunto. 

Ecco dunque spiegato il titolo "Don't Stand So Close To Me", che negli ultimi mesi ha anche riscosso particolare successo come slogan anti-covid.

Il punto è, molte canzoni dei Police trattano di temi un po' scomodi, raccapriccianti, o comunque inusuali. Sting poi è un paroliere impeccabile, sicuramente anche grazie alla sua esperienza come insegnante e al suo amore per la letteratura. Molti testi hanno a che vedere con la psicologia, infatti l'album "Synchronicity" prende il nome da un concetto formulato dallo psicanalista Carl Jung, sulla connessione non causale tra due eventi contemporanei e distinti. Questo album è poi il primo della loro discografia a contenere temi di stampo politico e sociale:

"Driven To Tears", sull'indifferenza dell'Occidente verso i problemi che affliggono il mondo;

"When The World Is Running Down..." (il titolo è più lungo ma evito di trascriverlo tutto ahah), su un immaginario mondo post-apocalittico. Non dimentichiamoci che quelli erano gli anni della psicosi per una possibile guerra nucleare;

"Bombs Away", sulla guerra sovietico-afghana contro guerriglieri afghani, che in quegli anni era in corso;

"De Do Do Do, De Da Da Da" (sì, è proprio questo il titolo), sul potere che esercitano le ideologie, i media e le figure influenti sulle masse.

L'album non manca poi di qualche traccia interamente strumentale. Una di queste, "Behind My Camel", li ha anche fatti portare a casa un Grammy per il migliore pezzo rock strumentale (non sapevo esistesse questa categoria onestamente...esiste ancora? Boh, i Grammy hanno perso la loro credibilità ormai, non mi scomodo nemmeno a guardarli). Quindi, sul serio, questo album è perfetto già solo da un punto di vista musicale; ma se un artista è anche bravo con le parole e sa trascinarmi con temi suggestivi e che vanno oltre la stereotipata situazione amorosa, beh, sono tutta tua tesoro.

Allora, vi ho convinti? Sono stata brava? Tra l'altro sono quasi le due e mezza di notte quindi non so se si possa considerare ancora il 3 ottobre...

Già, l'ispirazione mi viene nei momenti meno opportuni.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top