👤 In memoria di Tony e Chester
21 luglio 2020
Bentornati, ragazzi. Oggi volevo spendere qualche parola in merito a due grandi artisti che ammiro e che purtroppo ci hanno lasciati. Avevo in programma di pubblicare ieri questo capitolo, in quanto tale giorno, il 20 luglio, sarebbe stato l'ottantesimo compleanno di Tony Allen e si sarebbe compiuto il terzo anno dalla morte di Chester Bennington; tuttavia, causa esami, ho posticipato la cosa ad oggi. Poco male, in ogni caso il ricordo delle persone non si circoscrive a un giorno solo.
Premetto una cosa: nessuno di questi due musicisti sono stati da me approfonditi abbastanza da potermi considerare una loro fervida seguitrice, o fan, se volete. Ma quel poco che sono riuscita ad ascoltare e vedere mi basta per portare loro un solenne rispetto e dedicare loro queste sincere parole.
Ora, questi due artisti hanno ben poco in comune, se non la sopraccitata data come ricordo simbolico e la loro dedizione totale alla musica e al loro lavoro, oltre alla loro bontà d'animo, per quel poco che sono riuscita a intuire. Pertanto, sarebbe opportuno fare due discorsi separati su chi siano, come li abbia scoperti e cosa rappresenti la loro musica per me.
Partirei da Tony Allen, siccome si tratta di una scoperta piuttosto recente e siccome la sua scomparsa, dovuta a un aneurisma aortico, è avvenuta da nemmeno metà anno.
Sono pronta a scommettere che il suo nome vi dica poco, al massimo vi può ricordare qualche attore, o qualche cantante. Questo perché, in effetti, è più noto presso certi ambienti musicali, nonostante sia stato definito da più colleghi, tra cui Brian Eno stesso, uno dei più grandi, se non il più grande batterista del mondo. Su questo punto non mi esprimo, non essendo una batterista e non possedendo nozioni di base in merito, tuttavia posso comprendere il motivo dietro a tali affermazioni. Tony è un percussionista estremamente preciso, con un incredibile senso del ritmo e, insieme a Fela Kuti, è responsabile della nascita del genere noto come afrobeat, che combina elementi della musica africana con generi sviluppatisi negli USA come il funk e il jazz e che ha ispirato una vasta gamma di artisti internazionali.
Per rendervi più concreta la cosa, ecco un assaggio, dal suo album Film of Life (2014)...
https://youtu.be/-5TXQJS7_V4
Che ve ne pare? Direi che è fisicamente impossibile stare fermi con questa musica!
Quanto a come l'ho scoperto, beh, dovrei ringraziare Damon Albarn per questo, perché lui e Tony sono stati frequenti collaboratori, oltre che amici: fra i tanti progetti in comune c'era il "supergruppo" con Paul Simonon dei Clash al basso e Simon Tong dei Verve alla chitarra, noto col nome di The Good, The Bad & The Queen (se vi va di ascoltarli hanno fatto solo due album, sono davvero bravi)...
...oltre a una recentissima canzone dei Gorillaz...
https://youtu.be/GiWduWEtma4
...e a questa splendida canzone sulla crisi migratoria, dall'album sopraccitato di Tony, che ho piacere di condividere con voi.
https://youtu.be/8-hMkHkoFrU
In ogni caso, è impossibile non percepire la squisitezza ritmica di Tony Allen, la vitalità ciononostante misurata del suo stile, che rivela l'anima di uno che non ha mai smesso di suonare, perché la musica per lui era come acqua, circolava nel suo organismo fino all'ultimo respiro e, glielo posso garantire, continuerà a circolare nelle vite di tutti coloro che lo ascoltano.
La sua è stata una carriera estremamente longeva, che devo affrettarmi a recuperare, e una delle cose che più mi ha colpito è la sua voglia di suonare con tanti artisti diversi, spesso molto più giovani, producendo musica che abbia valore non solo a livello artistico, ma anche umano e sociale.
"Voglio occuparmi dei giovani, hanno delle cose da dire e voglio metterle sul mio ritmo" - Tony Allen
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E ora, parliamo di Chester. Scommetto che anche per lui la musica era una vitale fonte di nutrimento, seppur nel suo caso, tragicamente, non si è rivelata sufficiente. Non è bastato il potere catartico delle note a liberare la sua anima dai mostri del passato. Purtroppo questo scenario è alquanto ricorrente: numerosi gli artisti che non sono riusciti a vincere la loro battaglia contro un male che tuttora viene irresponsabilmente sminuito, stigmatizzando chi ne soffre. Uno di questi era Chris Cornell, un'altra voce eccezionale a cui Chester era profondamente legato. Ma non mi soffermo sui dettagli che rendono le loro vicende drammaticamente simili. Mi limito solo a dire che è assolutamente fondamentale parlare delle patologie mentali, perché è ora che vengano considerate al pari di qualunque altra patologia: con delle radici biologiche spesso intricate, con dei sintomi più o meno evidenti, sovente, ahimè, impercettibili, e un paziente che deve essere ascoltato e compreso, senza pretese o giudizi affrettati che minimizzino i suoi disagi.
Chester ha accennato spesso a questi disagi nelle sue canzoni, nelle canzoni dei Linkin Park, trovando però il modo di trasformarli in qualcosa di positivo. La sua musica ha salvato la vita di moltissimi ragazzi, nonostante egli non sia riuscito a salvare se stesso. Da quei pochi video che ho visto, Chester mi appare come una persona dolce e genuina, che nonostante la sua immensa fama mantiene i piedi per terra e una passione fervida per quello che fa. Lo rispetto molto per questo.
Mi trovo particolarmente affezionata ai Linkin Park perché le loro canzoni sono state, insieme a quelle dei Coldplay, tra le mie primissime esposizioni alla musica contemporanea e all'alternative rock nello specifico. Probabilmente la prima loro canzone che ho sentito è stata What I've Done, dall'album Minutes To Midnight (2007).
https://youtu.be/8sgycukafqQ
Per qualche motivo non li ho ancora approfonditi, non ho ancora ascoltato i loro album (ma state certi che lo farò!); ma non posso non emozionarmi quando passa una loro canzone alla radio, da brava figlia degli anni 2000. E poi la voce di Chester è così espressiva e piena di emozione, da farti venire i brividi. L'abilità con cui passa dal timbro melodico e dolce a quello metal e aggressivo, e viceversa, è sorprendente. Donava un dinamismo unico alle canzoni dei Linkin Park, che verranno ricordati ancora a lungo, insieme alla sua voce...
"Who cares if one more light goes out?
Well, I do..."
https://youtu.be/Tm8LGxTLtQk
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