Comunicazioni

14 ottobre 2020

Ciao, in questa parte volevo solo comunicarvi un paio di cose.

Spero si sia già capito che questa raccolta non vada presa troppo sul serio. Mi spiego, a volte tendo a essere eccessivamente drammatica con i miei discorsi (specialmente quando parlo di un certo gruppo...sapete quale lol. Sono passati mesi e quella che era una novella ossessione non si è ancora affievolita. Dite che mi devo preoccupare?). Ecco, in quei casi, non dateci tanto peso. Non mi reputo una persona irragionevole e nella vita reale sono mite come un cigno che galleggia sull'acqua. Sono così mite che se mi pestaste il piede vi risponderei con scusa, pensando di essere stata io ad essermi avvicinata più del dovuto.

Vi sorgerà allora una domanda: come si spiega questa discrepanza?

Beh, sono così fedele al mio essere equilibrata e inoffensiva che finisco spesso per opprimere eventuali momenti in cui potrei semplicemente lasciarmi andare. E' la ragione che domina sull'istinto. Quella mentalità ampiamente criticata dal nostro buon Nietzsche.
E come dargli torto. Sono umana anch'io. E come chiunque ho bisogno di dare sfogo al lato più selvaggio e caotico di me. E così scrivo per dare modo, a questa parte di me, di esprimersi.

Questa cosa vale soprattutto con la musica. È vero che sovente qui porto le mie reazioni all'estremo per il gusto di intrattenere, ma è anche vero che non esagero quando dico che la musica influenza tantissimo il mio umore. Come disse il mitico David Byrne in una simpatica auto-intervista, la musica è qualcosa di fisico, che coinvolge soprattutto il corpo, prima ancora della mente. Le reazioni che provo all'ascolto sono spesso particolarmente intense e tangibili e alquanto variegate. Posso provare gioia, serenità, infatuazione, ispirazione, ma anche tristezza, rabbia, confusione, persino terrore a volte. Per questo che ho poi bisogno di incanalare queste esperienze attraverso la scrittura. C'è da perdersi la testa altrimenti.

E poi, è naturale sentire il bisogno di condividere una propria passione, le proprie esperienze con qualcun altro, o semplicemente con il mondo esterno. E' nella nostra stessa biologia.

Inoltre tutto questo è un ottimo esercizio di scrittura ed espressione. Mi rendo davvero conto di avere una scrittura precaria e spesso povera di riferimenti e non avete idea di quanto questa cosa mi crei disagio. Ma voglio assolutamente migliorare, nonostante delle mie limitazioni che evito di specificare. Lo voglio davvero. Per questo anche che il capitolo precedente è stato più lungo del solito. Stavo mettendo alla prova la mia capacità di narrare un particolare, seppur semplice episodio della mia vita. Sembrerà banale, ma credetemi, per me non lo è. Ho sempre fatto una fatica immensa a raccontare, anche oralmente, cose di cui io stessa sono stata partecipe, o che mi sono accadute direttamente; figuriamoci farlo con tutto ciò che non ho vissuto in prima persona. Dio solo sa perché non mi viene naturale. Probabilmente si tratta solo del fatto che non sono un'arguta storyteller, ma spero vivamente che questa capacità si possa sviluppare con la pratica.

In conclusione: questa raccolta è frutto del caos. Per quanto voglia provare a renderla un po' più rigorosa, è prevalentemente molto spontanea e improvvisata. L'avete visto voi stessi, tratto di mille cose diverse, non c'è una struttura definita. Per questo che ho inserito successivamente dei simboli nei titoli, cosicché io mi possa orientare, e voi vi possiate orientare meglio (a tal proposito, potrete consultare la "Legenda" che ho messo a inizio raccolta in qualsiasi momento). In generale, però, vedetelo come una sorta di diario, un'accozzaglia di sfoghi musicali. E perdonate eventuali incorrettezze grammaticali o grafiche o quant'altro, che già spendo ore solo a scrivere un misero capitolo (che noia dover stabilire dove mettere i corsivi o le virgolette...scusate ma non ce la faccio proprio).

That's all folks!

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