👤 Brian Eno, padre dell'Ambient

"Preferisco tenere una nota per un'ora e modularla cosicché significhi qualcosa che suonare 3000 note in 15 secondi"


15 maggio 2020

Allora, da dove posso cominciare? Su questo artista ci sarebbe davvero tanto da dire, visto che proprio oggi compie settantadue anni, e nel corso della sua vita si è dedicato in maniera assidua a espandere quelli che sono i confini della musica popolare, con la sua discografia prolifica. Il suo nome potrebbe risultarvi nuovo, ma certamente non il suo "tocco" sonoro, che è impresso praticamente ovunque. Ebbene, Brian Eno è noto principalmente per aver prodotto album di artisti di fama mondiale quali David Bowie, Talking Heads, Genesis, U2, Coldplay, e la lista va avanti...

Ma cosa vuol dire "produrre"? Che cos'è un "produttore"? A dire il vero non conosco bene questa figura professionale, ma in pratica si occupa di coordinare e supervisionare gli aspetti tecnici e sonori di un'incisione discografica; a lui o a lei si attribuisce il perfezionamento dell'opera iniziale di un artista, ancora grezza, per conferirle un suono distintivo. Le canzoni che tanto amiamo non sarebbero le stesse senza il suo intervento. Lo so bene, perché Viva La Vida Or Death And All His Friends (e la miseria che titolone!) non sarebbe mai stato il mio album preferito dei Coldplay, se non fosse per la guida del buon Brian, e le soluzioni brillanti proposte dallo stesso affinché i miei quattro ragazzuoli potessero superare il loro blocco artistico e incorporare nella loro musica un suono più universale, più esotico, più sfaccettato.

Ma Eno non è solo un produttore discografico, è anche compositore, polistrumentista (anche se lui stesso si ritiene un "non-musicista"), artista visuale, progettista del suono: insomma, un artista a tutto tondo. Nel corso degli anni si è cimentato in innumerevoli progetti solisti e non, ognuno dei quali esprime la sua costante evoluzione. Qualunque cosa faccia, però, l'intento è quello di creare opportunità, espandere gli orizzonti artistici, espandere lo stesso suono, offrendo a chi lo ascolta un'esperienza immersiva dove poter trovare pace o ispirazione: perché, come da lui stesso definita, la musica d'ambiente (uno dei tanti generi che ha esplorato, ma certamente quello ha fatto più "suo") dev'essere "capace di andare incontro a numerosi livelli di attenzione nell'ascolto senza esaltarne uno in particolare"; dev'essere cioè "tanto ignorabile quanto interessante".

E perciò, in occasione della sua data di nascita, vorrei proporvi di ascoltare un album, originariamente inciso (insieme al fratello Roger e a Daniel Lanois, altri esperti del genere) per un documentario sulle missioni spaziali della Nasa, che a mio avviso vi potrebbe dare un'idea di questa vastità sonora, mai però invasiva, tipica dell'ambient: si chiama Apollo: Atmospheres and Soundtracks (1983), è solo strumentale e potete tranquillamente ascoltarlo in qualunque momento, che siate occupati o oziosi.

Ecco un piccolo assaggio: Deep Blue Day

https://youtu.be/lJ71NUL9Cp4

La seguente invece, Celeste, è dal recentissimo album che ha fatto con il fratello Roger Eno, Mixing Colours (2020). Non potevo non includerla, ultimamente non posso fare a meno di ascoltarla! Magica.

https://youtu.be/lKeK_alwonk

Fatemi sapere cosa ne pensate!  

E tra l'altro, conoscevate già Brian Eno, o la musica ambient? Personalmente non ho ascoltato ancora tantissimo del genere ma lo trovo veramente rilassante; penso anche a come la musica elettronica possa essere, a volte, più umana di quella tradizionale...

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