🎶 Blur - This Is A Low
"And into the sea
Goes pretty England and me"
23 luglio 2020
Ok, come forse avrete notato, per questa raccolta non c'è un criterio preciso su cosa debbano essere gli argomenti trattati nei capitoli, a condizione che siano relativi alla musica. A volte parlo di artisti specifici, altre volte di un pensiero personale, recentemente ho fatto un capitolo dove ho inserito solo un video...e più in avanti troverete capitoli incentrati su un genere o su un album, oppure una playlist da consigliare, insomma...dipende da cosa mi passi per la testa. Oggi, per esempio, tratterò solo di una canzone. E ahhh, quale canzone...non potevo non fare un capitolo dedicato esclusivamente a questa perla, negli ultimi giorni mi riaffiora spesso nella mente, e per buone ragioni.
This Is A Low è la canzone finale (se non contiamo la breve, giocosa traccia di chiusura Lot 105) dell'album Parklife, uscito nel 1994, e come tutto l'album da cui proviene fa generosi riferimenti alla cultura e alla vita britannica (siamo nel pieno di quella che i media hanno iniziato a chiamare "britpop", scena esclusivamente britannica di indie rock, molto popolare negli anni novanta e di cui i Blur erano tra i principali rappresentanti). Questa, in particolare, ha un tema alquanto curioso per una persona straniera o che non ha familiarità con quella cultura.
Già dalla prima strofa (tutta la parte fino a "And the radio says..."), numerosi sono i riferimenti alla geografia inglese. Quest'immagine, tra l'altro, era tra le candidate iniziali per la copertina di questa raccolta. Non so, esteticamente mi piace molto, la parola "radio" in posizione semi-centrale rimanda al titolo e al tema della raccolta e, se volete, si potrebbe fare un'analogia tra le onde del mare e le onde del suono. La canzone stessa ha un'atmosfera molto "acquatica", non solo dal punto di vista sonoro (l'ho messa a inizio capitolo, se la volete ascoltare), ma proprio perché il testo è un rimando continuo allo "shipping forecast", ovvero alle previsioni marittime che in Gran Bretagna, tradizionalmente, si trasmettono alla radio in tarda notte. Questa trasmissione è ovviamente utile ai navigatori, siccome fornisce informazioni sulle maree, ma ha finito, involontariamente, per avere un effetto positivo su una scala ben più ampia. Da quello che ho letto, pare che ascoltare lo shipping forecast sia particolarmente benefico per le persone che soffrono di insonnia, ansia, o altre condizioni che siano di disturbo al sonno (sbornia compresa...). La stessa canzone evidenzia questa peculiarità nel ritornello, che vi riporto qui sotto:
" This is a low,
But it won't hurt you.
When you're alone,
It will be there with you,
Finding ways to stay solo. "
Che, tradotto, vuol dire:
" Questa è una bassa, (intesa come bassa marea, è una frase ricorrente nelle previsioni ed è un gioco di parole perché "low" vuol dire anche "depressione")
Ma non ti farà del male.
Quando sei da solo,
Sarà lì con te,
Trovando modi di stare solo. "
Gli inglesi sembrano andare particolarmente orgogliosi di quest'istituzione, ormai radicata nelle loro vite. E, onestamente, fanno bene a esserlo. Ecco una clip della trasmissione, risalente al 1993...
https://youtu.be/HnQ2Lk20n3U
Che dire...provate ad ascoltarla in momenti di inquietudine, vedrete che vi sentirete meglio. Il segreto sta nella serena musica di apertura e in quella voce...monotona, solenne, pacata. Chi avrebbe mai detto che un elenco delle coste potesse essere di così gradevole ascolto!
E dopo tutta questa digressione, torniamo alla canzone. Perché al mio cervello piace così tanto, al punto che tende a ricordarmela spesso? Cosa la rende così speciale? Beh, ascoltatela e capirete. Quel suo andamento fluttuante, che ricorda il moto di un'onda, la melodia un po' mistica, la produzione che le conferisce un suono "cristallino", la voce piena di sentimento (non reputo Damon Albarn uno dei cantanti più consistenti e dotati, ma qui è proprio una gioia da sentire), il dinamismo che si crea tra le strofe e il ritornello, la combinazione di elementi acustici e rock, l'impeto finale, preceduto dalle distorsioni maniacali della chitarra elettrica e, non per ultimo, il tema singolare ma senza pretese della canzone, che per me è sempre un valore aggiunto...
Insomma, è la quintessenziale ballata rock, fatta di pura poesia ed estasi. Alla faccia di chi dice che gli inglesi sono un popolo freddo e schivo! Fosse così non sarebbero in grado di produrre così tanta musica viscerale (e non solo musica, pensiamo alla letteratura ad esempio), nella quale, ammettiamolo, sono davvero esperti.
Inoltre, questa canzone è un perfetto esempio di come le opere migliori dei musicisti si nascondano spesso all'interno degli album. Pertanto, ragazzi, vi prego di non soffermarvi alle sole hit se volete avere un'idea chiara di un artista. È davvero riduttivo basarsi solo su quelle, se proprio non si ha tempo e voglia tanto vale non farsi un giudizio sul diretto interessato.
Bene, siamo arrivati alla conclusione. Spero che vi sia piaciuto questo particolare capitolo, fatemi sapere se vi piacerebbe l'idea che ne pubblichi altri dedicati a singole canzoni, magari con appuntamento fisso, ogni venerdì ad esempio.
A presto! 💙
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