La vita senza Derek -speciale 300 iscritti-

Questa è una storia scritta per celebrare il traguardo dei 300 iscritti (davvero tanti per me, che pensavo di raggiungerne giusto una decina quando ho creato il profilo ed iniziato a scrivere "I Cullen e i Quileutes"), ma arriva oggi perché non ho avuto molto tempo per scriverla e volevo farla bene, quindi... buon regalo di san Valentino e Carnevale (?)

Ho deciso di fare un piccolo spin-off della mia serie principale, ovvero quella de "I Cullen e i Quileutes" più "It's my life". Il protagonista di questo racconto, infatti, è uno dei personaggi secondari nell'ultimo libro e ho voluto approfondirlo un pochino perché mi è sempre piaciuto molto. 

La storia potete leggerla anche senza aver letto "It's my life", ma forse qualche passaggio potrebbe non esservi chiaro.

I 300 (anzi 301) iscritti li ho ufficialmente raggiunti il 3 dicembre 2020 e avevo pensato di ambientare la storia in quel giorno, però... facendola arrivare così tardi ho preferito cambiare tutto e ambientarla oggi: la sera di San Valentino (che quest'anno cade con il Carnevale!)

Buona lettura!^-^


14/02/21


Chiudo gli occhi e annuso l'aria fredda della sera, mentre avverto il suono delle foglie smosse dal lieve venticello che si sta alzando. Respiro l'odore dell'acqua salata, che si infrange sciabordando contro gli scogli ed entra anche negli anfratti più piccoli, accompagnata da strani e rilassanti rumori. Sfrego lentamente i piedi nudi contro la dura roccia sulla quale sono seduto e sorrido. Mi piace questo posto e penso che sarebbe piaciuto anche a Derek.
Se solo non fosse andato lì. Penso amareggiato, passandomi una mano tra i capelli biondi. La lascio lì, mentre poso la fronte contro le ginocchia ripiegate al petto. L'altra mano stringe le caviglie, che sono così vicine da far sfiorare i malleoli interni. Sorrido divertito quando sposto l'attenzione sulle due sporgenze ossee e mi viene in mente il loro nome. Chissà quando ho studiato che si chiamano così.
Scuoto la testa e sbuffo amareggiato, facendo anche una smorfia. Nel Branco mi hanno sempre detto che sono troppo colto per essere un Sangue di Lupo Selvaggio e che dovrei andarmene. Greymark, il nostro Alpha, e Derek hanno sempre messo a tacere tutti -non senza spargimenti di sangue- ma sento che non può continuare così a lungo. Senza Derek a proteggermi mi sembra sempre più spesso di ritrovarmi solo, anche se ho Logan con me. Dicono che il legame tra gemelli sia una delle cose più forti, che si senta di avere un'altra metà e che non ci si senta mai soli; ed è vero! O almeno in parte, per me.
Il nostro legame da gemelli -probabilmente mischiato alle abilità da licantropo- è così forte da farci avvertire addirittura il dolore fisico che prova l'altro, ma ultimamente tutto il resto tra noi si sta come congelando. Logan si sta adattando pian piano sempre di più all'interno del Branco e tutti lo stanno accogliendo così bene da far sentire solo me come "l'Addomesticato che si è unito grazie alla carità dell'Alpha".
Avvolgo una ciocca di capelli attorno ad un dito e mugolo contrariato. Anche riguardo alla capigliatura ci siamo allontanati: io sto tenendo i capelli mediamente corti, mentre Logan se li è lasciati crescere fin sotto alle orecchie e lascia che si spettino in modo selvaggio. Selvaggio come vuole apparire.
Apro gli occhi e guardo il mare scuro che, verso l'orizzonte, si mischia con cielo blu della notte. Non si vedono le stelle, perché sono coperte dalle nuvole che spesso ci fanno compagnia in questo posto. Qualche mese dopo la morte di Derek ci siamo spostati nuovamente e poi un'altra volta e un'altra ancora. I Sangue di Lupo selvatici sono nomadi, dopotutto.
Adesso siamo in Cornovaglia, in qualche posto sperduto sulla sinistra della mappa e vicino all'oceano. Ci sono pochi boschi, in realtà, e quelli presenti sono circondati da campi coltivati. Ma Greymark, l'Alpha del Branco, sostiene che possiamo stare vicini agli umani, se facciamo attenzione a non farci notare. La decisione non è stata accolta con felicità dagli altri membri del Branco, ma nessuno è stato abbastanza forte da spodestare l'Alpha vincendo in un duello. Avrebbero potuto organizzare una rivolta di massa, ma l'onore e il rispetto per le Antiche Leggi li hanno fermati.
Non molto lontano dal nostro accampamento è presente un paesino di poco più di mille abitanti, ma nemmeno uno di loro è venuto a curiosare. Probabilmente non hanno ancora inquadrato bene la strana comitiva di nomadi che vive nei boschi dentro a delle capanne create con gli scarti della natura. Al contrario, io ho più volte visitato la piccola cittadina, ma tutti sono restii a parlarmi o ad avvicinarsi.
Tutti tranne uno.
Arrossisco leggermente e alzo lo sguardo, lasciandolo vagare nel cielo nero. La mia mente torna da sola a pensare a Derek. Non ho ancora pienamente accettato la sua morte e non mi sono ancora perdonato per non essere andato lì con lui. Forse, se ci fossi stato io, quei vampiri dai mantelli neri non avrebbero rapito Chiara o non avrebbero avuto la meglio sul mio lupo nero.
Ripenso alle ultime parole del mio amico, riferitemi da Chiara stessa, e avverto gli occhi lucidi. Li stringo forte, mentre sento un gran peso che mi schiaccia il petto.
Non mi accorgo nemmeno dei passi sulla sabbia acciottolata, fino a che un "ehi" ed una mano sulla spalla mi fanno sobbalzare. Mi volto di scatto e mi sfugge un sorrisetto quando riconosco il suo odore, gli occhi celesti e i capelli biondo cenere.
«Pensavi al tuo amico?» chiede mentre si siede vicino a me, ma non mi lascia nemmeno il tempo di finire che mi abbraccia.
Non rispondo e ricambio quella stretta. Ci conosciamo da soli sette giorni, ma sa quasi tutto di Derek e sa che piango solo per lui.
Sorrido sentendo il ciuffo di capelli più lunghi -e perfettamente pettinati- che mi solletica il viso e chiudo gli occhi, immaginando per un attimo di essere tra le braccia di Derek. Il profumo, però, è diverso da quello del lupo nero e mi riporta alla realtà. Derek non c'è, non è lui che mi sta abbracciando e il mio cuore sta battendo così forte per un'altra persona.
È passato ormai molto tempo dalla sua morte, sono successe tante cose e abbiamo cambiato casa -se così la si può definire- più volte, ma la ferita è ancora aperta e, certe volte, fa più male di altre.
«Sfogati, Las» sussurra con voce gentile, usando il soprannome che ha inventato per me «Ti aiuterà. Fidati» mormora dolcemente.
«Non serve» mormoro, ma non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che sto già piangendo contro la sua spalla.
La stretta sul mio corpo aumenta leggermente ed inizio a sentirmi protetto.

Dopo quelle che sembrano ore, ma in realtà sono solo pochi minuti, mi allontano leggermente e mi asciugo il viso con una manica della giacca. Al contrario dello "stile" dei Sangue di Lupo, oggi sto indossando dei normalissimi vestiti scuri da umano -o da Sangue di Lupo Addomesticato, a seconda dei punti di vista-.
«Grazie» mormoro leggermente imbarazzato, accorgendomi solo in quel momento che ho pianto sulla spalla di un quasi-sconosciuto, il quale è anche la mia cotta attuale. Il mio cuore è stato rapito quasi subito da lui e me ne sono accorto non senza rimpianti. Alla fine, però, ho capito che l'amore per Derek era solo una fantastica -e tragica- utopia e che non sarebbe mai stato annientato completamente.
«Va meglio?» chiede dolcemente e io annuisco, mentre osservo il suo sorriso. «Non so se voi lo festeggiate...» inizia dopo un breve attimo di silenzio, mentre si passa una mano tra i capelli, spostando per un attimo il lungo ciuffo da un lato all'altro della testa. Appena lo lascia, però, questo torna indietro per ricadere, come suo solito, sul lato destro del viso e nascondere parzialmente l'occhio. Ancora non capisco come faccia a vederci bene durante le esibizioni se ha quei capelli davanti agli occhi. «. ..ma... oggi è San Valentino» mormora «Non ci conosciamo granché è c'è stato solo un bacio, ma... auguri» dice prima di tirare fuori dalla tasca della pesante giacca porpora imbottita una scatolina a forma di cuore.
«Ma... cosa...» mormoro io, confuso.
«Lo so, lo so... è stupido... non ci conosciamo quasi e chissà se ci rivedremo... però... volevo dartelo» risponde arrossendo leggermente.
«Non mi ricordavo che fosse oggi» ammetto mentre prendo la scatolina che mi porge e la apro, trovandoci dentro dei cioccolatini. Sorrido e ne prendo uno. «Non ho un regalo da darti» aggiungo sentendomi in colpa.
«Non importa» risponde sorridendo e stringendosi nelle spalle. Mi perdo per un attimo nel suo sorriso e poi ridacchio, porgendogli il cioccolatino che ho preso.
«Non pensare che è un pezzo del tuo regalo, però» dico divertito.
«Va bene» dice prima di scoppiare a ridere e prendere il cioccolatino.
Sorrido e ne assaggio un altro, per poi mugolare di piacere quando sento il cioccolato fondersi nella mia bocca. Nel Branco, ovviamente, non si vedono mai girare prodotti umani e ci perdiamo moltissime leccornie fantastiche.
Non era così quando io e Logan vivevamo con Philip, il vampiro che ci aveva adottati quando eravamo solo due cuccioli e i nostri genitori erano spariti chissà dove. Ci aveva aiutati a sopravvivere e ci aveva riempiti di cibo e vestiti, oltre che di un'istruzione eccellente in una delle scuole più prestigiose di new York. Eravamo entrambi così affezionati a lui da ignorare i momenti in cui, pur di farci fare qualcosa, ci soggiogava con il suo potere che gli faceva diventare gli occhi viola. Avevo trovato -quasi- la forza di ribellarmi a lui quando ci aveva chiesto di uccidere Chiara, la prima -dei tanti- Sangue di Lupo che abbiamo incontrato. Lei non era perfettamente come noi, ma almeno avevo capito che non eravamo soli e che Philip ci aveva mentito per tanti, troppi, anni. Poi era morto, ucciso da un altro vampiro, e ci eravamo ritrovati soli di nuovo.

La sua voce interrompe di nuovo i miei pensieri e sorrido sentendo il suo strano accento. «Ieri non c'eri allo spettacolo» dice gentilmente, non con il tono accusatorio che sembrerebbe poter avere.
«Ehm... Sì... Scusa... Io... Ecco... Ero... Impegnato... Cioè...».
La sua mano, fredda a causa delle basse temperature della sera, si posa sulla mia gamba. «Tranquillo. Non te ne faccio una colpa; mi avevi detto che probabilmente non ci saresti stato e poi, sei venuto a tutti gli altri».
«Fin dal primo giorno» ricordo sorridendo, mentre avverto qualche senso di colpa per non avergli detto il vero perché della mia assenza. C'era la luna piena ma, ovviamente, non ho potuto dirgli nulla a riguardo e questo mi fa sentire stranamente... strano.
«Ti ho conquistato immediatamente. Appena ti ho dato quel biglietto omaggio» ridacchia e io sorrido.
«O, forse, mi incuriosiva solo il tuo nome strambo... Dewin Winde Widen» commento prendendolo in giro, mentre mi torna alla mente l'esatto momento in cui un ragazzo vestito interamente in azzurro -come i suoi occhi- si era avvicinato a me e si era presentato, porgendomi un biglietto blu appartenente al Zodia's Circus.
«I miei genitori hanno fantasia» ridacchia lui, stringendosi nelle spalle «E... te l'ho detto: il primo è il mio nome, il secondo è un nome che danno a tutti i membri della famiglia - per tradizione- e il terzo è il cognome» specifica facendomi un occhiolino. Chissà quante altre volte ha dovuto ripetere questa spiegazione, in passato.
Sorrido e annuisco, per poi tornare a guardare il confine del mare, che si perde nella notte.
«Con la tua famiglia non va granché bene... vero?» chiede dopo un attimo.
Scuoto la testa e faccio una smorfia. Non ho ancora ben capito il perché, ma la prima volta che siamo rimasti da soli mi è venuto così naturale raccontargli di me, del Branco, di Derek... ho saltato e cambiato molte cose, ovviamente, ma gli ho parlato della morte di Philip, di come abbiamo trovato questa "Compagnia", di come il mio amico -e cotta- sia morto improvvisamente per una "malattia" e del fatto che non mi senta pienamente accettato.
«Potresti unirti a noi» propone «Te l'ho già detto, lo sai. Verresti sicuramente accettato e...».
«Non so fare niente» lo interrompo guardandolo.
«Impareresti sicuramente a fare qualcosa. Anche solo a rubare i portafogli ai clienti sprovveduti» risponde stringendosi nelle spalle. Appena si accorge che, stupito e traumatizzato, ho sgranato gli occhi, scoppia a ridere. «Sto scherzando!» esclama «Non rubiamo nulla a chi entra... solo a chi esce» dice cercando di apparire serio, ma immediatamente scoppia a ridere in modo fragoroso, come una cascata nel centro del bosco.
Arrossisco e mugolo, capendo di esserci cascato pienamente. «Va bene, ok... mi hai fregato» borbotto.
Dewin mi fa un occhiolino e si avvicina di scatto a me, per darmi un veloce bacio sulla guancia, poi ridacchia notando che sono rimasto leggermente confuso. Sta per aggiungere qualcosa, ma lo interrompo nuovamente.
«Non sarebbe così facile venire. La mia famiglia non mi lascerebbe andare tanto facilmente» mormoro immaginandomi già orde di lupi irritati pronti a distruggere tutto.
«Non hai detto che c'era una sorta di Capo molto buono? Potresti parlargli... magari capirebbe».
Penso a Greymark e annuisco. Probabilmente sarebbe felice di farmi contento e anche di liberarsi di me, in modo da interrompere tutti i litigi nel Branco. «Hai ragione, però... mio fratello...» mormoro e scuoto la testa. Ultimamente il nostro rapporto si è congelato, ma dubito fortemente che mi lascerebbe andare via con un gruppo di sconosciuti, soprattutto se questi sono umani.
«Potrebbe capire e lasciarti andare» risponde il ragazzo «Poi... noi abbiamo la corrente elettrica nei camper, quindi potresti scrivergli senza dover sempre andare ad elemosinare un po' di elettricità nei bar» ridacchia divertito.
Rido e gli do una leggera spintarella, sfiorando il suo petto con una mano. Casualmente -ma dubito che sia davvero una casualità- un paio d'ore dopo il nostro primo incontro avevo incontrato nuovamente Dewin, intento ad entrare nel bar dove ero andato solo per poter mettere in carica il telefono e scrivere a Chiara. Dopo la morte di Derek abbiamo continuato a scriverci, ogni tanto. Dopo i primi giorni successivi a quel "incidente" ho capito che non potevo dare la colpa alla ragazza e ho deciso di mantenere i contatti con lei. Mi stava simpatica, dopotutto.
«Anche noi potremo comunque scriverci» gli faccio notare mentre mi accorgo che, lentamente, si sta protendendo verso di me.
Il ragazzo si ferma e sospira, roteando leggermente gli occhi. «Hai ragione, sì. Io domani sera partirò e continuerò a scriverti fino a che non ti sarai rotto di me o non avrai deciso di unirti al Zodia's Circus» dice facendomi ridacchiare divertito.
«Ma tu... sei... cioè... proprio convinto?» chiedo guardandolo.
«Sì!» esclama immediatamente «Ok... "A Carnevale ogni scherzo vale", sì. Però... sono molto molto molto convinto».
Alzo un sopracciglio, confuso.
«Oggi, per i calendari, è anche Carnevale oltre che San Valentino» mi fa notare sorridendo divertito.
«Ah... sì... non lo sapevo che fosse oggi» ammetto.
«Certo che voi vivete davvero fuori dal mondo!» esclama ridendo. Mentre arrossisco, si avvicina a me e avvolge le mie guance con le mani fredde, per poi posare delicatamente le sue labbra sulle mie.
Non me lo faccio ripetere due volte e chiudo gli occhi, lasciandogli libero accesso alla mia bocca. Oltre a Derek non ho mai davvero baciato nessun altro e mai pensavo che lo avrei fatto. Uno strano miscuglio di sensazioni mi avvolge, mentre sento il battito accelerato dei nostri cuori e l'odore salato del mare che si mescola perfettamente con il profumo intenso del ragazzo.
Mentre le nostre labbra si sfregano e le nostre lingue danzano dolcemente insieme, il vento si alza leggermente e porta con sé dei lievi ululati, che saprei riconoscere ovunque. Mi irrigidisco e mi allontano leggermente, per ascoltarli meglio. Logan, Hurit ed altri sono a caccia questa sera, ma sono lontani; non si avvicineranno alla spiaggia.
Quando mi accorgo dello sguardo confuso del ragazzo, che forse non ha avvertito quei lievi richiami, sorrido dolcemente e gli faccio un occhiolino. «Per la proposta... ci penso, dai» mormoro prima di tornare a baciarlo. Sento ancora mio fratello in lontananza che ulula vittorioso e capisco che è molto meglio stare qui che lì, a caccia. Loro hanno preso la preda; io penso di aver preso la mia decisione.



§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§

Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto! E, chissà, forse mi verranno altre idee per Nicholas e Dewin Winde Widen (il suo nome ha anche un senso, in realtà 😂)

P.S. vi invito a leggere il capitolo di premessa a questa raccolta (che ho caricato mezz'oretta prima di caricare questo racconto) perché... beh... c'è citata un'altra storia spin-off, sempre sulla mia "serie principale", che avevo fatto tempo fa per una challenge °.°

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