Una storia fantastica
La notte stava arrivando sull'immensa distesa di neve e di ghiaccio; i boschi e i fiumi gelati sembravano più che mai immobili e privi di vita. L'unico tocco di calore che avreste potuto scorgere in tutto il paesaggio era una piccola casa di legno, con un tetto così coperto dalla neve da nascondere quasi il camino e una minuscola finestrina illuminata da una luce rossa e tremolante, forse di un camino: era la casa di Babbo Natale.
Babbo Natale, con la sua giacca rosso vivo, era fuori, vicino la porta; aveva un bastone in mano e, con colpi decisi, stava cercando di liberare il tetto da un po' di neve. Terminato questo lavoro si avvicinò alle sue renne; carezzò la più anziana e dette un buffetto affettuoso alla più giovane; poi raccolse dei ceppi dalla catasta di legno vicino la porta e finalmente entrò nella sua capanna.
Era ora di cena ed lui era stanco e affamato: in mattinata era andato ad Helsinki a prendere la sua posta e guidare la slitta contro il gelido vento di dicembre lo aveva stancato. Aveva proprio bisogno di una bella tazza di cioccolata bollente con un pezzo di pandoro!
Confortato dal pensiero della cena, si avvicinò alla dispensa per prendere il cioccolato. Sfortunatamente sullo sportello della dispensa, la mattina aveva lasciato un post-it: "Niente cioccolato! Niente dolci! Ricordati che sei a dieta!!". Sul viso di Babbo Natale si dipinse un po' di disappunto. Obbedire alla volontà della mattina o fregarsene? Sospirò e, dato che era un "buon soldato", andò nella dispensa a prendere la minestra di verdura surgelata.
In realtà era tutt'altro che grasso, decisamente diverso dalle solite descrizioni: era piuttosto alto e solo d'inverno metteva su un po' di pancia e le sue guance diventavano più tonde.
Si preparò la minestra e dopo cena decise di sbrigare almeno un po' di posta: non aveva ancora finito di leggere le lettere che aveva preso la settimana prima da Helsinki e quella mattina aveva preso altri tre sacchi! La segretaria che veniva ogni martedì dal villaggio vicino (pagata per lui dal governo finlandese) aveva diviso le lettere in tre gruppi: quelle facili, quelle difficili, quelle impossibili.
Cominciò a leggere, passando da un mucchio all'altro. Mentre leggeva, i suoi malinconici occhi azzurri si raddolcivano, sorridevano, diventavano perplessi o tristi, poi si addolcivano di nuovo... Amava molto il suo lavoro, anche se talvolta la tristezza e i desideri disperati di alcuni bambini e anche di qualche adulto rattristavano il suo cuore forte e paterno e si sentiva impotente; ma in realtà, generalmente, venire a contatto con i sinceri desideri dei bimbi gli dava soprattutto gioia.
Le lettere dal mucchio "facile" erano veramente facili: trenini, bambole, scatole di matite... le solite cose. Prese una lettera dal mucchio delle "impossibili":
Caro Babbo Natale,
voglio una macchina per fare le nuvole. Te l'ho già chiesta lo scorso anno, ma secondo la mia mamma mi hai mandato semplicemente una pentola a pressione. Per piacere, per piacere, voglio vedere nuvole paffute! regalami una vera macchina per fabbricare le nuvole!
Babbo Natale si grattò la testa, perplesso. Come accontentare il ragazzino? Alla fine prese il foglio azzurro per le richieste speciali al governo finlandese e fece richiesta per "un lungo viaggio in aereo in una giornata nuvolosa e senza vento". Nella lettera di accompagnamento scrisse "Caro James, mi dispiace: questo è tutto quello che posso fare!".
Ok., archiviato anche questo!
Sbadigliò. Si alzò per ravvivare il fuoco. Passando di fronte alla finestra dette un'occhia-ta fuori: era vento ora, gli abeti sembravano scossi da un fremito e gli apparivano così scuri e quasi sofferenti da fargli desiderare di tornare alle sue lettere. Decise di lavorare per un'altra mezz'ora. La pila delle lettere non sembrava diminuita molto.
Mentre cercava di metterle in ordine, notò nel mucchio "difficile" una lettera diversa dalle altre: più lunga, più spessa e con un rigo dorato lungo il bordo, come sulle sue. La prese. Quando vide il
mittente, Befana, i suoi occhi si sgranarono. Curioso, aprì la lettera:
Caro Babbo Natale,
vorrei un marito. Lo vorrei intelligente, buono, premuroso, con modi di fare paterni e decisi e che assomigli a George Clooney. Se non c'è così, grazie mille in anticipo,
Befana
...intelligente, buono, premuroso, con modi di fare paterni e decisi e ....che assomigli a George Clooney.... Accidenti, un po' esigente la ragazza! Si grattò la testa. Aveva avuto sempre una certa simpatia per Befana e anche qualcosa di più di una simpatia, forse. La incontrava nei cieli di Italia e gli era sempre sembrata carina e coraggiosa sulla sua scopa, ma non aveva mai osato avvicinarla e corteggiarla...
Timidamente gettò un'occhiata ad un piccolo specchio appeso la muro... Lui avrebbe potuto soddisfare la descrizione di uomo ideale di Befana? <<Quanto a paterno, sono paterno...>> pensò. Chi può essere più paterno di Babbo Natale? intelligente, buono, premuroso, chissà? Sicuramente non assomigliava a George Clooney....Si guardò di nuovo: occhi azzurri, guance tonde e rosee... in realtà il suo aspetto era molto finlandese....
Deluso e quasi un po' arrabbiato, fu tentato di risponderle che lei non assomigliava proprio per niente a Elisabetta Canalis!
Ma poi come poteva pensare che lui potesse trovare mariti? Che era, un agente matrimoniale? Decise di andare a dormire.
Si coricò con un senso di tristezza e di solitudine insolito in lui.
Quando si svegliò la mattina era una giornata stranamente nebbiosa. Si alzò e andò alla finestra, osservando stupito tutta quella nebbia.
Pensò alla lettera della Befana, perplesso. Un pettirosso si posò sul davanzale e becchettò il vetro della finestra come per dirgli buongiorno; lui aprì i vetri e gli fece una carezza; finalmente un sorriso gli illuminò il viso.
Aveva deciso: niente lavoro quella mattina! sarebbe andato a fare una camminata nei suoi amati boschi! Uscì e cominciò a camminare sulla soffice neve. Adorava l'odore degli abeti e i colori del bosco e il bianco della neve. Si sedette su un tronco e immedia-tamente una coppia di scoiattoli venne a salutarlo. Giocò con loro un pochino e loro cercarono di fargli il solletico con le loro code; poi sparirono, soddisfatti di averlo fatto ridere.
Rimase seduto un altro po'; poi cominciò a disegnare qualcosa sulla neve: una scopa con una figura, snella e piccolina, sopra di essa.... Si riscosse; aveva deciso: l'avrebbe avvicinata e poi chissà?
Si alzò, si sentiva più energico ora che aveva deciso, e tornò a casa. Si rimise a leggere le lettere con rinnnovato entusiasmo e dopo due ore aveva finito il mucchio delle "facili". Pranzò (di nuovo zuppa di verdura: voleva essere in forma più che mai adesso). Poi prese la slitta dal capannone, attaccò le renne e partì....... verso il cielo di Italia.
Andò nei principali uffici postali d'Italia a prendere la sua posta e fingendo più noncuranza che poteva, chiese alcune informazioni sull'orario di Befana, dove era passata, dove no e così via.
Negli uffici dove Befana doveva ancora andare, pur di avere una scusa per tornare, si rifiutò di prendere tutta la sua posta, con grande sorpresa dell'impiegato, accampando scuse come "slitta troppo piena e pesante". Poi tornò a casa.
Il giorno dopo si svegliò presto, lustrò la sua slitta fino a farla brillare e partì di nuovo verso l'Italia. Questa volta fu fortunato: nell'ufficio postale di un piccolo villaggio final-mente incontrò Befana.
Stava discutendo con uno degli impiegati perché non voleva darle la sua posta: era nuovo dell'ufficio e sosteneva che la vera Befana era molto più vecchia di lei.
Befana stava cercando disperatamente di mostrargli i suoi documenti: <<Controlli il mio passaporto se
non mi crede!>> stava ripetendo <<E' capace di leggere? Guardi... Nome: Befana, cognome: Calza..>>.
L'impiegato la guardava dall'alto in basso: <<E' un semplice caso di omonimia. Lei non può avere più di cinquanta anni, mentre la Befana è un po' freak come lei, ma molto, molto più vecchia...>>
Ad un certo punto Befana, esasperata e offesa da quel "freak", sbottò: <<Lei è uno stronzo!>> e se ne andò sbattendo la porta.
Babbo Natale, che aveva seguito la scena un po' in disparte e con una certa apprensione, si affrettò ad uscire. Ma prima di avere slegato le renne, Befana era già in cielo e presto la perse di vista. Lanciò le renne a folle velocità e in qualche minuto riuscì a raggiungerla. C'era un vento freddo e piuttosto forte e Befana sembrava un po' in difficoltà. Lui le si affiancò con la sua slitta.
<<Oh, buongiorno, signorina Befana. Brutto tempo, vero? Posso offrirle un passaggio sulla mia slitta? Stiamo andando nella stessa direzione...>>
Befana lo fissò per un momento con i suoi grandi occhi scuri; era piuttosto di malumore e i suoi occhi sembravano umidi.
<<Sì, grazie>> sussurrò e si inerpicò sulla slitta. Rimasero silenziosi per molti minuti mentre la slitta volava dentro e fuori le nuvole e il vento sibilava gelido attorno a loro. Era imbarazzata a causa della lettera? Babbo Natale le lanciò un'occhiata: era proprio carina così piccola e terribilmente imbronciata.... Indossava uno scialle a righe multi-colori, la cui gaiezza contrastava stranamente con l' espressione truce del suo viso. Non resistette alla tentazione di prenderla un po' in giro. <<Hum, ha un rapporto così buono con tutti gli impiegati della posta?>> le chiese.
Lei lo guardò male: <<Era là?>>
<<Sì, in effetti ero là...>>
Befana si incupì ancora di più, ma non rispose alla domanda di Babbo Natale. Allora lui, dispiaciuto nel vederla così, cominciò a raccontarle tutti i contrattempi che aveva avuto con gli impiegati delle poste e riuscì a farla ridere raccontandole che una volta, in un ufficio postale, aveva incontrato un tizio che pretendeva di essere Babbo Natale ed era talmente credibile, bello ciccione e con un'enorme barbona bianca, che l'impiegato aveva creduto a lui e aveva pensato che invece Babbo Natale fosse un impostore.
Quando raggiunsero l'Appennino vicino Firenze, Befana dovette scendere. Era più serena adesso e sembrava anche vergognarsi un po', forse per lo scoppio di rabbia nell'ufficio della posta. Ringraziò Babbo Natale per il passaggio e lui la salutò con un sorriso.
Quando Babbo Natale quella sera giunse a casa sua, nella lontana Finlandia, era molto tardi, ma lui non era stanco, anzi.... si sentiva stranamente leggero e un sorriso ancora raddolciva i suoi occhi.
I giorni seguenti fu molto indaffarato perché Natale si avvicinava, ma riuscì comunque a tornare spesso in Italia .......e a dare qualche passaggio a Befana.
Chiacchieravano adesso, chiacchieravano tanto, specie lei e lui la ascoltava con un sorriso negli occhi. Ogni tanto lui la stuzzicava, ma in genere i suoi modi erano autenticamente dolci, da vero gentiluomo. Parlavano del loro lavoro, di cosa piaceva loro, del mondo. E mentre la slitta volava dentro e fuori le nubi con ogni vento, guidata con piglio deciso da Babbo Natale, la stima reciproca cresceva e anche i sentimenti cambiavano...
Il cielo non era mai apparso loro così bello e i loro occhi lo guardavano quasi un po' sorpresi di poter vedere tanta bellezza; le nuvole mettevano dolcezza nei loro cuori, mentre la pioggia dava loro gioia e quasi li commuoveva, come se le gocce, nella loro allegra danza, ripetessero loro in continuazione che la vita e l'amore erano anche per loro.
Venne Natale e, nonostante che Babbo Natale andasse spesso in Italia, non riuscì, per diversi giorni di seguito, a vedere Befana. Si preoccupò; che si fosse ammalata? sempre in cielo, con quel freddo, lei così piccolina e fragile.... Allora una sera andò nel paesino sull'Appennino dove sapeva che lei
abitava. Con la sua slitta girò nel cielo sopra il paesino per un'ora, nella speranza di scorgerla.
Quando stava quasi per rinunciare, fu attratto da uno schiamazzo di giovani poco fuori il paese. Si diresse là, incuriosito e un po'ansioso per Befana, temendo dentro di sè che in qualche modo fosse coinvolta.
Quando si avvicinò vide che in effetti un gruppo di giovinastri stava tirando sassi contro una casetta e gridavano: <<Vecchietta, l'hai fatta la calza?>> e giù risate e altri insulti. Fuori di sè dallo sdegno, Babbo Natale scese dalla slitta, pronto a riempirli di botte..... Ma non ci fu bisogno...Befana era uscita dal retro della capanna, era salita sulla scopa e stava, con molto metodo, gettando tonnellate di carbone su ciascuno di loro; poi rientrò silenziosamente nella sua casetta.
Babbo Natale allungò un potente calcione a due dei giovinastri e poi si affrettò a cercare lei.
La trovò nel retro della capanna che piangeva silenziosamente. Quando lei lo vide, lo guardò un attimo in silenzio, poi disse, mentre le lacrime continuavano a rigarle il volto:
<<Noi donne siamo trattate con condiscendenza quando siamo piccole, come graziose bambolette, talvolta anche da chi ci dovrebbe voler più bene.
Poi si cresce e sembra che abbiamo meno diritti di voi; perfino nel piatto ci spiano, come se non dovessimo sottrarre cibo agli uomini;
Poi invecchiamo e allora ci disprezzano, ci giudicano "stagionate". Perfino i nostri fratelli ci dicono questo, specie se non siamo sposate..... >>
Babbo Natale la guardò, colpito da tanta amarezza. Allora le si avvicinò e l'abbracciò stretta stretta.
Lei ricambiò l'abbraccio.
Da allora non si sono più lasciati. Si sono sposati e vivono in Bretagna in una casetta sul mare. Si vogliono un monte di bene e sono felici insieme.
Babbo Natale adora pescare e molto spesso si alzano presto la mattina per andare insieme a vedere il mare e l'alba.
Befana, che è una bravissima cuoca, prepara a Babbo Natale piatti sani e buoni e lui non deve stare più a dieta.
A dicembre Befana aiuta Babbo Natale nel suo lavoro e prima dell'Epifania è lui ad aiutarla. Spesso poi, quando fa molto freddo, lui l'accompagna con la sua slitta, coprendola di coperte perché non prenda troppo freddo.
Bisticciano solo in un caso: quando alla TV danno un film; Babbo Natale guarda per tutto il tempo il televisore come se se lo volesse mangiare. Befana allora si mette a ridere (è un carattere allegro) e lo rassicura che fra le braccia di Babbo Natale c'è il paradiso e lei non vuole proprio nient'altro.
Allora si abbracciano stretti stretti, come chi troppo a lungo ha patito la solitudine e poi ha trovato la felicità.
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