Febbraio 2020: Indecisione - Con l'oceano in testa
Ti siedi davanti alla tastiera, con l'oceano in testa e la speranza che il battere regolare dei tasti spinga la marea a defluire. Posi le dita e inspiri, pronta a catturare almeno uno dei mille fili che dalla notte scorsa si attorcigliano senza controllo nella tua mente; ma quando scrivi la prima frase, catturata da un'idea in particolare, un'altra si sovrappone, spintonando per farsi avanti e avere la tua attenzione. Incuriosita, scegli di darle spazio, di relegare l'altra all'angolino in cui si trovava prima. Potrai sempre tornarci dopo, ti dici, meglio seguire l'istinto. Cancelli tutto e riparti da capo, questa volta riesci a scrivere tre frasi e poi succede di nuovo. Un terzo progetto si insinua tra le tue dita, reclama la tua attenzione. Dovresti ignorarlo, concentrare i tuoi sforzi su quelle poche frasi già scritte, che poco fa ti sembravano così allettanti. Ma lui si dibatte con prepotenza, salta fuori tra una parola e l'altra mentre cerchi disperatamente di andare avanti.
Frustrata, ti blocchi e rileggi quello che hai scritto. La pagina è un insieme caotico di concetti che non riescono a guadagnarsi una loro identità. Tra una parola e l'altra, percepisci la pressione di quelle mille idee che vorticano senza sosta. Ti sale il nervoso, sembra che la tua mente non abbia intenzione di collaborare. Odi quando succede, odi non avere il controllo di ciò che scrivi e di come lo scrivi.
Abbassi lo schermo con stizza e decidi che fare due passi può aiutarti a schiarirti le idee. Fuori, la primavera ti sorprende in tutto il suo splendore. Il sole, caldo, è un carezza benefica sul viso. Gli alberi in fiore regalano uno spettacolo meraviglioso, sono così belli che ti verrebbe voglia di raccontarli in una storia. Ed eccola, di nuovo, la frustrazione che fa capolino. Come fai ad essere così piena di idee e a non riuscire comunque a metterle in parola? Qual è il tuo maledetto problema?
Ti aggiri, nervosa, per le strade e ogni scena che vedi, ogni persona che incroci, ogni bagliore di vita con il quale vieni in contatto sembra chiedere che tu lo racconti in una storia. E forse è proprio questo il problema, realizzi. Sono troppe le cose che ti piacerebbe raccontare. Prendi adesso, ad esempio: vorresti descrivere la primavera, il miracolo della rinascita che riesce a sorprenderti ogni anno anche se è sempre lo stesso; vorresti scrivere della tua vita, di quello che ti succede ogni giorno a lavoro, dei colleghi che ti supportano e del tuo capo che non fa altro che darti addosso. Farlo ti farebbe stare bene, ti aiuterebbe a leggere i tuoi problemi sotto una nuova prospettiva. Ma vorresti anche continuare la storia che hai già cominciato, dare una conclusione a quelle vicende che continuano a ronzarti in testa da mesi. E vorresti cimentarti in nuovi generi, esplorare nuovi archetipi, apprendere, scrivere, scrivere, scrivere...
Hai così tante idee e progetti in testa che quando ti siedi davanti alla tastiera non sai decidere a quale di loro dare spazio. E così, cominci con una storia e poi saltelli subito all'altra, preda di un bisogno che però non riesci ad accontentare. Come fai a scegliere a chi dare la priorità? Come fai a vincere la maledetta indecisione che ti attanaglia nelle ultime settimane?
In cerca di una risposta continui a camminare per la città ma ora, ti accorgi, lo fai con una meta. Le tue gambe hanno deciso per te: vuoi arrivare al mare, vuoi che il morbido fluire delle onde ti distragga. Quando arrivi, la brezza ti porta alle narici il sentore salato di questo luogo che ami con tutta te stessa. Passeggi sui moli, lasciando che lo sguardo si posi sulle file ordinate di barche che oscillano nella lieve brezza. Ti perdi a fissare le onde che si infrangono sugli scafi e il loro cauto ondeggiare è come un balsamo per la tua frustrazione. Arrivata all'ultimo molo ti accoccoli sulla passerella con le gambe che penzolano sull'acqua, lo sguardo che abbraccia l'orizzonte davanti a te.
Senza che te ne renda conto, guardando il mare il tuo respiro si fa più quieto, ha sposato il dolce sciabordio delle onde. E anche le idee nella tua testa sembrano essersi sopite, non le percepisci più agitarsi come impazzite premendo per venire fuori tutte insieme. Ora che sei più tranquilla, riesci anche a distinguerle nitidamente: sono tante e tutte affascinanti, non ti sorprende che non riuscissi a sceglierne una e non riesci proprio a fartene una colpa. La colpa, semmai, è del tempo che non è mai abbastanza, della vita che ti impedisce di fare quello che desidereresti: scrivere ogni volta che una nuova idea fa capolino nella tua mente.
È così che sono diventate tante, troppe; le idee si sono accumulate perché le hai rimandate, messe da parte per continuare a fare un lavoro che ti piace poco e non ti dà tanta soddisfazione quanta te ne dà scrivere. Ma senza quello, lo sai, non potresti neanche pensare di scrivere, perché non avresti un computer né un tavolo dove appoggiarlo, quindi ha poco senso ragionarci troppo. Non sei indecisa, però, lo capisci ora; sei umana. Vorresti scrivere tutto e non puoi e dunque ti sembra di non saper scegliere, solo perché non sei capace di preferire un progetto a un altro quando entrambi meriterebbero di essere coltivati.
La verità è che forse sei tu stessa a rendere difficile tutto questo. Il tuo ostinarti a lottare contro le idee che ti si affollano nella mente, invece che assecondarle. Il cercare di reprimerle, di limitarle, di combatterle, affinché ne rimanga solo una abbastanza forte da meritare la tua attenzione. Vogliono uscire tutte insieme? E allora forse la cosa migliore che puoi fare e lasciarle libere; provare a seguire la corrente, cavalcare ognuna di esse e vedere dove ti portano. Lasciare che si intreccino, che si fondano e diano vita a qualcosa di nuovo.
Forse non uscirà nulla, forse sarà solo un grande caos di idee che non hanno nulla da spartire l'una con l'altra. Ma nel frattempo avrai dato loro vita e respiro e forse, e dico forse... dopo sarai libera di scegliere quella che preferisci. O di non scegliere affatto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top